Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
L’Apple Store genera un fatturato molto maggiore ma Google Play crescerebbe molto più velocemente. Questi i dati di un report della società di ricerca App Annie Intelligence, immediatamente contestato dalla azienda di Cupertino.
Lo store digitale di Apple generebbe un volume di fatturato 4 volte superiore a quello del concorrente, ma non avrebbe un tasso di crescita molto forte (+12.9% annuale nel 2012); mentre il rivale Google Play sarebbe in fase di forte espansione (+311%).
La tendenza sarebbe simile anche se si guarda al numero di app scaricate. Apple, al momento, sarebbe ancora in vantaggio (10% in più di download), ma Google crescerebbe più rapidamente. Il download di app Android sarebbe, infatti, incrementato del 48%; contro il 3.3% registrato per la piattaforma rivale.
Bertrand Schmitt, CEO di App Annie, spiega: il “divario tra i ricavi globali tra iOS e Google Play è ancora lì, ma il divario si sta restringendo ogni mese, creando maggiori opportunità per gli editori di generare una crescita significativa delle entrate in diversi paesi su Google Play .”
I fatturati delle due piattaforme arrivano, infatti, da paesi diversi; riflettendo una diversa distribuzione dei device e abitudini differenti di consumo.
Apple ha però contestato i dati della società di ricerca sostenendo che la crescita è stata ben più sostenuta e pari al 200% in un anno. Venturebeat, dopo essere stato contattato dalla compagnai californiana, ha fatto qualche calcolo, basandosi sui dati rilasciati dalla società sui pagamenti agli sviluppatori. La progressione storica sembra realmente indicare una crescita maggiore.
Via Tech Economy
Quasi due terzi del consumo di video da mobile phone avviene a casa, almeno stando ad una ricerca dell’Interactive Advertising Bureau (IAB).
Il 63% del consumo di video digitali risulta, infatti, verificarsi tra le pareti domestiche e non in mobilità. Circa un terzo (36%) di questo consumo avviene in stanze dove è in un uso un altro device (second screen). Dati che rappresentano, secondo gli analisti, una grossa opportunità per l’advertising cross-media, attraverso la creazione di legami pubblicitari tra I contenuti presenti sui due dispositivi (es. spot televisivi legati a contenuti aggiuntivi da visualizzare sullo smartphone).
Opportunità accresciute dalla forte abitudine alla socializzazione dei consumatori. La ricerca ha, infatti, riscontrato che il 92% degli utenti condivide le clip video visualizzate da mobile con amici e conoscenti. Ciò potrebbe favorire la viralità dei mobile spot.
Per quanto riguarda le tipologie di contenuti video maggiormente consumate da mobile, lo studio conferma tendenze già note: video musicali (45%), trailer cinematografici (42%), Tutorials/How-To (41%), e brevi video divertenti (37%). La tipologia di video influisce anche sul grado di condivisione. I brevi video divertenti risultano i più socializzati (66%), seguiti dai video musicali (52%).
Le piattaforme mobili risultano, inoltre, un contesto particolarmente favorevole all’advertising. Il 53% degli utenti dichiara una propensione positiva o neutrale verso il mobile video advertising e risulta elevato il tasso di recall (44%), in particolare per gli spot brevi da 10-15 secondi. Quasi la metà (48%) degli utenti preferisce, però, contenuti pubblicitari connessi ai video che sta consumando.
David Levin, responsabile Creative & Technology per 360i, ha commentato i risultati dichiarando: “La pubblicità video su smartphone offre ad agenzie e brand un’opportunità unica per connettersi intimamente con i consumatori sui dispositivi particolarmente adatti alla narrazione interattiva. Ma prima dobbiamo vedere il mobile come schermo primario per il consumo on-demand, non come un ripiego”.
