Immagine
 mymarketing.it: e tu cosa ne pensi?... di Admin
 
"
Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
"
 
\\ : Storico : Aziende (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Max Da Via' (del 08/05/2017 @ 07:09:57, in Aziende, linkato 1390 volte)

Bisognerà attendere ancora qualche giorno, o settimana, affinché Facebook diventi un servizio da due miliardi di utenti nel mondo. Due miliardi. Un numero spaventoso che diverse aziende del beverage guardano dal basso e solo pochi altri non invidiano. Facebook ha chiuso il trimestre al 31 marzo con 1,94 miliardi di user mensili, fatturato in aumento del 49% a oltre 8 miliardi e un profitto a +76% per 3 miliardi. Il core business del colosso social – il cui fatturato è circa l’utile del rivale Alphabet – è l’advertising: di questa l’85% è transitata da mobile per un totale di 6,7 miliardi di dollari. Il giro d’affari della sola pubblicità non accenna a rallentare, nonostante gli ammonimenti della stessa Facebook e le conseguenti preoccupazioni di Wall Street: +51% a 7,85 miliardi di dollari.

Oltre il newsfeed: Instagram, video e audience network

Facebook capitalizza 440 miliardi. Gran parte del suo business dipende dagli annunci sul newsfeed, che ormai hanno raggiunto una quota ‘eccessiva’. Non si possono più sovraccaricare gli utenti di messaggi promozionali. Per questo l’attenzione si è spostata verso Instagram, che quest’anno secondo i dati forniti da eMarketer dovrebbe fatturare poco meno di 4 miliardi di dollari e ormai raggiunge oltre 700 milioni consumatori; e dalla pubblicità video, il segmento più corposo in termini di raccolta pubblicitaria per via della diretta competizione con i più elevati budget televisivi. Un altro canale cui il social sta attingendo è Facebook Audience Network (FAN): in questo caso la vendita di pubblicità su siti e applicazioni esterni sembra poter compensare l’affollamento pubblicitario del newsfeed. Tuttavia ciò non dovrebbe bastare, secondo il chief financial officer David Wehner, ad arrestare il “significativo” rallentamento della crescita delle revenue di Facebook nel secondo semestre. Ma occorre operare ancora una volta una distinzione importante: il problema dell’ad load riguarda il solo newsfeed e non l’armata di app e asset in mano a Facebook. WhatsApp ha oltre 1 miliardo di utenti, Messenger ne ha oltre 1,2 miliardi. Queste sono destinazioni che potranno essere mettere a frutto, magari non nell’immediato, e le tante novità annunciate nel corso della ultima F8 developer conference lo confermano.

Utenza in ascesa. E più preziosa

Gli utenti attivi su base giornaliera sono 1,28 miliardi. La quasi totalità si connette da mobile. E il consumatore si fa più prezioso, anche in mercati consolidati come il Nord America, dove il valore del singolo utente (ARPU) è balzato del 37% a


Via DailyOnline
 

Si è svolto ieri Google Marketing Next, l’evento annuale di Bg G in cui vengono annunciate le ultime novità per l’advertising, gli analytics e per la piattaforma DoubleClick. Al centro dell’appuntamento in cui è intervenuto Sridhar Ramaswamy, Senior Vice President of Ads & Commerce di Google, il machine learning, un gtema che ha infinite declinazioni in ambito pubblicitario. Il machine learning, spiega Google, è fondamentale per aiutare gli esperti di marketing ad analizzare innumerevoli segnali in tempo reale, e per raggiungere i consumatori con gli annunci più utili nel momento giusto. Il machine learning è anche fondamentale per misurare i percorsi d’acquisto che ormai comprendono più dispositivi e canali, sia in digitale che nel mondo fisico. È una tendenza importante e in crescita, che continuerà a definire le modalità di successo per il futuro.

