Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Tre dei nomi più rilevanti del world wide web recente stanno indirizzando una parte dei propri investimenti verso il medesimo mercato: quello della musica online.
Google prova a rimpolpare bilanci e le aspettative di guadagno delle case discografiche, con un servizio chiamato OneBox, uno spazio online in cui si possono cercare canzoni o artisti preferiti, ascoltare in anteprima il pezzo e poi acquistarlo. Secondo fonti interne alla compagnia, la ratificazione dell’accordo dovrebbe avvenire la prossima settimana. Niente di rivoluzionario, ma il coinvolgimento di Mountain View potrebbe portare il pre-ascolto in streaming a una diffusione più capillare.
Emi, Warner, Sony e Universal vorrebbero dunque sfruttare l’abilità e la fama di Google per meglio promuovere i loro prodotti, agevolando la ricerca e l’acquisto da parte degli utenti-appassionati. OneBox fornirà anche informazioni varie legate all’artista ricercato (date di concerti, foto, articoli da giornali online eccetera).
Il search engine americano ha inoltre incorporato LaLa, servizio musicale del social network MySpace, nonché iLike di Facebook, per permettere ai propri internauti di godere degli ascolti-anteprima. Il database che attinge a MySpace consta di 8 milioni di canzoni, mentre iLike raccoglie più che altro videoclip.
La vera novità del servizio OneBox consiste però nel pulsante ‘Buy’, che reinderizzerà i navigatori direttamente sulle pagine dei negozi iTunes o Amazon, per permettere loro di acquistare le singole tracce audio. Google avrà una percentuale sulle vendite, mentre le discografiche verranno retribuite per ogni ascolto in streaming, oltre a una percentuale sulle vendite.
LaLa, che ha trovato a sua volta un accordo con Facebook che permetterà agli utenti del social network più popolare l’accesso al proprio catalogo, al momento fa pagare 10 centesimi per ogni canzone ascoltabile unicamente su internet, mentre per un dollaro i brani possono essere trasferiti su file Mp3, e ascoltati su lettori come iPhone.
Via Quo Media
Il 2010 sarà l’anno degli smartphone. La sentenza è dell’istituto di ricerca Strategy Analytics, che ha registrato nel 2009 un rialzo del 30% e ha disegnato uno scenario in cui la competizione sarà sempre più serrata e il prezzi tenderanno al ribasso.
Il mercato dei cellulari intelligenti ha fruttato durante l’anno passato 53 milioni di euro e ha confermato lo strapotere di Nokia (20,8 milioni di dispositivo distribuiti, +28% a/a, 39,2% del mercato), che da sola ha venduto più di Rim e Apple. La casa canadese produttrice del Blackberry ha respinto l’attacco di Cupertino ed è rimasta sul secondo gradino del podio, in virtù di 10,7 milioni di telefoni cellulari venduti e una quota di mercato pari al 20,2%.
Il gruppo di Steve Jobs ha invece venduto 25,1 milioni di iPhone, chiudendo il 2009 con il 14,4% del mercato in tasca. La percentuale è degna di nota se si considera che Apple gioca la partita con un dispositivo solo. Il rapporto dedica una menzione a Samsung e Lg, che hanno piani ambiziosi per il futuro, e a Dell e Huawei, pronte a debuttare nel settore.
Via Quo Media
Il mercato della musica via internet, in Italia, è cresciuto del 27% nel corso del 2009, secondo i dati di Fimi-Confindustria presentati al Festival di Sanremo. Prosegue l’evoluzione dell’utenza di settore, sempre più usa ai lidi del web, dove spesso i prodotti costano meno e sono più facilmente reperibili.
Complessivamente, comunque, il mercato italiano langue nella mediocrità: il fatturato degli ultimi dodici mesi è di 144 milioni di euro, contro i 178 milioni del 2008. Le vendite di cd e dvd musicali hanno perso ancora il 24%.
Sul fronte digitale si conferma il trend di crescita e, per la prima volta, il fatturato supera i 20 milioni di euro (erano stati 16 del 2008). Sempre più importante il successo del download dei singoli brani via internet, cresciuto del 24%, e quello degli album, in ascesa del 32%.