Via Quo Media
Chi possiede uno smartphone o un tablet può confermare: gli utenti mobili spendono il 10% del tempo dedicato al proprio dispositivo usando le app dei social network, con Facebook in testa, mentre il 20,4% del tempo è occupato da sms, chat e in generale dai servizi di messaggistica.
A dirlo è un’indagine di Nielsen che ha fatto luce sulle modalità d’uso dei dispositivi mobili da parte degli americani, da sempre avanguardia nel campo. Tra le altre attività preferite dagli utenti a stelle e strisce spiccano l’e-commerce, che convoglia il 5,5% del tempo complessivo dedicato a smartphone e tablet, l’ascolto di musica (4,4%) e la geolocalizzazione con relative app (2,8%).
Il mondo mobile è dunque concentrato sulla comunicazione, in senso stretto ma anche 2.0, a dispetto dei normali computer, spesso utilizzati anche come medium d’intrattenimento. Secondo lo stesso report, chi naviga da pc impiega sì il 20% del proprio tempo sui social network, ma anche l’8,1% con videogame online, senza dimenticare il 5,2% dedicato a film e video vari. Meno frenesia e meno dati, fattori che invece dominano l’ambito mobile.
Via Quo Media
In Europa i maggiori consumi di dati in mobilità vengono da iPhone 5. Il dato emerge da uno studio condotto da Arieso, azienda che offre consulenza agli operatori mobili, che da tre anni monitora il traffico dati generato dalle piattaforme mobile, smartphone e tablet, su una base di oltre 1 milione utenti in tutta Europa.
Lo studio mette in luce i diversi segmenti da cui si originano i maggiori consumi di dati in mobilità e pare proprio che gli utilizzatori di iPhone 5 siano i più avidi consumatori di banda internet in mobilità con il 50% in più di traffico rispetto a chi possiede un iPhone 4S e il quadruplo rispetto a chi utilizza ancora un iPhone 3G.
Arieso ha monitorato anche i Galaxy S3 di Samsung rilevando che sono i primi in termini di upload, seguiti dai Galaxy Note 2. Il traffico dati dal mobile dunque cresce in modo ininterrotto e Michael Flanagan, ceo di Arieso sottolinea che “Le zone in cui noi abbiamo indirizzato lo studio quest’anno hanno lanciato recentemente i servizi Lte e stiamo già notando utilizzatori estremi, specialmente quelli con le chiavette, che stanno iniziando a mettere in difficoltà persino le reti 4G”.
Via Quo Media
Il Mobile Advertising secondo Gartner crescerà prepotentemente nei prossimi anni: gli investimenti tra il 2011 e il 2016 dovrebbero addirittura registrare un tasso di crescita del 400%. Il 2012 si è chiuso con un fatturato mondiale per il settore di 9.6 miliardi di dollari, ma già quest’anno le entrate dovrebbero raggiungere gli 11.4 miliardi di dollari per toccare i 24.5 miliardi nel 2016.
“Il mercato del mobile advertising è decollato anche più velocemente di quanto ci aspettassimo a causa di una diffusione maggiore di smartphone e tablet, così come del mescolarsi dei comportamenti di consumo sui computer e sui dispositivi mobili – nota Stephanie Baghdassarian, direttore ricerca per Gartner, aggiungendo – La crescita nel mobile advertising si verifica in parte a spese dei formati a stampa, soprattutto dei giornali locali.” La società di ricerca sottolinea, inoltre, la crescente globalizzazione del settore, con il coinvolgimento in attività di mobile advertising di nuovi mercati e aree geografiche man mano che i device mobili e il loro utilizzo si diffondono. Nonostante questo, le differenti velocità di adozione del mobile e caratteristiche locali influiranno sullo sviluppo del settore. Ad esempio, l’area Asia-Pacifico, in particolare Giappone e Sud Corea, tradizionalmente ha guidato lo sviluppo e la spesa in mobile advertising grazie alla rapida e forte diffusione di device mobili. Nei prossimi anni, però, mentre il Nord America e l’Europa Occidentale chiuderanno il gap accumulato rispetto a questa regione, Cina e India, a causa della crescente penetrazione dei dispositivi mobili e dell’espandersi della già numerosa classe media, dovrebbero contribuire sempre di più alla crescita del mobile advertising.