Google Attribution

Debutta sul mercato Google Attribution, un nuovo prodotto per rispondere alla domanda che da sempre si pongono gli esperti di marketing: “La mia strategia di marketing funziona?”. Per la prima volta, Google Attribution consentirà di misurare l’impatto di una campagna di marketing su più dispositivi e canali – tutto su un unico schermo e senza costi aggiuntivi. Considerata la complessità a cui è arrivato il percorso di acquisto, le interazioni digitali con il consumatore sono molte – il display, il video, la ricerca, i social e il sito o l’app. E tutti questi momenti di contatto avvengono su più dispositivi, diventando ancora più difficili da misurare. Di conseguenza, si tende a considerare solo l’ultimo clic, perdendo l’impatto della maggior parte dei punti di contatto con il consumatore. Google Attribution permette di capire il contributo di tutte le diverse attività di marketing, e fornisce l’insieme di informazioni necessarie per migliorare la loro integrazione.

 Il processo di integrazione con AdWords, Google Analytics e DoubleClick Search semplifica l’integrazione dei dati tra tutti i canali di marketing. Il risultato finale è una visione complessiva della performance di una campagna. Google Attribution semplifica inoltre il passaggio all’attribuzione basata sui dati. L’attribuzione basata sui dati utilizza il machine learning per stabilire quanto investire su ciascun punto del percorso d’acquisto – dalla prima volta in cui i consumatori entrano in contatto con un brand per una ricerca iniziale, fino all’ultimo clic prima dell’acquisto. Grazie all’analisi delle ricorrenze nei percorsi di acquisto, il machine learning permette di ottimizzare i risultati per ogni attività specifica. Google Attribution è in versione beta.

Le innovazioni sui dispositivi mobili aumentano le visite in negozio

I dispositivi mobili hanno attenuato la linea di separazione tra digitale e mondo fisico. Anche se la maggior parte degli acquisti avviene ancora in negozio, sempre di più le persone si rivolgono allo smartphone per fare ricerche prima dell’acquisto, in particolare sul motore di ricerca di Google e su Google Maps.

Per aiutare i consumatori con informazioni di prossimità, chi si occupa di marketing usa già strumenti innovativi come Promoted Places e gli annunci di prodotti disponibili localmente, per mostrare le offerte speciali e quali prodotti sono reperibili nei negozi più vicini. Ora è possibile trovare un negozio attraverso gli annunci su YouTube, grazie alle estensioni di località.

Abbiamo introdotto, prosegue Google, il monitoraggio delle conversioni sulle visite in negozio nel 2014, per permettere di avere maggiori informazioni sul percorso d’acquisto che comincia online e finisce in negozio. In meno di tre anni, gli investitori pubblicitari hanno misurato complessivamente oltre 5 miliardi di visite in negozio grazie all’uso di AdWords.

Grazie alla tecnologia avanzata di machine learning e agli evoluti strumenti di mappatura, Google permette di misurare con precisione le visite in negozio su ampia scala, e di utilizzare questi risultati per migliorare ancora l’esperienza pubblicitaria a livello locale. Questo include le visite che avvengono nei centri commerciali con molti punti vendita, oppure in città densamente popolate come Tokyo e San Paolo, dove molti negozi si trovano a distanza ravvicinata.

Il monitoraggio delle visite in negozio è già disponibile per le campagne sulla Ricerca, su Shopping e su Display. Presto sarà anche disponibile per YouTube TrueView, così da misurare l’impatto dei video sul passaggio in negozio.

Il monitoraggio delle visite in negozio è solo una parte della formula. Sono necessarie anche informazioni su come la pubblicità online porti effettivamente a una vendita. Nei prossimi mesi lanceremo la misurazione delle vendite in negozio, a livello di dispositivo e di campagna. Questo permetterà di misurare, oltre alle visite in negozio derivate dalla campagna online, anche la vendita effettiva conseguente a un annuncio su Search e su Shopping.

