Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Non c'è dubbio che (almeno fra gli addetti ai lavori) le applicazioni di Geolocalizzazione - prima fra tutte Foursquare, siano l'argomento caldo del periodo.
Tra i vari problemi di questo settore - specificamente in relazione con l'uso di queste app per fare retail marketing - c'è il problemino dei checkin farlocchi.
In sintesi: fa abbastanza differenza, per una marca e per un punto vendita se il checkin avviene fuori dal negozio (o addirittura a qualche centinaio di metri di distanza) o se il checkin avviene *dentro* il negozio. Ovvio, no?
Al momento Foursquare & Co non risolvono il problema; c'è però in arrivo (a quanto pare) un nuovo sistema, basato su tecnologie proprietarie e segnali che, non passando oltre i muri dei negozi rendono necessario essere proprio dentro il punto vendita per loggarsi.
Interessante seguire cosa sta combinando shopkick.com, che ha inoltre messo a punto un meccanismo promozionale, con punti e quant'altro, che premia chi entra in negozio senza che si debba fare un checkin, dato che questo avviene in modo automatico...
Da seguire.
Per approfondimenti:
http://techcrunch.com/2010/08/03/shopkick-best-buy/
http://techcrunch.com/2010/08/03/shopkick/
L’advertising mobile in Europa è sempre più una questione di sms. Nei cinque paesi guida dell’Unione (Regno Unito, Francia, Germania, Spagna e Italia), il mercato specifico ha raggiunto ormai un target di 100 milioni di utenti. Questo il numero di iscritti ai diversi servizi di marketing via messaggio nel Vecchio Continente.
Secondo i dati comScore/Mobilens, il 44% delle sottoscrizioni a servizi pubblicitari mobili riguarda dunque gli sms.
Via Quo Media
Forte dei 5,3 milioni di utenti italiani che utilizzano smartphone e tablet per accedere alla rete (26,1% del totale), Audiweb decide di puntare sul mobile per rendere le sue rilevazioni più precise e utili a un mercato pubblicitario sempre più avido di informazioni. Il gruppo che si occupa di tracciare l'attività degli italiani online sta lavorando alla realizzazione di una una ricerca ibrida basata su panel meterizzato tag censuari che estenda l’attuale misurazione pc anche a telefoni cellulari intelligenti e tablet.
Sono già pronti al debutto, previsto a inizio 2011, Audiweb View, servizio realizzato in partnership con Nielsen per l'elaborazione dei report mensili sulla navigazione effettuata tramite pc, e Audiweb Objects, sistema di rilevazione che prende in considerazione - oltre alla pagina web - video, giochi e applicazioni social.
I numeri dell'Italia su internet, ha dichiarato il presidente Audiweb Enrico Gasperini, "sono ancora sensibilmente inferiori a quelli dei paesi con il medesimo Pil ma i margini di miglioramento sono evidenti". A ottobre 2010, Audiweb segnala che in rete si sono avvicendati almeno una volta 24,7 milioni di italiani dai 2 anni in su (+11% rispetto al 2009).
Via Quo Media
Le app sono ormai una realtà consolidata nell’economia di internet, ma il fenomeno, legato all’espansione del mercato degli smartphone, assumerà proporzioni sempre più grandi. Le applicazioni di ogni genere nel 2010 hanno fruttato 6,8 miliardi di dollari ai negozi digitali, ma nel 2015 genereranno un giro d’affari di 25 miliardi della stessa valuta. Secondo una ricerca di MarketstandMarkets, il settore è in continuo sviluppo e nel prossimo quinquennio diverrà una delle più importanti fonti di guadagno nell’universo e-commerce.
Grande mattatore è Apple, che guida il settore con il suo App Store e i leader di mercato iPhone e iPad. Il negozio online della Mela può contare attualmente sul 20,5% del market share ma, stando alle previsioni, dovrebbe raggiungere il 29,6% nel 2014. La app piacciono, dunque, soprattutto in Nord America, dove si concentra il 41,6% dei guadagni derivati dalla vendita dei software per dispositivi mobili. Ma l’Asia cresce velocemente, e già conta il 36% dei download.
