Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Instant messagging, app geolocalizzate, piattaforme fotografiche. A ciascuno il suo social. Le comunità connesse iniziano a diversificare il consumo digitale, la dieta mediatica si arricchisce e accanto a Facebook attecchiscono altri social network. La supremazia di casa Zuckerberg è ancora indiscussa, ma qualcosa sta cambiando. Servizi come WeChat e WhatsApp spopolano, con tassi di crescita a tre cifre. WeChat ha segnato un balzo del 379% nel 2013 secondo il Global Web Index. Poi c'è la crescita inarrestabile di Instagram e Foursquare: nei dati di Vincenzo Cosenza si assestano rispettivamente a 150 e 10 milioni di utenti attivi. E poi ci sono social "regionali": l'Estremo Oriente abbraccia QZone, con oltre 620 milioni di utenti cinesi.
In Italia Facebook distanzia i competitor: ci accedono una volta al mese in 26 milioni e 16 lo fanno da mobile, con la fascia di pubblico maturo in crescita, i cosiddetti "silver users". Campanello d'allarme globale è allora la lenta diaspora dei giovani, al punto che il Cfo di Facebook David Ebersman ha riconosciuto che negli ultimi mesi si registra un calo di utenti: «Abbiamo visto una diminuzione, in particolare tra gli adolescenti». Accanto ai grandi player cresce una miriade di piattaforme fruite in mobilità e condivise da comunità verticali. Quanto questi attori scesi nell'agone digitale possano entrare in concorrenza con un colosso come Facebook è presto per dirlo. Tendenzialmente non saranno mai in relazione diretta. Ma le sfide dei prossimi mesi si giocheranno sui servizi premium in mobilità, sulla crescente geolocalizzazione e sulla necessità di legare tribù sempre più verticali. I casi italiani di successo si moltiplicano: a Milano tre informatici under trenta hanno messo in rete CityGlance, prima social app per chi utilizza i mezzi pubblici. A testare gli algoritmi sono più di 7mila utenti e a breve sarà esteso anche in altre nove città.
D'altronde l'ha dichiarato più volte proprio lo stesso Zuckerberg: «Non si crea una comunità, le comunità esistono già e fanno ciò che vogliono». E allora sembra proprio che queste lo stiano ascoltando, perché negli ultimi tempi si registrano lenti ma graduali movimenti verso altre piattaforme. Beninteso, sono scosse di una magnitudo contenuta per un ecosistema digitale in assestamento. Al momento però ciò che si registra è una tendenza all'integrazione e all'uso combinato di più social. Secondo il rapporto Pew Research Center, circa il 73% degli utenti accede a piattaforme social. Facebook domina, ma molti utenti diversificano la navigazione: il 42% adotta più social, rispetto al 36% che accede esclusivamente a Facebook. «Altri servizi ne minacciano il predominio. Instagram ha molti utenti che accedono in mobilità più volte al giorno, mentre Pinterest e LinkedIn intercettano specifici gruppi demografici», sostiene Maeve Duggan, coautore del rapporto.
Queste nuove agorà vivono nel sottobosco della rete. E l'esperienza di navigazione evolve, virando dal come stiamo al dove stiamo. Lo sa bene Stefano Ceccon, italiano espatriato a Londra. Nato trent'anni fa a Bassano del Grappa, ingegnere biomedico, ha messo ordine al caotico traffico londinese, implementando London Crowd, una app che ha avuto milioni di download ed è stata annoverata da Forbes tra le migliori per districarsi nella giungla londinese.
Secondo alcuni analisti, però, a preoccupare il colosso di Mountain View non dovrebbero essere i piccoli. Perché il futuro non sarà dettato dalla frammentazione, bensì dalla concentrazione. «Avremo un unico grande social network che assorbirà tutti gli altri, perché offrirà un valore aggiunto», afferma Margherita Pagani, docente di Digital marketing alla Bocconi e all'Emlyon Business School, che ha esposto la sua tesi in un paper su Mis Quarterly. «Si tratta della "legge del gigante", speculare a quanto avviene nelle molecole e possibile scenario anche per il mondo digitale: l'evoluzione futura sarà dettata da dinamiche di integrazione a livello di network».
L'obiettivo comunque è presidiare questo ecosistema, aggregando e cercando di mantenere forti barriere in uscita. «In questo contesto il modello Google registra più opportunità perché offre servizi differenziati e gratuiti». Per Pagani un altro elemento che potrebbe spiegare la curva decrescente di Facebook è legato alla privacy: «L'elemento dell'intrusività, ovvero il fatto che i dati personali possano essere sempre più controllati, non va sottovalutato. L'utente oggi è molto più sensibile al tema».
Questo un possibile scenario. Ma c'è anche chi ha pronosticato una desertificazione del social più popolato al mondo, suscitando stupore e ilarità, oltre all'ironica risposta della stessa Facebook. Per John Cannarella e Joshua Spechler della Princeton University, Facebook sarà abbandonato entro il 2017 dall'80% degli utenti. La ricerca si basa sul confronto tra le curve delle epidemie e quelle delle reti sociali. Certo, si tratta di uno scenario irrealistico. Ma è anche vero che le evoluzioni a cui la rete ci ha abituato sono imprevedibili.
Via IlSole24Ore.it
Oggi voglio provare a proporre un post un diverso, con alcune citazioni di personalità e siti rilevanti del mondo digital che poi commenterò brevemente per evidenziare dei concetti che in altri paesi sono al centro di molti dibattiti ma che in Italia sono ancora poco percepiti. Molte cose le ho già toccate più volte ma queste frasi testimoniano come siano temi reali e di alto livello.
