Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Si stanno sempre più diffondendo le applicazioni per il settore dell’e-health e l’idea di alcuni come Lee H. Perlman, Amministratore delegato di Happtique, è quello di dar vita ad una rivoluzione nel settore delle tecnologie applicate alla salute.
La sua società, che è un ramo della Greater New York Hospital Association, sta lavorando proprio alla creazione di un sistema che consenta ai medici di utilizzare e far utilizzare “app mediche”. Applicazioni che hanno obiettivi semplici come il mantenimento di obiettivi di fitness personalizzati sono già assai diffuse; bisogna, quindi, arrivare secondo gli esperti del settore ad app in grado di trattare patologie croniche come il diabete o le malattie cardiache. Accanto a queste anche applicazioni che gestiscono, ad esempio, il pagamento dell’assicurazione sanitaria e la prenotazione dei servizi medici. ”Fondamentalmente – spiega Perlman- stiamo dicendo che le pillole possono anche essere le informazioni, che le pillole possono essere anche connettività“.
I problemi non mancano ovviamente. Vi è ovviamente la questione della messa a sistema, nella misura in cui i dati devono essere in un unico formato trasferibile da un dispositivo all’altro, devono essere app compatibili con ogni smartphone in commercio; e ovviamente, devono ricevere le certificazioni ufficiali delle autorità di vigilanza.
Nonostante ciò alcune applicazioni sono già state sviluppate, e circa una decina, approvate dalla Food and Drug Administration. Poche, certo, ma in ogni caso la realtà USA si dimostra comunque un passo avanti ritenendolo un sistema valido anche per abbattere le spese sanitarie.
Basti pensare che negli USA, soltanto nel 2007, il costo per la cura e prevenzione del diabete sono costati al sistema sanitario nazionale 174 miliardi di dollari. Una cifra considerevole che nel lungo periodo potrebbe essere abbattuta dall’impiego di alcune app (anche se molte ancora oggi costano circa 100 dollari l’una al paziente). Alcuni scettici come John Moore, medico presso il Media Lab dell’MIT di Boston, ritengono che le “prescrizioni” proposte da Happtique non sono sbagliate; ma di certo troppo in anticipo sui tempi.
Ciò nonostante alcune delle app già approvate dalla FDA svolgono funzioni interessanti: per esempio, quella elaborata da WellDoc. La sua app si chiama DiabetesManager, ed è in grado di suggerire al paziente cosa sia più opportuno mangiare in determinati momenti della giornata, analizzando i tassi di zucchero nel sangue. Oltre ad utilizzare un algoritmo, in grado di analizzare i dati clinici, per poter inviare raccomandazioni al medico curante.
Il sistema funziona semplicemente grazie all’inserimento dei dati da parte dell’utente, combinati con le rilevazioni del dispositivo per il monitoring del glucosio, il quale viene collegato in wi-fi con l’app sullo smartphone. Un sistema che pare abbia dato risultati significativi già in fase di sperimentazione.
Il co-fondatore di MobiSante Sailesh Chutani, invece, ha creato una app e di un dispositivo a ultrasuoni compatibile con gli smartphone, così da rendere possibile “scannerizzazioni” mediche via mobile, oltre all’utilità per terapie che prevedono appunto l’impiego di ultrasuoni. Il dispositivo sia nelle sue parti hardware che software è stato già approvato dalla Food and Drug Administration.
Quello che spaventa molti è la raccolta di questi dati personali sensibili, in relazione alle proprie condizioni di salute, oltre al fatto che queste app sono viste da molti come il prodromo di altri tipi di sviluppi tecnologici. In particolare, chip sottocutanei che rilasciano farmaci o effettuano altri tipi d’interventi medici diretti, rappresentano il potenziale step successivo alle app “non invasive”. In ogni caso si tratta di un settore dalle enormi opportunità per tutte le aziende che si muovono trasversalmente tra il settore medico e l’ICT.
