Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Il successo dei device a tavoletta, iPad in testa, avrà impatti significativi sull'intera industria dei computer. E per una ragione molto semplice: perché tocca da vicino anche un'altra categoria di dispositivi mobili di assoluto gradimento presso il grande pubblico, vale a dire i netbook. Le stime di vendita per i pc bonsai confermano come il picco di massima popolarità sia stato però già toccato e come, nel medio termine, questo segmento andrà via via a ridimensionarsi in relazione all'ulteriore sviluppo del computing in mobilità.
Se, come ha dichiarato il Ceo di Qualcomm (la società che produce i chip Snapdragon per smartphone) Paul Jacobs, i tablet hanno già ucciso i netbook è comunque ancora tutto da vedere. Certo è che per il ruolo di device multimediale "sempre connesso e da portarsi ovunque" i netbook non sono più l'unica (e prima) scelta e lo dice il mercato. Nell'ultimo trimestre del 2009, secondo Gartner, i produttori spedirono sul mercato 10,5 milioni di unità; nei primi tre mesi di quest'anno si è scesi a quota 9,7 milioni e da aprile a giungo a 8,4 milioni. La tendenza al ribasso per i prossimi mesi, dicono gli analisti, difficilmente conoscerà un'inversione, anche perché praticamente tutti i pc vendor sono impegnati, quasi in modo ossessivo, ad estrarre dal cilindro un "clone" dell'iPad da portare quanto prima sul mercato.
Un recente studio di Informa Telecoms & Media afferma per contro che di smartpad - neologismo coniato per etichettare gli iPad e i suoi simili - se ne venderanno circa 50 milioni di unità nel 2012, cinque volte tanti quelli stimati più che ottimisticamente per quest'anno. Gli ebook reader "monofunzione", invece, toccheranno quota 14 milioni nel 2013 ma già l'anno successivo potrebbero subire un calo di domanda vicino al 10%. Quanto ai netbook, la prevista frenata alla curva di crescita, secondo Idc, ne limiterà la domanda mondiale a 45,6 milioni di pezzi nel 2011 e a 60 milioni nel 2013. E ancora: nel 2015, quando i tablet (la stima è di Forrester Research) copriranno ben il 23% delle vendite complessive di pc mobili negli Usa, la quota dei computer bonsai scenderà al 17%. Dati che da soli, se saranno confermati, spiegherebbero perché netbook e lettori di libri elettronici "stand alone" (come il Kindle di Amazon prima versione per intenderci) incontreranno presto un po' di difficoltà. La scelta dei consumatori potrebbe in altre parole cadere su terminali multifunzionali da comandare con le dita, capaci di essere al tempo stesso apparecchi multimediali, Internet device e telefoni intelligenti. Il resto lo fa, spesso, il prezzo di listino di questi prodotti.
Per Andrea Galbiati, country di manager di Asus per il nostro Paese, "pensare in prospettiva a un'incidenza del 20/25% dei netbook sulle vendite globali di pc portatili è una cosa ragionevole e logica". Occorre però fare attenzione a cosa si intende oggi per netbook: il prodotto evoluto con schermo da 11,6 pollici e prestazioni di tutto rispetto che si compra sopra i 400 euro o il computer ultraportatile e con funzioni limitate che si può trovare a scaffale sotto costo (è avvenuto a luglio con un'operazione spot di un grande retaliler) a 149 euro? I volumi (e le quote di mercato) si fanno in larga parte con i prodotti da battaglia ma i margini si generano invece con i prodotti a maggior valore aggiunto. Per Samsung e Acer, in altri termini, potrebbe essere pericoloso introdurre sul mercato tablet che costano nell'ordine dei 700 euro quando sul fronte netbook hanno fatto il pieno di vendite con politiche di pricing particolarmente aggressive?
