Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
La messaggistica istantanea su piattaforma mobile è il vero cruccio dei padroni del web. Il core business su cui puntare senza esitazioni. Chiedere a Mark Zuckerberg, che per accaparrarsi WhatsApp ha staccato un assegno da 19 miliardi di dollari, e non contento sta facendo di tutto per trasformare la chat di Facebook in una App con chissà quali intenzioni. Cosa fanno, dunque, le altre big del Web per contrastare l'ascesa indisturbata del social network di Palo Alto? Mentre Microsoft annuncia che i telefonini Nokia d'ora in poi porteranno il suo marchio, la mossa più a sorpresa la cala Google che con un aggiornamento di Hangouts mira a prendersi gli Sms dei dispositivi basati su Android.
Per adesso l'aggiornamento in questione riguarda solo i possessori dei device più evoluti, cioè quelli su cui gira Android 4.4 KitKat. Ma nel giro di qualche settimana sarà disponibile per tutte le versioni. Proprio stamattina Google ha rilasciato la nuova release della celebre App che in principio era nata per portare sul mobile la chat di Google Talk. Oggi, scaricando l'aggiornamento, Hangouts chiede all'utente se voglia inglobare gli Sms o meno. Inglobare gli Sms in Hangouts significa dare l'ok a Google per la gestione dei tuoi messaggi di testo. In caso affermativo, Hangouts diventa immediatamente la App unica dalla quale gestire Sms e chat di Google. E se l'esperienza non sarà così esaltante, all'utente viene concessa la possibilità di tornare indietro.
Ad annunciare l'aggiornamento di Hangouts era stato qualche ora fa, sul suo profilo Google+, uno degli sviluppatori di Mountain View, Mike Dodd. Proprio dalle parole di Dodd si capisce chiaramente cosa cambia per gli androidiani: «Gli Sms e gli hangout con lo stesso destinatario vengono uniti in una sola conversazione. – ha scritto Dodd - Potete scegliere se inviare un messaggio tramite Hangouts oppure via Sms, semplicemente agendo su un pulsante. Inoltre, è facile separare in ogni momento i diversi tipi di messaggi all'interno delle conversazioni. In altre parole, potete unirle o dividerle quando volete». Un aggiornamento che riguarda anche l'area contatti: «D'ora in poi i contatti saranno divisi in due sezioni principali, quelli con i quali si è comunicato via Hangouts e quelli telefonici, rendendo più semplice la navigazione nell'elenco e l'invio degli Sms».
L'aggiornamento riguarderà tutti i dispositivi Android nel giro di qualche giorno. E l'obiettivo di Big G pare abbastanza chiaro: mettere le mani sugli Sms e cercare di contrastare l'ascesa mobile di Facebook. Anche perché per ora gli Sms, seppur inviati tramite la App di Hangouts, resteranno a pagamento. Ogni utente continuerà a pagarli in base al suo piano telefonico. Google offrirà soltanto la piattaforma. Ma si fa largo un'ipotesi molto affascinante. Pare che da Mountain View vogliano lanciare la sfida al titano WhatsApp, rendendo gratuiti gli Sms. Zuckerberg è avvisato.
Via IlSole24Ore.com
Non un paywall, ma un abbonamento low cost che mette a disposizione contenuti extra e chat con i giornalisti della testata, oltre alla partecipazione a eventi speciali organizzati dalla rivista: questa l’idea di Slate, celebre magazine online che ha lanciato Plus, servizio che, con 5 dollari al mese o 50 l’anno, amplia l’esperienza dei lettori.
“Non è un paywall - spiega il direttore, David Plotz -. Il nostro modello è Amazon Prime, che continua ad aggiungere benefit agli iscritti”. E così farà Slate Plus, offrendo ingressi gratuiti a eventi riservati, incontri speciali con il pubblico e approfondimenti ad hoc. La struttura del magazine, invece, rimarrà invariata e ad accesso libero.
“La pubblicità rimane centrale per il nostro successo”, ha proseguito Plotz, ribadendo la scelta di non far pagare le pagine del sito principale. Per tutto il resto, invece, c’è l’abbonamento.
Via Quo Media
Il sistema operativo mobile di Google controlla il 33,5 per cento delle entrate pubblicitarie a livello mondiale, in crescita del 6 per cento rispetto lo scorso anno.
Gli ultimi dati Mediaworks rivelano che la piattaforma Android ha per la prima volta ha superato iOS nel numero di impressioni pubblicitarie sui dispositivi mobili.
IPhone e iPad di Apple ancora generano più entrate pubblicitarie, però, ricevendo il 52 per cento di tutte le entrate pubblicitarie, malgrado rappresentino solo il 38,2 per cento di tutte le impressioni.
Android è stata una delle piattaforme da cui le entrate pubblicitarie ed il traffico sono aumentate gradualmente negli ultimi anni, in gran parte a scapito di BlackBerry e Symbian. Il sistema operativo mobile di Google è salito di oltre sei punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, e ora controlla il 33,5 per cento delle entrate pubblicitarie a livello mondiale. Ciò è in gran parte grazie al gran numero di dispositivi con sistema operativo Android venduti, che ora rappresentano quasi l'80 per cento di tutti gli smartphone, secondo gli ultimi dati IDC.
Samsung continua a consolidare la sua posizione come fornitore principale di dispositivi Android, che rappresentano circa il 60 per cento di tutte le impressioni pubblicitarie sui dispositivi mobili nel primo trimestre di quest'anno (Q1 2014).
Gli annunci per cellulari sono guidati principalmente dal mercato statunitense, che rappresenta oltre il 50 per cento di tutto il traffico di annunci. La regione Asia-Pacifico arriva al secondo posto con quasi il 23 per cento grazie ai mercati emergenti come la Cina, mentre l'Europa rappresenta solo il 13 per cento.
Via PianetaCellulare.it
Ancora novità in casa Amazon, dopo le recenti acquisizioni che hanno allargato l’offerta della piattaforma di ecommerce. La compagnia di Jeff Bezos lancia oggi il nuovo store dedicato ai wearable device. Il sito si concentrerà su dispositivi come Shine Misfit, Jawbone UP24 e Narrativa clip, per citarne solo alcuni.
Il portale offre una serie di sezioni, tra cui quella per i dispositivi sanitari, i device per il fitness e il wellness, le telecamere indossabili e gli smart watch. In catalogo molti dispositivi conosciuti come il monitor Lumoback per il controllo della postura, la linea Fitbit, il Pebble smart watch e la gamma di telecamere GoPro. Lo spazio include anche un angolo sponsorizzato da Gizmodo con contenuti presentati dalla editor Sarah Zang.
Nel “microsito” saranno presenti guide e consigli per aiutare i clienti a scegliere il dispositivo indossabile giusto per il loro stile di vita e le proprie esigenze: tutto questo sarà possibile anche grazie all’aiuto di demo che illustreranno i prodotti in vendita e di clip che illustreranno le tecnologia alla base dei device. Recenti studi hanno dimostrato che, nonostante la familiarità con la tecnologia indossabile sia alta, sono ancora poche le persone che in realtà possiedono uno di questi gadget.
Amazon aveva davvero bisogno di lanciare uno store dedicato a questo tipo di device? Solo il tempo ce lo potrà dire. Intanto sarà interessante osservare le mosse di Amazon per la promozione e la vendita di questi particolari dispositivi che saranno parte integrante dell’Internet of Things.
Via Tech Economy
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