Di Max Da Via' (del 08/05/2017 @ 07:09:57, in Aziende, linkato 1390 volte)
Bisognerà attendere ancora qualche giorno, o settimana, affinché Facebook diventi un servizio da due miliardi di utenti nel mondo. Due miliardi. Un numero spaventoso che diverse aziende del beverage guardano dal basso e solo pochi altri non invidiano. Facebook ha chiuso il trimestre al 31 marzo con 1,94 miliardi di user mensili, fatturato in aumento del 49% a oltre 8 miliardi e un profitto a +76% per 3 miliardi. Il core business del colosso social – il cui fatturato è circa l’utile del rivale Alphabet – è l’advertising: di questa l’85% è transitata da mobile per un totale di 6,7 miliardi di dollari. Il giro d’affari della sola pubblicità non accenna a rallentare, nonostante gli ammonimenti della stessa Facebook e le conseguenti preoccupazioni di Wall Street: +51% a 7,85 miliardi di dollari.
Oltre il newsfeed: Instagram, video e audience network
Facebook capitalizza 440 miliardi. Gran parte del suo business dipende dagli annunci sul newsfeed, che ormai hanno raggiunto una quota ‘eccessiva’. Non si possono più sovraccaricare gli utenti di messaggi promozionali. Per questo l’attenzione si è spostata verso Instagram, che quest’anno secondo i dati forniti da eMarketer dovrebbe fatturare poco meno di 4 miliardi di dollari e ormai raggiunge oltre 700 milioni consumatori; e dalla pubblicità video, il segmento più corposo in termini di raccolta pubblicitaria per via della diretta competizione con i più elevati budget televisivi. Un altro canale cui il social sta attingendo è Facebook Audience Network (FAN): in questo caso la vendita di pubblicità su siti e applicazioni esterni sembra poter compensare l’affollamento pubblicitario del newsfeed. Tuttavia ciò non dovrebbe bastare, secondo il chief financial officer David Wehner, ad arrestare il “significativo” rallentamento della crescita delle revenue di Facebook nel secondo semestre. Ma occorre operare ancora una volta una distinzione importante: il problema dell’ad load riguarda il solo newsfeed e non l’armata di app e asset in mano a Facebook. WhatsApp ha oltre 1 miliardo di utenti, Messenger ne ha oltre 1,2 miliardi. Queste sono destinazioni che potranno essere mettere a frutto, magari non nell’immediato, e le tante novità annunciate nel corso della ultima F8 developer conference lo confermano.
Utenza in ascesa.E più preziosa
Gli utenti attivi su base giornaliera sono 1,28 miliardi. La quasi totalità si connette da mobile. E il consumatore si fa più prezioso, anche in mercati consolidati come il Nord America, dove il valore del singolo utente (ARPU) è balzato del 37% a
Di Max Da Via' (del 25/05/2017 @ 07:31:06, in Aziende, linkato 1608 volte)
Si è svolto ieri Google Marketing Next, l’evento annuale di Bg G in cui vengono annunciate le ultime novità per l’advertising, gli analytics e per la piattaforma DoubleClick. Al centro dell’appuntamento in cui è intervenuto Sridhar Ramaswamy, Senior Vice President of Ads & Commerce di Google, il machine learning, un gtema che ha infinite declinazioni in ambito pubblicitario. Il machine learning, spiega Google, è fondamentale per aiutare gli esperti di marketing ad analizzare innumerevoli segnali in tempo reale, e per raggiungere i consumatori con gli annunci più utili nel momento giusto. Il machine learning è anche fondamentale per misurare i percorsi d’acquisto che ormai comprendono più dispositivi e canali, sia in digitale che nel mondo fisico. È una tendenza importante e in crescita, che continuerà a definire le modalità di successo per il futuro.
Google Attribution
Debutta sul mercato Google Attribution, un nuovo prodotto per rispondere alla domanda che da sempre si pongono gli esperti di marketing: “La mia strategia di marketing funziona?”. Per la prima volta, Google Attribution consentirà di misurare l’impatto di una campagna di marketing su più dispositivi e canali – tutto su un unico schermo e senza costi aggiuntivi. Considerata la complessità a cui è arrivato il percorso di acquisto, le interazioni digitali con il consumatore sono molte – il display, il video, la ricerca, i social e il sito o l’app. E tutti questi momenti di contatto avvengono su più dispositivi, diventando ancora più difficili da misurare. Di conseguenza, si tende a considerare solo l’ultimo clic, perdendo l’impatto della maggior parte dei punti di contatto con il consumatore. Google Attribution permette di capire il contributo di tutte le diverse attività di marketing, e fornisce l’insieme di informazioni necessarie per migliorare la loro integrazione.
