Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Crisi o non crisi ai regali di Natale gli italiani non rinunciano. E i gadget elettronici rimangono una delle voci più gettonate. Le conferme che anche quest'anno i portafogli si alleggeriranno per l'acquisto di smartphone, televisori e naturalmente tavolette touchscreen arrivano da più parti e attestano, se mai ce ne fosse ancora bisogno, la grandissima (forse eccessiva?) popolarità dei dispositivi digitali nel Belpaese.
Qualche dato è utile per capire la dimensione del fenomeno: secondo Kelkoo, uno sei siti di comparazione prezzi on line più frequentati dagli internauti, le famiglie italiane spenderanno in media per le festività 563 euro. Di questi poco meno di 300 saranno destinati ai regali e fra i doni da mettere sotto l'albero gadget e prodotti elettronici sono secondi solo all'abbigliamento. Secondo un'altra indagine, di Confcommercio-Imprese per l'Italia, telefoni cellulari, dispositivi a tavoletta, console e lettori digitali hanno fatto registrare il maggiore incremento (+16,5%) nelle intenzioni di acquisto. Anche dal Consorzio Netcomm sono arrivate infine precise indicazioni: molti degli otto milioni di italiani che comprano via Internet metteranno nel carrello virtuale della spesa smartphone, Tv (anche 3D), tablet ed e-reader, con un incremento stimato anno su anno del 20% per il comparto dell'informatica e dell'elettronica di consumo.
Tablet vs ereader: i primi cannibalizzeranno i secondi? Lettori di ebook e tavolette sono quindi attesi a una prima prova di maturità. Il Natale 2010 è di fatto il primo che li vede entrambi in corsa per il titolo di "gadget dell'anno" ed è quindi un banco di prova importante per tastare il polso a due comparti che hanno tutti i requisiti per essere considerati sin d'ora dei "mass market". Per iPad e simili parlano da tempo i dati degli analisti, che li vedono addirittura poter catturare nel 2014 il 10% della domanda globale di personal computer; a ravvivare le velleità di successo del Kindle e dei tanti nuovi arrivi delle ultime settimane (nella lista anche gli ereader di Ibs e Telecom Italia) il fatto che gli editori stanno oggi seriamente spingendo sull'acceleratore quanto a disponibilità di libri in formato elettronico in lingua italiana.
Per gli ereader questo Natale sancirà probabilmente numeri da record – Gartner stima che le vendite di lettori dotati di connessione Internet toccheranno nel 2010 quota 6,6 milioni di unità contro i 3,6 milioni del 2009 – e anche per i prossimi 12 mesi le prospettive sono più che buone in virtù degli 11 milioni di pezzi (il 68,3% in più rispetto a quest'anno) che finiranno complessivamente nelle tasche degli utenti di tutto il mondo. La parte del leone, secondo gli analisti, la faranno le varie Amazon (soprattutto in Nord America, che fino al 2014 rimarrà il bacino di utenza più importante), Barnes & Noble e Sony ma ci sarà spazio anche per le "new entry", chi puntando su prodotti a basso prezzo chi facendo valere (vedi per esempio Samsung, Hewlett Packard, Asus e Dell) la popolarità del marchio. Il "rischio" per gli ereader è però quello di diventare presto, e in tutto e per tutto, un prodotto "commodity", anche per colpa dell'ascesa inarrestabile dei media tablet.
L'iPad e i computer a lavagnetta, dicono infatti, da Gartner potrebbero cannibalizzare le vendite di Kindle e compagnia perché alle funzionalità di ebook reader associano doti tali da offrire al consumatore un'esperienza digitale completa, dal video in alta definizione alla navigazione in Rete. Mettiamoci in effetti nei panni di chi avesse deciso quale regalo di Natale per uno di questi due gadget: meglio uno strumento ad hoc per sfogliare libri e riviste oppure un device multifunzione che sì offre più capacità multimediali ma costa anche mediamente almeno il doppio? La diatriba rischia di diventare un boomerang soprattutto per i vendor di ereader, che dovranno probabilmente abbassare i prezzi di listino dei loro prodotti per continuare ad attrarre il pubblico degli amanti del genere.
