Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
BigG ha lanciati solo da qualche settimana lo spazio dedicato, sul suo social network Google+, ai marchi, ma è già possibile stilarne una classifica tra quelli più seguiti. Il primo in classifica è Android, con più di 250 mila followers, seguito dallo stesso social network Google+ e poi dal motore di ricerca di Mountain View.
Tra i primi dieci si trova anche il quotidiano New York Times (nono posto, 91 mila persone), il gruppo musicale dei Colplay (settimi, 102 seguaci) e la catena di negozi di abbigliamento H&M, con 91 mila followers.
Via Quo Media
Google nell'ultimo anno ha varato una vasta campagna di acquisizioni: da gennaio gli investimenti confermati in modo ufficiale o segnalati nei documenti presentati alla Sec, l'equivalente della Consob negli Stati Uniti, ammontano a 13,16 miliardi di dollari per quattro accordi.
L'operazione principale riguarda Motorola Mobility (12,5 miliardi di dollari), un trampolino di lancio dove avviare l'integrazione con cellulari, tablet e dispositivi per la televisione (set-top-box). Segue la società di marketing e promozione pubblicitaria Admeld (400 milioni). Poi Zagat (151 milioni), editore delle storiche guide gastronomiche, e Daily Deal (114 milioni), una startup tedesca specializzata nel commercio elettronico.
Per altri ventidue accordi, invece, le cifre reali non sono state rivelate, ma portano alla luce alcune direzioni di sviluppo di "Big G" per competere con i rivali. A partire dai social network: durante l'anno ha inglobato cinque tra startup e aziende specializzate nell'analisi e nella gestione delle reti sociali online (fflick, PostRank, Fridge, SocialGrapple, Katango). Un altro settore dove ha allargato i suoi confini è l'ecommerce, attraverso BeatThatQuote e Sparkbuy. Insegue inoltre Siri, il software Apple capace di capire i comandi vocali: Google prova a recuperare terreno con SayNow per le tecnologie di riconoscimento audio e poi con Clever Sense nei suggerimenti agli utenti.
Facebook non è ancora quotato in Borsa, ma il suo ingresso nel listino è previsto per la primavera dell'anno prossimo. Dall'inizio del 2012 ha portato nel suo recinto undici acquisizioni. Non sono noti, però, i termini degli accordi. I costi trapelati riguardano Gowalla (circa dieci milioni di dollari) e Beluga: secondo le stime più cautelative sarebbe costata attorno ai 40 milioni di dollari. Non è mistero l'interesse di Facebook per l'espansione su cellulari e tablet in vista del traguardo annunciato di un miliardo di utenti: per accelerare il passo nei Paesi in via di sviluppo ha bisogno di aumentare gli utenti soprattutto attraverso la telefonia mobile che in molte nazioni in Africa e nel Sudest asiatico diventa una porta di accesso alle fasce povere della popolazione locale. La startup Digital Staircase, invece, è una delle ultime scommesse: abilita le modifiche di fotografie e video in tempo reale sui cellulari. E diventa un tassello importante nella competizione con Instagram, un'applicazione software per la condivisione di immagini che ha raggiunto 15 milioni di utenti.
Luca Dello Iacovo su IlSole24ORE.com
Continua la crescita delle connessioni internet mobili in Italia. Secondo gli ultimi dati pubblicati da Agcom, alla fine di settembre 2011 erano 18,1 milioni le sim con accesso al web veloce (+9,8% rispetto allo stesso mese del 2010).
La banda larga mobile è ormai una realtà consolidata tra gli utenti, anche se spesso mancano strutture adeguate, soprattutto per quanto riguarda il wifi pubblico.
Via Quo Media
Le Facebook Card sono biglietti da visita ordinabili attraverso internet. Ma hanno una differenza rispetto ad altre simili: riuniscono in una tessera di carta le informazioni già archiviate dalle persone nel social network. Come, ad esempio, il luogo di residenza o l'attività professionale. E accorciano le distanze tra l'identità digitale e la vita quotidiana, lontano da cellulari e computer. A lanciare l'idea è una società inglese, Moo. La procedura funziona in modo automatico per gli iscritti di Facebook dopo che acconsentono all'utilizzo dei loro dati, come già avviene con i giochi e altre applicazioni software.