Se un’azienda raccoglie informazioni in negozio, come l’e-mail per i programmi fedeltà, è possibile importare queste attività in AdWords. Non sono necessarie impostazioni che fanno perdere tempo, né integrazioni costose. E non ci sarà bisogno di condividere alcuna informazione dei clienti. Quando si attiva la funzionalità, le vendite in negozio verranno inserite automaticamente nei resoconti di AdWords.

Via DailyOnline
 
Di Max Da Via' (del 30/05/2017 @ 07:19:05, in Aziende, linkato 1620 volte)

Se ne era già parlato, ma ora è arrivata la conferma del direttore advertising Sridhar Ramaswamy nel corso della Google Marketing Next. Il colosso dell'online implementerà le funzionalità pubblicitarie all'interno della sezione home, dove le aziende potranno comparire via spot, ma anche tra i consigli d'acquisto.

Questi ultimi verranno forniti sulla base della ricerca e delle richieste degli utenti, effettuabili attraverso il comando vocale. Un modello di business ancora tutto in fase di sviluppo per Google, che si muove con cautela sulla scia di quanto implementato da Amazon con Echo. Tra i suggerimenti anche un aggancio diretto con il mondo retail e il negozio più vicino attraverso la geo-localizzazione.

Via Mark Up

 
Di Max Da Via' (del 19/07/2017 @ 07:49:30, in Aziende, linkato 1548 volte)

Amazon ha lanciato ieri, per ora solo negli Stati Uniti, una nuova feature dedicata ai membri del servizio Prime, attraverso cui è possibile postare propri contenuti come in tutti i più comuni social network. Chiamata Amazon Spark, la piattaforma si compone di un feed fotografico – molti notano la somiglianza con Instagram – in cui sono presenti immagini pubblicate dagli abbonati Prime insieme ai prodotti acquistati sul sito di ecommerce.

Secondo TechCrunch, che per primo ha riportato la notizia, i non abbonati possono scorrere il feed senza però pubblicare contenuti. Agli utenti Prime sarà invece consentito di interagire attivamente con le fotografie, commentandole o reagendo con uno smile, che poi è la controparte del like di Facebook.

Amazon Spark

Amazon Spark permette anche un certo grado di personalizzazione: avviando la funzione appaiono alcuni interessi come Libri, Film, Moda, Idee regalo, che è possibile selezionare per rendere più coinvolgente l’esperienza di fruizione. La soluzione pare un’estensione delle recensioni dei prodotti, già popolate da numerose immagini.

La novità ha un potenziale enorme: i membri di Prime negli Stati Uniti hanno raggiunto quota 85 milioni e la società starebbe lavorando ad Anytime, una applicazione di messaggistica interattiva per le tante persone nel mondo che navigano sulla piattaforma. L’obiettivo? Creare un ecosistema di servizi in cui mantenere elevata l’attenzione delle persone, attirandole con incentivi quali musica, film, sconti dedicati e persino la trasmissione degli incontri di NFL.


Via DailyOnline
 
Di Max Da Via' (del 20/07/2017 @ 07:37:30, in Aziende, linkato 1521 volte)
Google lancia il guanto di sfida a Facebook & Co. sul suo terreno, quello dei flussi di news ritagliate "su misura". Il nuovo servizio apparirà sulla app "Google" per dispositivi mobili che girano su Android o iOs e fornirà articoli, video e altri contenuti selezionati in base alle enormi masse di dati provenienti dalla cronologia delle ricerche effettuate e degli argomenti prevalentemente cercati. A differenza del criterio con cui Facebook e gli altri social selezionano news e post - le connessioni con amici e amici di amici - Google farà perno sui profili degli utenti elaborati grazie al search. Addirittura "anticipando" desideri e ricerche.

La posta in gioco è contendere utenti alle app mobili dei social rendendo la app "Google" una tappa obbligata per chi naviga su smartphone.