Gartner per quanto riguarda i formati pubblicitari ritiene che il mobile search continuerà, almeno per il periodo in esame, a guidare lo sviluppo del settore, ma diverrà via via meno centrale. Al contrario, il display dovrebbe via via trasformarsi nel formato su cui si focalizzeranno i maggiori investimenti. Delle due soluzioni display (in-app e Mobile Web), il posizionamento all’interno delle app dovrebbe continuare a attrarre spese maggiori fino al 2015, quando dovrebbe essere il Mobile Web a prendere il sopravvento.
La società di ricerca avverte, in ogni caso, della possibilità di dover rivedere le proprie previsioni, principalmente a causa di due fattori strettamente collegati. Il primo riguarda la necessità di tempo affinché brand ed aziende possano adeguare la propria spesa in advertising al cambiamento rapido delle abitudini dei consumatori. Questo porterebbe ad un surplus di offerta di spazi e, di conseguenza, all’abbassamento dei costi. A sua volta, un tale scenario, spingerebbe molti sviluppatori di app a comprare spazi mobili per promuovere la propria applicazione: il cosiddetto “paid discovery”. Tale strategia, più giustificata per le app a pagamento, porterebbe molti sviluppatori, con app gratuite, a spendere in advertising somme simili o superiori a quelle guadagnate tramite gli spazi pubblicitari offerti all’interno della propria app. Un circolo vizioso che potrebbe influire negativamente sullo sviluppo del settore e portare ad una sorta di “bolla”.
Via Tech Economy
Non passa giorno senza che non emergano nuove indicazioni su quello che sarà il futuro del mercato degli smartphone. I più recenti dati forniti da Abi Research evidenziano come nel 2014 il 50% dei telefoni cellulari venduti sul mercato sarà riconducibile a questa categoria di prodotti, cifra che aumenterà sino al 69% per l'anno 2018. In questo periodo si raggiungerà anche un picco di 2,4 miliardi di dispositivi cellulari venduti in 12 mesi.
Se al momento attuale il mercato degli smartphone vede una contrapposizione tra Android e iOs, il mondo dei sistemi operativi vedrà una evoluzione nel corso dei prossimi anni che potrebbe portare ad avere un maggior numero di soluzioni disponibili sul mercato.
Segnaliamo in questa direzione sia Windows Phone, per il quale Microsoft sta iniziando a raccogliere i primi frutti del lavoro svolto negli ultimi 12 mesi, sia Tizen, sistema operativo su base Linux che punta tutto sulla notevole flessibilità di configurazione che offre tanto ai produttori di telefoni smartphone quanto ai carrier internazionali.
Via Quo Media
Secondo un ultima analisi condotta da Flurry, la startup delle statistiche su mobile, a dicembre i consumatori hanno usato applicazioni per acquisti online sei volte in più rispetto allo scorso anno. Questo a dimostrazione che lo shopping su mobile sta cominciando a crescere come usanza tra gli utenti.
La ricerca è stata effettuata prendendo un campione di 1.800 applicazioni iOS e Android nel periodo da dicembre 2011 a dicembre 2012, che sono state, poi, suddivise in 5 categorie: app di retailer, comparazione di prezzi, assistenza d’acquisto, mercato online e le migliore offerte del giorno.
In generale, il tempo trascorso su questo tipo di applicazioni è cresciuto del 132% di anno in anno. Nel dettaglio, invece, le applicazioni di retailer come quelle direttamente associate a Wal-Mart, Target, Macy, Victoria’s Secret, Gap e Saks 5th Avenue, sono cresciute maggiormente in termini di tempo trascorso. Le applicazioni di confronto prezzi come RedLaser di eBay, e Grocery IQ hanno visto un incremento di utilizzo del 247% anno su anno, così come le app di assistenza d’acquisto come ShopSawy e ShopAdvisor sono cresciute del 228%.