Il processo di integrazione con AdWords, Google Analytics e DoubleClick Search semplifica l’integrazione dei dati tra tutti i canali di marketing. Il risultato finale è una visione complessiva della performance di una campagna. Google Attribution semplifica inoltre il passaggio all’attribuzione basata sui dati. L’attribuzione basata sui dati utilizza il machine learning per stabilire quanto investire su ciascun punto del percorso d’acquisto – dalla prima volta in cui i consumatori entrano in contatto con un brand per una ricerca iniziale, fino all’ultimo clic prima dell’acquisto. Grazie all’analisi delle ricorrenze nei percorsi di acquisto, il machine learning permette di ottimizzare i risultati per ogni attività specifica. Google Attribution è in versione beta.
Le innovazioni sui dispositivi mobili aumentano le visite in negozio
I dispositivi mobili hanno attenuato la linea di separazione tra digitale e mondo fisico. Anche se la maggior parte degli acquisti avviene ancora in negozio, sempre di più le persone si rivolgono allo smartphone per fare ricerche prima dell’acquisto, in particolare sul motore di ricerca di Google e su Google Maps.
Per aiutare i consumatori con informazioni di prossimità, chi si occupa di marketing usa già strumenti innovativi come Promoted Places e gli annunci di prodotti disponibili localmente, per mostrare le offerte speciali e quali prodotti sono reperibili nei negozi più vicini. Ora è possibile trovare un negozio attraverso gli annunci su YouTube, grazie alle estensioni di località.
Abbiamo introdotto, prosegue Google, il monitoraggio delle conversioni sulle visite in negozio nel 2014, per permettere di avere maggiori informazioni sul percorso d’acquisto che comincia online e finisce in negozio. In meno di tre anni, gli investitori pubblicitari hanno misurato complessivamente oltre 5 miliardi di visite in negozio grazie all’uso di AdWords.
Grazie alla tecnologia avanzata di machine learning e agli evoluti strumenti di mappatura, Google permette di misurare con precisione le visite in negozio su ampia scala, e di utilizzare questi risultati per migliorare ancora l’esperienza pubblicitaria a livello locale. Questo include le visite che avvengono nei centri commerciali con molti punti vendita, oppure in città densamente popolate come Tokyo e San Paolo, dove molti negozi si trovano a distanza ravvicinata.
Il monitoraggio delle visite in negozio è già disponibile per le campagne sulla Ricerca, su Shopping e su Display. Presto sarà anche disponibile per YouTube TrueView, così da misurare l’impatto dei video sul passaggio in negozio.
Il monitoraggio delle visite in negozio è solo una parte della formula. Sono necessarie anche informazioni su come la pubblicità online porti effettivamente a una vendita. Nei prossimi mesi lanceremo la misurazione delle vendite in negozio, a livello di dispositivo e di campagna. Questo permetterà di misurare, oltre alle visite in negozio derivate dalla campagna online, anche la vendita effettiva conseguente a un annuncio su Search e su Shopping.
Se un’azienda raccoglie informazioni in negozio, come l’e-mail per i programmi fedeltà, è possibile importare queste attività in AdWords. Non sono necessarie impostazioni che fanno perdere tempo, né integrazioni costose. E non ci sarà bisogno di condividere alcuna informazione dei clienti. Quando si attiva la funzionalità, le vendite in negozio verranno inserite automaticamente nei resoconti di AdWords.
Di Max Da Via' (del 30/05/2017 @ 07:19:05, in Aziende, linkato 1620 volte)
Se ne era già parlato, ma ora è arrivata la conferma del direttore advertising Sridhar Ramaswamy nel corso dellaGoogle Marketing Next. Il colosso dell'online implementerà le funzionalità pubblicitarie all'interno della sezione home, dove le aziende potranno comparire via spot, ma anche tra i consigli d'acquisto.