Il flusso di notizie inizialmente sarà disponibile solo tramite app mobile per poi sbarcare anche su desktop, annuncia Ben Gomes vp Engineering. Il flusso è concepito per offrire notizie e informazioni attinenti agli interessi dell’utente, in base alle ricerche effettuate, addirittura anticipando quello che "potrebbe" essere cercato. Qualcosa di simile a quanto sperimentato da Yahoo nei primi temp della gestione cui Marissa Mayer.

“Il tentativo non è nuovo” annota infatti Greg Sterling, analista specializzato in motori di ricerca. Si tratta per Google di spostare il focus sui device mobili in un momento in cui sta cambiando la modalità di ricerca da parte degli utenti. “Il nuovo flusso sarà davvero costruito sugli interessi dell'utente – dice Gomes – e non su quello che interessa agli amici o agli amici degli amici, come invece accade con le altre news feed".
Gli executive di Google dicono che verranno utilizzare le stesse tecniche usate dalla compagnia per prevenire la creazione di “bolla da filtro”, ovvero il rischio che le persone si trovino davanti solo informazioni "omogenee", che rafforzano la propria visione del mondo. Il nuovo servizio è un’estensione di Google Now, progettato per anticipare la necessità dell’utente di avere informazioni.

Via CorCom
 
Di Max Da Via' (del 28/08/2017 @ 07:17:11, in Aziende, linkato 1399 volte)

Dopo l'acquisizione di Whole Foods da parte di Amazon a metà giugno, un'operazione da 13,7 miliardi di dollari, ecco la risposta di Google e Walmart, con un'alleanza che porterà i prodotti del retailer a portata di Google Assistant.

Alleanza Google e Walmart

La partnership è stata annunciata sul sito del colosso statunitense, attraverso una dichiarazione del presidente e Ceo Marc Lore e partirà di fatto a fine settembre, quando sarà possibile acquistare i prodotti Walmart attraverso l'assistente vocale di Google. Per quanto riguarda Google Assistant, Lore dichiara che si tratterà del numero maggiore di prodotti messi a disposizione da un singolo retailer su questa piattaforma.


La carrello della spesa più facile

Grazie alla alleanza Google e Walmart possono incrociare le tecnologie a vantaggio degli utenti. Tra le possibilità aggiuntive offerte c'è per esempio quella di costruire il carrello della spesa di ciascun utente basandosi su prodotti acquistati in precedenza, e che fanno parte di quella base di acquisto che ciascuno di noi tende a ripetere, perché sono prodotti essenziali. La funzione si attiva grazie all'integrazione profonda tra la funzione Easy Reorder di Walmart, che fino ad oggi ha venduto online esclusivamente attraverso il proprio sito, e Google Express.

Easy Reorder di Walmart è già un mezzo potente, perché integrando online e negozi fisici è in grado di riconoscere il cliente e gli acquisti di ciascuno, indipendentemente dal

La spesa con i comandi vocali nella sinergia tra Google e Walmart
La spesa con i comandi vocali nella sinergia tra Google e Walmart

canale. Questo permette di riconoscere coerentemente le abitudini d'acquisto, ovvero con una visione d'insieme e non parcellizzata dai canali di vendita. Lato utente, significa semplificare in modo notevole gli acquisti più ripetitivi: è già tutto nella app Walmart. L'utente che sceglie di collegare il proprio account Walmart a Google Express trasferisce questo risparmio di tempo direttamente sul servizio di Google.

Sviluppi prossimi

Il Ceo Marc Lore annuncia a breve sviluppi del servizio coinvolgendo i 4.700 punti vendita Walmart e la logistica. "Creeremo una customer experience che ad oggi nessuno offre, nel campo dell'acquisto tramite comando vocale -precisa Lore-, per esempio la possibilità di scegliere se prelevare la spesa in negozio, con uno sconto, o di usare i comandi vocali per acquistare prodotti freschi in tutti gli Stati Uniti. Le nuove possibilità di voice shopping, abbinate all'offerta distintiva dell'insegna, che per esempio include la consegna gratuita in due giorni e lo sconto per il pickup instore, offrirà ai nostri clienti una nuova e avvincente maniera di ottenere ciò che desiderano a prezzi bassi".

