Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Smartphone e tablet sono le nuove vie di rifornimento per l’e-commerce mondiale. Lo dice una ricerca di Monetate svolta nel corso del trimestre estivo, secondo cui il traffico dai dispositivi di ultima generazione verso i negozi online è aumentato dell’11% tra luglio e settembre.
Nel complesso, l’accoppiata smartphone-tablet porta ora il 18,4% degli utenti ai siti come Amzon e eBay. La connettività perenne di questi dispositivi agevola certamente gli acquisti via web, in mobilità e senza ostacoli di sorta.
Gli utenti sono sempre più attenti alle offerte (ricevute via e-mail o attraverso siti visitati in rete) e con cellulari e tablet di ultima generazione possono trovare in diretta i prezzi migliori e completare lo shopping velocemente, ovunque si trovino.
Via Quo Media
Il mercato delle app in Italia non è ancora totalmente sviluppato, almeno stando a quanto dichiarato dai professionisti della comunicazione interattiva e digitale intervistati dall’agenzia di comunicazione e Pubbliche Relazioni Hotwire Italia.
La quasi totalità degli intervistati (99 su 100) ritiene, infatti, che in Italia il mercato delle applicazioni non sia ancora del tutto sviluppato e la maggioranza (51%) considera il settore a livello pressoché iniziale di sviluppo.
I professionisti del settore sono più ottimisti rispetto al futuro. Il 61% degli intervistati prevede, infatti, che il mercato delle app si integrerà sempre più con le altre forme di comunicazione e acquisirà, in questo modo, un ruolo sempre più importante nelle strategie di business. Una percentuale davvero ridotto degli intervistati (9%) ritiene, al contrario, che l’Italia non sia ancora pronta a recepire efficacemente questi nuovi strumenti di comunicazione.
Nessuna sorpresa per quanto riguarda gli ambiti in cui, secondo i professionisti del settore, esiste un margine di crescita maggiore. Il 24% degli intervistati indica i game come il sotto-settore con le maggiori possibilità di crescita, il 22% i social network e il 17% l’entertainment.
La ricerca sembra suggerire, inoltre, uno spazio maggiore di crescita per il mercato professionale; considerando che al momento prevalgono fortemente, sia a livello di offerta che di motivazioni di utilizzo, la app che appartengono alla sfera personale ed individuale.
Il nostro sondaggio mette in luce che le app restano per ora legate soprattutto alla sfera dello svago e del tempo libero” commenta, infatti, Alessia Bulani, country manager di Hotwire Italia. “Lo smartphone accorcia i tempi e gli spazi e oggi non è più pensabile non poter sfruttare le opportunità offerte dalla mobilità, sia per scopi professionali che di divertimento. Quello che va però sottolineato è che le app, presentando un potenziale ancora poco sfruttato sul fronte utenza business, possano essere un ambito in cui investire ed essere quindi viste dalle aziende come una chiave di crescita”.
Via Tech Economy
Google Play, dopo aver raggiunto i 20 miliardi di app scaricate a Giugno, in pochi mesi ha tagliato un altro traguardo. L’app store ha, infatti, annunciato oggi di aver superato i 25 miliardi di download, grazie alle 675000 app disponibili.
Google, per celebrale il nuovo risultato, offrirà sconti sulle applicazioni, la musica, i film e i libri presenti nel negozio digitale. Particolarmente ghiotta, per gli appassionati di digital game, l’occasione di acquistare i giochi di popolari società di sviluppo (Electronic Arts, Rovio, Gameloft, etc.) a 25 centesimi di dollaro. Le promozioni dureranno 5 giorni.
Via Tech Economy
Positivo nel secondo trimestre di quest'anno il mercato della tecnologia di consumo: con un giro d'affari superiore ai 4,1 miliardi di euro, torna il segno più davanti al trend (+0,3% rispetto al secondo trimestre 2011), come non accadeva dal 2010. È quanto emerge nel rapporto trimestrale sul settore elaborato da Gfk. Nel complesso il valore in Italia dei prodotti hi-tech nel primo semestre ha raggiunto gli 8,2 miliardi di euro. Confrontando le cifre tra il secondo trimestre del 2012 con quello del 2011, il risultato del comparto telefonia registra un rialzo a due cifre (+19,2%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per un fatturato superiore agli 830 milioni di euro. Per la prima volta nel mercato italiano le vendite degli smartphone hanno superato le vendite dei mobilephones, mentre i tablet multimediali triplicano il loro fatturato. Crollo invece delle vendite dei netbook: dimezzate rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente. Nel secondo trimestre dell'anno il mercato dell'informatica si attesta su un controvalore pari a circa 765 milioni di euro. Via Quo Media
Nokia, Samsung e Sony hanno preso parte ad una “alleanza”, nota con il nome di In-Location Alliance, formata da 22 aziende tecnologiche che ha come obiettivo quello di fornire delle mappe “indoor” di grande precisione ed utilità per l’utente. Grazie a questo servizio, che si prevede arriverà sul mercato a partire dal prossimo anno anche se conoscerà il suo boom solo entro il triennio 2015 – 2017, gli utenti potranno avere la possibilità di spostarsi in un posto usando la mappa interna dello stesso, anche senza ricezione GPS.