Questi ultimi verranno forniti sulla base della ricerca e delle richieste degli utenti, effettuabili attraverso ilcomando vocale. Un modello di business ancora tutto in fase di sviluppo per Google, che si muove con cautela sulla scia di quanto implementato daAmazon con Echo. Tra i suggerimenti anche un aggancio diretto con il mondo retail e il negozio più vicino attraverso la geo-localizzazione.
Di Max Da Via' (del 19/07/2017 @ 07:49:30, in Aziende, linkato 1548 volte)
Amazonha lanciato ieri, per ora solo negli Stati Uniti, una nuova feature dedicata ai membri del servizioPrime, attraverso cui è possibile postare propri contenuti come in tutti i più comuni social network. ChiamataAmazon Spark, la piattaforma si compone di un feed fotografico – molti notano la somiglianza conInstagram– in cui sono presenti immagini pubblicate dagli abbonati Prime insieme ai prodotti acquistati sul sito di ecommerce.
SecondoTechCrunch, che per primo ha riportato la notizia, i non abbonati possono scorrere il feed senza però pubblicare contenuti. Agli utentiPrimesarà invece consentito di interagire attivamente con le fotografie, commentandole o reagendo con unosmile, che poi è la controparte del like diFacebook.
Amazon Spark
Amazon Sparkpermette anche un certo grado di personalizzazione: avviando la funzione appaiono alcuni interessi come Libri, Film, Moda, Idee regalo, che è possibile selezionare per rendere più coinvolgente l’esperienza di fruizione. La soluzione pare un’estensione delle recensioni dei prodotti, già popolate da numerose immagini.
La novità ha un potenziale enorme:i membri di Prime negli Stati Unitihanno raggiunto quota 85 milioni e la società starebbe lavorando adAnytime,una applicazione di messaggisticainterattiva per le tante persone nel mondo che navigano sulla piattaforma. L’obiettivo? Creare un ecosistema di servizi in cui mantenere elevata l’attenzione delle persone, attirandole con incentivi quali musica, film, sconti dedicati e persinola trasmissione degli incontri di NFL.
Di Max Da Via' (del 20/07/2017 @ 07:37:30, in Aziende, linkato 1521 volte)
Google lancia il guanto di sfida a Facebook & Co. sul suo terreno, quello dei flussi di news ritagliate "su misura". Il nuovo servizio apparirà sulla app "Google" per dispositivi mobili che girano su Android o iOs e fornirà articoli, video e altri contenuti selezionati in base alle enormi masse di dati provenienti dalla cronologia delle ricerche effettuate e degli argomenti prevalentemente cercati. A differenza del criterio con cui Facebook e gli altri social selezionano news e post - le connessioni con amici e amici di amici - Google farà perno sui profili degli utenti elaborati grazie al search. Addirittura "anticipando" desideri e ricerche.
La posta in gioco è contendere utenti alle app mobili dei social rendendo la app "Google" una tappa obbligata per chi naviga su smartphone.
Il flusso di notizie inizialmente sarà disponibile solo tramite app mobile per poi sbarcare anche su desktop, annuncia Ben Gomes vp Engineering. Il flusso è concepito per offrire notizie e informazioni attinenti agli interessi dell’utente, in base alle ricerche effettuate, addirittura anticipando quello che "potrebbe" essere cercato. Qualcosa di simile a quanto sperimentato da Yahoo nei primi temp della gestione cui Marissa Mayer.
“Il tentativo non è nuovo” annota infatti Greg Sterling, analista specializzato in motori di ricerca. Si tratta per Google di spostare il focus sui device mobili in un momento in cui sta cambiando la modalità di ricerca da parte degli utenti. “Il nuovo flusso sarà davvero costruito sugli interessi dell'utente – dice Gomes – e non su quello che interessa agli amici o agli amici degli amici, come invece accade con le altre news feed". Gli executive di Google dicono che verranno utilizzare le stesse tecniche usate dalla compagnia per prevenire la creazione di “bolla da filtro”, ovvero il rischio che le persone si trovino davanti solo informazioni "omogenee", che rafforzano la propria visione del mondo. Il nuovo servizio è un’estensione di Google Now, progettato per anticipare la necessità dell’utente di avere informazioni.
