Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Cresce l’uso delle carte di credito su internet in Italia, secondo il rapporto DigitalFinance di Nielsen Online e CommStrategy. Nel mese di marzo, 2,2 milioni le persone hanno fatto acquisti online utilizzando la carta di credito. L'utenza web delle carte è pari alla metà di quella che pratica l’home banking, ma cresce rapidamente: + 2,8% in un anno. La diffusione di tale metodo di pagamento, incentivata dalla comparsa delle carte pre-pagate (ritenute più sicure), ha favorito l’e-commerce.
Via Quo Media
Segnalo questo articolo di Advertising Age. Se la pagina di Obama è la più popolare su Facebook, la seconda in classifica è quella di Coca Cola.
La faccenda interessante è che non è stata l'azienda a farla ma è stata creata da un paio di fan della marca (ed ha superato i 3 milioni di "amici").
In realtà di fan pages ce ne sono molte... ma perché proprio questa ha avuto il successo stellare e le altre no?
Microsoft fa Bing? Google risponde Wave. Nel giorno scelto dal colosso informatico per lanciare il suo nuovo motore di ricerca, ennesimo tentativo di smembrare la leadership di BigG online, il motore di ricerca californiano ha presentato in anteprima Google Wave.
Si tratta di una piattaforma che mira a sostituire la tradizionale posta elettronica con una comunicazione e collaborazione online 'totale' e 'sociale'. "Come sarebbe la posta elettronica se fosse stata inventata oggi?", provando a rispondere a questo quesito Google ha lanciato la sua onda, per ora solo in versione beta e per gli sviluppatori, che un giorno permetterà una comunicazione simultanea di chat, instant-messaging, e-mail e social network.
Per dare vita a un gruppo, un utente creerà un'onda (wave), ossia un messaggio iniziale indirizzato ad altre persone, che lo riceveranno immediatamente e potranno modificarlo e integrarlo, seguendo in tempo reale i cambiamenti apportati dagli altri membri. Proprio come un'onda, quindi, la comunicazione continua a muoversi, mutando e ingrandendosi a ogni passaggio.
Pensato come strumento sia per le reti sociali che per l'utenza professionale, Wave integrerà le applicazioni di Google, come Gmail, Maps e Calendar. Per fissare un appuntamento, per esempio, l'utente da questo ambiente di comunicazione potrà inviare una e-mail, allegando una mappa con il luogo del ritrovo e un promemoria che il ricevente inserirà automaticamente o meno nel proprio calendario elettronico.
Via Quo Media
In linea con le anticipazioni del Mobile World Congress, Nokia il 26 maggio ha reso ufficiale l’apertura Ovi Store, il negozio virtuale per acquistare giochi, contenuti, applicazioni, video e altri servizi direttamente dal telefonino.
Si tratta di un importante tassello nella scommessa che la casa finlandese sta facendo sull’Internet Mobile, nell’ottica di competere direttamente con iPhone sfruttando il suo bacino di circa 50 milioni di potenziali utenti.
Un business che fa gola a molti, se è vero che anche un operatore telefonico (e non un produttore di device) come Vodafone ha annunciato il 12 maggio scorso il progetto di aprire uno store di applicazioni e servizi per smartphone.
Il punto di forza qui è sicuramente dato dalla base di clienti (oltre 280 milioni nel mondo) che Vodafone può portare in dote ai produttori di contenuti ed applicazioni, ribadendo in qualche modo la forza di cui dispongono gli operatori che negli ultimi mesi sembravano aver perso terreno rispetto alle case costruttrici di device.
Di sicuro questa vivacità è di buon auspicio per lo sviluppo del mobile web, anche in Italia, non è però corretto nascondere i limiti della strategia degli apps store, volta a creare per ciascun sistema operativo un ecosistema di business che però non dialoga con gli altri.
Il rischio di oligopolio in tal modo diventa concreto (riproducendo il mondo degli operatori telefonici, specie nel nostro paese) e di ciò non potrà giovarsi il nascente mondo di Internet mobile che invece dovrebbe avere le stesse caratteristiche del web come lo conosciamo: non proprietario e trasparente all’applicazione che lo usa.
Naturalmente è ancora presto per giudicare, tuttavia tutti i grandi protagonisti si stanno muovendo e per ora il business è troppo ghiotto per rinunciare ad un tentativo.
Voi che ne pensate?
Gianluigi Zarantonello via http://webspecialist.wordpress.com
YouTube prova il grande salto dagli schermi dei computer a quelli della televisione.
Il portale video di Google si arricchisce di un'interfaccia chiamata Xl (youtube.com/xl), una versione ottimizzata per guardare i video sui più grandi monitor tv. Il servizio funziona con qualsiasi browser di navigazione collegabile alla tv.
