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 mymarketing.it: e tu cosa ne pensi?... di Admin
 
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Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
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\\ : Storico : internet (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Altri Autori (del 17/02/2014 @ 07:17:43, in Internet, linkato 2256 volte)

Con l'aumentare dei siti indicizzati dai motori di ricerca siamo sempre più confrontati con una quantità impressionante di informazioni; spesso i risultati restituiti da Google, oltre ad essere numerosissimi, sono poco congruenti con la ricerca effettuata. Avere tante informazioni è controproducente, ci sono tuttavia dei parametri che facilitano il compito. Eccone alcuni noti ai più e altri meno noti.

Cose da sapere
Ogni singola parola ha il suo peso specifico, è quindi consigliabile usarne il meno possibile. Digitare cinque parole nel campo di ricerca significa che ognuna di queste rappresenta il 20% della ricerca stessa. Usarne meno offre risultati più mirati.

Ricerche per tipo di file o in siti specifici
Al posto di limitarsi a cercare una guida turistica di Roma, è consigliabile digitare "guida turistica roma filetype:pdf", così facendo ci verranno restituiti solo i file in formato pdf. Allo stesso modo possiamo ottenere risultati da un sito specifico. Un conto è cercare la parola "spread" (che offre 155milioni di risultati), altra cosa è cercarla all'interno di un solo sito, con la stringa "ilsole24ore.com:spread". In questo caso i risultati restituiti dalla ricerca sono 455mila.

Calcoli, conversioni e informazioni precise
Google è anche una calcolatrice scientifica: basta digitare nel campo di ricerca un'espressione matematica come, ad esempio, 33 + 12 + (((-56) / 4) * 7), Big G farà il resto; sono supportate anche diverse costanti matematiche e fisiche come c, e, G, h, k, pi e phi. Per essere aggiornati sul cambio monetario è sufficiente digitare una stringa come "100 euro in dollari", se invece volete conoscere tutto di una squadra sportiva, basta digitare il nome della compagine nel campo di ricerca (ad esempio "la lakers"). Le quotazioni in tempo reale dei titoli vengono restituite semplicemente digitando il codice di borsa, ad esempio "goog" per Google, "aapl" per Apple.

Ricerche circoscritte
Per circoscrivere nel tempo le informazioni richieste si può usare, ad esempio, la stringa "temperature 2008..2011". Per trovare una farmacia in zona basta digitare la parola "farmacia" seguita da un codice di avviamento postale, la stessa cosa vale anche per conoscere i palinsesti cinematografici.
Questi sono solo alcuni degli operatori che facilitano la ricerca su Google, molti altri sono reperibili direttamente nell'apposita pagina di supporto.

Via IlSole24Ore.com

 
Di Gianluigi Zarantonello (del 24/02/2014 @ 09:00:00, in Internet, linkato 1856 volte)

Oggi voglio provare a proporre un post un diverso, con alcune citazioni di personalità e siti rilevanti del mondo digital che poi commenterò brevemente per evidenziare dei concetti che in altri paesi sono al centro di molti dibattiti ma che in Italia sono ancora poco percepiti. Molte cose le ho già toccate più volte ma queste frasi testimoniano come siano temi reali e di alto livello.

Immagine tratta da http://2.bp.blogspot.com/

Immagine tratta da http://2.bp.blogspot.com/

Citazione 1

It is impossible to separate digital from marketing because understanding and connecting with the customer is marketing - Esmeralda Swartz su CMO.com

Partiamo dalla base: la divisione fra digital e marketing è piuttosto artificiosa ormai, non si può pensare a delle attività e a una strategia senza i nuovi strumenti. Contemporaneamente, il digitale non è da solo sufficiente a cambiare il mondo.