Sul lato frontale del biglietto appare un'immagine: è la prima in alto nella pagina del Diario di Facebook e occupa la maggior parte dello spazio, accanto al nome. Nella parte posteriore, invece, gli utenti possono scegliere un motto. Inoltre, in basso, trovano anche il link per accedere alla propria pagina nel social network. Da tempo chiunque può decidere di ottenerne uno con nome e cognome, attraverso uno spazio predisposto per costruire la "vanity url".
La Card raccoglie anche altre informazioni, se sono disponibili sul profilo: numero di telefono, luogo di residenza, professione e indirizzo di posta elettronica. Sono poi gli iscritti a correggere eventuali errori. Si tratta di un'iniziativa pianificata in accordo con Facebook: il lancio ufficiale sarà domani, ma un'anteprima gratuita è accessibile ai primi 200mila utenti della rete sociale online. Altrimenti il costo complessivo dall'Italia è di 25 euro per 50 biglietti, incluse le spese di spedizione rapida con un corriere espresso.
di Luca Dello Iacovo su IlSole24ORE.com
Dati sulla diffusione dell'online in Italia e i dati di audience del mese di Settembre 2011 da Audiweb + dati su Twitter e Facebook presi da vincos.
Ecco il solito e consueto aggiornamento mensile, con qualche commento e un po' di prospettiva storica - con un confronto di dati che non trovate facilmente altrove .
Quanti siamo online? 27,3 Milioni. Altri 300.000 italiani sbarcano sul Web nel mese di Ottobre. La crescita su base annuale è del 10%, più o meno quella cui siamo abituati da un po’ di tempo.
Ricordo che si tratta di persone di un’età superiore ai 2 anni che si sono collegati almeno una volta a Internet tramite computer a Ottobre 2011 da casa, ufficio o altri luoghi.
A Settembre erano 27 milioni, ad Agosto 26 milioni, a Luglio e Giugno 26,2, a Maggio 26.8 milioni. Ad Aprile erano 26.6 contro circa 26 milioni scarsi a Marzo 2011. A Febbraio erano 25.4 milioni, 25.8 milioni a Gennaio e 25 a Dicembre 2010).
Interessante notare che la classe di età che affolla di più Internet in Italia sono i 35-54enni.
Quanti italiani trovo online nel giorno medio? Nel giorno medio a Ottobre trovo 13 milioni di utenti attivi. Qui la crescita è molto più contenuta, perché a Settembre ne trovavo 12,9, ma ad Agosto erano 10,7.
Abbiamo quasi recuperato il calo di audience rispetto alla primavera: a Luglio 2011 erano 12,2 milioni, 13 milioni a Giugno, a Maggio erano 13,2 milioni, 13 milioni a Aprile. A Marzo erano 13.3 milioni, a Febbraio 12,8 milioni, 12,6 a Gennaio, 12 milioni a dicembre 2010, 12,6 a Novembre 2010 (se poi volete farvi delle storiche più arretrate, fate un search su questo blog per “Audiweb” così recuperate i post precedenti e vi fate rapidamente una serie).
Se guardiamo la tendenza sull'anno, Ottobre 2011/Ottobre 2010 registra una crescita del 7,6% - prosegue il rallentamento della crescita rispetto ai periodi precedenti (a Luglio cresceva quasi del 13%).
Quanto si sta online, ogni giorno? Resta stabile (nel breve periodo) la permanenza su Internet - a Ottobre 1 ora e 21 minuti al giorno, mentre a Settembre era 1 ora e 22’ e 1 ora e 18 minuti a Agosto.
Da inizio anno il tempo passato online è sceso notevolmente, con un trend tutto in discesa. Ecco i dati precedenti: Luglio 1h 13', Giugno 1h 19', Aprile 1h 18', Marzo 1 h 24' al giorno, 1h 37’ a Febbraio, a Gennaio era 1h 40’. Un anno fa era 1h 26’.