Secondo Galbiati, che ha confermato come la tavoletta di Asus sarà a piattaforma Android e arriverà non prima di fine anno (ma è molto probabile che il lancio sia deliberatamente spostato a inizio 2011), è necessario intanto fare chiarezza sul posizionamento di mercato dei tablet. "Prodotti come l'iPad – ha detto il manager di Asus – sono device multifunzione, pc e telefonini intelligenti tutto in uno, e non possono che costare di più rispetto a un netbook convenzionale, e quindi abbondantemente sopra i 500 euro al pubblico. Quanto ai mini portatili, oggi hanno cambiato profilo e se pensiamo ai nuovi modelli con processori dual core (come l'Eee Pc 1215N con schermo da 12,1 pollici, ndr) stiamo parlando di veri e propri notebook ultraportatili che non costano più nell'ordine dei 1.000 euro ma circa la metà". In definitiva i tablet hanno tutti i requisiti per sfondare e prendere di fatto il posto dei pc bonsai come complementi ideali del primo computer in dotazione. I netbook senza particolari attributi prestazionali rimarranno la prima scelta di chi vuole spendere poco mentre quelli di fascia "premium" se la vedranno con i notebook da battaglia. E poi ci sono ovviamente gli smartphone e gli ebook reader di nuova generazione. Per il consumatore c'è solo l'imbarazzo della scelta. E forse sta proprio qui il problema.
di Gianni Rusconi su ILSOLE24ORE.COM
Una ricerca firmata da Nielsen dimostra come gli utenti iPad siano molto appetibili per i pubblicitari. I possessori del tablet di Apple, infatti, si caratterizzano come giovani (under35 nel 70% dei casi) e maschi (nel 65% dei casi). Più che gli acquirenti di altri dispositivi tecnologici, dunque, gli utenti iPad sono definiti e riconoscibili in una categoria precisa.
Giovane età e sesso rendono il pubblico di iPad ben disposto nei confronti della pubblicità (mal sopportata invece dai possessori di iPhone), e più propensi a fare acquisti online legati alle promozioni ricevute via tablet (36% dei casi).
Via Quo Media
Crisi o non crisi ai regali di Natale gli italiani non rinunciano. E i gadget elettronici rimangono una delle voci più gettonate. Le conferme che anche quest'anno i portafogli si alleggeriranno per l'acquisto di smartphone, televisori e naturalmente tavolette touchscreen arrivano da più parti e attestano, se mai ce ne fosse ancora bisogno, la grandissima (forse eccessiva?) popolarità dei dispositivi digitali nel Belpaese.
Qualche dato è utile per capire la dimensione del fenomeno: secondo Kelkoo, uno sei siti di comparazione prezzi on line più frequentati dagli internauti, le famiglie italiane spenderanno in media per le festività 563 euro. Di questi poco meno di 300 saranno destinati ai regali e fra i doni da mettere sotto l'albero gadget e prodotti elettronici sono secondi solo all'abbigliamento. Secondo un'altra indagine, di Confcommercio-Imprese per l'Italia, telefoni cellulari, dispositivi a tavoletta, console e lettori digitali hanno fatto registrare il maggiore incremento (+16,5%) nelle intenzioni di acquisto. Anche dal Consorzio Netcomm sono arrivate infine precise indicazioni: molti degli otto milioni di italiani che comprano via Internet metteranno nel carrello virtuale della spesa smartphone, Tv (anche 3D), tablet ed e-reader, con un incremento stimato anno su anno del 20% per il comparto dell'informatica e dell'elettronica di consumo.
Tablet vs ereader: i primi cannibalizzeranno i secondi? Lettori di ebook e tavolette sono quindi attesi a una prima prova di maturità. Il Natale 2010 è di fatto il primo che li vede entrambi in corsa per il titolo di "gadget dell'anno" ed è quindi un banco di prova importante per tastare il polso a due comparti che hanno tutti i requisiti per essere considerati sin d'ora dei "mass market". Per iPad e simili parlano da tempo i dati degli analisti, che li vedono addirittura poter catturare nel 2014 il 10% della domanda globale di personal computer; a ravvivare le velleità di successo del Kindle e dei tanti nuovi arrivi delle ultime settimane (nella lista anche gli ereader di Ibs e Telecom Italia) il fatto che gli editori stanno oggi seriamente spingendo sull'acceleratore quanto a disponibilità di libri in formato elettronico in lingua italiana.