Citazione 2

Marketing technology is about both efficiency and experience - Scott Brinker su http://chiefmartec.com/

Detto che la divisione dunque non c’è bisogna capire come approcciare le tecnologie per fare marketing, che nel mondo stanno diventando la prima spesa IT a livello assoluto. Non si può ridurre il tutto però solo a un fatto tecnico: automatizzare gli strumenti deve sì portare risparmio ma non può non collegarsi all’esperienza che il cliente deve avere attraverso tutti i touch point. I marketers dunque non devono avere paura della tecnologia, la devono conoscere(ciascuno per quanto gli basta) e sfruttare attivamente.

immagine tratta da http://chiefmartec.com/

immagine tratta da http://chiefmartec.com/

Citazione 3

In 2014, brand will have to stop thinking social media as a silos and approach it as a social business one where technologies and methodologies are deeply integrated into the core of the business – Charlene Li www.altimetergroup.com

Il concetto del superamento del silos è piuttosto costante in tutti i commenti sullo scenario e non può non applicarsi ai social media, croce e delizia di molte aziende che sono in bilico tra la voglia di usarli e la paura della perdita di controllo (oltre che con dei risultati non soddisfacenti). Il fatto di usarli in modo separato dal resto dell’ecosistema aziendale non porta sostanziali benefici, mentre l’ascolto e la relazione che permettono con il cliente delle grandi opportunità

Citazione 4

2014 will be a tipping point for mobile marketing. [...] There is no other platform that is as personal, as pervasive and provides the opportunity for proximity – Greg Stuart – www.mmaglobal.com.

Sul mobile ormai si possono scrivere trattati ma io credo che non siano ancora così chiare le opportunità offerte dal modo con cui la gente lo usa. Relativamente pochi ad esempio valorizzano la navigazione e la fruizione dei propri owned media da cellulare, e anche nelle stesse app non viene spesso creato del valore aggiunto per il cliente, non partendo dai suoi bisognie anche dal suo livello di adozione del mezzo.

pc-ship

Citazione 5

You may never turn your CIO and CMO into the best of friends, but you should be able to convince them they are natural allies – Glen Hartman – su Harvard Business Review

Citazione 6

Find the right digital leaders. Leadership is the most decisive factor for a digital program’s success or failure. Increasing C-level involvement is a positive sign, and the creation of a CDO role seems to be a leading indicator for increasing the speed of advancement - Brad Brown, Johnson Sikes, and Paul Willmott suhttp://www.mckinsey.com/

Le ho messe assieme perché toccano entrambe il tema organizzativo e la sorprendente (per chi non segue da tempo questi trend) convergenza fra CIO e CMO, causata dalla consumerizzazione dell’IT e dalla nuova centralità della tecnologia nel business.

I due mondi dunque devono ricominciare a parlarsi e a lavorare assieme, anche perché il livello di complessità di tutto questo sta diventando davvero alto e richiede entrambe le competenze.

Siccome poi la complessità di cui sopra impatta su tutte le aree aziendali è ormai necessario avereall’interno delle organizzazioni degli innovatori leader che possano guidare questo processo evolutivo. È ovviamente necessario però che abbiano legittimazione organizzativa sufficiente per essere ascoltati e seguiti.

Citazione 7

Marketing is too important to be left to the marketing department – David Packard

Chiudo con questa che non mi sembra necessario commentare.

Quanto sono pronte alla sfida le vostre realtà?

Gianluigi Zarantonello via Internetmanagerblog.com

 
Di Altri Autori (del 26/02/2014 @ 07:20:31, in Internet, linkato 1677 volte)

A gennaio sono stati 27,4 milioni gli utenti online collegati almeno una volta da un computer. L’audience online da pc nel giorno medio è rappresentata da 13,2 milioni di utenti collegati in media per 1 ora e 19 minuti. Sono i dati resi disponibili, come ogni mese, da Audiweb.