Via Tech Economy
Nokia, Samsung e Sony hanno preso parte ad una “alleanza”, nota con il nome di In-Location Alliance, formata da 22 aziende tecnologiche che ha come obiettivo quello di fornire delle mappe “indoor” di grande precisione ed utilità per l’utente. Grazie a questo servizio, che si prevede arriverà sul mercato a partire dal prossimo anno anche se conoscerà il suo boom solo entro il triennio 2015 – 2017, gli utenti potranno avere la possibilità di spostarsi in un posto usando la mappa interna dello stesso, anche senza ricezione GPS.
Le mappe funzioneranno tramite WiFi e Bluetooth 4.0 e permetteranno indubbiamente all’utente di vivere una nuova esperienza di navigazione, come mai prima d’ora. Il tutto con l’obiettivo di tenere al minimo i consumi di batteria da parte del dispositivo che si userà.
Le mappe interne sono la prossima frontiera della navigazione mobile e permetteranno agli utenti di trovare ciò che cercano in maniera ancora più precisa e veloce. Dal punto di vista delle imprese ci saranno altri nuovi modi di poter avere visibilità ed arrivare ad un numero ancora più grande di utenti e di potenziali clienti.
Oltre alle tre aziende citate in apertura, tra le altre partecipanti alla In-Location Alliance ci sono Broadcom, Nordic Technology Group e Qualcomm.
Una cosa che non ho potuto fare a meno di notare è la mancanza della Apple e di Google. Un segnale che l’azienda di Cupertino e quella di Mountain View sono sempre più sole sul “campo di battaglia”?
Via mobileblog.it
ABIresearch, società specializzata in ricerche di mercato anche in campo tecnologico, ha rilasciato le sue stime riguardanti le quote di mercato e le vendite previste nel 2012. Secondo i dati, si stima che saranno venduti più di 100 milioni di tablet in tutto il mondo, sottolineando la forza e la capacità di espansione di questo mercato.
“Il mercato dei tablet potrebbe attestarsi attorno ai 102-110 milioni di unità vendute nel mondo durante tutto il 2012″ ha, infatti, dichiarato Jeff Orr, analista di ABIresearch.
Il mercato dei tablet si sta espandendo così rapidamente che, secondo gli esperti, potrebbe superare in pochi anni il mercato dei computer portatili. A farla da protagonista, secondo gli studi presentati, sarebbe ancora una volta la Apple con il suo iPad.
Dei 25 milioni di tablet venduti nel secondo trimestre del 2012, infatti, ben 17 milioni sono stati iPad. Praticamente i due terzi del totale. Il suo principale concorrente, la sudcoreana Samsung, si attesta nello stesso mercato al 9,6%; che equivale a 2,4 milioni di unità vendute.
Il mercato dei tablet è in fermento, visto che Google e Microsoft hanno recentemente introdotto nuovi prodotti, proprio allo scopo di detronizzare l’iPad di Cupertino. Ma l’azienda dei record potrebbe facilmente rifarsi con l’imminente lancio dei “mini iPad” previsto, secondo recenti indiscrezioni, per la fine di Ottobre.
Via Tech Economy
Nielsen ha appena pubblicato uno studio su “Come la connettività influenza lo shopping globale“. I risultati sono piuttosto interessanti e di sicuro rilievo, data l’importanza assunta oggi nella vita di molti dall’uso costante dei dispositivi mobili connessi al Web.
Il livello di coinvolgimento negli acquirenti online dipende molto, secondo Nielsen, dal tipo di prodotti che si acquistano ma non mancano sorprese riguardo alle categorie di prodotto.
In particolare, desta sorpresa la crescita di acquisti per beni normalmente “problematici”, come quelli alimentari di largo consumo, spesso in secondo piano negli acquisti per i problemi di facile deperibilità. L’incidenza della connettività è più forte oggi proprio nell’e-commerce legato ai prodotti alimentari.
In ben 56 nazioni al mondo, secondo Nielsen, si riscontra un effetto virtuoso sulla vendita di prodotti “freschi” legato alla maggiore connettività. Più di un quarto degli intervistati (26%), ha dichiarato di aver programmato di acquistare cibi e bevande attraverso device connessi alla Rete, negli ultimi 3 o 6 mesi. Un salto del 18% in più rispetto al 2010, e una crescita nelle intenzioni di acquisto online di alimenti e bevande, pari al 44% in due anni. Così come sono saliti i valori relativi all’acquisto di prodotti di cosmesi via internet, passati dal 22%, a più del 25% rispetto all’ultima rilevazione.