Via Quo Media
Le aziende italiane si stanno facendo mobili. E’ quanto emerge dall’indagine svolta dalla School of Management del Politecnico di Milano nel 2010, secondo la quale gli investimenti in mobile marketing, in particolare in mobile advertising, hanno visto una crescita del 15% rispetto al 2009.
A incoraggiare lo sviluppo del settore sono stati i formati innovativi: + 200% per il mobile display advertising su applicativi e +100% per il mobile display adv su portali ottimizzati per smartphone. Rilevante anche il contributo dato dal formato Sms, primo a imporsi e ancora capace di attirare l’interesse degli investitori grazie ai progressi fatti dai programmi di geolocalizzazione.
L’analisi sottolinea come le applicazioni stiano vivendo un momento particolarmente felice: tra i primi 100 top spender italiani in advertising, 41 hanno sviluppato almeno un’Applicazione Mobile Brandizzata, per un totale di 58 App nei diversi store e con una crescita del 176% rispetto al 2009. Quello che manca, sottolineano gli analisti del Politecnico, è una strategia che permetta di ottimizzare gli investimenti nel canale.
Via Quo Media
Telefonini e tavolette: letti i dati relativi alle vendite del quarto trimestre 2010 appare già evidente quel previsto ribaltone in campo hi-tech che gli analisti avevano sì predetto tempo fa ma con tempistiche molto più dilazionate. E questo perchè Android ha scavalcato Symbian nel ranking dei sistemi operativi per smartphone e ha catturato una significativa porzione di mercato nei tablet, ridimensionando (parzialmente, per ora) il dominio dell'iPad di Apple.
Il messaggio che sortisce dalle fotografie scattate dagli analisti di Canalys Research e Strategy Analytics si può sintetizzare quindi così: la piattaforma mobile di Google è inarrestabile, prosegue nella sua poderosa marcia mettendo in ombra le prestazioni della concorrenza e rafforza quel concetto, già emerso distintamente al Ces di Las Vegas, che la vede sempre di più come l'ecosistema di riferimento per sviluppatori, produttori e operatori dell'industria mobile. Il botto che fa più rumore arriva dalle vendite di telefonini intelligenti. Da ottobre a dicembre sono stati spediti sul mercato globale oltre 100 milioni di apparecchi, con un incremento in volumi anno su anno dell'88%: 33 milioni di questi avevano a bordo Android, 31 milioni Symbian (quasi interamente a firma Nokia) e 16,2 milioni sono stati iPhone (un numero doppio rispetto allo stesso periodo del 2009). Sorpasso quindi avvenuto con Google che può oggi vantare una share del 32,9%, doppia rispetto a quella di Apple (16%) e di Research in Motion (scesa dal 20% al 14,4%) e 10 volte tanto quella di Microsoft, che perde ancora terreno scivolando al 3,1%.
La repentina scalata di Android al trono di piattaforma leader negli smartphone, secondo gli analisti di Canalys, si spiega di fatto con l'azione di mercato esercitata dalle varie Samsung, Htc (che insieme hanno coperto nel periodo considerato il 45% della domanda di googlefonini), Lg, Motorola e via dicendo. In buona sostanza è avvenuto quello che si pensava da tempo: i principali produttori di cellulari hanno spinto sul sistema di Google e i risultati (di vendita) si sono visti, con incrementi a tre o quattro cifre dei volumi di consegna. Un altro dato infine, certifica il successo della piattaforma della società di Mountain View: negli Usa sono stati venduti 12,1 milioni di smartphone androidi un numero tre volte superiore a quello dei BlackBerry. Dove potrà arrivare ora Google in un mercato che nel 2011 è destinato a crescere ancora rispetto al tetto dei 300 milioni di pezzi sfiorato nel 2010? La sensazione degli analisti è che l'ascesa di Android non si fermerà, vuoi per l'appeal che la piattaforma esercita sui vari attori di questa industry vuoi perché il rimescolamento in atto sul mercato americano, con At&t che aprirà (come conseguenza dell'accordo fra Verizon e Apple) ai vendor di googlefonini, potrebbe ulteriormente favorirne la diffusione presso gli utenti.