Le mappe funzioneranno tramite WiFi e Bluetooth 4.0 e permetteranno indubbiamente all’utente di vivere una nuova esperienza di navigazione, come mai prima d’ora. Il tutto con l’obiettivo di tenere al minimo i consumi di batteria da parte del dispositivo che si userà.
Le mappe interne sono la prossima frontiera della navigazione mobile e permetteranno agli utenti di trovare ciò che cercano in maniera ancora più precisa e veloce. Dal punto di vista delle imprese ci saranno altri nuovi modi di poter avere visibilità ed arrivare ad un numero ancora più grande di utenti e di potenziali clienti.
Oltre alle tre aziende citate in apertura, tra le altre partecipanti alla In-Location Alliance ci sono Broadcom, Nordic Technology Group e Qualcomm.
Una cosa che non ho potuto fare a meno di notare è la mancanza della Apple e di Google. Un segnale che l’azienda di Cupertino e quella di Mountain View sono sempre più sole sul “campo di battaglia”?
Via mobileblog.it
Si stanno sempre più diffondendo le applicazioni per il settore dell’e-health e l’idea di alcuni come Lee H. Perlman, Amministratore delegato di Happtique, è quello di dar vita ad una rivoluzione nel settore delle tecnologie applicate alla salute.
La sua società, che è un ramo della Greater New York Hospital Association, sta lavorando proprio alla creazione di un sistema che consenta ai medici di utilizzare e far utilizzare “app mediche”. Applicazioni che hanno obiettivi semplici come il mantenimento di obiettivi di fitness personalizzati sono già assai diffuse; bisogna, quindi, arrivare secondo gli esperti del settore ad app in grado di trattare patologie croniche come il diabete o le malattie cardiache. Accanto a queste anche applicazioni che gestiscono, ad esempio, il pagamento dell’assicurazione sanitaria e la prenotazione dei servizi medici. ”Fondamentalmente – spiega Perlman- stiamo dicendo che le pillole possono anche essere le informazioni, che le pillole possono essere anche connettività“.
I problemi non mancano ovviamente. Vi è ovviamente la questione della messa a sistema, nella misura in cui i dati devono essere in un unico formato trasferibile da un dispositivo all’altro, devono essere app compatibili con ogni smartphone in commercio; e ovviamente, devono ricevere le certificazioni ufficiali delle autorità di vigilanza.
Nonostante ciò alcune applicazioni sono già state sviluppate, e circa una decina, approvate dalla Food and Drug Administration. Poche, certo, ma in ogni caso la realtà USA si dimostra comunque un passo avanti ritenendolo un sistema valido anche per abbattere le spese sanitarie.
Basti pensare che negli USA, soltanto nel 2007, il costo per la cura e prevenzione del diabete sono costati al sistema sanitario nazionale 174 miliardi di dollari. Una cifra considerevole che nel lungo periodo potrebbe essere abbattuta dall’impiego di alcune app (anche se molte ancora oggi costano circa 100 dollari l’una al paziente). Alcuni scettici come John Moore, medico presso il Media Lab dell’MIT di Boston, ritengono che le “prescrizioni” proposte da Happtique non sono sbagliate; ma di certo troppo in anticipo sui tempi.
Ciò nonostante alcune delle app già approvate dalla FDA svolgono funzioni interessanti: per esempio, quella elaborata da WellDoc. La sua app si chiama DiabetesManager, ed è in grado di suggerire al paziente cosa sia più opportuno mangiare in determinati momenti della giornata, analizzando i tassi di zucchero nel sangue. Oltre ad utilizzare un algoritmo, in grado di analizzare i dati clinici, per poter inviare raccomandazioni al medico curante.