Per gli ereader questo Natale sancirà probabilmente numeri da record – Gartner stima che le vendite di lettori dotati di connessione Internet toccheranno nel 2010 quota 6,6 milioni di unità contro i 3,6 milioni del 2009 – e anche per i prossimi 12 mesi le prospettive sono più che buone in virtù degli 11 milioni di pezzi (il 68,3% in più rispetto a quest'anno) che finiranno complessivamente nelle tasche degli utenti di tutto il mondo. La parte del leone, secondo gli analisti, la faranno le varie Amazon (soprattutto in Nord America, che fino al 2014 rimarrà il bacino di utenza più importante), Barnes & Noble e Sony ma ci sarà spazio anche per le "new entry", chi puntando su prodotti a basso prezzo chi facendo valere (vedi per esempio Samsung, Hewlett Packard, Asus e Dell) la popolarità del marchio. Il "rischio" per gli ereader è però quello di diventare presto, e in tutto e per tutto, un prodotto "commodity", anche per colpa dell'ascesa inarrestabile dei media tablet.
L'iPad e i computer a lavagnetta, dicono infatti, da Gartner potrebbero cannibalizzare le vendite di Kindle e compagnia perché alle funzionalità di ebook reader associano doti tali da offrire al consumatore un'esperienza digitale completa, dal video in alta definizione alla navigazione in Rete. Mettiamoci in effetti nei panni di chi avesse deciso quale regalo di Natale per uno di questi due gadget: meglio uno strumento ad hoc per sfogliare libri e riviste oppure un device multifunzione che sì offre più capacità multimediali ma costa anche mediamente almeno il doppio? La diatriba rischia di diventare un boomerang soprattutto per i vendor di ereader, che dovranno probabilmente abbassare i prezzi di listino dei loro prodotti per continuare ad attrarre il pubblico degli amanti del genere.
L'esempio del Galapagos di Sharp, una tavoletta molto simile per funzioni e caratteristiche all'Pad di Apple, è emblematico: in Giappone questo dispositivo basato sul sistema operativo Android di Google è arrivato nei negozi nei giorni scorsi in due versioni (con schermo da 5,5 e 10,8 pollici) con prezzi di 39.800 e 54.800 yen, l'equivalente di 360 e 495 euro) e con il vanto di catalogo digitale di circa 24mila titoli tra libri, riviste e quotidiani cui si aggiungeranno anche musica e giochi a partire dalla prossima primavera. Come dire: spendendo poco più del Kindle più pregiato di Amazon (il modello DX con schermo da 9,7 pollici, che costa 379 dollari) e molto meno della versione più completa dell'iPad si porta a casa un device che svolge le funzioni di ereader e quelle di mini computer per l'intrattenimento da viaggio.
Quanto si vuole spendere per le tavolette? Al massimo 500 dollari Che il prezzo possa rappresentare già oggi ma soprattutto nell'immediato futuro un parametro cui i consumatori guarderanno con estrema attenzione lo dice anche un recente sondaggio ("Apple's iPad: Users, buying intentions and price expectations") curato da Strategy Analytics su 4.800 consumatori di Stati Uniti, Francia, Germania, Italia e Regno Unito. Ebbene due terzi dei rispondenti si sono dichiarati sì potenziali acquirenti dei tablet ma solo nella condizione di spendere non più di 500 dollari. Il prezzo di listino della versione "low profile" tavoletta della Mela, i cui utenti sono utilizzatori anche di prodotti di altre marche (solo il 22% di chi ha comprato un iPad possiede anche un iPhone), è quindi una sorta di spartiacque ben definito e la cosa – unitamente al fatto che sono in arrivo parecchie tavolette a costi abbordabili per la massa – potrebbe iniziare a preoccupare anche seriamente Apple.