Di Max Da Via' (del 28/08/2017 @ 07:17:11, in Aziende, linkato 1399 volte)
Dopo l'acquisizione diWhole Foodsda parte diAmazona metà giugno, un'operazione da 13,7 miliardi di dollari, ecco la risposta di Google e Walmart, con un'alleanza che porterà i prodotti del retailer a portata diGoogle Assistant.
Alleanza Google e Walmart
La partnership è stata annunciata sul sito del colosso statunitense, attraverso una dichiarazione del presidente e CeoMarc Loree partirà di fatto a fine settembre, quando sarà possibile acquistare i prodotti Walmart attraverso l'assistente vocale di Google. Per quanto riguarda Google Assistant, Lore dichiara che si tratterà del numero maggiore di prodotti messi a disposizione da un singolo retailer su questa piattaforma.
La carrello della spesa più facile
Grazie alla alleanza Google e Walmart possono incrociare le tecnologie a vantaggio degli utenti. Tra le possibilità aggiuntive offerte c'è per esempio quella di costruire il carrello della spesa di ciascun utente basandosi su prodotti acquistati in precedenza, e che fanno parte di quella base di acquisto che ciascuno di noi tende a ripetere, perché sono prodotti essenziali. La funzione si attiva grazie all'integrazione profonda tra la funzioneEasy Reorderdi Walmart, che fino ad oggi ha venduto online esclusivamente attraverso il proprio sito, e Google Express.
Easy Reorder di Walmart è già un mezzo potente, perché integrando online e negozi fisici è in grado di riconoscere il cliente e gli acquisti di ciascuno, indipendentemente dal
canale. Questo permette di riconoscere coerentemente le abitudini d'acquisto, ovvero con una visione d'insieme e non parcellizzata dai canali di vendita. Lato utente, significa semplificare in modo notevole gli acquisti più ripetitivi: è già tutto nella app Walmart. L'utente che sceglie di collegare il proprio account Walmart a Google Express trasferisce questo risparmio di tempo direttamente sul servizio di Google.
Sviluppi prossimi
Il Ceo Marc Lore annuncia a breve sviluppi del servizio coinvolgendo i 4.700 punti vendita Walmart e la logistica. "Creeremo una customer experience che ad oggi nessuno offre, nel campo dell'acquisto tramite comando vocale -precisaLore-, per esempio la possibilità di scegliere se prelevare la spesa in negozio, con uno sconto, o di usare i comandi vocali per acquistare prodotti freschi in tutti gli Stati Uniti. Le nuove possibilità di voice shopping, abbinate all'offerta distintiva dell'insegna, che per esempio include la consegna gratuita in due giorni e lo sconto per il pickup instore, offrirà ai nostri clienti una nuova e avvincente maniera di ottenere ciò che desiderano a prezzi bassi".
Perché una alleanza Google e Walmart
La scelta di allearsi con Google va nella direzione della semplificazione degli acquisti lato consumatori. Walmart valuta positivamente gli investimenti e gli sforzi di Google su
intelligenza artificiale ed elaborazione del linguaggio naturale, quindi crede che la tecnologia sia all'altezza delle aspettative. "Sappiamo -prosegue il CeoMarc Lore-che questo implica che Walmart verrà reso direttamente confrontabile con altri retailer, e crediamo che sia giusto così. Un universo di acquisto aperto e trasparente è la cosa migliore per i clienti".
I numeri di telefono degli esercizi commerciali saranno accompagnati da un simbolo di autenticità. Un'occasione per agevolare la comunicazione con i clienti o un altro strumento di telemarketing asfissiante?
WhatsApp viene incontro alle esigenze delle aziende con iprofili verificati. La piattaforma di messaggistica istantanea associerà un simbolo di autenticità dei numeri di telefono che fanno capo a negozi, esercizi commerciali e brand. Attraverso questinumeri verificati le imprese possano entrare direttamente in comunicazione con ilmiliardo di utenti che usa WhatsApp. Resta da capire se questi sarannoutilizzati per una comunicazione più efficaceo solo per nuove iniziative ditelemarketing.