L’audience si concentra principalmente nelle ore pomeridiane e di prima serata. Infatti, risultano 7,2 milioni gli utenti online tra le ore 15 e le 18 e 7,1 milioni tra le ore 18 e le 21. Risultano 7,3 milioni gli uomini e 5,8 milioni le donne online nel giorno medio, con una concentrazione maggiore tra i 35-54enni (6,4 milioni di utenti) che rappresentano il 48,5% della popolazione online nel giorno medio. In base ai dati sulla provenienza geografica, invece, la popolazione online nel giorno medio risulta composta da utenti dell’area Sud e Isole nel 29,6% dei casi (3,9 milioni), dell’area Nord-Ovest nel 26,7% dei casi (3,5 milioni), dell’area Centro nel 16,4% (2,2 milioni) e dall’area Nord Est nel 15,2% (2 milioni).

Audiweb rende noto anche i dati sulla fruizione di contenuti video. Nel mese di gennaio sono state rilevate 99,5 milioni di stream views con 8,3 milioni di utenti che hanno visualizzato almeno un contenuto video su uno dei siti degli editori iscritti al servizio, con una media di 35 minuti e 36 secondi di tempo speso per persona. Nel giorno medio risultano 3,2 milioni le stream views, con 1,1 milione di utenti che hanno dedicato in media 8 minuti e 31 secondi per persona alla visione dei contenuti video sui siti degli editori iscritti.

Audiweb avvisa che i nuovi dati sulla fruizione di internet da mobile (smartphone e tablet) nel mese di gennaio sono ancora in elaborazione e verranno pubblicati a breve.

Via Tech Economy

 
Di Altri Autori (del 03/03/2014 @ 07:43:47, in Internet, linkato 1959 volte)

Il 12% dei consumatori online fa regolarmente shopping da device mobili, come tablet e smartphone, contro il 9% della media globale ed europea, mentre il 47% usa i social media per seguire un brand (il 23% in Gran Bretagna). Inoltre, il 22% degli italiani utilizza il canale online anche per ricercare un particolare prodotto o marchio prima di entrare in negozio. È quanto emerge dalla PwC Total Retail Survey 2014, ricerca che ha analizzato i comportamenti di consumo online di 15.000 consumatori in 15 paesi, tra cui oltre 1.000 italiani.

“Il consumatore italiano online è una figura nuova, cresciuta negli ultimi 3-4 anni dal momento che circa il 60% degli intervistati compra sul web da meno di 4 anni e il 21% da meno di un anno“, spiega la società. Nonostante sia “immaturo”, il consumatore italiano è attivo nell’acquisto online, con il 25% degli intervistati che usa il canale digitale almeno una volta a settimana. L’85% afferma inoltre di acquistare direttamente dai siti dei produttori, contro il 78% della media globale e sopra la media di altri paesi europei (78% Francia, 75% Olanda, 76% Germania e 62% Uk). La possibilità di trovare prezzi migliori è il vero motivo che spinge il consumatore all’acquisto online (lo dice il 70% degli intervistati), ma anche perché può comprare da casa (motivazione citata dal 51%). Inoltre, il 35% degli italiani compara prezzi tramite smartphone quando già si trova in negozio. Infine, nel 2013 il 59% dei consumatori ha continuato a preferire i canali offline per il contatto col prodotto, percentuale comunque in diminuzione rispetto al 73% del 2012.

Via Tech Economy

 
Di Gianluigi Zarantonello (del 01/04/2014 @ 09:00:00, in Internet, linkato 1792 volte)

“The marketing future belongs to just two groups: technicians and magicians.”
Sir Martin Sorrell

Sì, le due cose che cito nel titolo, i dati e l’experience, c’entrano eccome gli uni con l’altra.
In un suo recente e-book Scott Brinker dice con grande chiarezza che la celebrata coppia art & copy è fondamentale anche oggi, anzi lo è di più per creare l’esperienza e lo storytelling ma che “in a digital world, art and copy must be augmented by code and data“.