Meglio quindi limitarsi nelle spese e investire i propri risparmi, soprattutto se sì degli appassionati di libri digitali, in un ebook reader? Una risposta interessante e che lascia spazio a varie interpretazioni arriva dall'Osservatorio permanente sui contenuti digitali promosso dalle varie Associazioni di settore. Il 33,5% del campione di 8.500 italiani con età superiore ai 14 anni censiti ha infatti dichiarato che con l'iPad non saprebbe cosa farci mentre fra quelli che l'hanno già comprato il 33,2% lo usa per vedere film, il 26,5% per leggere giornali e solo il 16,2% per leggere libri. E se fra iPad e Kindle sotto l'albero spuntasse il vecchio e tradizionale romanzo di carta?
di Gianni Rusconi su IlSole24ORE.com
Dall'Italia riparte la sfida per gli ebook reader: sono i lettori digitali per sfogliare le pagine, prendere appunti, ascoltare la lettura delle parole. LeggoIbs è appena arrivato sul mercato: ha un schermo da sei pollici, poco più piccolo di un libro tascabile. Il display è touchscreen. Gli utenti possono accedere a un archivio con 8mila titoli sulla libreria online Ibs e ai testi in pdf, epub e altri formati: sono scaricabili attraverso le reti wifi e i network di telefonia mobile 3G. Oppure i lettori possono utilizzare la connessione Bluetooth e il cavo usb se le opere letterarie sono sul proprio computer.
Dai laboratori di Telecom Italia, invece, pochi mesi fa è arrivato l'ereader Biblet: ha uno schermo di sei pollici ed è acquistabile anche con un piano tariffario mensile. Nel suo negozio online include le opere pubblicate da venticinque editori italiani ed esteri. Ha anche una versione software per accedere agli ebook dal cellulare con un'applicazione.
LeggoIbs e Biblet sono due risposte italiane a una gara globale. È stata la libreria online Amazon a muovere il primo passo con il suo Kindle: partito come un'idea di nicchia, è arrivato anche in Europa, Asia e Africa. Di recente ha integrato la lettura dei testi con i social network: gli utenti possono segnalare in tempo reale ai loro amici frasi interessanti trovate in un saggio o un racconto. Il tablet iPad di Apple ha debuttato a maggio: attraverso le sue applicazioni diventa una porta di accesso agli scaffali digitali delle librerie e a internet, arricchito dall'interazione con video e altre tecnologie multimediali. Inoltre nei negozi italiani sono accessibili i lettori digitali progettati da aziende specializzate, come Cybook della francese Bookeen e Cosmo PocketBook di Nilox. Anche le multinazionali hitech hanno lanciato i loro ereader: Sony Touch Edition (da cinque o sei pollici), Samsung E60 e Asus Eee Reader con un display da nove pollici.
Le stime dell'Associazione italiana editori valutano che nel 2009 il giro d'affari nazionale per la vendita di ebook ha raggiunto un milione di euro: secondo fonti dell'agenzia Reuters, nel medesimo periodo erano 20mila i lettori digitali acquistati. Durante il 2010 gli ebook nel mondo hanno premuto sull'acceleratore. L'associazione americana degli editori (Aap), per esempio, segnala che negli Stati Uniti la spesa per ebook è arrivata a 49,5 milioni di dollari nel mese di dicembre, con un aumento del 165% rispetto al 2009. E il mercato ha raggiunto 441 milioni di dollari nel 2010: un anno prima il valore complessivo delle vendite era di 167 milioni di dollari. Negli Usa gli acquisti di libri attraverso tutte le piattaforme sono aumentati del 2,8%.
di Luca Dello Iacovo su IlSole24ORE.com
Apparizione a sorpresa, con standing ovation, del numero uno di Apple Steve Jobs all'evento di San Francisco, dedicato al lancio dell'iPad 2. Nonostante la malattia, che a gennaio lo ha costretto a lasciare la guida dell'azienda nelle mani del direttore operativo Tim Cook, Jobs non ha voluto mancare alla presentazione della seconda versione del tablet in una fase in cui la concorrenza comincia a farsi agguerrita.