Perché una alleanza Google e Walmart

La scelta di allearsi con Google va nella direzione della semplificazione degli acquisti lato consumatori. Walmart valuta positivamente gli investimenti e gli sforzi di Google su

L'alleanza tra Google e Walmart porterà una grande quantità di prodotti nel carrelli riempiti via mobile
L'alleanza tra Google e Walmart porterà una grande quantità di prodotti nel carrelli riempiti via mobile

intelligenza artificiale ed elaborazione del linguaggio naturale, quindi crede che la tecnologia sia all'altezza delle aspettative. "Sappiamo -prosegue il Ceo Marc Lore-che questo implica che Walmart verrà reso direttamente confrontabile con altri retailer, e crediamo che sia giusto così. Un universo di acquisto aperto e trasparente è la cosa migliore per i clienti".


Via Mark Up
 
Di Altri Autori (del 30/08/2017 @ 07:30:30, in Aziende, linkato 1457 volte)

I numeri di telefono degli esercizi commerciali saranno accompagnati da un simbolo di autenticità. Un'occasione per agevolare la comunicazione con i clienti o un altro strumento di telemarketing asfissiante?

WhatsApp  viene incontro alle esigenze delle aziende con i profili verificati . La piattaforma di messaggistica istantanea associerà un simbolo di autenticità dei numeri di telefono che fanno capo a negozi, esercizi commerciali e brand. Attraverso questi numeri verificati  le imprese possano entrare direttamente in comunicazione con il miliardo di utenti  che usa WhatsApp. Resta da capire se questi saranno utilizzati per una comunicazione più efficace o solo per nuove iniziative di telemarketing .

PROFILI VERIFICATI DI WHATSAPP AL SERVIZIO DELLE AZIENDE

Scrivendo a un numero verificato, evidenziato da una spunta bianca su fondo verde , nella chat apparirà automaticamente il nome del negozio o dell'azienda , anche se questi non sono registrati in rubrica. Nei piani di WhatsApp, che sta sperimentando  questa funzionalità su un numero ristretto di attività, questa funzione è pensata soprattutto per i negozi locali che potranno usare i messaggini per contattare i clienti o proporre sconti . Per prevenire gli abusi, le aziende più "insistenti" potranno essere bloccate come avviene con qualsiasi contatto. Anche i grandi brand  potranno sfruttare questa funzionalità, creand oun canale diverso dalle normali pagine Facebook  e Instagram.

Via Business People

 
Di Max Da Via' (del 05/09/2017 @ 07:18:12, in Aziende, linkato 1587 volte)

La Tv online e social di Facebook ha iniziato le sue "trasmissioni". La scorsa settimana, per ora solo negli Stati Uniti, il nuovo prodotto di casa Zuckerberg chiamato Facebook Watch ha lanciato la sua sfida a YouTube, Netflixe tutte le altre piattaforme rivali, broadcaster tradizionali compresi, non solo a colpi di audience ma di introiti pubblicitari. E' nel video online, infatti, che si dirigono sempre più i soldi della pubblicità digitale, come osserva in una nota CCS Insight.

Watch, cui si accede da web browser, app mobile e app per smart Tv di Facebook, non è il primo tentativo dell'azienda di Mark Zuckerberg di affermarsi nel mondo del video: il social network ha lanciato negli Usa l'anno scorso un apposito tab o bottone su cui cliccare per trovare facilmente tutto il materiale video presente su Facebook.

Watch offre video di ogni genere e durata, dalle serie Tv agli spettacoli live con ospiti che rispondono in tempo reale alle domande degli spettatori fino agli eventi sportivi, baseball compreso. Il servizio di Facebook accoglie contenuti che arrivano da aziende del digitale come BuzzFeed ma anche da gruppi dei media più tradizionali come A&E (network televisivo via cavo). Tra gli show di punta c'è il dietro le quinte sul Real Madrid raccontato dall'attore Orlando Bloom - segno che Zuckerberg non sta risparmiando sull'investimento.