Non abbiamo mai avuto così tante informazioni a disposizione come oggi e nemmeno così tanti strumenti di marketing che permettono di interagire, relazionarsi, ascoltare le persone, al punto che il marketing ha superato l’IT nella spesa per il software.
Eppure, c’è ancora una diffidenza diffusa nei confronti degli automatismi e del dato, “roba da tecnici” si dice, e poi il digitale è “un mondo a sé stante, fatto di gente che smanetta”.
Mi piace contrapporre a questa visione una frase di Clive Sirkin, CMO of Kimberly-Clark: “We don’t believe in digital marketing. We believe in marketing in a digital world, and there’s a huge difference“.

Il digitale quindi è uno strumento (permeante) per fare business, non il business in sé, e di tutti questi dati bisogna fare un uso intelligente per prendere decisioni velocemente e mettere al centro il cliente, cosa che non si può pensare di fare senza dei processi automatici di marketing.
Amazon ci ha insegnato che la strada è offrire sempre la proposta (e quindi l’esperienza) giusta al momento giusto e quasi metà dei top retailer online lavora sulla personalizzazione dell’e-commerce. Tutti trends che si stanno allargando ad un’esperienza offline e multicanale.
Leggete anche qui quali sono per Forrester i top trend del CRM 2014. Strategia e dato, marketing e tecnologia.

Oggi poi gli strumenti di visualizzazione del dato e i software che permettono di programmare delle azioni derivanti da queste analisi sono diventati sempre più grafici, intuitivi e semplici da usare. 

design-vs-mgmt

Il marketing dunque torna ad essere una scienza di dati e strategia, non solo comunicazione, e allora è ovvio che se non tutti coloro se ne occupano devono diventare degli esperti di tecnologia è altrettanto vero che la capacità di cavalcare il nuovo paradigma data driven è indispensabile anche perandare al cuore della customer experience, un terreno emozionale che si prepara su solide basi razionali e che oggi viene indicata come il nuovo business benchmark.

Voi che cosa ne pensate?

Gianluigi Zarantonello via Internetmanagerblog.com

 
Di Altri Autori (del 19/05/2014 @ 07:23:59, in Internet, linkato 2021 volte)

La quasi totalità dei ventenni italiani utilizza quotidianamente internet e social network, ma meno della metà si preoccupa della sicurezza dei propri dati e delle informazioni condivise. Il 40%, secondo i dati della ricerca condotta dall’Università di Milano-Bicocca, non utilizza pin di protezione per smartphone e tablet, e non effettua log out per uscire dalle app. Il 20% non effettua una cancellazione sicura dei dati.

Questi comportamenti favoriscono gli hacker e i furti d’identità tramite le intromissioni nei dispositivi mobili connessi alla rete. Ai Millennials, però, interessa poco: sicurezza e nativi digitali non sembrano andare d’accordo, stando al campione di oltre mille studenti di venti università italiane utilizzati come campione per l’indagine.

Nello specifico, il 75% utilizza ogni giorno lo smartphone come strumento di navigazione internet, mentre l’85% lo sfrutta per la messaggistica istantanea, con Skype e WhatsApp tra i servizi più popolari. Solo il 25% degli intervistato usa il cellulare per giocare.

In generale, i giovani utenti hanno una percezione errata delle proprie abilità informatiche e dei pericoli in cui possono incappare navigando senza badare alla sicurezza: si sovrastimano nel primo caso, mentre nel secondo non temono furti d’identità e simili (61% dei casi). Insomma, serve un po’ di educazione alla tecnologia, teorica e comportamentale, anche per coloro che sono nati con l’hi-tech in mano.

Via Quo Media

 
Di Altri Autori (del 19/06/2014 @ 07:31:04, in Internet, linkato 1716 volte)

Sembra quasi fatta per il lancio del servizio di musica in streaming (a pagamento) di YouTube. Il canale video di proprietà di Google sfiderà entro l'estate Spotify e Deezer, puntando sulla sua popolarità e sull’abitudine degli utenti a navigare tra i meandri della sua piattaforma, tra le più frequentate del web.