Una tradizione rispettata, dato che il numero uno ha sempre presenziato ai lanci dei nuovi prodotti Apple. Il primo argomento toccato da Steve Jobs, che ha ringraziato il pubblico per l'accoglienza, è stato il servizio iBooks. Poi la magica tavoletta: «L'iPad 2 ha un design completamente nuovo: più leggero, il doppio più veloce, un terzo più sottile della prima versione», ha detto Jobs, con i consueti jeans e maglione girocollo nero, apparso molto magro, ma non più di quanto lo era nelle foto degli ultimi mesi.
Due videocamere, una frontale e una dietro l'apparecchio, uno spessore di 8,8 millimetri, il 33% in meno, e anche più leggero: sono le caratteristiche principali del nuovo iPad. Elemento chiave del nuovo design le due versioni, bianca e nera, che saranno disponibili dal primo giorno del lancio, previsto per l'11 marzo prossimo negli Stati Uniti, il 25 dello stesso mese in 26 paesi del mondo, Italia compresa.
«Il 2011 sarà l'anno dell'iPad2», ha detto Jobs dal palco dello Yerba Buena di San Francisco. Il boss di Apple ha quindi illustrato le particolarità del nuovo prodotto. «Se ci fossimo seduti sugli allori avremmo probabilmente concesso quote di mercato. Invece siamo qui con un design completamente rivisto». Il nuovo iPad è dunque più leggero, più sottile, più potente grazie al chip A5. «Quando lo consegneremo?», ha chiesto ancora enfaticamente Jobs. «In aprile, a maggio, in giugno? No. L'11 marzo negli Stati Uniti, in altri sei paesi a partire dal 25 marzo».
Il nuovo iPad, che è anche dotato di una sofisticata copertura magnetica a protezione dello schermo, costerà come le versione precedente: quella da 16GB, 499 dollari nella versione solo WiFi e 629 in quella con anche la connessione 3G; quella da 32GB, 599 dollari e 729 per arrivare a quella da 64GB che partirà da 699 dollari per arrivare a 829 dollari massimo.
L'iPad di nuova generazione entra in scena in un momento in cui a tenere banco in materia di tablet ci sono anche i costi di questi dispositivi. Un analista di Forrester Research si è sbilanciato, come altri esponenti della comunità tecnologica Usa, nell'affermare che Apple è pronta a ridurre i prezzi di vendita dell'attuale tavoletta per marcare ulteriormente le distanze con la concorrenza e spianare la strada al nuovo arrivato. A Barcellona, nel corso dell'ultimo Mobile World Congress, era già emerso chiaramente come i prodotti in rampa di lancio nelle prossime settimane a firma di Samsung, Motorola, Research in Motion e altri non saranno a buon mercato. Anzi, costeranno mediamente di più dell'iPad.
Il vantaggio competitivo della casa della Mela La conferma ufficiale di questa tendenza è in questa sequenza di cifre. Il tablet della Mela è posizionato sui listini americani a partire da 499 dollari per la versione base e arriva a 829 dollari per quella più pregiata con 64 Gbyte di memoria e connettività Wi-Fi e 3G. Lo Xoom Android di Motorola, che molti hanno etichettato come il vero rivale della tavoletta di Steve Jobs, si potrà comprare senza alcun vincolo di contratto con 799 dollari oppure con 599, legandosi in questo ultimo caso per due anni a uno dei piani tariffari proposti da Verizon Wireless. L'iPad più simile per capacità tecniche a questo prodotto, e cioè il modello 3G con memoria flash da 32 GByte, è in commercio a 729 dollari, 70 in meno di quanti ne servano per lo Xoom.
Gli analisti che hanno fatto le pulci ai due prodotti sono dell'idea di giustificare la differenza di prezzo all'utente finale per un semplice motivo: il tablet di Motorola, quanto a materie prime, costa di più dell'iPad e, stando alle informazioni in possesso di UBM TechInsights e IHS iSuppli, la differenza si aggira in circa 40 dollari (278/359 contro 235/320 a seconda dei diversi parametri considerati). Certo il tablet di Motorola può vantare funzionalità superiori rispetto a quello di Apple, dal processore "dual core" alla doppia fotocamera senza dimenticare lo schermo da 10,1 pollici, ma se - come sembra - la società di Cupertino lancerà l'iPad 2 mantenendo invariata l'esistente scaletta di prezzi ecco evidenziarsi un evidente nuovo vantaggio competitivo per la casa della Mela.