Il sistema funziona semplicemente grazie all’inserimento dei dati da parte dell’utente, combinati con le rilevazioni del dispositivo per il monitoring del glucosio, il quale viene collegato in wi-fi con l’app sullo smartphone. Un sistema che pare abbia dato risultati significativi già in fase di sperimentazione.
Il co-fondatore di MobiSante Sailesh Chutani, invece, ha creato una app e di un dispositivo a ultrasuoni compatibile con gli smartphone, così da rendere possibile “scannerizzazioni” mediche via mobile, oltre all’utilità per terapie che prevedono appunto l’impiego di ultrasuoni. Il dispositivo sia nelle sue parti hardware che software è stato già approvato dalla Food and Drug Administration.
Quello che spaventa molti è la raccolta di questi dati personali sensibili, in relazione alle proprie condizioni di salute, oltre al fatto che queste app sono viste da molti come il prodromo di altri tipi di sviluppi tecnologici. In particolare, chip sottocutanei che rilasciano farmaci o effettuano altri tipi d’interventi medici diretti, rappresentano il potenziale step successivo alle app “non invasive”. In ogni caso si tratta di un settore dalle enormi opportunità per tutte le aziende che si muovono trasversalmente tra il settore medico e l’ICT.
Via Tech Economy
Nel mercato per il mobile payment è ormai guerra aperta, con alleanze trasversali tra i leader dei pagamenti online e le più note catene in franchising al mondo. In particolare nel settore alimentare sembrano stringersi sempre più rapidamente dei sodalizi, come quello tra PayPal e la multinazionale degli hamburger McDonald’s.
In Francia McDonald’s ha avviato la sperimentazione in 30 dei suoi punti vendita, in cui è ora possibile effettuare pagamenti tramite il servizio PayPal con il proprio smartphone; se la sperimentazione avrà il dovuto successo, l’operazione verrà estesa gradualmente all’intera catena di fast food.
PayPal, di proprietà di eBay, ha già firmato accordi con più di 15 rivenditori, tra i quali Home Depot e Office Depot, affinchè accettino mobile payment tramite PayPal nei propri punti vendita. Ma un accordo con McDonald sarebbe molto più importante, considerando che ha più di 30mila punti vendita nel mondo. “McDonald’s sarebbe una vera balena – ha commentato Gil Luria, analista presso la Wedbush Securities – se i cliendi di McDonald’s potranno essere connessi ed ordinare attraverso una mobile app per poi pagare tramite PayPal, ne deriverebbe un’estensione incredibile della sua portata“.
McDonald’s aveva già dato una dimostrazione del sistema di mobile payment, alla sua conferenza per il franchisee a Orlando in Florida, all’inizio di quest’anno. Ora i portavoce dell’azienda confermano che questo, assieme alla sperimentazione avviata in Francia, fanno parte di un progetto che dovrebbe diffondere questa tecnologia nei prossimi 24 mesi.
Da tempo quindi il leader mondiale degli hamburger si sta rendendo competitivo sul mercato, anche per rispondere a tono all’espansione di servizi simili in altre catene di ristorazione. L’esempio lampante è quello frutto dell’accordo tra Square e Starbucks, che dovrebbe portare nel più breve tempo possibile ai pagamenti tramite smartphone in tutti i punti vendita della catena di caffetterie.
Secondo le dichiarazioni della compagnia, però, la vera svolta a livello di qualità del servizio riguarderebbe la possibilità di ordinare, oltre che pagare, tramite l’app per smartphone. Infatti, pare che nei 30 punti vendita in Francia, siano state approntate delle apposite corsie per chi ordina e acquista online. Perché il vantaggio di un sistema del genere sta per McDonald’s anche nella possibilità di ridurre drasticamente i tempi di attesa e le file nei suoi punti vendita.
Via Tech Economy
Google se la ride, Samsung gongola, Apple può dirsi comunque soddisfatta. Questa la sintesi dei dati sul mercato smartphone nel secondo trimestre del 2012 raccolti da Idc. Il 68% degli utenti dei cellulari di ultima generazione possiede un telefono mosso dal sistema operativo Android, sviluppato proprio da BigG.
Una maggioranza schiacciante, che domina il settore soprattutto grazie a Samsung e ai suoi molteplici modelli. La casa sudcoreana, infatti, può contare sul 44% del market share, tra smartphone a basso costo e gli elitari Galaxy S II e S III, tutti motorizzati Android. Il software di Google spopola: rispetto al giugno 2011 la sua quota è cresciuta del 55%, con 102 milioni di dispositivi circolanti. In primavera, Samsung ha venduto 50,2 milioni di smartphone, mentre Apple si è fermata a 26 milioni, aggiudicandosi il 17% del mercato. Una cifra comunque buona per la compagnia americana, che può contare esclusivamente su iPhone. Il più recente è il 4S, che non ha convinto tutti, ma già c’è fermento per il lancio di iPhone 5, previsto per settembre.