Citazione 1
It is impossible to separate digital from marketing because understanding and connecting with the customer is marketing - Esmeralda Swartz su CMO.com
Partiamo dalla base: la divisione fra digital e marketing è piuttosto artificiosa ormai, non si può pensare a delle attività e a una strategia senza i nuovi strumenti. Contemporaneamente, il digitale non è da solo sufficiente a cambiare il mondo.
Citazione 2
Marketing technology is about both efficiency and experience - Scott Brinker su http://chiefmartec.com/
Detto che la divisione dunque non c’è bisogna capire come approcciare le tecnologie per fare marketing, che nel mondo stanno diventando la prima spesa IT a livello assoluto. Non si può ridurre il tutto però solo a un fatto tecnico: automatizzare gli strumenti deve sì portare risparmio ma non può non collegarsi all’esperienza che il cliente deve avere attraverso tutti i touch point. I marketers dunque non devono avere paura della tecnologia, la devono conoscere(ciascuno per quanto gli basta) e sfruttare attivamente.
Citazione 3
In 2014, brand will have to stop thinking social media as a silos and approach it as a social business one where technologies and methodologies are deeply integrated into the core of the business – Charlene Li www.altimetergroup.com
Il concetto del superamento del silos è piuttosto costante in tutti i commenti sullo scenario e non può non applicarsi ai social media, croce e delizia di molte aziende che sono in bilico tra la voglia di usarli e la paura della perdita di controllo (oltre che con dei risultati non soddisfacenti). Il fatto di usarli in modo separato dal resto dell’ecosistema aziendale non porta sostanziali benefici, mentre l’ascolto e la relazione che permettono con il cliente delle grandi opportunità
Citazione 4
2014 will be a tipping point for mobile marketing. [...] There is no other platform that is as personal, as pervasive and provides the opportunity for proximity – Greg Stuart – www.mmaglobal.com.
Sul mobile ormai si possono scrivere trattati ma io credo che non siano ancora così chiare le opportunità offerte dal modo con cui la gente lo usa. Relativamente pochi ad esempio valorizzano la navigazione e la fruizione dei propri owned media da cellulare, e anche nelle stesse app non viene spesso creato del valore aggiunto per il cliente, non partendo dai suoi bisognie anche dal suo livello di adozione del mezzo.
Citazione 5
You may never turn your CIO and CMO into the best of friends, but you should be able to convince them they are natural allies – Glen Hartman – su Harvard Business Review
Citazione 6
Find the right digital leaders. Leadership is the most decisive factor for a digital program’s success or failure. Increasing C-level involvement is a positive sign, and the creation of a CDO role seems to be a leading indicator for increasing the speed of advancement - Brad Brown, Johnson Sikes, and Paul Willmott suhttp://www.mckinsey.com/
Le ho messe assieme perché toccano entrambe il tema organizzativo e la sorprendente (per chi non segue da tempo questi trend) convergenza fra CIO e CMO, causata dalla consumerizzazione dell’IT e dalla nuova centralità della tecnologia nel business.
I due mondi dunque devono ricominciare a parlarsi e a lavorare assieme, anche perché il livello di complessità di tutto questo sta diventando davvero alto e richiede entrambe le competenze.
Siccome poi la complessità di cui sopra impatta su tutte le aree aziendali è ormai necessario avereall’interno delle organizzazioni degli innovatori leader che possano guidare questo processo evolutivo. È ovviamente necessario però che abbiano legittimazione organizzativa sufficiente per essere ascoltati e seguiti.
Citazione 7
Marketing is too important to be left to the marketing department – David Packard
Chiudo con questa che non mi sembra necessario commentare.
Quanto sono pronte alla sfida le vostre realtà?
Gianluigi Zarantonello via Internetmanagerblog.com
A gennaio sono stati 27,4 milioni gli utenti online collegati almeno una volta da un computer. L’audience online da pc nel giorno medio è rappresentata da 13,2 milioni di utenti collegati in media per 1 ora e 19 minuti. Sono i dati resi disponibili, come ogni mese, da Audiweb.
L’audience si concentra principalmente nelle ore pomeridiane e di prima serata. Infatti, risultano 7,2 milioni gli utenti online tra le ore 15 e le 18 e 7,1 milioni tra le ore 18 e le 21. Risultano 7,3 milioni gli uomini e 5,8 milioni le donne online nel giorno medio, con una concentrazione maggiore tra i 35-54enni (6,4 milioni di utenti) che rappresentano il 48,5% della popolazione online nel giorno medio. In base ai dati sulla provenienza geografica, invece, la popolazione online nel giorno medio risulta composta da utenti dell’area Sud e Isole nel 29,6% dei casi (3,9 milioni), dell’area Nord-Ovest nel 26,7% dei casi (3,5 milioni), dell’area Centro nel 16,4% (2,2 milioni) e dall’area Nord Est nel 15,2% (2 milioni).
Audiweb rende noto anche i dati sulla fruizione di contenuti video. Nel mese di gennaio sono state rilevate 99,5 milioni di stream views con 8,3 milioni di utenti che hanno visualizzato almeno un contenuto video su uno dei siti degli editori iscritti al servizio, con una media di 35 minuti e 36 secondi di tempo speso per persona. Nel giorno medio risultano 3,2 milioni le stream views, con 1,1 milione di utenti che hanno dedicato in media 8 minuti e 31 secondi per persona alla visione dei contenuti video sui siti degli editori iscritti.
Audiweb avvisa che i nuovi dati sulla fruizione di internet da mobile (smartphone e tablet) nel mese di gennaio sono ancora in elaborazione e verranno pubblicati a breve.
Via Tech Economy
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