La sfida dei concorrenti, far capire al mercato che non c'è solo l'iPad La prima sfida da vincere per i concorrenti, molti dei quali saliti sul carro di Google, è di fatto la seguente: far capire al mercato, e quindi all'utenza, che non c'è solo l'iPad e che non necessariamente le tavolette alternative all'iPad debbano costare di meno. Ci sono, per contro degli esempi in tale direzione e due esempi, relativi al mercato europeo, lo dimostrano. Il tablet professionale di Fujitsu, lo Stylistic Q550 con display da 10,1 pollici e sistema operativo Windows 7 Professional, sarà venduto infatti a 699 euro; l'Olipad di Olivetti, di identico form factor del precedente ma basato su Android, verrà commercializzato, sia sul mercato consumer che su quello aziendale, a 399 euro. Ma stiamo parlando di player di seconda fascia, non di vendor che si contenderanno le fette più importanti di una torta, potenzialmente molto grande, cui ambisce per esempio un big dei pc come Acer. Che sul piatto dell'offerta ha messo tavolette "low cost" (la famiglia Iconia) ma non sembra oggi nella condizione di fare il botto di vendite come invece successo due anni fa con i netbook.
Un mercato da 15 milioni di pezzi Samsung, Motorola, Research in Motion e le tante aziende del mondo pc che hanno deciso di entrare in questo settore devono sicuramente confrontarsi con una rivale che può esibire, se non un prodotto migliore (ma molti rimangono di questo avviso), numeri impressionanti. L'iPad, in meno di un anno di vita e con 14,8 milioni di unità vendute nel mondo, è diventato uno dei prodotti "top seller" di Apple, superando un'icona come l'iPod. È inoltre uno dei "fastest business" più importanti e a tutto dicembre ha portato poco meno di 10 miliardi di dollari nelle casse della compagnia, con una stima (elaborata da Sanford C. Bernstein & Co) di entrate superiori ai 16 miliardi per l'intero esercizio fiscale 2011. L'iPad 2 ancora non si è visto ma promette di fare anche meglio del suo predecessore, di cui sono stati venduti oltre 300mila esemplari nel corso del suo primo giorno di vita sul mercato e un milione entro i primi 28. Se le previsioni di qualcuno, probabilmente esagerate, che vedono la domanda di tablet poter toccare quota 200 milioni di unità nel 2014, dovessero invece rivelarsi corrette, nell'arena dei tablet ci sarebbe posto per tutti o quasi. Ma sarà veramente questa la dimensione possibile di un mercato che nel 2010 è stato di circa 15 milioni di pezzi, e cioè meno del 5% delle vendite complessive di personal computer?
di Gianni Rusconi su IlSole24ORE.com
Electronic Arts festeggia. Tre milioni e duecento mila copie di Fifa 12 in meno di una settimana è un record difficile da battere. Il gioco del calcio per console dei canadesi di Ea si appresta a diventare il più venduto del 2011. Un successo annunciato ma solo in parte. Finora Fifa aveva vinto su ogni campo il confronto con il rivale Pes (Pro Evolution Soccer).
Electronic Arts ha incominciato a investire nel codice, nella programmazione, nelle collisioni, negli aspetti più di simulazione del gioco del calcio. Ma soprattutto nella modalità multiplayer, nel gioco online che rappresenta davvero il fuoriclasse in più della formazione schierata da Fifa In una settimana hanno registrato più di 200 milioni di minuti di gioco online. Un record, un altro.
Via Quo Media
Se i dati relativi alle prime 24 ore di vendita di Call of Duty: Modern Warfare 3 avevano fatto registrare un record, quelli relativi ai primi cinque giorni sugli scaffali sono ancora più significativi. Gli incassi ammontano infatti a 775 milioni di dollari, una cifra che permette a questo gioco di superare anche un grande successo cinematografico come Avatar, che incassò nel primo week end di programmazione ‘solo’ 242 milioni.
