Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
bbiamo detto più volte che l’antagonista più forte di Apple e del suo App Store è il sistema operativo made in Google, Android, e il suo negozio virtuale, Android Market.
Ebbene se Apple viaggia a gonfie vele, sono oltre 200mila le applicazioni a disposizione in App Store, Android è poco da meno dato che ha raggiunto in Luglio le 100mila applicazioni presenti nel suo store da cui attingono milioni di utenti in tutto il mondo, che, peraltro, sono in rapido aumento quotidianamente.
Centomila programmi da scaricare che lo sono già stati oltre un miliardo di volte dagli utenti col robottino. Sono state ben 14mila le nuove applicazioni introdotte a Maggio, 15mila a Giugno e nel mese di Luglio siamo già arrivati a quota 12mila.
Del totale delle applicazioni disponibili, si sa, oltre il 60% sono gratuite. Coninua la rincorsa di Android ad Apple e, a questo ritmo, il sorpasso potrebbe avvenire, come stimato, addirittura entro l’anno.
Via Cellulari ad Hoc
Hulu, il servizio internet statunitense di video on demand, si rivela uno dei canali più prolifici e adatti per la pubblicità. Secondo i dati raccolti da comScore, nel mese di giugno Hulu è stato il canale video con il numero più alto di annunci visionati dagli utenti.
Il sito ha generato 566 milioni di clic su filmati promozionali, più del doppio dei contatti generati dai siti Microsoft (222 milioni).
La pubblicità video, lo scorso mese, ha raggiunto il 46,1% della popolazione statunitense, con una media di un filmato al giorno per ciascun cittadino. Hulu ha contribuito da par suo, raggiungendo con i propri video il 7,8% della popolazione d’Oltreoceano.
Via Quo Media
Venti di ripresa per la pubblicità online a livello mondiale, dopo il timido +2% del 2009. Gli analisti prevedono che quest’anno l’online crescerà del 12%.
Lo rendono noto gli analisti di eMarketer, secondo cui la spesa mondiale per la pubblicità online tornerà a registrare una crescita a doppia cifra, facendo registrare nel 2010 un incremento dell’11,9% degli investimenti per la promozione su internet, raggiungendo quota 61,8 miliardi di dollari.
La società di ricerca prevede che il trend positivo continuerà fino al 2014 con tassi di crescita di oltre il 10% ogni anno. “Fra cinque anni - afferma l’analista Jared Jenks - gli investimenti ammonteranno a 96,8 miliardi di dollari, crescendo a un tasso annuo composto dell’11,9%, nonostante la lenta, irregolare e fragile ripresa economica. Questi tassi di crescita resteranno ineguagliati dagli altri media”.
Via Marketing Journal
Le nuove tecnologie e l’approccio partecipativo del social web hanno sicuramenteridisegnato in modo vistoso abitudini e logiche della comunicazione tradizionale.
In particolare alcuni fenomeni, come il crowdsourcing e lo user generated content (ed advertising) hanno scatenato negli ultimi sei mesi frequenti discussioni e polemiche tra aziende, agenzie e il mondo della rete.
Prendiamo ad esempio il crowdsourcing per quanto riguarda la creatività, impersonato in modo diverso dai due grandi player Zooppa e BootB: le agenzie tradizionali spesso si sono scagliate contro di loro, accusandoli di essere solo fonte di impoverimento della qualità, oltre che un mero modo per risparmiare.
Io posso dire per esperienza diretta che le cose sono più sfumate: è certo che in questi progetti c’è minore livello di consulenza e l’azienda è sola a giudicare, magari senza averne i mezzi, un’infinità di lavori di livello eterogeneo. E’ anche pur vero però che la ricchezza e quantità di spunti che un contest di questo tipo può dare non è assolutamente riproducibile dall’agenzia.
L’errore dunque secondo me è nella contrapposizione netta e ostile fra la creatività che si attribuisce la c maiuscola e presunti amatori, mentre io ritengo che il ruolo consulenziale e di guida strategica nel tempo che può avere un’agenzia posso trovare valore anche nell’affiancarsi talvolta a nuove forme di apertura con l’esterno.
Insomma una guida ci vuole nel medio e lungo periodo, ma quest’ultima deve essere aperta e non solo impegnata a difendere la propria posizione, è vero che non sempre la collaborazione è possibile ma l’ostilità preconcetta è molto pericolosa.
Lo stesso ragionamento si può applicare all’attività di social media marketing: da un lato io trovo che l’azienda non possa delegarla in toto all’esterno, perché è un aspetto che deve essere seguito da persone che vivano in diretta quanto poi rilanciano all’esterno.
Questo però non vuol dire che una realtà esterna, competente, non possa seguire il percorso strategico scegliendo obiettivi e tecnologie ed aiutando la crescita del personale interno.
Non a caso l’attività fai da te sul social web, fatta fare magari allo stagista perché tanto “è tutto gratis”, è sempre destinata al fallimento.
In conclusione dunque non vedo nelle nuove tendenze della comunicazione un rischio per i professionisti del settore, a patto che siano competenti, aperti e dotati della giusta mentalità, per farsi capire e apprezzare adeguatamente dalle aziende che danno loro lavoro.
Voi che ne pensate? C’è una contrapposizione reale e duratura o solo una momentanea mancanza di dialogo tra due mondi molto vicini e intersecabili?
Gianluigi Zarantonello via http://internetmanagerblog.com/
Iniziano a vedersi i primi timidi passi di come potrebbero essere i nuovi formati di advertising sulle nuove piattaforme, iPad in primis.
