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Di Altri Autori (del 24/11/2015 @ 07:28:06, in Social Networks, linkato 1938 volte)

Facebook at Work è ora accessibile da una applicazione mobile ufficiale. Chiamata Work Chat, l'applicazione consente agli utenti di Facebook at Work - il social network per le aziende - di comunicare tra loro via chat, singole o di gruppo, e di effettuare chiamate vocali. Si tratta fondamentalmente di Facebook Messenger, ma esclusiva per gli utenti di Facebook for Work.

Facebook ha iniziato nelle scorse settimane il test di 'Facebook at Work', una versione professionale di Facebook che mette il social network di oltre 1 miliardo di persone in diretta concorrenza con Google, Microsoft e LinkedIn.

Facebook sta facendo tutto il possibile per monopolizzare il tempo che si trascorre on-line e, dopo aver puntato su video, messaging e notizie, ora è pronta per un portale tutto nuovo dedicato ai lavoratori. Chiamato Facebook at Work, il servizio annunciato Mercoledì funziona più o meno come la versione normale di Facebook, tranne che lo si utilizza per connettersi con i colleghi che possono o non possono essere amici nella versione normale del sito. Più importante di tutto, la combinazione di colori della schermata è diversa, quindi se avete il vostro capo dietro le spalle può con un colpo d'occhio sapere se siete su Facebook o se state ancora "lavorando" su Facebook at Work.

Per ora, Facebook dice che sta rendendo disponibile Facebook at Work ad una manciata di partner, che testeranno il prodotto prima del suo lancio ufficiale, provvisoriamente in programma per la fine di quest'anno. Facebook dice che è sta utilizzando la piattaforma internamente tra i suoi dipendenti ormai da anni.

"Abbiamo scoperto che utilizzando Facebook come strumento di lavoro rende il nostro giorno di lavoro più efficiente," Lars Rasmussen, direttore dell'ingegneria di Facebook, ha detto a Wired.com. "Efficienza" e "passare il tempo su Facebook at Work" sono termini che possono suonare come una contraddizione. Ma se Facebook può effettivamente fare uno strumento che aiuta le persone a lavorare meglio in ufficio, ben venga. Facebook fa soldi quando si spendono più ore sul sito, se sei al lavoro o a casa. Più tempo i vostri occhi sono su Facebook, più la vostra attenzione fa monetizzare l'azienda.

Facebook at Work abbiamo quindi capito che è una piattaforma diversa dal Facebook normale, ma ha le funzioni già note come la pagina News Feed, i Gruppi, messaggi diretti e gli eventi, ha spiegato Menlo Park in una una nota. "Sarà quindi possibile restare in contatto con i propri colleghi nello stesso modo in cui lo si fa con i propri amici e familiari attraverso il social network", aggiunge. Facebook at Work, concepito e realizzato per essere utilizzato all'interno delle imprese, promette "che le informazioni degli impiegati su Facebook at Work sono al sicuro, protette, confidenziali e completamente separate da quelle del proprio Profilo Facebook personale".

Altra cosa importante di 'Facebook at Work' è che le informazioni condivise tra gli impiegati sono accessibili solamente ai dipendenti della compagnia. I commenti e feedback dei primi partner che testeranno la piattaforma "saranno fondamentali al fine di costruire il miglior prodotto possibile per loro e i loro impiegati", chiude Facebook in una nota.

Via PianetaCellulare.it

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“Le imprese devono guardare ai profondi cambiamenti avvenuti nei comportamenti degli acquirenti. Investire nella digital transformation è ormai un obbligo per il Retail tradizionale, come per la quasi totalità dei settori dell’economia. Anche se l’interesse nei confronti dell’innovazione non si è ancora tradotto in investimenti adeguati, non mancano interessanti sperimentazioni: un top retailer su due punta all’omnicanalità e uno su tre all’innovazione del punto vendita”. Sintetizza così Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, quanto emerso nell’indagine condotta dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano che ha evidenziato i principali trend di settore. Una sintesi che arriva da diverse evidenze: la rinnovata, anche se timida crescita dei consumi degli italiani con la spesa mensile per le famiglie  aumentata dello 0,7% rispetto al 2013 e un trend positivo dei consumi è confermato anche per il 2015 (+0,8% rispetto al 2014). Ma anche il ritorno al passato, in termini monetari, al livello di spesa corrente di 11 anni fa.

Ma i consumatori italiani, sono sempre più connessi e digitali: nel 2015, gli internet user del Belpaese sfiorano quota 38 milioni, in crescita del 3% rispetto al 2014, e i web shopper arrivano a 17,7 milioni, in crescita dell’11% rispetto al 2014.

L’Osservatorio ha condotto una survey sui top retailer italiani (primi 300 retailer per fatturato, presenti in Italia con negozi fisici) in cui sono stati indagati sia il livello di adozione di 30 innovazioni digitali nel 2015 (e negli anni precedenti) sia le intenzioni di adozione per il 2016. Le innovazioni digitali sono state classificate in tre categorie: innovazioni nel back-end (processi di interazione retailer-fornitori o processi interni del retailer), innovazioni nella customer experience in punto vendita e innovazioni a supporto dell’omnicanalità. Ecco cosa è emerso.