Quante pagine si vedono? Scendono un po’ le pagine vista, a Ottobre 2011 gli utenti Internet italiani hanno visto 160 pagine per persona, contro le 171 di Settembre e le 155 di Agosto. A Luglio le pagine viste erano 128, a Giugno 146, a Maggio 155, ad Aprile erano 158, a Marzo erano 174 pagine mentre erano in media 202 a Febbraio, a Gennaio 201 e a Dicembre 2010 erano 183. A Settembre 2010 erano 166.
Di qui in poi sostanzialmente copio e incollo la press release e le tabelle:
Composizione Sociodemografica… La popolazione online nel giorno medio per il mese di ottobre è rappresentata da uomini nel 55% dei casi (7,2 milioni) e da donne nel 45% dei casi (5,9 milioni). Più in dettaglio, analizzando il profilo socio-demografico della popolazione online ad ottobre, risultano online nel giorno medio principalmente i 35-54enni, nel 47% dei casi (6,2 milioni di utenti attivi), seguiti dai 25-34enni online nel 20% dei casi (2,6 milioni di utenti attivi).
Il 51% degli utenti attivi nel giorno medio possiede un diploma superiore o tecnico, mentre il 26% ha compiuto studi universitari o conseguito una laurea.
Distribuzione geografica: Gli utenti attivi nel giorno medio provengono dall'area Sud e Isole (il 31% dei casi con 4 milioni di utenti attivi), dal Nord-Ovest (il 31% dei casi con 4 milioni di utenti attivi), dal Centro (il 17,2% dei casi, con 2,3 milioni di utenti attivi) e dall'area Nord-Est (il 15% dei casi con 2 milioni di utenti attivi).
Parliamo di Twitter Secondo quanto riportato da Vincenzo Cosenza (www.vincos.it) in un suo recente post, viene stimato che in Italia ci siano oggi tra i 2.1 e i 2.4 milioni di visitatori al sito Twitter.com. Anche grazie all' "Effetto Fiorello".
Da capire se questo numero può essere preso acriticamente come "il numero degli utenti Twitter in Italia"... ma in realtà è già stato fatto e possiamo star certi che sarà il nuovo benchmark su cui si sprecheranno articoli e si baseranno le decisioni dei clienti
Parliamo di Facebook Sempre da Vincos... Facebook in Italia: 21 milioni d’iscritti, 13 milioni accedono ogni giorno, 7,5 da mobile.
21 milioni su 27 milioni di user internet vuol dire che è su Facebook il 78% (!) degli utenti.
Le emittenti televisive inglesi accelerano il passo per incontrare su internet il loro pubblico: il Regno Unito è terzo al mondo nella visione di filmati online per utente, dopo Canada e Stati Uniti, come segnalano le rilevazioni di ComScore. E di recente la Bbc ha stretto accordi con grandi piattaforme per la fruizione di video sul web.
Ad esempio, distribuisce alcuni suoi programmi anche su Netflix, appena arrivato dagli Stati Uniti, e ha un'alleanza con Lovefilm, acquistata da Amazon. I social network sono un territorio di espansione. Da poco Sky ha ottenuto una quota in Zeebox, dove gli utenti possono vedere i programmi e commentare a partire dagli schermi di cellulari e tablet: in particolare, chi è su twitter può discutere in diretta film e fiction.
Lo studio di ComScore sottolinea che nel mondo sono 1,2 miliardi di persone a guardare filmati su internet, dove YouTube ha costruito il suo successo e allunga la sua marcia: in un recente articolo sul "New Yorker" descrive in dettaglio il progetto per i suoi 800 milioni di utenti globali e prevede nei prossimi anni decine di migliaia di canali, dedicati a nicchie ristrette di persone e con una programmazione limitata ad alcune ore al giorno.
di Luca Dello Iacovo su IlSole24ORE.com
Facebook guadagna terreno nella gara con altri colossi di internet. Durante l'anno in corso assorbirà il 5% degli investimenti in pubblicità online, secondo le previsioni della società di analisi Efficient Frontier. È una gara aperta con Google, Yahoo e Microsoft.