In campo tablet, invece, la situazione attuale premia come noto la società della Mela e il suo iPad, le cui vendite nel quarto trimestre sono state ottime: 7,3 milioni di unità spedite (14,8 milioni, invece, quelle che Apple ha venduto complessivamente da aprile a oggi) e una crescita del 74% rispetto al terzo periodo del 2010. La tavoletta di Steve Jobs piace quindi sempre di più ma in valori assoluti ha perso significativamente quote di mercato, passando dal 96% al 75%. Per colpa di Android. Il sistema operativo di Google, secondo i dati elaborati da Strategy Analytics, avrebbe infatti catturato il 22% della domanda di tablet con oltre 2,1 milioni di unità spedite sul mercato: rispetto ai 100mila pezzi (e una share del 2,3%) dei precedenti tre mesi il salto è stato indubbiamente notevole. Samsung, come del resto assai prevedibile, ha fatto da locomotiva e il suo Galaxy Tab è stato il principale artefice (con circa due milioni le unità vendute) della rincorsa di Android. Una piattaforma che, rimarcano gli analisti, piace ai produttori perché percepita come a basso costo e perché si accompagna a un ampio bouquet di servizi a corredo, da YouTube a Google Maps.
Come negli smartphone, c'è da capire ora come potrà evolversi questo mercato in relazione alla prevista maggiore disponibilità nei negozi e nei listini dei carrier di prodotti non Apple. In altre parole ci si può già chiedere se la rincorsa delle tavolette Android sull'iPad – la cui sfida nel 2010 si è chiusa nettamente a favore di quest'ultimo, che ha fatto proprio l'84.1% del mercato contro il 13,1% della piattaforma rivale - si potrà concretizzare già nel 2011, quando il business dei tablet ruoterà intorno ai 45-55 milioni di pezzi e gettare le basi per triplicare a quota 174 milioni nel 2014. Una torta a cui non vogliono certo rinunciare gli altri nemici dichiarati della società della Mela, e cioè Research in Motion con il suo Blackberry PlayBook (il cui lancio negli Usa è imminente) e Microsoft. La casa di Redmond, in attesa di svelare i piani prossimi venturi sui tablet (bisognerà aspettare Windows 8 per vedere una tavoletta con i processori Arm?), ha intanto apertamente criticato l'iPad al cospetto dei suoi partner di canale: "è un prodotto bello e con un'interfaccia molto intuitiva, ma per le aziende è inutile perché poco sicuro e capace di una produttività off line ridotta".
di Gianni Rusconi su IlSole24ORE.com
In Italia è app-mania. Tre connazionali su quattro hanno fino a 30 applicazioni sul proprio smartphone, mentre la metà di essi è convinta che i software per cellulare aiutino a migliorare la vita.
Lo rivela un’indagine di Nokia, svolta su 5mila utenti di telefonia mobile in 10 diversi paesi, tra cui appunto l’Italia. Secondo lo studio, lo Stivale è tra i paesi più interessati alle applicazioni, anche se il 43% degli intervistati ammette di scaricare solo quelle gratuite. Epicentro del fenomeno è App Store di Apple, ma anche gli altri negozi stanno crescendo rapidamente. Sei, invece, le tipologie di utente: l’entusiasta, il vitale, il business-centrico, il creativo, l’app-social, il neofita. Le più scaricate in Italia riguardano i giochi (39% dei casi), il social networking (32%), i servizi (30%) e i viaggi (23%). A livello regionale, nel Lazio si prediligono i software sui viaggi, in Lombardia quelli sui giochi, in Campania la musica, mentre il Piemonte è culla delle applicazioni gratuite.