L’interfaccia di Xl è semplificata, con una maggiore dimensione del testo, senza commenti o barre di scorrimento, il che rende la navigazione più agevole, anche con i comandi televisivi. Resta la possibilità di visualizzare le differenti classifiche inerenti i clip, di fare ricerche e di scegliere lingua e area geografica di riferimento.
Il servizio offerto si caratterizza per i filmati ad alta definizione, che garantiscono ottima qualità dell’immagine. Limiti e imposizioni riguardanti le licenze e il trattamento diritti, non permettono comunque di vedere su YouTube ‘extra large’ molti dei film e degli show proposti invece dal portale tradizionale.
Ma sembra essere solo questione di tempo, prima che il canale di Google riveda i cavilli contrattuali. Un rilancio, quello di YouTube, che giunge a poco più di una settimana dall’esordio del client desktop di Hulu, il software che permette di accedere ai contenuti del portale hulu.com, gratuito e specializzato in serie tv, senza l’obbligo di doversi connettere al catalogo tramite un browser.
Per ora, il servizio Hulu è a disposizione solo degli utenti statunitensi. Ma la battaglia per i video online è appena cominciata. Via Quo Media
E' partita la fase di prelancio di "Bing" che sarebbe il nuovo motore di ricerca di Microsoft - al momento "coming soon" - ma qualcosa potete vedere, sotto forma di un video di presentazione, su www.decisionengine.com (per la cronaca Bing è quello che prima veniva chiamato "Kumo").
Ovviamente (come si deve ormai dire in questi tempi), si sono attrezzati con Facebook e con Twitter ( i link li trovate sempre all'URL di cui sopra).
Il posizionamento che Microsoft sembra aver dato al motore - per differenziarsi da Google, è quello di un software che non "trova" ma che "aiuta a decidere".
L'idea sembra essere quella di non dare dei "search results" ma di cercare di capire cosa stai davvero cercando; non dare "risultati" ma risposte.
Il motore, a quanto è stato annunciato, si focalizzerà molto su dare buone risposte specialmente nei campi della salute, della ricerca locale, viaggi e turismo, shopping.
La campagna di lancio avrà un budget superiore agli 80 milioni di dollari.
Staremo a vedere. Sarà interessante. Anche per chi lavora in campo SEO; una nuova complicazione, che renderà il lavoro più affascinante e challenging...
Grazie a Domenico Nardone e al sempre aggiornato blog Social Media Marketing sono venuto a conoscenza di un bel white paper di Jeremiah Owyang, social media anlalyst di Forrester, che questa volta prova a descrivere le fasi storiche del Social Web presente e futuro.
Owyang ipotizza 5 fasi in parte sovrapposte fra loro in termini temporali e comunque non consequenziali cronologicamente:
1) Era of Social Relationships: Le persone si connettono e fanno sharing 2) Era of Social Functionality: I social network diventano delle vere proprie piattaforme, quasi dei sistemi operativi online su cui tutto si innesta 3) Era of Social Colonization: Tutte le esperienze in rete possono ora essere a carattere sociale 4) Era of Social Context: I contenuti diventano accurati e totalmente personalizzati 5) Era of Social Commerce: I nuovi prodotti e servizi nascono e vengono definiti all’interno delle communities.
Noi dove siamo oggi? Difficile porre dei confini ma sicuramente la prima era ormai è maturata e la seconda è qualcosa di molto prossimo alla realtà dei maggiori utilizzatori di internet.
Per quanto riguarda le altre tre io credo che da molte parti se ne colgano le anticipazioni ed i fermenti e dunque le aziende realmente attente ai propri clienti farebbero bene a iniziare ad attrezzarsi.
Come? Owyang suggerisce alcune linee guida, di cui in parte anche io ho parlato recentemente su questo blog:
• Don’t Hesitate: I cambiamenti sono rapidissimi e non bisogna aspettare che siano gli altri a fare la prima mossa. Siate preparati tramite l’ascolto delle conversazioni che si svolgono sulla rete. • Prepare For Transparency: Le persone commenteranno i vostri prodotti e li recesiranno che lo vogliate o meno e spesso i consumatori ne sapranno più di voi, per cui non potrete barare. • Connect with Advocates: focalizzatevi sui clienti più fedeli, saranno vostri difensori in caso di controversie (e sono molto più ascoltati di voi dagli altri clienti). • Evolve your Enterprise Systems: I software aziendali, CRM e CMS in primis, vanno adeguati al nuovo paradigma con più funzioni social e con la massima apertura all’esterno. • Shatter your Corporate Website: Il vostro sito sarà sempre più scomposto e distribuito dagli utenti sui social media. Meglio essere preparati.
E voi cosa ne pensate?
