Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Le testate di tutto il mondo tentano di utilizzare i social media per conquistare nuovi lettori, in particolar modo i più giovani, o quanto meno mantenere gli attuali. The New York Times ha pensato, però, bene di creare il proprio social media, Compendium.
Un ibrido a metà tra Storify e Pinterest, per i contenuti del newspaper creato dai New York Times Research & Development Labs.
Gli utenti possono iscriversi tramite l’account Facebook o Twitter. A quel punto, una volta aggiunto ai segnalibri il servizio, è possibile creare collezioni di articoli, video, fotografie o citazioni dalla testata in modo semplice tramite una finestra pop up; dopo di che condividere le collezioni con chi si vuole.
Resta da vedere se Compendium riuscirà a conquistare i lettori, vista la forte limitazione posta dal non poter condividere contenuti diversi da quelli del newspaper. In ogni caso, potrebbe rivelarsi un simpatico modo per archiviare e conservare i contenuti del giornale, soprattutto per i lettori più assidui e per gli abbonati digitali con accesso agli interi archivi della testata. O un modo alternativo per riscoprire diversamente contenuti, viste le collezioni già create da membri della redazione.
Via Tech Economy
Gli smartphone di ultima generazione, sempre connessi in rete, arrivano al 27,7% di utenza, percentuale che sale al 54,8% tra i giovani, con un incremento del 10% in un anno. Quasi la metà della popolazione (il 47,4%, percentuale che sale al 62,9% tra i diplomati e i laureati) utilizza almeno un social network.
E le applicazioni del web permeano ormai ogni aspetto della nostra vita quotidiana: si usano per trovare una strada (lo fa con il pc o lo smartphone il 37,6% delle persone con accesso alla rete, una quota che sale al 55,2% tra i piu' istruiti), per effettuare operazioni bancarie (rispettivamente, il 25,6% e il 41,2%), fare acquisti (rispettivamente, il 19,3% e il 28,1%), prenotare viaggi (15,9% e 26,2%), cercare lavoro (11,8% e 18,4%), sbrigare pratiche con uffici (9,6% e 14,1%), prenotare una visita medica (6,6% e 8,5%).
Via Quo Media
Quasi due terzi del consumo di video da mobile phone avviene a casa, almeno stando ad una ricerca dell’Interactive Advertising Bureau (IAB).
Il 63% del consumo di video digitali risulta, infatti, verificarsi tra le pareti domestiche e non in mobilità. Circa un terzo (36%) di questo consumo avviene in stanze dove è in un uso un altro device (second screen). Dati che rappresentano, secondo gli analisti, una grossa opportunità per l’advertising cross-media, attraverso la creazione di legami pubblicitari tra I contenuti presenti sui due dispositivi (es. spot televisivi legati a contenuti aggiuntivi da visualizzare sullo smartphone).
Opportunità accresciute dalla forte abitudine alla socializzazione dei consumatori. La ricerca ha, infatti, riscontrato che il 92% degli utenti condivide le clip video visualizzate da mobile con amici e conoscenti. Ciò potrebbe favorire la viralità dei mobile spot.
Per quanto riguarda le tipologie di contenuti video maggiormente consumate da mobile, lo studio conferma tendenze già note: video musicali (45%), trailer cinematografici (42%), Tutorials/How-To (41%), e brevi video divertenti (37%). La tipologia di video influisce anche sul grado di condivisione. I brevi video divertenti risultano i più socializzati (66%), seguiti dai video musicali (52%).
Le piattaforme mobili risultano, inoltre, un contesto particolarmente favorevole all’advertising. Il 53% degli utenti dichiara una propensione positiva o neutrale verso il mobile video advertising e risulta elevato il tasso di recall (44%), in particolare per gli spot brevi da 10-15 secondi. Quasi la metà (48%) degli utenti preferisce, però, contenuti pubblicitari connessi ai video che sta consumando.
David Levin, responsabile Creative & Technology per 360i, ha commentato i risultati dichiarando: “La pubblicità video su smartphone offre ad agenzie e brand un’opportunità unica per connettersi intimamente con i consumatori sui dispositivi particolarmente adatti alla narrazione interattiva. Ma prima dobbiamo vedere il mobile come schermo primario per il consumo on-demand, non come un ripiego”.
Via Quo Media
Si naviga sempre più attraverso i dispositivi mobili: tablet e cellulari di ultima generazione raccolgono ormai il 20% del traffico web mondiale (+30% rispetto a dodici mesi fa). Viceversa, i personal computer perdono terreno e si attestano al 73% del traffico (-10% su base annua).