L'esempio del Galapagos di Sharp, una tavoletta molto simile per funzioni e caratteristiche all'Pad di Apple, è emblematico: in Giappone questo dispositivo basato sul sistema operativo Android di Google è arrivato nei negozi nei giorni scorsi in due versioni (con schermo da 5,5 e 10,8 pollici) con prezzi di 39.800 e 54.800 yen, l'equivalente di 360 e 495 euro) e con il vanto di catalogo digitale di circa 24mila titoli tra libri, riviste e quotidiani cui si aggiungeranno anche musica e giochi a partire dalla prossima primavera. Come dire: spendendo poco più del Kindle più pregiato di Amazon (il modello DX con schermo da 9,7 pollici, che costa 379 dollari) e molto meno della versione più completa dell'iPad si porta a casa un device che svolge le funzioni di ereader e quelle di mini computer per l'intrattenimento da viaggio.
Quanto si vuole spendere per le tavolette? Al massimo 500 dollari Che il prezzo possa rappresentare già oggi ma soprattutto nell'immediato futuro un parametro cui i consumatori guarderanno con estrema attenzione lo dice anche un recente sondaggio ("Apple's iPad: Users, buying intentions and price expectations") curato da Strategy Analytics su 4.800 consumatori di Stati Uniti, Francia, Germania, Italia e Regno Unito. Ebbene due terzi dei rispondenti si sono dichiarati sì potenziali acquirenti dei tablet ma solo nella condizione di spendere non più di 500 dollari. Il prezzo di listino della versione "low profile" tavoletta della Mela, i cui utenti sono utilizzatori anche di prodotti di altre marche (solo il 22% di chi ha comprato un iPad possiede anche un iPhone), è quindi una sorta di spartiacque ben definito e la cosa – unitamente al fatto che sono in arrivo parecchie tavolette a costi abbordabili per la massa – potrebbe iniziare a preoccupare anche seriamente Apple.
Meglio quindi limitarsi nelle spese e investire i propri risparmi, soprattutto se sì degli appassionati di libri digitali, in un ebook reader? Una risposta interessante e che lascia spazio a varie interpretazioni arriva dall'Osservatorio permanente sui contenuti digitali promosso dalle varie Associazioni di settore. Il 33,5% del campione di 8.500 italiani con età superiore ai 14 anni censiti ha infatti dichiarato che con l'iPad non saprebbe cosa farci mentre fra quelli che l'hanno già comprato il 33,2% lo usa per vedere film, il 26,5% per leggere giornali e solo il 16,2% per leggere libri. E se fra iPad e Kindle sotto l'albero spuntasse il vecchio e tradizionale romanzo di carta?
di Gianni Rusconi su IlSole24ORE.com
Era nell’aria da parecchio tempo, ora però è ufficiale, il 2010 per Mark Zuckerberg sarà sicuramente un anno da ricordare. Secondo i dati di comScore Facebook ha sorpassato Yahoo ed è divenuto il terzo sito più visitato al mondo a novembre. Dall’alto dei suoi 648 milioni di visitatori unici, il social network di Palo Alto ha messo la freccia lasciando indietro Yahoo, fermo a 630 milioni di utenti.
Resistono in testa alla classifica Google, dall’alto dei suoi 970 milioni di visitatori, e Microsoft, con 869 milioni di utenti. A ottobre Yahoo aveva ancora un leggero distacco, mezzo milione di persone, ma un anno fa il vantaggio del motore di ricerca era di circa il 40%, 601,5 milioni contro 438,1 milioni. Nessuna delle due aziende ha ancora commentato i dati, che segnano l’avanzata veemente del social network e il declino di un antico pioniere di internet. Google resta comunque saldamente al comando della classifica, anche se gli utenti passano in media quattro ore e mezzo al mese su Facebook, contro le tre ore concesse al sito di Mountain Views. Microsoft mantiene invece il secondo posto grazie alla posta elettronica Hotmail e al motore di ricerca Bing. La crescita di Facebook è comunque una marcia imponente e continua a un ritmo molto maggiore rispetto ai concorrenti.
Via Quo Media
Una città da costruire a partire da abitazioni, infrastrutture, attività commerciali. È la scommessa di CityVille, un videogioco che ha debuttato all'inizio di dicembre su Facebook: in ventiquattro ore raggiunge 290mila iscritti e in un meno di un mese arriva a 61,7 milioni di utenti. Supera anche con un velocità sorprendente la fattoria digitale di FarmVille, finora il videogame più utilizzato nel social network.