Gianluigi Zarantonello via http://webspecialist.wordpress.com
McDonald's porta nei suoi ristoranti una buona abitudine che in Italia, rispetto agli altri paesi del mondo, è ancora poco sfruttata: il collegamento a internet gratuito. Il colosso della ristorazione 'fast' ha già attivato in 320 dei suoi 390 punti vendita italiani un rete wifi illimitata e gratuita. Per connettersi è necessario effettuare una procedura di login inserendo i propri dati, fra cui il numero di un documento e del cellulare. L’utente riceve poi la password via sms e può utilizzarla in tutti i McDonald’s d’Italia.
Già testata in alcuni ristoranti, l’iniziativa è stata apprezzata soprattutto da turisti stranieri, “cioé chi non aveva altri mezzi per connettersi” ha spiegato Roberto Masi, managing director di McDonald’s Italia, presentando le novità questa mattina a Milano. “Prevediamo una fase iniziale, di 2-3 anni, in cui l’uso del wi fi sarà contenuto - ha aggiunto Masi -, ma crediamo che col tempo le abitudini degli italiani si modificheranno e il servizio avrà il grande successo ottenuto all’estero”.
Via Quo Media
Il mercato del mobile advertising è in forte espansione, almeno stando al rapporto specifico ‘Mobile advertising: canali di distribuzione, modelli di business e previsioni’ della società d’analisi Jupiter Research, secondo cui la pubblicita’ sui cellulari dovrebbe arrivare ad un volume d’affari di 5,7 miliardi di dollari entro il 2014.
La crescita dell’advertising nel settore mobile ha portato all’aumento in questa fetta del mercato di molte start-up che cercano di capitalizzare. Molte le imprese che hanno mirato all’iPhone della Apple come piattaforma per i propri utenti.
Via Quo Media
I consumatori dell’era digitale chiedono contenuti espressi in forme innovative. È questa la sintesi dello studio condotto alla fine dello scorso anno su oltre 2.800 consumatori in Australia, Germania, India, Giappone, Uk e Usa da Ibm Istitute for Business Value, dal titolo “Beyond advertising: choosing a strategic path to the digital consumer”.
I consumatori di oggi, non più soggetti passivi ma attivi, per poter essere raggiunti efficacemente con i messaggi pubblicitari, hanno bisogno di una dieta multimediale nuova, di nuovi mezzi di comunicazione, di nuovi contenuti.
Se il mercato non saprà adeguarsi alle nuove tendenze applicando nuovi modelli, saranno a rischio le stesse strategie di marketing e sviluppo delle aziende. Insomma: occorre diventare efficaci in tempi molto veloci, mettendo in campo nuove capacità: innovazione cross-platform, maggiore veduta di insieme, una più aperta collaborazione e, infine, processi digitali.
In particolare lo studio, che evidenzia una significativa discrepanza tra chi si occupa di pubblicità, chi possiede i contenuti da veicolare, chi li distribuisce ai media e le agenzie, conferma alcuni trend emersi già da tempo: la personalizzazione del messaggio, l’utilizzo dell’ambiente web, il passaggio a una comunicazione “brand-actional”.
È più che nota la crescita di interesse suscitata dai social network, la cui adozione è quasi raddoppiata tra il 2007 e il 2008 (passando dal 33% al 60%), così come dalla possibilità di accedere online a musica e video (addirittura quadruplicata, con un passaggio di utilizzo dal 7% del 2007 al 35% del 2008). Un cambiamento questo che richiede una profilazione più nitida del consumatore, che sceglie i messaggi pubblicitari di suo interesse, e - di conseguenza - una maggiore personalizzazione del messaggio pubblicitario stesso.
Nuovi media, nuovi mezzi, nuovi messaggi. È questa in sostanza la spinta che porta chi si occupa di pubblicità a prendere atto di internet come nuovo spazio/mezzo di comunicazione. La tendenza, già iniziata anni fa, è destinata a crescere, come confermano i dati (il 63% dei chief marketing officer a livello globale si aspetta una crescita della comunicazione pubblicitaria online, mentre il 65%di loro è certo che le forme tradizionali di pubblicità sono destinate a decrescere).
Infine la migrazione dei consumatori sulle nuove piattaforme digitali confonde i confini tra pubblicità e marketing. Questo fatto consente chi si occupa di comunicazione di perseguire due obiettivi simultaneamente. Mentre i mezzi di comunicazione tradizionali sono adatti a veicolare o un brand (tv, radio, stampa, cartellonistica ecc.) o un’informativa transazionale (telefono, volantini postali ecc.), i nuovi mezzi digitali consentono di fare entrambe le cose insieme.
(Lo studio integrale si può scaricare a questo indirizzo: www.ibm.com/services/gbs/beyondadvertising).
Via Promotionmagazine.it
|