Su questa rilevazione del 2012 si sente anche l’incidenza dei nuovi device come smartphone e tablet, che vanno sempre più rapidamente a sostituire altre tipologie di dispositivi dotati di minori opzioni per gli utenti.
Quest’anno, infatti, Nielsen ha rilevato che nel mondo una persona su cinque prevede di acquistare e-book, giornali o abbonamenti a riviste in formato digitale. Ciò mentre è calato dal 44% del 2010 all’attuale 33%, il mercato degli abbonamenti alle riviste e la vendita di libri in formato cartaceo.
Ma la lista delle categorie che hanno subito un incremento, uno stimolo all’acquisto, grazie alla maggiore connettività sono numerosissime: dai videogiochi (+18%), all’hardware per computer (+6%); dai biglietti per spettacoli e intrattenimento (+10%), a video e musica saliti di un più 5%; fino agli accessori per moto e auto che registrano un più 4%. In fondo alla graduatoria un +1% per abbigliamento, accessori, scarpe e gioielli; che riscontrano però già un tasso elevato nelle precedenti rilevazioni.
In fine, è importante anche sottolineare che, secondo i dati raccolti da Nielsen, il 46% degli intervistati ha usato i social network per informarsi e orientarsi negli acquisti online. Inoltre, è aumentato anche il numero di coloro che dichiarano di acquistare frequentemente sugli e-store (il 37% degli intervistati).
Nielsen ha raccolto i dati principali della sua rilevazione sulle intenzioni di acquisto, in un’infografica riportata qui di seguito, e la ricerca completa è disponibile in download.
Via Tech Economy
Sarà inoltre disponibile anche Regno Unito, in Germania, Francia e Spagna offrendo così ai clienti europei “l’accesso alla vasta scelta di applicazioni Android con la comodità degli acquisti su Amazon dai loro telefoni e tablet Android“, spiega l’azienda in un comunicato ufficiale. Il suo negozio online di app è nato negli Usa a marzo del 2011. L’Appstore di Amazon, proprio come il più noto di Apple, offre una vasta selezione di applicazioni e giochi, tra cui ‘Skyscanner’, ‘Fruit Ninjà e le app di marchi come Rovio, l’azienda che ha ideato il famoso game Angry Birds.
Per l’Italia c’è anche l’app del popolare sito ilMeteo.it. “I clienti negli Stati Uniti hanno acquistato milioni di applicazioni e giochi dalla data del lancio, siamo lieti di estendere questa esperienza ai nostri clienti europei“, spiega Jim Adkins, Vice Presidente di Amazon Appstore. Insieme al negozio virtuale i clienti europei avranno accesso anche a funzionalità come il ‘Free App of the Day’, che offre ogni giorno, gratis, una app solitamente a pagamento. Ma pure alle altre funzionalità di Amazon, come i suggerimenti personalizzati, le recensioni scritte dai clienti e l’opzione di pagamento 1-Click. In Germania, Francia e Italia lo store Amazon si chiama App-Shop, in Spagna Apps Tienda, mentre nel Regno Unito è Amazon Appstore per Android.
Via Tech Economy
Dal 24 al 28 settembre, arriva a Torino Social Media Week, la più grande manifestazione internazionale dedicata ai social network e alla comunicazione digitale. Nata da un’idea di un gruppo di creativi di New York, Crowdcentric, Social Media Week si svolge contemporaneamente in 14 città sparse per il mondo: oltre a Torino, Barcellona, Berlino, Bogotà, Chicago, Glasgow, Hong Kong, Jeddah, Londra, Los Angeles, San Paolo, Seoul, Shanghai e Vancouver.