Chi entra in CityVille pianifica lo sviluppo di una città, passo dopo passo. Come in una sorta di monopoli adattato ai social network. Nei primi minuti dopo l'ingresso nel videogioco gli utenti ricevono indicazioni per costruire una casa, disponibili anche in italiano: decidono dove verrà edificata, osservano i lavori di edilizia e vedono arrivare i primi inquilini con un'automobile o un furgone. In seguito progettano l'evoluzione di un quartiere con altri edifici. E ampliano in questo modo i confini del centro abitato: ogni iscritto diventa sindaco della sua città digitale e può invitare gli amici di Facebook come vicini. È un progetto ispirato a successi come SimCity, lanciato venti anni fa da Will Wright.
A progettare CityVille è stato Zynga, il gruppo specializzato in videogame per social network che negli ultimi mesi ha stretto accordi di collaborazione con aziende locali in Giappone, Cina e India: secondo la rivista Forbes durante l'anno in corso ha guadagnato tra i 500 e i 700 milioni di dollari con la vendita di "virtual goods", "beni virtuali" come i semi da piantare in un campo, pagati con monete digitali come i "Facebook credits". Di recente John Doerr, partner della società di venture capital Kleiner Perkins e tra i primi a finanziare Google, ha dichiarato che Zynga è il suo miglior investimento di sempre.
di Luca Dello Iacovo su IlSole24ORE.com
Apple gioca al rialzo e incrementa l’obiettivo globale per le vendite del primo trimestre 2011. Secondo gli analisti della compagnia di Cupertino, iPhone trascinerà l’azienda vendendo 21 milioni di esemplari tra gennaio e marzo.
Le stime per l'iPhone WCDMA, passano dagli iniziali 13 milioni di unità alle attuali 14-15 milioni, mentre per l'iPhone in versione CDMA, che secondo fonti non ufficiali dovrebbe essere lanciato in Nord America e Asia-Pacifico all’inizio dell’anno, le stime sarebbero di 5-6 milioni di unità.
In chiusura di 2010, le spedizioni di iPhone nel mondo hanno toccato i 15,5 milioni di esemplari (47 milioni per l’anno intero, da gennaio a dicembre).
Via Quo Media
Il consenso di un gran numero di guru residenti ed esperti più o meno consolidati è che Foursquare sia potenzialmente una figata pazzesca per il business.
Potenzialmente. Ma che finora non si sia ancora riusciti a capire come accidenti usarlo bene e sviluppare robe che vadano al di là del "diventa mayor e ti pago il caffé".
Qualche segnale inevitabilmente sta però uscendo dalle migliaia di menti che in agenzie, aziende, possibili partner e... Foursquare stanno alacremente lavorando al problema.
Il limite però sta anche nel fatto che Foursquare è ancora un prodotto di nicchia, con solo circa 5 milioni di user nel mondo (che fanno però 1,5 milioni di check-in al giorno...)
Da segnalare dunque l'operazione fatta da Endemol (azienda nota per la creazione di format televisivi come il Grande Fratello, Affari tuoi etc) con Foursquare negli USA.
Si sta infatti sviluppando un format televisivo, un gioco, nel quale i concorrenti e il pubblico possano interagire con il programma attraverso i checkin e la geolocalizzazione. Chiamatela, se volete, convergenza
Da un lato un elemento di novità nel panorama televisivo, dall'altro un potenziale boost di grandissime dimensioni dell'utenza di Foursquare, che si vede così iperpromozionato il proprio servizio in TV. Un'operazione del genere potrebbe, paese per paese, incrementare sensibilmente il numero di user - se il meccanismo di gioco è intrigante e funzionale. Magari, chissà, innescando un processo simile a quello della democratizzazione in corso di Facebook?
A questo punto, il gioco è fatto e Foursquare decolla e fattura pacchi di soldi - perché ancora adesso nel mondo del digitale molte aziende quando gli proponi un'operazione la prima cosa che ti chiedono è "quanta gente c'è", come se si trattasse di fare uno spot TV (io gli rispondo "molte volte di più di quella che riesce a raggiungere mettendo una triste animatrice in un punto vendita...").
Considerando che Endemol è in parte controllata da Mediaset, possiamo sperare di vedere una declinazione di questo format anche in Italia? (debiti di Endemol permettendo....)