Resta da risolvere il problema del copyright sulle canzoni di alcuni artisti celebri, che potrebbero decidere di boicottare il servizio e non concedere a YouTube il diritto di trasmettere i propri album, rendendo meno certo il successo dell’iniziativa. Google ha siglato accordi con le principali etichette discografiche, ma le compagnie minori, che spesso gestiscono popstar di livello internazionale, non hanno ancora trovato l’intesa con il colosso della rete, lamentando un trattamento di secondo livello rispetto a quello riservato alle major. Così, band come Artic Monkeys o cantanti come Adele potrebbero sparire in toto da YouTube.

A Mountain View dormono sonni tranquilli, consci di poter contare sul 90-95% del repertorio dell’industria musicale e convinti che la minaccia dell’oscuramento dei videoclip dalla loro piattaforma sia insostenibile anche per nomi di primo piano del panorama musicale. Come rinunciare, del resto, a un pubblico potenziale di 1 miliardo di persone (per gli abbonamenti a pagamento) e di 3 miliardi per i normali passaggi video?

Band ed etichette indipendenti sono però sul piede di guerra e potrebbero appellarsi all’antitrust in Europa e Stati Uniti, convinti che Google stia facendo abuso di posizione dominante, falsando il mercato. YouTube, oltre a guardarsi dalla concorrenza di Spotify, Deezer e Beats, di recente acquistato da Apple, dovrà fare i conti con i musicisti bistrattati. Difficile cantrsela e suonarsela da soli, nell’economia internet di questi giorni.

Via Quo Media

 
Di Gianluigi Zarantonello (del 23/06/2014 @ 09:00:00, in Internet, linkato 1538 volte)

Credo che ogni tanto serva qualche titolo provocatorio per attirare l’attenzione su di un tema.

Lanciato il sasso, ecco però alcune precisazioni introduttive necessarie:

1) vecchio non vuol dire solo finito, vuol dire anche rodato, maturo, assodato.
2) non so quanti abbiano chiara la differenza fra Webrete di pagine ipertestuali basate sul linguaggio HTML inventato da Tim Berners-Lee, e Internet, ossia l’insieme di protocolli di comunicazione (tra cui l’http delle pagine web) di derivazione militare e ben precedente al modo di navigare che noi oggi conosciamo.
3) non è un tema nuovo, si discute della “morte del web” dal 2010.

Il web è morto...dal parecchio!

Se il web è morto…lo è da parecchio!

Perché allora questo post? In prima battuta perché come molti colleghi sono un po’ stanco di discutere di web marketing o anche di digital marketing come se fossero una disciplina a parte. Ormai il digitale è un substrato di business tanto quanto lo sono il computer, il telefono, la posta elettronica etc.
Quindi è assodato, c’è, non se ne può fare a meno ma da solo non serve a molto senza idee e strategie vincenti.

Nuovi ruoli manageriali si affacciano sul mercato

Nuovi ruoli manageriali si affacciano sul mercato

In secondo luogo perché visto il contesto di cui sopra ormai nessuno si stupisce più di vedere un sito attraverso un telefonino o anche su di una tv (e presto su altri elettrodomestici) ma questo non ha semplificato le cose, le ha rese dannatamente complesse perché ogni device, browser e chissà che altro chiede una sua ottimizzazione, mentre ancora latita la cultura degli strumenti che erano disponibili già dieci anni fa.
In altri termini, in molti si stanno avventurando in qualcosa di simile alla guida di astronave stellare senza aver fatto pratica sul triciclo, perché la penetrazione dei nuovi paradigmi è stata talmente veloce che le aziende in alcuni casi non hanno nemmeno fatto a tempo a iniziare che si sono trovate già indietro di anni.

Fonte: http://www.qualcomm.com/

Internet of Everything – Fonte: http://www.qualcomm.com/

Terzo, abbiamo appena cominciato, si discute di Internet of (every)thing (non di web of thing), e quindi la mentalità vincente è quella di conoscere gli strumenti ma di piegarli ai propri obiettivi,senza rimanere prigionieri, in modo da poter gestire serenamente tutti i cambi di paradigma perché alla base c’è un pensiero chiaro. Questo significa avere una conoscenza profonda sia del business sia dell’ecosistema che si va a creare nel tempo, e ne ho già parlato tante volte.