Durante i cinque giorni di Social Media Week i maggiori esperti e innovatori di comunicazione digitale si metteranno al servizio del pubblico per raccontare cosa si nasconde dietro al fenomeno del secolo: il web. Social Media Week è nata con l'intento di svelare come e perché questo accade. Il tema di questa edizione 2012 è Empowering Change Through Collaboration - Dare forza al cambiamento attraverso la collaborazione.
Via Quo Media
Profili Twitter con informazioni in tempo reale su traffico e lavori in corso, blog aperti ai viaggiatori per informarsi su una linea e magari anche criticarla, applicazioni per smartphone con cui andare a caccia degli ultimi aggiornamenti sul proprio treno. In Francia le aziende di trasporti pubblici si lanciano sempre di più nel mondo del web 2.0 per gestire i loro rapporti con i cittadini/clienti, aumentando rapidità e interattività delle relazioni. L’ultima iniziativa in ordine di tempo partirà domani a Parigi: quattro delle linee più frequentate della metropolitana cittadina lanceranno i propri account Twitter, da cui ‘cinguetteranno” ai passeggeri notizie in tempo reale sullo stato della circolazione, sui progressi dei periodici lavori di rinnovamento della rete e su eventuali disservizi, guasti o incidenti, dalle 6 del mattino alle 21. Dopo un periodo di sperimentazione della durata di tre mesi, se il riscontro tra gli utenti sarà positivo, l’iniziativa sarà estesa a tutte le 14 linee del metrò parigino e ai treni suburbani. Punta con forza sul web anche la nuova campagna dell’operatore ferroviario Sncf, i cui manifesti disseminati da qualche giorno in tutte le città di Francia promettono grandi novità all’insegna del ‘social’. Un’applicazione per smartphone interamente rinnovata, Sncf Direct, che permette ai passeggeri di avere informazioni aggiornate sui loro treni, e soprattutto una serie di blog dedicati alle varie tratte, suburbane (come le RER e i Transilien nella regione di Parigi) e inter-cittadine (linee Intercites). Gestiti da responsabili delle relazioni clienti, questi spazi online permettono di saperne di più sulle linee e la loro gestione, di avere notizie su quello che succede lungo il tragitto, imprevisti compresi, ma anche di esprimere le proprie critiche sul servizio, sulla manutenzione dei treni o sullo stato delle stazioni. Senza dimenticare le interazioni ‘orizzontalì tra navigatori del web, sollecitate, per esempio, dal sito di prenotazione Voyages Sncf, che invita a “scambiarsi informazioni e astuzie” sui viaggi ferroviari. Via Tech Economy
Positivo nel secondo trimestre di quest'anno il mercato della tecnologia di consumo: con un giro d'affari superiore ai 4,1 miliardi di euro, torna il segno più davanti al trend (+0,3% rispetto al secondo trimestre 2011), come non accadeva dal 2010. È quanto emerge nel rapporto trimestrale sul settore elaborato da Gfk. Nel complesso il valore in Italia dei prodotti hi-tech nel primo semestre ha raggiunto gli 8,2 miliardi di euro. Confrontando le cifre tra il secondo trimestre del 2012 con quello del 2011, il risultato del comparto telefonia registra un rialzo a due cifre (+19,2%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per un fatturato superiore agli 830 milioni di euro. Per la prima volta nel mercato italiano le vendite degli smartphone hanno superato le vendite dei mobilephones, mentre i tablet multimediali triplicano il loro fatturato. Crollo invece delle vendite dei netbook: dimezzate rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente. Nel secondo trimestre dell'anno il mercato dell'informatica si attesta su un controvalore pari a circa 765 milioni di euro. Via Quo Media
Sulla base delle esperienze fatte nella metropolitana di Seul, Tesco rilancia all'aeroporto londinese di Gatwick il concetto del poster che in realtà è un supermercato - perché permette di fare la spesa e vedersela recapitata a casa.
Il concetto è quello di un "supermercato virtuale" - mentre si attende il proprio aereo, con lo smartphone si mettono in un carrello virtuale i prodotti, riprendendone i codici a barre.
La consegna sarà a domicilio - e la spesa si può fare in anticipo anche di tre settimane, in modo da tornare dal viaggio e non avere la sindrome da frigorifero (reale) vuoto.