Bobby Kotick, ceo di Activision Blizzard, può dunque continuare a festeggiare: “È la prima volta che un prodotto di intrattenimento stabilisce questo tipo di record nel primo giorno di vendita, per tre anni consecutivi” ha dichiarato. Oltre al record d'incassi, bisogna segnalare che Modern Warfare 3 è protagonista di un altro primato: lo scorso 8 novembre ha infatti totalizzato il maggior numero di giocatori online contemporaneamente su Xbox Live, arrivando a 3,3 milioni.
Via Quo Media
Una FanPage con centinaia di migliaia di “Like” fa sempre la sua porca figura, niente da dire. Quando poi gli utenti interagiscono tra di loro, discutono attorno al prodotto e sono estremamente attivi su ogni aggiornamento verrebbe voglia di fare una telefonata al Community Manager per complimentarsi con lui e magari scroccargli qualche trucco del mestiere.
Già. Ma cosa si nasconde dietro quella vagonata di fan? Reali estimatori del nostro prodotto, che non vedono l’ora di dimostrarci tutto il loro amore a mezzo Facebook, o una mera compravendita di Like, affiliazioni e commenti?
Poco meno di un mese fa, due blogger francesi hanno pizzicato Orangina a fare proprio questo: comprare pacchetti di fan per rimpolpare un po’ i numeri e il traffico sulla FanPage. Orangina, la nota bibita a base di agrumi, vanta oltre 350.000 fan sulla propria vetrina su Facebook: un grande numero di persone che apprezzano, commentano e discutono – talvolta animatamente – ogni singolo contenuto postato sulla pagina.
Ma qualcosa non ha convinto Julien e Arnaud e – come loro stessi raccontano nel loro post – hanno cominciato a pedinare virtualmente alcuni dei fan più assidui della bibita. Scoprendo che, in realtà, la maggior parte erano… finti. Profili credibili di persone inesistenti, nati con un unico scopo: piazzare quanti più like e commenti possibili, per aumentare il traffico e la visibilità della FanPage.
Come se ne sono accorti? I seguaci “sospetti” avevano pochissimi amici, quasi tutti condividevano il Like sulla stessa FanPage e soprattutto, non facevano che parlare della bevanda e condividere contenuti di Orangina. Per quanto un consumatore possa amare una bibita, tutto ciò suonerebbe abbastanza ossessivo se si riferisse veramente a una persona in carne e ossa, no? L’indagine di Julien e Arnaud ha scatenato parecchio rumore e, in men che non si dica, sono stati contattati da Orangina in persona. I vertici del brand si sono detti estranei a qualsiasi tipo di pratica scorretta e hanno dichiarato che i “giochi sporchi” sono stati fatti alle loro spalle.
In seguito a questo episodio, l’attività della FanPage si è drasticamente ridotta: non tanto nei Like e nei commenti, ma piuttosto dal punto di vista della pubblicazione di nuovi contenuti, che hanno cominciato a essere sempre più sporadici, per non dire inesistenti. In pratica sulla FanPage di Orangina sta cominciando a crescerci l’edera.
La discussione sulla compravendita di social fan, comunque, è uno dei temi caldi del Web. In molti casi, nasce anche dalla curiosità di capire come funziona questa fetta di mercato: dalle net farm cinesi e indiane – vere e proprie fabbriche dove si producono finti account su misura per ogni social – fino a cercare di capire la reale domanda di chi sceglie di comprarsi dei seguaci anziché conquistarseli.
Nel suo blog, Paolo Ratto riporta l’intervista al responsabile marketing di una di queste aziende che, attraverso un raffinato circuito di “utenti reali”, vende pacchetti di fan su misura per l’esigenza del cliente. Cliente che, sempre più spesso, è interessato a ravvivare un po’ il traffico e la discussione attorno al proprio brand in ottica di investimenti futuri.
Eppure, nonostante la vita del finto fan possa anche nascondere una certa dose di divertimento, tra i tanti addetti ai lavori, c’è anche chi sostiene che “comprare fan al chilo” serva a poco quando l’obiettivo è una promozione sana ed efficiente del proprio brand.