Il fatturato degli album in rete ha quasi raggiunto il fatturato realizzato dalle singole hit: il mercato digitale è dunque in fase di maturazione anche in Italia, a braccetto con la rete.
Via Quo Media
Dopo i dati di Gartner sul mercato della telefonia mobile, arrivano quelli di GfK Retail and Technlogy e dalla US Consumer Electronics Authority. Il settore, secondo il rapporto GfK Digital World, ha chiuso 2009 con una flessione del 4%, pari alla vendita di 50 milioni di unità in meno rispetto al 2008.
A fare da traino al business globale è stato il mercato asiatico di cellulari e smartphone, che ha raggiunto 456 milioni di unità vendute (+1%) per un equivalente di 47,5 miliardi di euro (-8% rispetto al 2008). Una crescita, in termini di volumi, dovuta principalmente a una ripresa delle vendite negli ultimi tre mesi dell’anno (+7%, +9%, +16%) rispetto agli stessi mesi del 2008.
Le buone performance degli smartphone hanno fatto registrare una crescita a tre cifre per quasi tutto il 2009. Trend simili anche nell’Europa occidentale, con 162 milioni di unità vendute (-3% rispetto al 2008) e 27 miliardi di euro in valore (-6%).
Bene gli ultimi tre mesi e gli smartphone la cui crescita (+109%) ha compensato la flessione dei cellulari (- 25%). Il mercato italiano ha chiuso l’anno in pari a volume e con un -4,5% per quanto riguarda il valore. In recupero l’ultimo trimestre (+1%) supportato dalla crescita a tre cifre degli smartphone.
Via Quo Media
Il rapporto annuale sull’industria videoludica in Italia nel 2009, realizzato da GfK Retail and Technology, rivela la crescita del settore nel Belpaese, sempre più terreno fertile per gli amanti dei videogame.
Il 2009 è stato un anno positivo per il mercato dei giochi elettronici, che ha fatturato complessivamente 1.128,9 miliardi di euro per le vendite di hardware e software. Il giro d’affari registrato è inferiore solo al 2008, anno di picco per l’espansione del settore nel nostro paese.
Il 55,6% degli introiti deriva dalle vendite di software (627,9 milioni di euro) e il 44,4% dalle vendite di hardware (501,1 milioni di euro). L’Italia si riconferma quinto mercato in Europa, dopo Gran Bretagna, Francia, Germania, e Spagna ma dimostra di essere più forte rispetto agli altri paesi nel reggere l’impatto con la crisi economica.
Se il settore italiano subisce una contrazione pari al -10,6% a valore, i paesi tradizionalmente più forti registrano trend negativi dai 4 ai 7 punti percentuali in più rispetto al nostro.
Il mercato hardware realizza un giro d’affari complessivo di 501,1 milioni di euro e un trend del -15,3% a valore rispetto al 2008. A volume vengono vendute oltre 2.560.000 console, il -11,7% anno su anno.
Via Quo Media
L’Italia registra l’esplosione delle assicurazioni stipulate via internet nel settore dell’automobile. I servizi online, negli ultimi dodici mesi, hanno convinto 2,5 milioni di utenti grazie alle tariffe spesso ridotte e alla praticità della rete, che fa risparmiare tempo e permette confronti rapidi tra le diverse polizze e compagnie.
Questo quanto emerge dalla ricerca di TNS Italia per l’Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici.
Via Quo Media
Come ogni anno, il rapporto ItMedia Consulting funge da cartina di tornasole del settore televisivo in Europa, soprattutto per quanto concerne mercato pubblicitario ed evoluzioni tecnologiche.
Nel 2009 l’industria televisiva del Vecchio Continente è stata scossa dalla crisi e i cui investimenti pubblicitari hanno raggiunto un valore di 86,9 miliardi di euro, in calo del 3,1% rispetto all’anno precedente, quando erano invece lievemente cresciuti (+0,9%).
Buone nuove, invece, per quanto riguarda la pay-tv, che anche in periodo di recessione si conferma la principale fonte di crescita di settore. I ricavi dei canali a pagamento, nel 2009, hanno superato quelli legati alla pubblicità divenendo la prima risorsa nel mercato televisivo europeo (il 53% del quale deriva dalla vendita dei contenuti).