Nel dettaglio, stando ai dati della ricerca di GfK, gli smartphone possono contare sul 17% del tempo speso su internet in tutto il globo, mentre i pc a tavoletta arrivano al 6%. Con quistano terreno anche le tv connesse, con il 4% del traffico.
Via Quo Media
Facebook sperimenta l’invio a pagamento di messaggi privati a persone non presenti nella propria rete di amici. Il popolare social network, alla ricerca costante di nuove fonti di entrate dopo i forti dubbi espressi dagli investitori sul modello di business dell’azienda, sta sperimentando una nuova tipologia di messaggistica che permetterà di inviare messaggi a sconosciuti e di promuoverli.
Facebook chiederà agli utenti di pagare un dollaro per inviare messaggi privati a persone non nella propria rete d’amicizie, il prezzo potrebbe essere abbassato qualora il servizio non fosse utilizzato. Prima della novità gli utenti potevano mandare messaggi agli sconosciuti, ma solo se questi non lo impedivano cambiando le impostazione della privacy, cosa che non tutti fanno. Ora si potrà contattare chiunque indipendentemente dalle sue scelte di privacy, ma dietro pagamento di un compenso.
La novità fa parte di un più generale aggiornamento del sistema di messaggistica della piattaforma e di numerose iniziative per monetizzare maggiormente la propria offerta, cresciute dopo il sostanziale fallimento della quotazione in borsa.
La maggiore enfasi sulla monetizzazione delle attività degli utenti potrebbe causare sempre più problemi alla piattaforma. La novità introdotta per la messaggistica potrebbe rivelarsi controproducente ed essere un fallimento non solo in termini economici e di utilizzo ma anche di immagine, contribuendo soltanto a far apparire Facebook ‘commerciale’ e poco attento alla privacy. Secondo alcuni, invece, la strategia potrebbe rivelarsi vincente di primo acchito, ma finire poi per annoiare e infastidire gli utenti con il conseguente peggioramento dell’esperienza nella piattaforma.
Via Tech Economy
Capi di Stato o primi ministri: tre su quattro hanno una pagina ufficiale nel social network Twitter e scrivono micropost per dialogare con il pubblico online. L'anno appena concluso ha contribuito a un salto in avanti nella partecipazione. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è in cima alla classifica, ricostruita dal Digital Policy Council, con 25 milioni di iscritti che ricevono i suoi messaggi (followers).
È stato il primo a scommettere sulle conversazioni con i cittadini condensate in testi più brevi di un sms (chiamati anche "tweet"), inviati durante la campagna politica del 2008. Sul secondo gradino è Hugo Chavez: per il leader venezualano Twitter ha giocato un ruolo strategico durante la rielezione, secondo l'analisi del Digital Policy Council.
Nel raggiungimento della vetta influiscono fattori come la diffusione territoriale dei social network oppure un'età mediana della popolazione inferiore ai trent'anni. Che favoriscono America Latina e Medio Oriente. Il primo capo di Stato di un Paese dell'Unione europea in lista è l'inquilino dell'Eliseo Francois Hollande, sedicesimo.
Hanno scalato presto posizioni due "new entry" approdate su Twitter nell'ultimo anno, come il primo ministro indiano Manmohan Singh e il premier nipponico Shinzo Abe.
La previsione del Digital Policy Council è di un'espansione ulteriore durante il 2013: avranno una pagina pubblica su Twitter almeno un capo di Stato o di governo in quasi tutti i Paesi del mondo. Nella diplomazia amplia il perimetro anche il monitoraggio dei temi delle discussioni, indicati con hashtag (attraverso una o più parole precedute dal simbolo cancelletto). Sono diventati parte integrante dei dibattiti. Tanto da essere, come ha osservato The Atlantic, un terreno di confronto per lanciare proposte che influenzano l'agenda politica.