Sono stati attivati quattro poster per i prodotti freschi e sei per quelli a temperatura ambiente...per un totale di un'ottantina di prodotti disponibili.
Il costo dello spazio media in un ambiente così costoso come quello dell'aeroporto, sarà giustificato dai volumi d'affari? E ci sarà un impatto positivo sulle vendite nei PV tradizionali grazie ad un effetto di branding (difficile misurarlo, ma credo che sarà uno dei principali obiettivi del test di due settimane effettuato in Inghilterra...) - considerando che il target è ampio, circa 30.000 persone al giorno che passano di lì...
Anche qui a Tokyo l’estate volge al termine, estate che e’ stata caratterizzata da tassi di umidità degni di una foresta amazzonica. Non ci si devono aspettano lunghe code in autostrada o grandi rientri: le ferie estive nella terra del sol levante sono infatti limitate ad una manciata di giorni (in media da 3 a 5 giorni per i salaryman), spesso a ridosso della tradizionale festività’ dell’OBON che coincide con il nostro ferragosto. Una lunga e calda estane anche nel panorama dei social media e marketing locali, che ha ha segnato la definitiva consacrazione di Facebook nell’agenda di comunicazione di grandi brand ma anche di medie aziende che puntano principalmente al mercato domestico.
Negli scorsi articoli abbiamo visto quanto la capacità di mettere a frutto i network sociali e le piattaforme mobili per il business stia influenzando drasticamente lo sviluppo di nuovi prodotti: a cambiare sono ora le strategie di marketing e ‘dialogo’ con media e clienti. Dopo i primi esperimenti con le “brand pages” degli scorsi due semestri, che hanno visto la corsa alla creazione di campagne sociali su Facebook e l’apertura frenetica di account su twitter, si è finalmente ad un momento di revisione e riflessione. Si iniziano a raccogliere e confrontare i risultati di iniziative e campagne nate da impulsi di marketing o dettate dalla corsa all’emulazione – spesso caratterizzate dalla mancanza di preparazione dei primissi approcci aziendali al social media. E’ un ottimo momento questo – non solo perche’ ci sono i dati per riflettere e prepararsi al meglio, ma anche perché e’ sempre più chiaro che il panorama del business e’ cambiato per tutti e che non si può ci si può più voltare indietro. I social media globali si sono fatti breccia in giappone e sono qui per restare: i network sociali locali (come Mixi di cui abbiamo parlato negli scorsi articoli) faticano a mantenere credibilità nei confronti del business e a scrollarsi di dosso una immagine obsoleta e di di ‘chiusura’.
E’ questa l’estate che consacra Facebook come protagonista per il business in rete del Giappone, in un paese dove il network ha faticato (e per certi versi ancora fatica) a conquistarsi la fiducia degli utenti consumer locali. Mentre twitter perde la sua immagine di novità per stabilizzarsi come una costante presenza di fondo, come un invisibile e immancabile collante sociale e digitale.
I numeri di Facebook crescono, come crescono gli sforzi di advertising e comunicazione delle aziende che scommettono sul canale – e il network sociale si prepara allocando un team dedicato al solo mercato giapponese, con sviluppatori e professionisti del marketing in sede stabile a Tokyo. A sostenere l’espansione di Facebook nel cuore delle aziende locali hanno contribuito in maniera considerevole applicazioni di terze parti, facilitando l’integrazione delle strategie web di piccole e grandi aziende.
Come e’ successo sul mercato globale – è grazie a start up “di servizio” come Wildfire e Involver, che si sono dedicate alla fornitura di servizi e applicazioni di marketing semplici e ‘plug & play’ per l’ottimizzazione e customizzazione delle pagine Facebook, piccole e grandi aziende in tutto il mondo hanno potuto di costruire pagine Facebook interattive e campagne di marketing con pochi click, semplici modelli preconfigurati, e costi ridottissimi.