Qualche dettaglio in più (pochi) su Variety. Stay Tuned
Secondo indiscrezioni apparse su Wall Street Journal, Google sta seriamente prendendo in considerazione di lanciare servizi di micropagamento (e di pubblicità) su dispositivi mobili, che dovrebbero consentire agli utenti di acquistare "latte e pane" semplicemente toccando il proprio cellulare, senza quindi necessariamente iscriversi a un registro di controllo. Secondo le stesse indiscrezioni, il servizio potrebbe essere lanciato nel corso del 2011. Esso è basato su tecnologia di comunicazione NFC (Near-Field Communication) capace di fornire connettività wireless bidirezionale a corto raggio. Google si aggiunge a un gran numero di società che vogliono giocarsela sul mercato NFC, valutato dagli analisti in un terzo dei 1,13 trilioni transazioni del mercato globale dei pagamenti mobili da qui al 2014 (fonte: IE Market Research Corp.). Molti e importanti gli attori. In novembre, Verizon Wireless, AT&T e T-Mobile hanno costituito Isis, una joint-venture per offrire servizi NFC-based a partire dal 2012. Dal canto suo, Visa è nella fase di sperimentazione di pagamenti "contactless" che dovrebbero essere commercializzati a partire dalla metà del 2011. Come si legge su Bloomberg Businessweek.com, il mercato è una sorta di grande gioco di carte, in cui la gente assume un divertito atteggiamento da giocatore.
di Pino Fondati su IlSole24ORE.com
Il social network Twitter è un piccolo crogiuolo di celebrità. Secondo una ricerca della Northwestern University, i messaggi a 140 caratteri delle star come Lady gaga e Mel Gibson sarebbero più influenti delle news dei grandi portali come quelli di New York Times e Wall Street Journal.
Le celebrità sono in grado di attirare l’attenzione degli internauti soprattutto quando commentano le tragedie internazionali come il terremoto di Haiti e la fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico.
Via Quo Media
Decollano le vendite sul mercato di eBay attraverso gli accessi in mobilità: hanno raggiunto quasi due miliardi di dollari nel 2010, il triplo rispetto all'anno precedente. I confini dell'ecommerce vanno oltre le mura di casa e dell'ufficio: gli schermi di cellulari, tablet, netbook e laptop abilitano la ricerca, la scelta negli scaffali digitali e l'acquisto da qualsiasi luogo, grazie alle connessioni con le reti di telefonia mobile e wifi. L'uso di applicazioni software semplifica le procedure: un utente su tre di iPad ha scaricato la "app" di eBay, ma i più attivi nello shopping sono gli utenti di iPhone.
Città, quartieri, province: le frontiere del commercio elettronico si spostano anche su scala locale, soprattutto negli Stati Uniti. Negli ultimi mesi dell'anno scorso le grandi società hi-tech hanno puntato su aziende specializzate nella gestione di offerte economiche sul territorio attraverso sconti, acquisti di gruppo, promozioni. Per esempio, eBay ha comprato per 75 milioni di dollari la start-up Milo. Poco prima la libreria online Amazon ha investito in Livingsocial per 175 milioni di dollari. I riflettori sono puntati in questo momento su Groupon: partita da Chicago due anni fa, ha esteso in poco tempo la sua piattaforma commerciale in Europa, Asia, Nord America. E ha rifiutato un'offerta da 6 miliardi di dollari avanzata da Google.
A scommettere sugli acquisti in mobilità sono anche i social network. Facebook, per esempio, ha lanciato la piattaforma "deals", utilizzabile da iPhone: evidenzia ai suoi iscritti le proposte commerciali dei negozi in un'area, come una sorta di messaggio post-it personale che appare quando una persona si avvicina a una vetrina. E unisce reti sociali online, applicazioni software e commercio locale. Il social network Foursquare, invece, punta sulla segnalazione degli ingressi in un luogo ("check-in") attraverso brevi messaggi: negli Stati Uniti alcuni negozi offrono sconti a chi invia la sua segnalazione ai contatti online.
di Luca Dello Iacovo su IlSole24ORE.com
Audiweb pubblica i dati di audience online del mese di novembre 2010, distribuendo agli operatori il planning database, che presenta la stima dell’utilizzo effettivo di internet da parte degli Italiani dai 2 anni in su che si collegano attraverso un computer da casa, ufficio e altri luoghi. Nel mese di novembre 2010 risultano essere 24,7 milioni gli Italiani che si sono collegati almeno una volta a internet, il 10,7% in più rispetto allo stesso periodo del 2009.