Considerato tutto questo, non trovate come me che il solo web non possa essere proprio considerato un concetto nuovo?

Gianluigi Zarantonello via Internetmanagerblog.com

 
Di Altri Autori (del 30/06/2014 @ 07:29:25, in Internet, linkato 1472 volte)

Brutte notizie per il web italiano: la velocità di connessione media della rete nostra non supera i 5,2 mbps nei primi tre mesi del 2014, rimanendo sostanzialmente invariata rispetto al trimestre precedente (+0,4%). Nonostante un incremento annuo del 56%, la diffusione della banda larga veloce è ancora limitata e copre il 10% degli internauti tricolori.

Quel che si legge nel Rapporto sullo stato di internet stilato da Akamai Technologies, azienda specializzata in servizi cloud e nella fornitura di contrnuti online, frena l’ottimismo degli entusiasti della rete, che vedono l’industria (e l’utenza privata) del web penalizzata dalle carenze infrastrutturali. Il picco di velocità media di connessione raggiunto in Italia è pari a 21,4 Mbps, con una flessione dello 0,7% rispetto allo scorso anno e una diminuzione di 2,8% rispetto al trimestre precedente.

A oggi, solo il 4,3% degli italiani utilizza connessioni al di sopra dei 10 mbps. Scarse anche le prestazioni della banda larga mobile, con una velocità media di 4,6 mbps a marzo.

Via Quo Media

 
Di Altri Autori (del 02/07/2014 @ 07:27:16, in Internet, linkato 1399 volte)

Lo schermo di riferimento è quello del telefonino, molto di più rispetto al pc. E se la tv mantiene la leadership totale, nei target più giovani e a seconda dei momenti della giornata, deve spesso cedere il passo allo smartphone. Audiweb ha presentato per la prima volta i numeri relativi all’internet mobile che si integrano con quelli già disponibili da tempo sulla parte pc e completano così la Total digital audience che contribuirà a indirizzare meglio gli investimenti pubblicitari sulla rete.

Enrico Gasperini ha presentato i dati frutto di un lavoro lungo due anni e che vedono l’Italia prima al mondo a raccogliere l’audience che arriva da smartphone e tablet. Le cifre relative al mondo mobile fanno riferimento al periodo gennaio-marzo, coprono due sistemi operativi come iOs e Android che valgono il 75% del mercato e si riferiscono alla fascia di età 18-74 anni. In pochi mesi però si dovrebbe arrivare a una rilevazione mensile con l’allargamento anche agli altri sistemi operativi e ai target più giovani. Secondo Audiweb online troviamo con qualsiasi schermo l’82% degli italiani con punte del 100% fra gli studenti, del 68% fra le casalinghe e del 97% nella fascia di età 18-34 anni. In totale si tratta di 35,6 milioni di persone delle quali 20,7 utilizzano strumenti mobile per connettersi alla rete.

Tutti i trend relativi al consumo di internet sono in crescita con gli smartphone che salgono del 7% e i tablet del 113%. 1,8 milioni di persone accedono solo con smartphone e 168mila vanno su Internet solo tramite tablet. Mensilmente 17,2 milioni si collegano con uno strumento mobile (24 milioni da pc) e 14,5 milioni lo fanno nel giorno medio (12,5 milioni da pc). Il tempo di utilizzo mensile da mobile è di 38 ore con circa un’ora e mezzo al giorno, mentre ci colleghiamo con il desktop venti ore al mese e 1,18 ore al giorno. Nel giorno medio 7,4 milioni di utenti fanno completamente a meno del pc per collegarsi a internet e il 91% fra 18-24 anni sono multiscreen.

Via Quo Media

 
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