Facebook sostiene che Watch è diverso dalle offerte rivali: la marcia in più è la caratteristica personale, community-oriented, che la renderebbero la più compiuta delle social Tv. Facebook può infatti suggerire i video da seguire in base agli interessi dell'utente e gli amici possono condividere i loro commenti mentre guardano un video o partecipano a gruppi dedicati a un determinato show. I video di qualità, con storie sceneggiate da autori accreditati, sono considerati da Facebook lo strumento giusto per attrarre quei giovani spettatori cui la Tv tradizionale non interessa più. I dati sugli show più seguiti aiuteranno l'azienda a tarare e personalizzare ulteriormente la sua offerta.

Gli analisti di CCS Insight si aspettano che nei prossimi anni le aziende del digitale entrate nell'arena del video professionale - Facebook, Amazon, Netflix, Apple, e così via - investiranno miliardi di dollari per avere contenuti dai grandi studios di Hollywood o per produrre serie esclusive. Watch non fa che aumentare la pressione sulle piattaforme rivali a migliorare la propria offerta.

Questo non significa dare per scontato il successo della "Tv online" di Facebook. Facebook ha la forza di un pubblico gigantesco e una capacità unica nel mondo social, tuttavia dovrà dimostrare di essere un canale credibile per chi produce o possiede contenuti. Gli analisti si aspettano inoltre che Watch resti per lo più una piattaforma gratuita e finanziata dalla pubblicità: un ottimo modo per moltiplicare gli spettatori ma non sempre efficace per generare guadagni. Senza contare che Facebook sta perdendo appeal fra i giovani: l'ultimo studio di eMarketer ha confermato un trend che rischia di compromettere la crescita della piattaforma di Zuckerberg a scapito di Snapchat e Instagram, più forti nel permettere la comunicazione per immagini chiesta dai teenager. Col potenziamento dell'offerta video Facebook cercherà probabilmente anche di colmare questo gap.

Via CorCom
 
Di Max Da Via' (del 02/10/2017 @ 07:23:36, in Aziende, linkato 1565 volte)

Facebook apre alle news a pagamento dopo le pressioni da parte degli editori in questo senso. A confermarlo è stata la società nel corso di un appuntamento ieri a Milano. Il tema è stato al centro del dibattito interno all’industry mediatica negli ultimi mesi: ora l’azienda americana introdurrà contenuti pay con dieci partner mondiali, europei e italiani. Come riporta l’ANSA i test su formule e modalità di abbonamenti alle notizie partiranno “a breve”, sicuramente entro quest’anno.

Due modelli pay

Due i modelli di pagamento che saranno testati, a partire dal formato degli Instant Articles. Il primo prevede un paywall che consentirà di leggere gratis fino a un certo numero di articoli. Il secondo è la modalità “freemium”, in base alla quale saranno gli editori a decidere quali contenuti offrire gratis sul social network e quali a pagamento. La transazione economica non avverrà sul social e il 100% dei ricavi andrà agli editori.

Il tema fake news

Facebook, col suo pubblico potenziale di due miliardi di lettori, tende così la mano agli editori e lo fa anche sul versante ‘fake news’. Su questo fronte, assicura la piattaforma, in Italia sarà presto più facile e immediato segnalare eventuali bufale condivise. Ma occorre ancora aspettare per avere novità in merito a un partner italiano per la verifica delle notizie, il ‘fact checking’, sulla scia di esperimenti come quelli già attivati in Stati Uniti e Francia.

Via DailyOnline
 
Di Max Da Via' (del 14/02/2018 @ 07:01:56, in Aziende, linkato 1519 volte)
La coppia Amazon-Whole Foods (formalmente: papà Amazon e figlio adottivo Whole Foods) ci regala le prime sinergie intra-business. E finalmente iniziamo a capire meglio le intenzioni che hanno portato il colosso dell'eCommerce ad acquisire lo scorso anno la catena di supermercatispecializzata in grocery di qualità fresca e green.