I nuovi banner, caratterizzati da più interattività e quindi da un approccio relazionale diverso mi sembrano un (piccolo) interessante passo.
Interessante anche il fatto che la "Interruption" è moderata, l'adv resta sempre all'interno della parte editoriale del giornale (in questo caso il NYTimes).
Da meditarci un po' su, di nuovi formati efficaci ce ne sarebbe un gran bisogno, dato che non è per niente vero che la pubblicità è morta e che i Socialcosi sono la risposta finale per qualsiasi cosa...
Approfondimento: http://www.mobilemarketer.com/cms/news/advertising/6492.html
La sfida a Facebook, per Google, è tutta un gioco. Il gruppo californiano, che sta preparando un social network alternativo alla creatura di Mark Zuckerberg, sta prendendo contatti con tutti i più popolari produttori di giochi online per rendere il suo prodotto appetibile e competitivo.
Secondo quanto pubblicato dal Wall Street Journal, BigG si è accordato con Playdom, Electronic Arts, Playfish. Di Zynga Game Network, genitore di FarmVille, Google ha addirittura acquisito una quota. “Non è ancora chiaro quando Google potrebbe lanciare la nuova offerta di giochi ma secondo fonti - aggiunge il Wall Street Journal - rientrerà in una più ampia iniziativa nell’ambito del social network attualmente in fase di sviluppo”.
Via Quo Media
Da un paio di giorni è disponibile come download Torrent, un file contenente l'equivalente di quasi 100 milioni di profili Facebook, disponibili in download al modico peso di 2.8 GB e realizzato da Ron Bowes di Skull Security . (come confermato da Pirate Bay, sono già circa 1000 i download completi effettuati ieri).
Piccola premessa: nessun attacco informatico è stato effettuato su Facebook e tanto meno questi profili sono stati rubati da qualche dipendente infedele.
Questi dati sono stati raccolti nella maniera più semplice e ovvia, ovvero direttamente da Internet, tramite uno spider (web crawler) simile a quelli utilizzati dai motori di ricerca e sfruttando il fatto che quasi un utente su cinque non ha ancora aggiornato o impostato in maniera corretta la gestione della privacy del proprio account.
Nomi, cognomi, telefoni, email e amici sono di fatto disponibili nei normali processi di ricerca e quindi a rischio di un uso illegale.
La raccolta, conservazione e soprattutto utilizzo dei dati personali è regolata da norme più o meno severe a seconda dei paesi, ma questo non esclude un uso improprio degli stessi, magari per aggiornare o integrare banche dati già esistenti e autorizzate.
Il semplice download di questi dati, in Italia, è sanzionato penalmente in quanto è necessario per ogni singolo account ottenere l'autorizzazione anche alla semplice conservazione di questi dati.
Via Pianetacellulare.it
Il popolo della rete non va in vacanza. O meglio, anche in vacanza non si separa dai suoi dispositivi sempre connessi. E' quanto emerge dalle rilevazioni di Audiweb relative al mese di giugno, secondo le quali la porzione di cittadini dello Stivale impegnata nella navigazione è cresciuta a 23,78 milioni. Rispetto allo scorso anno la cifra è in crescita del 12%.
Gli utenti attivi nel giorno medio sono stati 11,73 milioni con 1 ora e 31 minuti di tempo speso online e 168 pagine viste per persona. Sempre stando all'indagine Audiweb, 32,5 milioni di italiani fra gli 11 e i 74 anni hanno accesso a internet (con un incremento pari al 10,4% su base annua), e quasi 30 milioni possono collegarsi dal computer di casa. 8,9 milioni di italiani possono farlo dall'ufficio e 3 milioni dal luogo di studio. Solo 1,9 milioni navigano da internet point e biblioteche comunali. L'accesso tramite telefono cellulare è stato effettuato da 4,7 milioni di utenti, dato in rialzo del 30,3%.
Le famiglie che dispongono di un collegamento alla rete sono 11,8 milioni (+16,9% rispetto a giugno 2009) e di queste, 8,4 milioni hanno una connessione alta velocità di Adsl o fibra ottica.
Via Quo Media
Il primo semestre del 2010 si chiude in positivo per il mercato pubblicitario italiano, con investimenti in crescita del 4,7% su base annua, fino a 4,5 miliardi di euro. Segnali di ripresa che fanno ben sperare per la seconda metà dell’anno e dicono forse della fine della lunga crisi del settore, che da quasi tre anni era stagnante.
Secondo i dati Nielsen, a trainare la pubblicità nostrana sono stati soprattutto i Mondiali di calcio in Sud Africa. Nel mese di giugno, quando si sono disputate la maggior parte delle partite del torneo, la spesa nel settore è aumentata del 9,7% rispetto a maggio. Il calcio, insomma, attrae pubblico e investimenti. Tra i settori che hanno registrato gli aumenti più rilevante nel semestre ci sono gli alimentari (+10%), bevande e alcolici (+9,2%) e le telecomunicazioni (+2,3%).
In crescita, per quanto lieve, anche le aziende inserzioniste (+0,6%), che però proliferano sul web, con mille nuovi investitori (+42% su base annua e +14,6% della spesa pubblicitaria totale). Buone cifre anche per la televisione, che ha visto il suo monte investimenti salire del 7,3%, mentre la radio registra un incremento a doppia cifra (+14,8%).
Via Quo Media
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