Via Quo Media
La storia dei pagamenti mobili in Italia è ancora tutta da scrivere. La conferma di ciò giunge dai dati della School of Management del Politecnico di Milano, secondo quali solo l'1% della nutrita popolazione di utilizzatori mobili di casa nostra ha sfruttato il suo dispositivo per effettuare un pagamento in remoto.
"Sono stati censiti 107 servizi di mobile payment in Italia nel 2010 rispetto ai 78 servizi disponibili nel 2009. In generale, possiamo dire che il mobile remote payment (servizi che consentono di pagare con il cellulare anche in remoto, ndr) in Italia cresce poco in termini di offerta – 65 servizi nel 2010, rispetto ai 63 del 2009 – e mancano ancora progetti a larga diffusione, comparabili con i migliori progetti a livello mondiale. Nonostante questa lenta crescita, l'opzione continua a rappresentare in Italia il paradigma maggiormente diffuso. La dimensione del mercato totale è di quasi 200 milioni di euro ed è quasi totalmente rappresentata dal pagamento di ricariche telefoniche. Le principali cause della limitata diffusione presso i consumatori sono, a nostro avviso, la mancanza di circolarità dei servizi, la complessità del processo di attivazione per l’utente e la ridotta attività promozionale", ha spiegato Alessandro Perego, responsabile scientifico dell'Osservatorio.
Un esempio di questo sistema di pagamento nel nostro paese? Il pagamento della sosta: dopo aver associato la targa della propria automobile al numero di cellulare, l’attivazione e la disattivazione del pagamento può essere fatta tramite un semplice Sms o Ivr. Questa piattaforma ha esteso il servizio a nuove città arrivando nel 2010 a 30 Comuni abilitati rispetto ai 25 dello scorso anno. Nonostante gli utilizzatori siano pochi, la soddisfazione appare elevata: il 55% si è detto molto soddisfatto e ha affermato di utilizzare spesso il servizio. I plus citati sono la comodità (61%), la velocità del pagamento (53%) e la facilità (per il 61% è addirittura “facilissimo”).
In via di sviluppo anche il mobile commerce, che ha raggiunto i 12 milioni di euro di transato nel 2010. Per ciò che concerne gli altri sistemi di pagamento, la ricerca segnala uno sviluppo del soluzioni contactless, oltre 350.000 carte emesse e i circa 2.000 POS abilitati in poco più di un anno.
L'interesse per la possibilità di pagare in mobilità senza dover mettere mano a contanti o carte di credito, dunque, c'è. Quello che manca in Italia è una presa di coscienza comune delle possibilità offerte e una varietà di proposte per gli utenti e per le aziende. Perfezionare gli acquisti con il proprio dispositivo mobile connesso in rete renderà i consumatori più agili, più consapevoli e più reattivi. Basti pensare all'ipotetica possibilità di visualizzare le caratteristiche di un prodotto e delle eventuali alternative mentre ci si trova in prossimità dello stesso.
Via Quo Media
Android è il sistema operativo per smartphone più popolare in Gran Bretagna. I cellulari supportati dal sistema operativo sviluppato da Google costituiscono ormai il 28% del mercato e hanno soppiantato iOs di Apple, fermo con iPhone e iPod Touch al 26%, e Blackberry, decisamente staccato con il 14%.
Il risultato premia la politica di espansione di Android, che è riuscito a conquistarsi la simpatia (e gli smartphone) di marchi quali Sony Ericsson, Motorola, Htc, Samsung e Lg.
Nelle retrovie della speciale classifica, arrancano Symbian di Nokia e Windows Phone, rispettivamente con il 6 e il 5% del mercato. La casa finlandese ha però annunciato il suo passaggio alla piattaforma Windows per cellulari, che nei prossimi anni dovrebbe conquistare terreno.