La lente d'ingrandimento del report di Efficient Frontier esamina, inoltre, gli annunci promozionali mostrati dagli schermi di cellulari e tablet: spesso sono la sorgente economica per remunerare chi ha progettato applicazioni software scaricate senza pagare nulla. E, segnala lo studio, durante il 2012 registreranno un aumento fino al 16-22% dei clic sulle inserzioni commerciali online.
Via Quo Media
La RIM dovrebbe abbandonare il progetto del suo sistema operativo in favore di Android o Windows Phone? E’ quello che si chiede Peter Rojas in una discussione su GDGT. Nonostante la buona presentazione fatta al CES 2012 in merito al nuovissimo sistema operativo Blackberry 10 e nonostante i nuovi smartphone RIM, forse all’azienda, per rimanere sul mercato e cercare di riacquistare delle quote, converrebbe decidere di adottare Google Android o Window Mobile, il sistema operativo di Microsoft.
Nonostante le presentazioni che la RIM ha fatto all’evento di Las Vegas, infatti, non sembra che esso possa competere con l’iPhone o con i vari telefoni Android, come i nuovissimi Samsung Galaxy SII o il Samsung Galaxy SIII. Il problema è che il successo di uno smartphone si basa moltissimo sui mercati virtuali delle applicazioni, come già abbiamo avuto di vedere. L’App Store e l’Android Market, in questo senso, sono dei leader nel mercato, mentre la Microsoft sta facendo dei pesanti investimenti con il suo Windows Market al fine di competere con Google e con la Apple.
La strada che sta percorrendo la RIM in questo periodo ricorda un po’ quella che ha percorso la Nokia tempo fa, che l’ha portata praticamente ad essere esclusa dal mercato degli smartphone, tanto che ora la casa finlandese ha messo da parte il suo Symbian ed è passata a Windows Mobile.
Qualunque sia la decisione che la RIM ha deciso di mettere in pratica, quello che è certo è che l’azienda dovrà prendere delle decisioni importanti sul suo futuro, anche in maniera veloce. Che il futuro della RIM passi per la strada di Mountain View, per quella di Redmond o per una più coraggiosa ristrutturazione interna, non possiamo ancora saperlo, ma speriamo di non perdere questo “gigante”.
Via Mobileblog.it
Il mobile marketing e gli acquisti in mobilità registreranno un boom nel 2012. E’ quanto emerso la scorsa settimana a New York in occasione del consueto incontro di inizio anno del Direct Marketing Club che analizza scenari e prospettive per l’anno in corso delle attività di marketing diretto.
Ospite d’onore Bruce Biegel, managing director di Winterberry Group, società di consulenza strategica, secondo cui “questo è l’anno dell’esplosione del mobile”. Citando un report recentemente rilasciato dalla sua società, Biegel ha riferito come negli Stati Uniti la spesa per il mobile advertising sia aumentata del 41,2% nel corso del 2011 arrivando a 1,2 miliardi di dollari e il tempo dedicato all’utilizzo dei dispositivi mobili sia aumentato in un anno del 30%. Il fatturato delle attività digitali a livello complessivo è aumentato del 19,8% a 34,6 miliardi di dollari, mentre il fatturato del segmento e-mail marketing è aumentato del 18,1% a 1,6 miliardi di dollari l’anno.
Un chiaro trend, secondo Biegel, che le attività di marketing diretto si stanno sempre più spostando verso i canali digitali e in particolare su quelli mobili a scapito di quelli tradizionali.
La spesa in iniziative di direct marketing su dispositivi mobili è prevista in crescita quest’anno del 50,2% per un fatturato stimato a fine 2012 di 1,8 miliardi di dollari. Questa crescita è legata secondo Biegel alla sempre maggiore diffusione degli smartphone, alle opportunità legate ai sistemi di geolocalizzazione e all’utilizzo sempre maggiore di nuove tecnologie e applicazioni da parte dei consumatori. Un trend questo che comporterà la necessità per le agenzie di marketing diretto di dotarsi di nuove piattaforme che siano in grado di gestire e supportare flussi sempre maggiori di dati e informazioni, per incrociare le informazioni provenienti dai canali mobile e digitale, integrandole con i dati demografici e i comportamenti d’acquisto dei consumatori.