Rim e Nokia, intanto, si leccano le ferite e giocano le carte della rinascita: i canadesi sono pronti con Blackberry 10, mentre i finalndesi puntano tutto su Lumia equipaggiato da Windows 8. Ma non prima di fine anno. Troppo tardi, forse, per una vera riscossa.
Via Quo Media
Abbiamo visto negli scorsi articoli come qui in giappone gli smartphone stiano rapidamente diventando un vero e proprio centro di accesso universale e personale a messaggistica, servizi e contenuti grazie all’abbondante disponibilita’ di connessioni mobili senza limiti di consumo a prezzi ragionevoli.
Le generazioni dei giovani adulti giapponesi iniziano a preferire lo smartphone ad ogni altro media o dispositivo. Basta guardare ai dati raccolti da Google sul giappone su Our Mobile Planet – tra i giovani giapponesi dai 18 ai 29 anni, il 48% delle donne e il 45% degli uomini preferiscono rinunciare all TV piuttosto che al proprio smartphone. Sempre piu’ connesso e integrato in una varieta’ di prodotti e servizi – non solo gli utenti ma anche numerose aziende e produttori hanno trovato nella crescita degli smartphone un ‘compagno’ ideale per l’espansione del business.
Utilizzando gli smartphone come ‘device di interconnessione’ ci sono numerosi vantaggi per aziende che offrono prodotti che tradizionalmente non hanno nulla a che fare con internet e i cellulari.
La scoperta e’ che, combinando l’offerta di un prodotto con un’estensione per smartphone, si eliminano ad esempio la necessita’ di complicati settaggi, per l’accesso alla rete come le configurazioni Wi-Fi (rete senza fili locale), e svaniscono i lunghi tempi necessari alla stipula di contratti a servizi a valore aggiunto. Basta scaricare un’applicazione che include il contratto di servizio, i metodi di connessione ai propri dati e servizi personali, e le autorizzazioni ai pagamenti necessari – pochi ‘tap’ e il servizio a valore aggiunto e’ pronto all’uso, connesso e disponibile in tasca.
Per i produttori di prodotti e servizi interconnessi, in ballo non e’ solo la sopravvivenza: se si connette al proprio smartphone, si vende.
In atto e’ un cambiamento piu’ grande, che parte dalla relazione tra produttori e consumatori: lo smartphone ha reso piu’ semplice creare una connessione diretta e costante con l’utente/consumatore tramite accesso ad internet mobile.
Una risorsa preziosa per la raccolta dati sulle attivita’ di uso, e per la possibilita’ di guadagnare finalmente una connessione non mediata all’utente. La raccolta di preziose informazioni sull’uso di apparati, sui gusti e sulle necessita’ degli utenti combinata alla capacita’ di inviare aggiornamenti personalizzati: grazie al contemporaneo co-accesso ai network sociali, e’ molto piu’ semplice offrire prodotti piu’ personalizzati. Lo smartphone si conquista così un ruolo da ‘mobile hub personale’ – un intelligente, universale, economico.
Vedremo nei prossimi mesi quale sara’ l’impatto reale sui dati di vendita dei questa nuova generazione di prodotti: per avere un primo assaggio di quanto sta avvenendo e’ sufficiente fare un giro oggi in un negozio di elettronica di consumo giapponese al centro di Tokyo.
Attraversando le diverse categorie di prodotti, il numero di nuovi prodotti che reclamizzando la connessione al proprio smartphone come principale innovazione e’ cresciuto esponenzialmente rispetto al 2010-2012.
Per fare alcuni esempi, basti vedere l’ultima generazione di telecamere digitali, che sono vendute praticamente in ‘coppia’ con applicazioni per smartphone, offrono controllo remoto ed accesso ai contenuti. Ci sono le nuove stampanti, fax e scan multifunzione, pronte a connettersi direttamente con il proprio smartphone per la stampa o scansione in remoto di documenti e foto, rendendo il possesso di un Personal Computer superfluo. Gli apparati televisivi e video registratori digitali che offrono applicazioni smartphone per il controllo remoto – iPhone e Android diventano un super-telecomando universale in grado anche di riprodurre contenuti. Si arriva poi alle piu’ recenti novita’ in termini di elettrodomestici da casa: Condizionatori d’aria, Frigoriferi, regolatori di umidita’, i forni elettrici che guadagnano la loro connessione agli smartphone e servizi online.