Le principali innovazioni
In testa le innovazioni digitali nel back-end: sono quelle su cui si è investito di più e di conseguenza oggi risultano le più consolidate. L’86% del campione ha già digitalizzato almeno una parte dei processi di back-end e completerà il percorso nei prossimi anni. Se concentriamo l’attenzione sul 2015, il 40% dei retailer rispondenti alla survey ha sviluppato un progetto nel back-end. Le innovazioni che hanno catalizzato i maggiori investimenti sono le soluzioni di CRM (18% del campione), i sistemi di business intelligence analytics (21%) per mappare il comportamento dei propri clienti e le soluzioni a supporto della fatturazione elettronica e dematerializzazione (18%).

L’area che più di tutte ha attirato l’attenzione dei retailer è stata quest’anno l’omnicanalità: nel 2015 il 50% dei rispondenti ha investito in innovazioni per interagire con i propri clienti a distanza, e, più nel dettaglio, il 21% ha sviluppato o potenziato il sito informativo, il 22% ha sviluppato o potenziato il sito eCommerce, il 29% ha sviluppato l’App o Mobile site e il 18% ha implementato programmi Social.

Le innovazioni nella customer experience in punto vendita sono state introdotte dal 33% dei rispondenti. Tra quelle più adottate troviamo lo sviluppo o il potenziamento di App o Mobile site con funzionalità in negozio (27%), sistemi per l’accettazione di pagamenti innovativi (18%) e sistemi di sales force automation o di online selling in punto vendita (17%). “I progetti per il futuro cambiano in funzione del comparto merceologico“, afferma Valentina Pontiggia, Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail del Politecnico di Milano. “L’abbigliamento punta soprattutto su soluzioni “esperienziali” all’interno del punto vendita per catturare l’attenzione dei potenziali clienti e fidelizzarli. Oltre il 40% del campione ha dichiarato di voler investire in almeno una delle seguenti innovazioni: digital signage e vetrine intelligenti e interattive, chioschi, totem o touch point, sistemi per l’accettazione di couponing e di loyalty (digitali o Mobile). L’Alimentare nel 2015 ha puntato su App o Mobile site informativi da usare a distanza o in negozio e siti eCommerce, mentre nei prossimi anni investirà su sistemi che velocizzeranno il pagamento, come sistemi di cassa evoluti e Mobile POS”.

e-Commerce e risposte del retail tradizionale
L’eCommerce, inteso come la vendita da siti italiani a consumatori italiani e stranieri, nella sola componente di prodotto, ha superato nel 2015 i 7,2 miliardi di euro (in crescita del 28% rispetto al 2014). Tra i comparti di prodotto emergono Abbigliamento (con un peso del 32% sul totale eCommerce) e Informatica ed elettronica di consumo (con il 27%). Nelle vendite eCommerce di prodotto, il peso delle Dot Com è superiore al 70%. I retailer tradizionali, nonostante abbiano nel 61% dei casi sviluppato una propria iniziativa di eCommerce, pesano ancora poco sul valore delle vendite. La convivenza con il canale tradizionale e una scarsa propensione all’innovazione hanno, in passato, rallentato diverse imprese nello sviluppo del canale online. Tuttavia sono diversi i retailer che, in questi ultimi anni, stanno approcciando l’eCommerce in modo più convinto promuovendo non solo un cambiamento tecnologico, ma anche organizzativo e culturale con l’intento di sviluppare una strategia realmente omnicanale.
“Tra i modelli omnicanale evoluti più interessanti per i retailer tradizionali troviamo il Click&collect” spiega Pontiggia, “La possibilità di ordinare online un prodotto e di ritirarlo in negozio piace non solo ai retailer, ma anche ai consumatori. Per i clienti finali il Click&collect coniuga, infatti, i principali punti di forza dei canali fisico e online: è possibile, da un lato, accedere ai prezzi e alla gamma dell’online e acquistare in qualsiasi momento (7 giorni su 7, 24 ore al giorno) e, dall’altro, vedere e provare la merce prima di finalizzare l’acquisto. Mentre nell’Abbigliamento e nelle Profumerie il Click&collect è tuttora offerto da una minoranza di retailer (circa il 20% dei siti eCommerce), nell’Alimentare e nell’Informatica ed elettronica di consumo è una pratica molto più diffusa (oltre il 70% delle inziative). Chi ha implementato in maniera convinta il Click&collect, registra oltre il 30% del totale ordini eCommerce attraverso questa modalità”.

I retailer medio-piccoli
I retailer medio-piccoli utilizzano l’innovazione digitale per migliorare l’esperienza dei propri consumatori in negozio e per rendere più efficienti i processi di back-end, mentre l’omnicanalità non è ancora una priorità. L’88% dei rispondenti dichiara, infatti, di aver investito in almeno un’innovazione digitale per migliorare la customer experience. 8 rispondenti su 10 pubblicizzano la propria attività commerciale tramite almeno un canale innovativo (sistemi di pubblicità via web, email, Sms o Social Network), 6 su 10 hanno attivato sistemi promozionali (via Sms o con coupon digitali), 3 su 10 hanno adottato sistemi di sales force automation o installato sistemi di cassa evoluti e Mobile POS, 2 su 10 hanno attivato sistemi di loyalty (tramite carta dotata di banda magnetica o codice a barre) e meno di 1 su 10 ha installato chioschi, totem o touch point all’interno del negozio per fornire informazioni aggiuntive ai propri consumatori.
Il 60% dei rispondenti ha abilitato innovazioni a supporto dell’omnicanalità, anche se con un approccio molto timido. 6 rispondenti su 10 sono presenti online con un sito informativo, ma solo 2 su 10 permettono di acquistare online (sito eCommerce) o hanno attivato una presenza sul Mobile (con App o Mobile site).

Via Tech Economy

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