A rimpolpare ulteriormente i guadagni dei servizi premium sono state la diffusione del video on demand e dei programmi in pay-per-view, nonché dei pacchetti misti che uniscono tv, internet e telefonia.
Via Quo Media
Torna a crescere l’industria musicale digitale, almeno in Gran Bretagna.
Dopo un quinquennio di flessione, causata soprattutto dal diffondersi delle connessioni internet veloci e della pirateria che consente di scaricare intere discografie in pochi minuti, nel 2009 le entrate generate dal settore danno segnali positivi e raggiungono il 33% totale del mercato musicale d’Oltremanica.
Lo scorso anno, gli utenti web britannici hanno speso 30,4 milioni di sterline in musica digitale, con una crescita del 72% rispetto al 2008. Il Regno Unito si conferma leader europeo nel settore, con un mercato dal valore doppio rispetto a quello di Francia e Germania.
Il vero motore dell’economia musicale, però, restano i concerti e le esibizioni dal vivo, che nel 2009 hanno fruttato la cifra record di 1,5 miliardi di sterline.
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Insinuatisi nell'impercettibile fessura di mercato tra netbook e smartphone, i tablet sono destinati a spopolare fra i consumatori. Artefice di questo successo, sottolineato da Gartner, è stato l'iPad della Apple, apripista di un settore che ha trovato in Android un altro valido rappresentante. Schermo touch-screen, accesso immediato alla rete e riproduzione di contenuti audio e video in alta qualità si stanno trasformando in accessori indispensabili nel quotidiano degli utenti e, secondo Gartner, trascineranno le vendite delle tavolette a quota 19,5 milioni di unità a fine anno.
Nei prossimi quattro anni il dato potrebbe raggiungere quota 208 milioni, passando dai 55 milioni del 2011 e dai 154 milioni del 2013. Vittime di cotanta approvazione saranno i dispositivi che offrono singolarmente i servizi che i tablet garantiscono in toto: e-reader, console portatili e player multimediali di varia natura. Stesso destino, secondo Carolina Milanesi vice presidente di Gartner, per i netbook: "Soffriranno non appena i tablet avranno prezzi di vendita inferiori a 300 euro".
Via Quo Media
“Chi di noi vive fuori dal campo distorto di Apple sa che i tablet da 7 pollici saranno una grande fetta del mercato. Sappiamo inoltre che il supporto a Flash è importante per i consumatori che vogliono una vera esperienza web. Mentre il tentativo di Apple di controllare l'ecosistema e mantenere una piattaforma chiusa potrebbe essere giusto per lei, gli sviluppatori vogliono più opzioni e i consumatori vogliono accedere completamente alla stragrande maggioranza dei siti che usano Flash”. Con queste parole Rim, che ha da poco presentato il tablet Palybook, ha risposto alle accuse di incompetenza mosse ieri da Steve Jobs, patron di Apple.
Secondo Research in motion, Apple non solo ha torto, ma racconta fandonie e presto i consumatori si accorgeranno delle falsità messe in circolo da Jobs e compagni. “Crediamo che molti consumatori si stiano stancando di sentirsi dire che cosa pensare da Apple. Rim ha raggiunto il record di vendite in cinque trimestri consecutivi e ha recentemente stimato 13,8 / 14,4 milioni di smartphone Blackberry venduti per l'attuale trimestre. Apple preferisce confrontare il proprio trimestre concluso a settembre con il trimestre di Rim che si è concluso ad agosto”.
Lo scontro tra i due più importanti marchi dell’area smartphone è dunque aperto. Ma anche gli ultimi arrivati, ovvero gli sviluppatori di Android, non hanno perso occasione per rispondere alle accuse di inappetenza mosse dalla casa di Cupertino, con alcuni post su Twitter dei propri ingegneri. A favore del sistema open source di Google si schierano anche gli sviluppatori di applicazioni, soddisfatti del software e per nulla toccati dalla ipotetica frammentazione delle diverse versioni Android: “Abbiamo mai detto che era un incubo sviluppare su Android? No, non l'abbiamo fatto. Non è così”.
Via Quo Media
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