Anche il segmento dell’email marketing risente della sempre maggiore penetrazione del mobile tra i consumatori, dal momento che più del 20% delle mail sono ormai lette su dispositivi mobili (smartphone e tablet) secondo un’analisi di Knotice, un email service provider che ha analizzato le modalità di lettura di 700 milioni di mail negli Stati Uniti. Proprio per questo Brian Degan, CEO di Knotice, sottolinea l’importanza che i messaggi di email marketing siano ottimizzati per essere letti anche su dispositivi mobili e, soprattutto, che la user experience di chi fa click su un messaggio di email marketing usando uno smartphone, sia pensata per il mobile.
Via Tech Economy
Sono nati tra il 1980 e il 2000, sempre connessi anche in mobilità, utilizzano internet per cercare informazioni, scambiarsi idee e relazionarsi con i propri coetanei. Sono cresciuti a contatto con culture diverse e hanno una naturale predisposizione a lavorare in team, purché all’interno di contesti lavorativi aperti, partecipativi e non troppo ingessati.
E’ il ritratto dei Millennials, la nuova generazione che si appresta ad entrare nel mondo del lavoro, portando degli inevitabili cambiamenti nelle organizzazioni e nel modo di lavorare e di fare business all’interno delle aziende.
I Millennials, così come William Strauss e Neil Howe per primi definirono già nel 1991 questa generazione, hanno un’attitudine molto marcata al multitasking, ricercano un continuo feedback da parte dei superiori sul proprio lavoro e si aspettano di poter fare esperienze in settori diversi all’interno delle organizzazioni.
Ricercano la leadership, ma si aspettano che i manager e i colleghi più anziani siano pronti ad ascoltare e a rispettare le loro idee. Hanno bisogno di sfide con cui misurarsi, ma anche di rendersi conto di quali siano le opportunità e i percorsi di carriera.
Al tempo stesso però danno grande importanza al worklife balance e richiedono flessibilità nell’organizzazione del lavoro perché tendono a mettere la famiglia e gli amici prima della carriera. Sono inoltre molto attenti alla reputazione dell’azienda nella quale lavorano e si aspettano di dare un contributo in termini di responsabilità sociale.
I Millennials sono la generazione più collegata in rete della storia e si aspettano di ritrovare anche nel contesto lavorativo gli stessi strumenti che usano abitualmente per la gestione delle proprie relazioni interpersonali. Facebook, Twitter, Youtube non sono per loro fantastiche innovazioni dell’era digitale, ma parti della loro quotidiana vita sociale e di relazione.
Sono naturalmente propensi al multitasking, all’uso di più strumenti tecnologici e applicazioni con un approccio aperto alle nuove tecnologie per comunicare e condividere idee, pensieri e passioni.
Di conseguenza chiedono e si aspettano che all’interno delle aziende vi siano standard elevati di prestazione di rete e la possibilità di utilizzo degli stessi strumenti di connessione e condivisione, anche in mobilità, adottati abitualmente nella vita privata.
Tutti questi elementi insieme avranno un inevitabile impatto all’interno delle aziende rivoluzionando l’organizzazione del lavoro. Secondo un recente studio di Accenture sull’uso della tecnologia da parte del Millennials, le organizzazioni che non saranno in grado di venire incontro alla cultura digitale e di compartecipazione di questa generazione rischiano di perdere la capacità di attrarre e trattenere i nuovi assunti.
Questo vuole anche dire che HR e CIO saranno chiamati ad una maggiore collaborazione per riuscire a guadagnare un vantaggio competitivo nei confronti di competitor meno attenti alle dinamiche generazionali non solo in tema di recruiting e di retention ma anche per tutto quello che afferisce all’innovazione e alla crescita del business aziendale.
Via Tech Economy
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