Per quanto riguarda le applicazioni delle offerte giornaliere come Groupon, invece, nonostante abbiano speso milioni per l’acquisizione di un numero sempre maggiore di clienti, vedono nel corso dell’anno, scendere la loro quota di mercato. Questo però non ha inciso sul tempo trascorso dagli utenti su questo tipo di piattaforma, che anzi, è moltiplicato rispetto all’anno precedente. Non a casa Groupon ha dichiarato che un terzo dei suoi ricavi provengono dagli acquisti su mobile nel Nord America.
Via Tech Economy
Secondo un ultimo studio firmato Gartner, le vendite dei cellulari hanno visto un leggero calo nel 2012.
Le vendite, infatti, hanno raggiunto 1,75 miliardi di unità, cioè l’1,7% in meno rispetto a quelle totalizzate nel 2011. Nonostante questo gli smartphone continuano a guidare il mercato delle vendite raggiungendo nell’ultimo trimestre 2012 il record di unità vendute: 207,7 milioni di pezzi, su del 38,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
“Lultima volta in cui il mercato dei cellulari è caduto così è stato nel 2009” ha riferito Anshul Gupta, analista di Gartner che ha aggiunto “le difficili condizioni economiche, le mutevoli preferenze dei consumatori e l’intensa concorrenza hanno indebolito il mercato dei telefoni quest’anno”.
La domanda per i cellulari è rimasta debole nel 2012 e nell’ultimo trimestre. Le vendite si sono attestate intorno ai 264,4 milioni di unità nell’ultimo quarto dell’anno, giù del 19,3% e i ricercatori Gartner si aspettano che il trend continuerà ad essere questo anche nel 2013. Le aspettative sono quelle che vedono per il 2013 vendite totali di smartphone intorno al miliardo di unità mentre tutti i tipi di cellulari intorno al miliardo e 900 mila unità.
Nel quarto trimestre 2012, Apple e Samsung insieme hanno aumentato la loro quota del mercato smartphone al 52% rispetto al 46,4% rispetto al trimestre precedente. Samsung ha terminato l’anno al primo posto in entrambi i mercati smartphone e cellulari.
“Non c’è nessuno al mondo che può attestarsi al terzo posto nelle vendite di smartphone” ha dichiarato Gupta. “il successo di Apple e Samsung deriva dalla forza del loro brand quanto dei loro prodotti. I loro diretti competitor lottano per ottenere la stessa reputazione tra i loro consumatori che, in un contesto economico difficile, cercano prodotti meno cari”.
Huawei ha avuto un buon ultimo quarto, il che ha contribuito a far si che raggiungesse il terzo posto tra i fornitori di smartphone per la prima volta. Nel 2012, la compagnia cinese ha venduto 27,2 milioni di smartphone, in crescita del 73,8% dal 2011. Secondo gli analisti di Gartner saranno i mercati internazionali la chiave per la crescita di Huawei nel 2013.
Nel quarto trimestre del 2012, le vendite di smartphone Samsung hanno continuato ad accelerare raggiungendo un totale di 64,5 milioni di unità, in crescita del 85,3% rispetto al quarto trimestre del 2011, mentre le vendite di cellulari sono pari a 384,6 milioni.
Dal canto suo, Apple ha raggiunto i 43,5 milioni di unità vendute nel quarto trimestre del 2012, con un incremento del 22,6% anno su anno. Nel 2012, la società di Cupertino ha venduto 130 milioni di smartphone in tutto il mondo. Mentre la domanda di iPhone nel quarto trimestre è rimasta sostenuta, la domanda dei consumatori ha favorito i più economici iPhone 4 e 4S.