Via Quo Media
Il sistema operativo mobile di Google non si ferma più. Se il 2010 è stato l'anno dell'ascesa nell'olimpo degli smartphone e il 2011 è a detta di tutti gli esperti di settore quello della consacrazione, il 2012 sancirà per Android la vittoria per ko sulle altre piattaforme. I dati rilasciati oggi da Gartner parlano infatti chiaro: quest'anno si venderanno nel mondo poco meno di 470 milioni di telefonini intelligenti, con un incremento di domanda pari al 57,7%, e il software di Mountain View assumerà la leadership di mercato per avviarsi a conquistare, entro la fine dell'anno prossimo, una quota del 49% a livello mondiale.
Dagli analisti arriva dunque l'ennesima conferma che Android farà la parte del leone negli smartphone, un segmento che quest'anno andrà ad incidere nella misura di oltre un quarto (il 26% per la precisione) sulle vendite complessive di telefoni cellulari e che, nel 2015, è destinato secondo le ultime stime a superare la fatidica soglia del miliardo di unità (coprendo il 47% della domanda globale). Fra quattro anni, lo dice Roberta Cozza, principal analyst di Gartner, si materializzerà del tutto anche la cosiddetta "democratizzazione" degli smartphone: il 67% di tutti i dispositivi mobili basati su piattaforme aperte (nella definizione rientrano praticamente tutti i sistemi più diffusi, e cioè BlackBerry OS, Apple iOS, Symbian, Android, Windows Phone, Linux, Limo Foundation, WebOS e Bada) avranno un prezzo medio di vendita non superiore a 300 dollari. Costi all'utente finale che si abbasseranno, spiega ancora l'analista, "soprattutto in funzione della guerra a colpi di ribassi per conquistare quote di mercato che si scatenerà fra i vendor di terminali Android. Il sistema operativo di Google rimarrà una prima scelta nella fascia alta degli smartphone ma nel lungo termine le sue maggiori opportunità di crescita a volumi sarà nella fascia media e low cost, e in tutti i mercati emergenti".
Interessante, nel prospetto redatto da Gartner, vedere come si comporteranno da qui al 2015 le altre piattaforme. Apple è candidata al ruolo di seconda forza fino al 2014, quando la market share di iOs, che toccherà il suo punto più alto quest'anno (arrivando al 19,4%), inizierà a ridursi per lasciare spazio a Microsoft e al suo Windows Phone. La società di Cupertino, questa almeno la sensazione degli analisti, sarà più interessata in futuro a mantenere su buoni livelli i margini di profitto piuttosto che orientata a cambiare la propria strategia di prezzi per perseguire qualche punto percentuale in più nella classifica del venduto. Anche Research In Motion dovrà fare i conti con una progressive erosione delle sue quote di mercato, giustificabile della grande concorrenza che la casa canadese – pronta secondo Gartner a migrare dalla piattaforma BlackBerry OS a Qnx (il sistema installato sul tablet PlayBook) a partire dal 2012 - dovrà affrontare sia in ambito consumer che in chiave business.
Il grande cambiamento nell'arena degli smartphone sarà invece ad opera di Nokia e Microsoft. La casa finlandese spingerà con decisione Windows Phone sui propri smartphone di fascia media verso la fine dell'anno prossimo e già dal 2013 il sistema operativo mobile del gigante di Redmond si isserà sul terzo gradino del podio, dietro Android e iOs. Nel 2015, poi, quando Symbian sarà ormai del tutto fuori gioco, arriverà come previsto a coprire poco meno del 20% delle vendite mondiali. Nell'arco dei prossimi anni, questa l'ultima considerazione elaborata dagli analisti di Gartner, aumenterà ulteriormente la portata degli ecosistemi legati alle singole piattaforme, anche in relazione alla prevista esplosione della domanda per i tablet. Con una conseguenza ben precisa: gli utenti di uno smartphone saranno tendenzialmente incentivati a mettersi in borsa anche un pc a tavoletta (e viceversa) al fine di poter vivere su due diversi device la propria personale esperienza d'uso in mobilità, condividendo fra entrambi applicazioni, servizi, contenuti e quant'altro.
di Gianni Rusconi su IlSole24Ore.com
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