Via IlSole24ORE.com
Nel nuovo osservatorio Demos, realizzato in collaborazione con Coop e pubblicato sul quotidiano Repubblica, l’istituto analizza il rapporto degli italiani con la rete e gli intrecci esistenti con il mondo dell’informazione e il coinvolgimento politico. Su un complesso di 36 milioni di italiani presenti in rete, pari al 58,4% della popolazione, una parte legge quotidiani online, discute, e partecipa anche via internet al mondo della politica seguendolo su Facebook e su Twitter: si tratta di una vera e propria community web e una realtà ormai consolidata con un suo preciso profilo socio-demografico. Per quel che riguarda il rapporto con la rete, l’85% degli utenti online usano internet ogni giorno, lo fanno collegandosi anche con apparecchi mobili, come smartphone e tablet, e sono membri di comunità online; usano quindi internet in modo competente e articolato. Sono come prevedibile le persone spesso online i cittadini che mostrano maggior coinvolgimento e partecipazione politica: a fronte di una media del 42,7%, il 72,7% è particolarmente interessata e attiva a livello politico.
Via Tech Economy
Lo straordinario successo dei tablet dovrebbe continuare durante l’anno appena iniziato. Il 2013 potrebbe rivelarsi, infatti, l’anno in cui le vendite di questa tipologia di device mobili supereranno per la prima volta quelle dei notebook.
La società di ricerca NPD, che in precedenza aveva stimato nel 2016 l’anno in cui il mercato tablet sarebbe divenuto più grande di quello dei notebook, ora ritiene che il sorpasso dovrebbe avvenire già nei prossimi 12 mesi. 240 milioni di tablet venduti contro i 207 milioni di notebook dovrebbe sancire definitivamente il forte appeal di questa tipologia di device mobili sui consumatori; grazie ad un incremento annuale delle vendite del 64%. NPD stimava, in precedenza, un tasso di crescita annuale medio per i prossimi 5 anni del 28%. L’innalzamento delle stime di vendita è, per stessa ammissione della società di ricerca, dovuto principalmente ad una sottovalutazione dei concorrenti di Apple; e parzialmente alle dinamiche maggiormente competitive, con conseguente abbassamento dei prezzi ed ampliamento dell’offerta (particolarmente in quanto ad ampiezza degli schermi), instauratesi nel settore durante il 2012 e alla maggiore penetrazione nei mercati emergenti.
Via Tech Economy
Chi possiede uno smartphone o un tablet può confermare: gli utenti mobili spendono il 10% del tempo dedicato al proprio dispositivo usando le app dei social network, con Facebook in testa, mentre il 20,4% del tempo è occupato da sms, chat e in generale dai servizi di messaggistica.
A dirlo è un’indagine di Nielsen che ha fatto luce sulle modalità d’uso dei dispositivi mobili da parte degli americani, da sempre avanguardia nel campo. Tra le altre attività preferite dagli utenti a stelle e strisce spiccano l’e-commerce, che convoglia il 5,5% del tempo complessivo dedicato a smartphone e tablet, l’ascolto di musica (4,4%) e la geolocalizzazione con relative app (2,8%).
Il mondo mobile è dunque concentrato sulla comunicazione, in senso stretto ma anche 2.0, a dispetto dei normali computer, spesso utilizzati anche come medium d’intrattenimento. Secondo lo stesso report, chi naviga da pc impiega sì il 20% del proprio tempo sui social network, ma anche l’8,1% con videogame online, senza dimenticare il 5,2% dedicato a film e video vari. Meno frenesia e meno dati, fattori che invece dominano l’ambito mobile.
Via Quo Media
L’anno di Apple è cominciato con le indiscrezioni sulla prossima nascita di un iPhone Mini, per struttura e prezzo. Voci che si fanno sempre più insistenti e che portano addirittura a pensare che il Melafonino low cost arriverà sugli scaffali prima della fine di questo 2013, ricco di progetti per gli ingegneri di Cupertino.
Apple non si limita ad allungare le mani sul mercato degli smartphone di media gamma con iPhone Mini, ma è pronta a entrare nel campo dell’orologeria con iWatch, anticipando Google e Samsung, che a loro volta stanno progettando un orologio hi-tech. iWatch punterebbe a rendere indossabili il web, i social network e alcuni contenuti digitali (la musica su tutti). Una versione da polso di iPod Touch, praticamente, con annessa versione leggera di iOs.
Il sistema operativo della Mela potrà contare su una nuova evoluzione: iOs 7 dovrebbe essere presentato a giugno, a supporto delle prossime versioni dei dispositivi della linea iPhone e iPad. I tablet saranno aggiornati entri fine anno, così come i computer Mac Pro. Ma il pezzo forte è iTv, che però potrebbe arrivare a inizio 2014. Con la televisione interattiva, Apple vorrebbe raccogliere web e intrattenimento, iTunes e divertimento da salotto. La sfida è a tutto campo, il 2013 è appena cominciato.
Via Quo Media
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