Rispetto all’anno precedente, cresce dell’11,3% anche l’audience online nel giorno medio che registra 12,6 milioni di utenti attivi (erano 11,3 milioni gli utenti attivi nel mese di novembre 2009) che si collegano mediamente per 1 ora e 32 minuti al giorno, consultando 181 pagine per persona. Gli utenti attivi nel giorno medio sono 3,9 milioni dell’area Nord-Ovest (il 31% degli utenti attivi nel giorno medio), 2 milioni dell’area Nord-Est (pari al 16,2% degli utenti attivi nel giorno medio), 2,1 milioni del Centro (il 17%) e 3,7 milioni dell’area Sud e Isole (il 29,4%). Nel giorno medio risultano online 7 milioni di uomini e 5,5 milioni di donne principalmente tra i 35 e i 54 anni (il 47,6% degli utenti attivi nel giorno medio). Anche i giovani tra i 25 e i 34 anni sono ben rappresentati online, con una media giornaliera di 2,6 milioni di utenti attivi (il 20,9% degli utenti attivi nel giorno medio) che navigano per 1 ora e 42 minuti al giorno.
Per quanto riguarda l’uso del mezzo nelle diverse fasce orarie del giorno medio di novembre, è confermata una particolare attività già a partire dalla fascia oraria tra le 9:00 e le 12:00 in cui risultano online in media 5,6 milioni di utenti attivi. Dalle 12:00 alle 15:00 l’audience online sale a una media di 6,4 milioni di utenti attivi con un dato abbastanza stabile fino alla fascia oraria tra le ore 21:00 e la mezzanotte in cui si registrano 5 milioni di utenti attivi che navigano mediamente 39 minuti per persona consultando 75 pagine.
Gli editori online pianificabili questo mese nel planning database, iscritti direttamente o dai loro network pubblicitari, sono: 192 Parent, 388 Brand, 1020 Channel e 93 Custom Property per aggregati o aree tematiche. La sintesi mensile del report Audiweb Database è disponibile sul sito di Audiweb per tutti gli utenti registrati e in forma completa per tutti gli abbonati attraverso le principali aziende di elaborazione dati per la pianificazione pubblicitaria.
via Audiweb.it
In questi ultimi mesi mi sono già occupato varie volte di nuovi paradigmi tecnologici e della loro influenza sul business e sulla società. In particolare in questi giorni poi ho letto varie notizie che mi hanno portato a tornare su di un tema che avevo toccato qualche tempo fa in più momenti (ad esempio qui e qui), ossia il cloud computing, inteso sia come tecnologia sia come logica.
immagine tratta da Sevensheaven.nl
Trovo molto attuale e affascinante il concetto di poter accedere a dati, applicazioni e contenuti in modo indifferente dal supporto e dal luogo in cui ci troviamo e molti fattori mi sembrano agevolare la diffusione di questo paradigmache per gli addetti ai lavori e’ già realtà.
Un primo fattore e’ senza dubbio losviluppo delle reti mobili e l’abbattimento (finalmente!) deiprezzi per la connessione, unito alcrollo dei costi di storage dei dati (vi ricordate Gratis di Chris Anderson e questa mia presentazione?).
Su questo si innestano le nuove generazioni di dispositivi sempre connessi e le tecnologie che consentono l’ipertestualita’ dei luoghi fisici. Applicazioni come Dropbox e Evernote rendono poi sempre più vicino e familiare ai consumatori finali il concetto di sincronizzazione di tutti i propri dispositivi.
Il mercato non sta a guardare naturalmente, e l’ultimo esempio in termini di tempo e’ la sfida nel mondo dei libri fraeBooks di Google e Kindle for the web di Amazon, tutta svolta in punta di nuvole.
Se dunque vogliamo dare per morto il web così come lo abbiamo conosciuto e’ in questa direzione che dobbiamo guardare e, per le aziende, il marketing e la tecnologia devono esser pronti alla sfida. Il nuovo mondo che si svolge sulle nuvole sta per entrare nella vita di tutti, con buona pace di chi pensa che sia ancora presto, certo si deve ragionare seriamente sulla sicurezza ma la via e’ tracciata. Secondo voi le nostre aziende italiane sono pronte?
Gianluigi Zarantonello via Internetmanagerblog.com
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