PROFILI VERIFICATI DI WHATSAPP AL SERVIZIO DELLE AZIENDE
Scrivendo a un numero verificato, evidenziato da una spunta bianca su fondo verde, nella chatapparirà automaticamente il nome del negozio o dell'azienda, anche se questi non sono registrati in rubrica. Nei piani di WhatsApp, che stasperimentando questa funzionalità su un numero ristretto di attività, questa funzione è pensata soprattutto per i negozi localiche potranno usare i messaggini per contattare i clienti o proporre sconti. Per prevenire gli abusi, le aziende più "insistenti" potranno essere bloccate come avviene con qualsiasi contatto. Anche igrandi brand potranno sfruttare questa funzionalità, creand oun canale diverso dalle normali pagineFacebook eInstagram.
Di Max Da Via' (del 05/09/2017 @ 07:18:12, in Aziende, linkato 1587 volte)
LaTv onlineesocialdiFacebookha iniziato le sue "trasmissioni". La scorsa settimana, per ora solo negli Stati Uniti, il nuovo prodotto di casaZuckerbergchiamatoFacebook Watchha lanciato la sua sfida aYouTube,Netflixe tutte le altre piattaforme rivali, broadcaster tradizionali compresi, non solo a colpi di audience ma di introiti pubblicitari. E' nelvideo online, infatti, che si dirigono sempre più i soldi della pubblicitàdigitale, come osserva in una notaCCS Insight.
Watch, cui si accede da web browser, app mobile e app persmart TvdiFacebook, non è il primo tentativo dell'azienda diMark Zuckerbergdi affermarsi nel mondo delvideo: ilsocialnetwork ha lanciato negli Usa l'anno scorso un apposito tab o bottone su cui cliccare per trovare facilmente tutto il materialevideopresente suFacebook.
Watchoffrevideodi ogni genere e durata, dalle serie Tv agli spettacoli live con ospiti che rispondono in tempo reale alle domande degli spettatori fino agli eventi sportivi, baseball compreso. Il servizio diFacebookaccoglie contenuti che arrivano da aziende del digitale comeBuzzFeedma anche da gruppi dei media più tradizionali comeA&E(network televisivo via cavo). Tra gli show di punta c'è il dietro le quinte sul Real Madrid raccontato dall'attore Orlando Bloom - segno cheZuckerbergnon sta risparmiando sull'investimento.
Facebooksostiene cheWatchè diverso dalle offerte rivali: la marcia in più è la caratteristica personale, community-oriented, che la renderebbero la più compiuta dellesocial Tv.Facebookpuò infatti suggerire ivideoda seguire in base agli interessi dell'utente e gli amici possono condividere i loro commenti mentre guardano unvideoo partecipano a gruppi dedicati a un determinato show. Ivideodi qualità, con storie sceneggiate da autori accreditati, sono considerati daFacebooklo strumento giusto per attrarre quei giovani spettatori cui laTvtradizionale non interessa più. I dati sugli show più seguiti aiuteranno l'azienda a tarare e personalizzare ulteriormente la sua offerta.
Gli analisti diCCS Insightsi aspettano che nei prossimi anni le aziende deldigitaleentrate nell'arena delvideoprofessionale -Facebook,Amazon,Netflix,Apple, e così via - investiranno miliardi di dollari per avere contenuti dai grandi studios di Hollywood o per produrre serie esclusive.Watchnon fa che aumentare la pressione sulle piattaforme rivali a migliorare la propria offerta.
Questo non significa dare per scontato il successo della "Tv online" diFacebook.Facebookha la forza di un pubblico gigantesco e una capacità unica nel mondosocial, tuttavia dovrà dimostrare di essere un canale credibile per chi produce o possiede contenuti. Gli analisti si aspettano inoltre cheWatchresti per lo più una piattaforma gratuita e finanziata dalla pubblicità: un ottimo modo per moltiplicare gli spettatori ma non sempre efficace per generare guadagni. Senza contare cheFacebooksta perdendo appeal fra i giovani: l'ultimo studio dieMarketerha confermato un trend che rischia di compromettere la crescita della piattaforma diZuckerberga scapito diSnapchateInstagram, più forti nel permettere la comunicazione per immagini chiesta dai teenager. Col potenziamento dell'offertavideoFacebookcercherà probabilmente anche di colmare questo gap.