Per quanto riguarda Nokia, invece, i buoni risultati ottenuti nell’ultimo trimestre 2012, dovuti principalmente ai cellulari Asha e al lancio del nuovo Lumia Windows 8, non sono stati sufficienti a fermare la caduta in basso della società che ha perso in totale il 18% della propria quota di mercato.
Via Tech Economy
È boom per l’industria delle app: i ricavi globali cresceranno quest’anno del 62% a 25 miliardi di dollari contro i 15 miliardi di dollari del 2012. Nel 2016 raggiungerà quota 74 miliardi di dollari. È quanto stima la società di consulenza Gartner, così come riportato dal Wall Street Journal. I negozi online contano 700.000 app e si stima che i consumatori trascorrano una media di due ore al giorno con le loro applicazioni: il 43% giocando e il 26% sui social network.
Dal 2007 l’industria delle app negli Stati Uniti ha creato 519.000 posti di lavoro e i ricavi realizzati dal settore nel suo complesso nel 2010 sono stati pari a metà del pil della Giamaica. Il boom delle app è imputabile – riporta il Wall Street Journal – all’esplosione dei dispositivi mobili: solo negli Usa ci sono 181 milioni fra smartphone e tablet, in Cina ce ne sono 167 milioni e negli Regno Unito 35 milioni. Si tratta di un mercato maturo sotto alcuni punti di vista: quando le App sono state introdotte quasi cinque anni fa da Apple, per promuoverle si erano adottate – riporta il WSJ – tecniche da Wild West, con truffe per aumentare il numero dei download. Un trend che ha spinto colossi come Apple e Google a usare parametri più stringenti. Il campo di battaglia si è molto ampliato in termini di categorie e dispositivi, lasciando agli sviluppatori grandi margini ma allo stesso tempo lasciandoli anche con il problema di identificare quale modello di business sia più redditizio.
L’industria delle App “è come le auto lo scorso secolo: si osserva un aumento delle strade e si sa che sarà una cosa grande” affermano alcuni analisti, sottolineando come solo fino a poco fa l’industria delle app era più semplice: il mercato era quasi esclusivamente americano e l’Apple Store la faceva da padrone. Ora, invece, la concorrenza è agguerrita: se Apple e Google sono gomito a gomito in termini di catalogo e uso delle app, Cupertino sembra ancora in testa in termini di ricavi. A questo si è però aggiunta la discesa in campo di Microsoft, Blackberry e Amazon.com.
Via Tech Economy
Non conosce crisi e anzi è in discreta crescita il mercato delle applicazioni per smartphone e tablet. Secondo l’ultimo rapporto della società Canalys nel primo trimestre del 2013 dai quattro maggiori app store sono state scaricate complessivamente 13,4 miliardi di app nel mondo, in aumento dell’11% rispetto agli ultimi tre mesi dello scorso anno, per ricavi pari a 2,2 miliardi di dollari (+9%). Google batte Apple per numero di download, ma non per le entrate.
A livello globale, si legge nel rapporto, se l’App Store di Apple è il maggiore per quanto riguarda la fetta dei ricavi (il 74%) è Google Play che vince in termini di app scaricate: circa il 51% del totale, mentre lo store di Cupertino è secondo. I due negozi online fanno in generale la parte del leone, mentre BlackBerry World e Windows Phone Store, spiega Tim Sheperd, analista senior di Canalys, “ad oggi restano concorrenti lontani seppure non vadano ignorati”.
A crescere, secondo Canalys, sono in particolare i mercati emergenti, come il Sudafrica, il Brasile e l’Indonesia, trainati dalla diffusione di dispositivi mobili. Bene anche i mercati maturi, come il Nord America e l’Europa occidentale, con incrementi sia per i ricavi sia per i download: rispettivamente +8% e 6% in Nord America e +8% e 10% nel Vecchio Continente sempre nei primi tre mesi dell’anno.
Via Tech Economy
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