In un mercato come quello dei prodotti elettronici, la pressione per l’innovazione e’ sempre forte, specie per la competizione aggressiva della vicina Korea.
Samsung e’ inarrestabile, e spinge l’offerta di innovativi elettrodomestici interconnessi sper il mercato internazionale: nostante la tradizionale preferenza dei giapponesi per i loro prodotti e marchi nazionali, offrire la connessione allo smartphone puo’ non essere sufficiente a differenziarsi – specie se i prezzi sono piu’ altri della controparte coreana.
I nuovi elettrodomestici rappresentano un mercato molto interessante – ma per differenziarsi dalla competizione i grandi marchi giapponesi iniziano ad offrire piattaforme online integrate, combinando l’accesso online e via smartphone con servizi online a valore aggiunto piu’ sofisticati.
Panasonic in particolare si sta focalizzando sull’offerta combinata di servizi connessi per la gestione ‘totale ed ecologica’ degli elettrodomestici e apparati casalinghi, combinata con funzionalita’ di network sociale dedicato ai clienti. E’ l’esempio della piattaforma ‘Econavi‘ di Panasonic, con un messaggio piu’ sofisticato e personale: porta anche la tua famiglia a far parte della nostra comunita’ – insieme, acquistando i nostri prodotti interconnessi – possiamo abbassare i consumi di energia e l’impatto ambientale.
A seguito del grande terremoto del 2011, alle campagne ‘Eco’ si sono rapidamente combinate quelle legate al ‘Setsuden’ – una delle parole chiavi piu’ popolari nell’ultimo anno (‘Risparmio Energetico’ dai Kanji giapponesi ‘Setsu’ = Risparmio e ‘Den’ = Elettricita’ o energia) reso necessario dalla ridotta capacita’ di produzione elettrica. Con sistemi come Econavi, si combina in questo modo la comodita’ dell’accesso mobile, la conquista di una spazio intimo (l’applicazione che sta sempre in tasca con me) con un certo appagamento del bisogno – molto giapponese – di rispondere anche richieste di responsabilita’ sociale.
Semplice da usare, sempre con me: anche un’attivita’ poco attraente come controllare gli apparati di casa per risparmiare energia diventa piu’ attraente: quasi come un gioco, parte delle attivita’ di meta-intrattenimento personale.
Vedremo nei prossimi articoli come questa ondata di innovazione di prodotti e servizi legata alla diffusione degli smartphone stia influenzando anche le modalita’ di utilizzo e consumo di prodotti e servizi in ‘bit-size’, in modalita’ sempre piu’ nomadica e frammentaria.
Via Tech Economy
Di Admin (del 12/06/2012 @ 00:34:52, in Mobile, linkato 2462 volte)
Il boom è in atto e le opportunità sono per tutti. È questo il messaggio che arriva dal Politecnico di Milano che ha reso noti i dati dell’osservatorio Mobile Internet, Content & Apps. Nel 2011 la spesa degli utenti per navigare in internet dal cellulare e dallo smartphone esplode: con un +52%, sono stati superati gli 800 milioni di euro.
È boom anche di ricavi da mobile app e di vendite di contenuti tramite mobile web agli utenti che possiedono gli smartphone (+190%). Andrea Rangone, docente della School of management e responsabile degli osservatori, sprizza entusiasmo: “Il mobile internet è in forte crescita e non stiamo parlando dell’utilizzo delle chiavette, ma della navigazione tramite smartphone. E le app quasi raddoppiano di valore complessivamente nelle varie categorie”. Grazie ai nuovi contenuti, dopo 3 anni di contrazione, il mercato torna a crescere del 4%, toccando quota 530 milioni di euro, con i ricavi pay a farla da padrone (90%). Trainano giochi (+44%), musica (+39%) e video (+30%).
Crescono anche i ricavi complessivi dalla pubblicità mobile, con un +50% a quota 56 milioni di euro. Al di là dei numeri c’è un concetto che sta a cuore a Rangone e che viene ampiamente sottolineato nel titolo del convegno. L’esplosione del mondo mobile fa bene a tutti, grandi e piccole imprese, start up e semplici sviluppatori. “Chi riesce a interpretare il mercato nel modo corretto - aggiunge - porta a casa risultati quali che siano le condizioni di partenza”.
Via Quo Media
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