Già nella prima campagna di comunicazione post acquisizione lanciata a febbraio 2018 vediamo comparire "lo zampino di Amazon". Il tone of voice di Whole Foods è infatti cambiato e si indirizzaa consumatori giovani e un po' eccentrici. Ora, l'ultima notizia è che il servizio di consegna rapida (1-2 ore) Amazon Prime Now è entrato ufficialmente da Whole Foods a partire dalle città statunitensi di Austin (che è dove il retailer ha la propria sede), Dallas, Cincinnati e Virginia Beach (qui la landing page ufficiale).

Il gigante di Seattle conferma così il proprio interesse per un ulteriore sviluppo nel grocery in modo integrato e con sguardo rivolto a un più ampio pubblico. Secondo il Wall Street Journal si tratta forse del primo step davvero importante nella sfida ai competitor dell'alimentare.

Non solo. Stando gli esperti si tratta del più grande passo verso quello che molti analisti si aspettavano che Amazon facesse con la sua nuova catena retail, ovvero: utilizzare Whole Foods e il suo inventario di generi alimentari come un'estensione della propria rete di magazzini. Un'ipotesi avallata dalla ferma volontà di sviluppare il servizio Prime Now oltre i primi store-pilota, come confermato da Stephenie Landry, vicepresidente di Prime Now. L'obiettivo sarebbero tutti gli Usa.

Le esistenti relazioni tra Whole Foods e altri servizi di consegna a domicilio come Instacart per il momento non subiranno tuttavia modifiche, come espressamente specificato da Landry. La vicepresidente ha inoltre evidenziato il potenziale ancora tutto da sfruttare che alcune categorie merceologiche come acqua, banane e carta igienica, già molto apprezzate per l'online delivery, hanno in ambito di consegna rapida. Una recente ricerca di Walker Sands conferma tra l'altro che il 33% degli americani acquisterebbe più grocery online se i tempi di consegna fossero migliori.

La partnership tra Amazon e Whole Foods su Prime Now consentirebbe inoltre al colosso dell'online, come sottolineato sempre da Landry, di trarre vantaggio dall'expertise del retailer nelle in-store operations (per ora sono gli addetti in negozio a prendere dagli scaffali la merce ordinata online).

"Ci vedrete fare ancora un sacco di cose insieme", preannuncia Landry.

Via Mark Up
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
Ci sono 2007 persone collegate

< novembre 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
    
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
 
             

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Advertising (109)
AI (2)
Aziende (142)
Blog (11)
Brand (39)
Comarketing (2)
Comunicazione (9)
dBlog (1)
Digitale (36)
eCommerce (45)
Grande Distribuzione (7)
Internet (550)
Marketing (305)
Marketing Ambientale (3)
Marketing non convenzionale (62)
Media (102)
Mercati (84)
Mobile (210)
Permission Marketing (1)
Prodotti (95)
Pubblicità (32)
Pubblicità (88)
Retail (12)
Segnalazioni (45)
Social Networks (379)
Startup (1)
Strategie (59)
Tecnologie (77)
Trade Marketing (1)
Viral Marketing (40)
Web 3.0 (5)

Catalogati per mese:
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024
Maggio 2024
Giugno 2024
Luglio 2024
Agosto 2024
Settembre 2024
Ottobre 2024
Novembre 2024

Gli interventi più cliccati

Titolo
Automobili (2)
Bianco e nero (1)
Comarketing (1)
Home (4)
Internet (4)
Prodotti (5)
Pubblicità (5)

Le fotografie più cliccate


Titolo

< /p>


Subscribe to my feed


Google
Reader or Homepage

Add to netvibes



Creative Commons License




21/11/2024 @ 17:28:34
script eseguito in 158 ms