Di Max Da Via' (del 02/10/2017 @ 07:23:36, in Aziende, linkato 1565 volte)
Facebookapre alle news a pagamento dopo le pressioni da parte degli editori in questo senso. A confermarlo è stata la società nel corso di un appuntamento ieri a Milano. Il tema è stato al centro del dibattito interno all’industry mediatica negli ultimi mesi: ora l’azienda americana introdurrà contenuti pay con dieci partner mondiali, europei e italiani. Come riporta l’ANSA i test su formule e modalità di abbonamenti alle notizie partiranno “a breve”, sicuramente entro quest’anno.
Due modelli pay
Due i modelli di pagamento che saranno testati, a partire dal formato degliInstant Articles. Il primo prevede un paywall che consentirà di leggere gratis fino a un certo numero di articoli. Il secondo è la modalità “freemium”, in base alla quale saranno gli editori a decidere quali contenuti offrire gratis sul social network e quali a pagamento. La transazione economica non avverrà sul social e il 100% dei ricavi andrà agli editori.
Il tema fake news
Facebook, col suo pubblico potenziale di due miliardi di lettori, tende così la mano agli editori e lo fa anche sul versante ‘fake news’. Su questo fronte, assicura la piattaforma, in Italia sarà presto più facile e immediato segnalare eventuali bufale condivise. Ma occorre ancora aspettare per avere novità in merito a un partner italiano per la verifica delle notizie, il ‘fact checking’, sulla scia di esperimenti come quelli già attivati in Stati Uniti e Francia.
Di Max Da Via' (del 14/02/2018 @ 07:01:56, in Aziende, linkato 1519 volte)
La coppia Amazon-Whole Foods (formalmente: papà Amazon e figlio adottivo Whole Foods) ci regala le prime sinergie intra-business. E finalmente iniziamo a capire meglio le intenzioni che hanno portatoil colosso dell'eCommerce ad acquisire lo scorso anno la catena di supermercatispecializzata in grocery di qualità fresca e green.
Già nella prima campagna di comunicazione post acquisizione lanciata a febbraio 2018 vediamo comparire "lo zampino di Amazon". Il tone of voice di Whole Foods è infatti cambiato e si indirizzaa consumatori giovani e un po' eccentrici. Ora, l'ultima notizia è cheil servizio di consegna rapida (1-2 ore) Amazon Prime Now è entrato ufficialmente da Whole Foodsa partire dalle città statunitensi di Austin (che è dove il retailer ha la propria sede), Dallas, Cincinnati e Virginia Beach (quila landing page ufficiale).
Il gigante di Seattle conferma così il proprio interesse per un ulteriore sviluppo nel grocery in modo integrato e con sguardo rivolto a un più ampio pubblico. Secondo il Wall Street Journal si tratta forse delprimo step davvero importante nella sfida ai competitor dell'alimentare.
Non solo. Stando gli esperti si tratta del più grande passo verso quello che molti analisti si aspettavano che Amazon facesse con la sua nuova catena retail, ovvero: utilizzare Whole Foods e il suo inventario di generi alimentari come un'estensione della propria rete di magazzini. Un'ipotesi avallata dalla ferma volontà di sviluppare il servizio Prime Now oltre i primi store-pilota, come confermato da Stephenie Landry, vicepresidente di Prime Now. L'obiettivo sarebbero tutti gli Usa.
Le esistenti relazioni tra Whole Foods e altri servizi di consegna a domicilio come Instacart per il momento non subiranno tuttavia modifiche, come espressamente specificato da Landry. La vicepresidente ha inoltre evidenziato il potenziale ancora tutto da sfruttare che alcune categorie merceologiche come acqua, banane e carta igienica, già molto apprezzate per l'online delivery, hanno in ambito di consegna rapida. Una recente ricerca di Walker Sands conferma tra l'altro che il 33% degli americani acquisterebbe più grocery online se i tempi di consegna fossero migliori.
La partnership tra Amazon e Whole Foods su Prime Now consentirebbe inoltre al colosso dell'online, come sottolineato sempre da Landry, di trarre vantaggio dall'expertise del retailer nelle in-store operations(per ora sono gli addetti in negozio a prendere dagli scaffali la merce ordinata online).
"Ci vedrete fare ancora un sacco di cose insieme", preannuncia Landry.