E il caso di Orangina, forse, ne è la prova.
Via Tech Economy
Una ricerca evidenzia come i consumatori utilizzino sempre più di frequente i tablet per svolgere le loro attività giornaliere, e sempre meno i pc. I consumatori usano sempre più i tablet invece dei personal computer per svolgere le loro personali attività giornaliere. Una tendenza rivelata dalla società Gartner grazie ad unaricerca condotta nel 2011 su un campione di 510 persone in 3 diversi paesi: Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia.
Gli utenti intervistati utilizzano i tablet per 5 principali attività: controllo della posta elettronica (81%), lettura delle notizie (69%), controllo delle previsioni del tempo (63%), social networking (62%) e giochi (60%). Il sondaggio fa inoltre emergere che il 45% degli interpellati non intende condividere il proprio device con altre persone, trattandolo come se fosse un telefonino. Di norma il tablet viene usato a casa, di sera e nel fine settimana. Gli uomini tendono ad acquistarlo per se stessi, mentre le donne a riceverlo come regalo.
"La rapida adozione dei media tablet sta cambiando il modo in cui i consumatori accedono, creano e condividono contenuti", ha dichiarato Carolina Milanesi, research vice president di Gartner. "L'indagine ha rilevato che più del 50% dei proprietari di questi dispositivi preferisce leggere notizie, riviste e libri sullo schermo piuttosto che su carta. In media, uno su tre degli intervistati ha usato il tablet per leggere un libro, rispetto al 13% dei possessori di pc portatili, e il 7% di quelli dei telefoni cellulari".
I vari dispositivi elettronici (tablet, Tv, pc, smartphone) sembrano essere impiegati in modo intercambiabile e non in sostituzione l'uno dell'altro. Il cellulare è comunque il mezzo più utilizzato durante la giornata, 8 volte al giorno in media per attività che richiedono accesso alla rete. Più frequentemente lo smartphone serve per controllare posta elettronica e accedere ai social network.
Tuttavia, anche qui esistono significative differenze tra uomini e donne: entrambi i gruppi si collegano a Internet con il telefono cellulare, più a casa che altrove, per cercare informazioni, fare acquisti on line, apprendere e socializzare. Ma mentre gli uomini sembrano preferire la ricerca di informazioni, le donne usano i loro dispositivi più per attività di intrattenimento e socializzazione via Facebook o Twitter.
Via ManagerOnline
Nuovo prodotto, nuova piattaforma di vendita. Per la prima volta nella sua storia Pepsi lancia sul mercato una nuova bibita, la Pepsi True, esclusivamente su un canale di vendita online. Il sito di e-commerce scelto dalla multinazionale è stato Amazon che, a partire dalla metà di ottobre, venderà la bevanda nuova di zecca, che contiene il 30% di zuccheri in meno grazie al mix di stevia e zucchero naturale. Gli insider del settore, come riporta Reuters, ritengono che la mossa sia esemplificativa del sempre maggior interesse da parte dell’industria del food&beverage nei confronti dei canali di vendita non tradizionali, e-commerce su tutti. La bibita, infatti, inizialmente non sarà distribuita negli store, ma sarà disponibile solo sul web, anche se l’azienda statunitense ha comunicato che è nei piani una distribuzione ‘reale’ del prodotto. “Le vendite online sono un fatto relativamente nuovo”, ha detto Simon Lowden, chief marketing officer di Pepsi Beverages North America. “E ci si può aspettare a buon diritto che diventeranno una parte sempre più importante del nostro business da qui in avanti”.
Pepsi True La nuova Pepsi si beve solo su Amazon - {focus_keyword} PEPSI TRUE Altre incursioni nella distribuzione online sono state fatte di recente da altri colossi del food, fa notare l’agenzia di stampa, che evidenzia come sempre più spesso i canali e-commerce siano utilizzati per testare i nuovi prodotti: per esempio, Coca-Cola ha fatto sapere che riporterà in auge Surge, una soda che ha smesso di commercializzare più di una decina di anni fa, e che invece godrà di nuova vita proprio grazie ad Amazon.
Via PambiancoNews
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