Similmente qui in giappone si è vista nell’ultimo anno l’esplosione di provider di applicazioni “prefabbricate” e per l’integrazione di strategie di marketing e di contenuti direttamente in Facebook – e completamente in giapponese: lingua solitamente non supportata dai prodotti esteri non solo per le difficoltà con la localizzazione dei caratteri, ma anche per il diverso impianto sociale e culturale che richiede una profonda conoscenza delle consuetudini di marketing locale.
Fra i provider di social application giapponesi il primo in termini di successo e brand è Monipla che ha costruito una suite di applicazioni per la customizzazione delle brand page su facebook in giapponese, ed e’ stato subito seguito da altri player nel settore. Grazie alla diffusioni di applicazioni semplificate in lingua, e alla corsa all’innovazione per espandere le possibilita’ di marketing a basso costo, le aziende giapponesi hanno iniziato ad apprezzare e a capire l’importanza dell’uso corretto di Facebook e dei complementari canali sociali – e a vederli non piu’ come un’ecceziona ma come parte integrante del marketing mix, da coordinare con i piu’ maturi e tradizionali canali di promozione web, media e PR televisivo.
Dopo mesi di sperimentazioni, siamo ora ad una svolta, che in molti nel settore ci si aspettava e che tardava ad arrivare: e’ sempre piu’ palese che non basta aprire una pagina Facebook o attivare alcune applicazioni – quello che serve e’ una strategia di brand che includa elementi di produzione editoriale e contenuti.
Le aziende e i dipartimenti di marketing locali sono ora piu’ propensi ad investire tempo ed energia, e ad investigare più’ in profondità la necessita’ di avere una strategia piu’ matura soprattutto nel campo dei contenuti e dell’engagement. Non basta parlare con i fan, bisogno dargli valore in cambio di attenzione. Meno campagne ‘spot’ e piu’ fiducia in strategie di lungo termine.
Creare contenuti interessanti e con continuità sul web e sui canali social può avere un impatto maggiore di una serie blasonati spot televisivi. Questo rappresenta la caduta di un altro tabù mediatico e culturale per il business giapponese: per farsi notare sul web, intrattenere ed interagire con i clienti esistenti e nuovi e’ fondamentale e richiede attenzione costante. Dopo mesi passati in assenza di una vera forma di comunicazione e di ‘engagement’ con fan e potenziali clienti, l’insoddisfazione di chi ha improvvisato si fa sentire. La soluzione c’è: richiede più impegno e focalizzazione – ed e’ comunque inevitabile. E’ la soluzione ai problemi cronici di canali web e sociali o deserti per l’assenza di aggiornamenti o di messaggi diversi dal promozionale: si chiama “Content Marketing” ed si implementa con strategie di creazione di contenuti di qualita’ e regolari. Ancora una volta, non ci si puo’ dimenticare che sulla rete “Content is King”, I contenuti la fanno da padrone: come per la Tv, e come per le applicazioni mobili, web e social network sono avidi di contenuti, talenti, e aggiornamenti continui e regolari – e le aziende sono in competizione anche sul piano dei contenuti – che sono sempre online, 24 ore su 24.
Non c’e’ fretta, ma non ci si puo’ fermare a guardare: quei business che investono oggi in una strategia dei contenuti e che si associano con i creativi, i video, le comunita’ o i talenti blogger piu’ interessanti, divertenti o utili saranno sempre un passo avanti rispetto ai competitor, in quanto in grado di attrarre maggior attenzione e interazione – quindi miglior brand awareness ed engagement.
La sfida del social web per il business è ancora una volta una sfida per la conquista del’ attenzione di media e dei clienti. E’ i parte un ritorno alla dimensione del villaggio o del mercato di piazza -o come accadeva (e accade) nei tradizionali Shoutengai giapponesi con numerosi negozi aggregati in una sola via commerciale e al coperto.
Nel mercato come nello Shoutengai, per sopravvivere e vendere bisogna attrarre nuovi clienti con una costante comunicazione, preparare la vetrina o i contenuti del banco in modo da fermare l’attenzione, conquistarne la fiducia con un servizio e prodotto valido ed avere abbastanza clienti davanti in fila da far innescare il vitale passaparola.
Via Tech Economy
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