Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
L’80% della popolazione italiana tra gli 11 e i 74 anni, ovvero 38 milioni di persone, dichiara di accedere a internet da qualsiasi luogo e strumento. Sono 18 milioni gli Italiani che possono accedere da cellulare e 3,7 milioni da tablet. A riportarlo sono i nuovi dati resi disponibili da Audiweb che pubblica i risultati della Ricerca di Base sulla diffusione dell’online in Italia e i dati di audience del mese di Marzo 2013.
In base ai nuovi dati di Audiweb Trends, il report di sintesi della Ricerca di Base realizzata in collaborazione con Doxa, nel primo trimestre 2013 il 68,2% delle famiglie italiane (14,8 milioni) dichiara di disporre di un accesso a internet da casa attraverso computer, televisore o console di gioco. Il 71,6% delle famiglie connesse, 10,5 milioni, dichiara di avere una connessione veloce – ADSL o fibra ottica – con abbonamento flat nel 93,5% dei casi. Più in dettaglio, sono 37,8 milioni gli Italiani che dichiarano di accedere a internet da qualsiasi luogo e device (l’80,2% della popolazione tra gli 11 e i 74 anni), con una maggiore disponibilità di accesso a internet da casa attraverso computer (35 milioni di individui tra gli 11 e i 74 anni, pari al 74,5% dei casi).
L’accesso a internet dai device mobili registra valori significativi, con 17,9 milioni di persone che dichiarano di poter accedere a internet da telefono cellulare/smartphone (il 38% degli 11-74enni), e 3,7 milioni da tablet (il 7,8% dei casi).
L’online in Italia si conferma ampiamente diffuso tra tutti i profili socio demografici presentando tassi di concentrazione molto elevati tra quelli più qualificati in termini di istruzione e professione. I livelli più alti si registrano, infatti, tra i giovani (il 94% degli 11-34enni), tra i laureati (il 98% dei casi), tra gli studenti universitari (il 99,7%) e di scuole medie e superiori (il 96,6%), tra gli impiegati e gli insegnanti (il 97,7%), con un tasso di penetrazione del 100% tra i dirigenti, quadri e docenti universitari.
Per quanto riguarda l’utilizzo di device mobili, l’accesso a internet da cellulare/smartphone risulta più diffuso tra i giovani (oltre la metà degli 11-34enni), in particolare tra gli studenti universitari (il 68,6%) e tra gli studenti di scuole medie e superiori (il 60,8%). Si riscontrano tassi elevati anche tra i profili più qualificati in termini di istruzione e condizione professionale. Infatti, possono accedere a internet via mobile il 57,5% dei laureati, il 65,1% degli imprenditori e liberi professionisti e il 59% dei dirigenti, quadri e docenti universitari. Il report Audiweb Trends offre anche un approfondimento sulle attività effettuate da cellulare, da cui emerge che tra le attività più citate da chi dichiara di accedere a internet dal cellulare risultano: navigare su internet (il 65,8% dei casi), inviare/ricevere e-mail (il 40,5% dei casi), accedere ai social network (37,1%), scaricare e utilizzare applicazioni (37%), consultare motori di ricerca (36,2%), consultare il meteo (31,9%).
Sono inoltre 6,6 milioni le persone che dichiarano di aver scaricato e utilizzato almeno una volta un’applicazione e la maggior parte, il 76,9%, ha scaricato solo applicazioni gratuite. Tra le applicazioni utilizzate negli ultimi 30 giorni, le principali sono quelle legate ai giochi (59,5%), al meteo (47,1%), le applicazioni che permettono di accedere e chattare sui social network (45,3%), le mappe, itinerari, informazioni sul traffico (44,1%), le applicazioni per foto e immagini (39,5%).
Via Tech Economy
Continua a crescere l’importanza degli annunci pubblicitari web in formato video. Secondo i dati raccolti da Video Metrix, a marzo gli spot visionati online sono stati 13,2 miliardi nei soli Stati Uniti, cifra record per la categoria e in crescita del 33% rispetto a febbraio.
Il 52% degli americani, stando alla ricerca, ha visionato in media 82 video annunci pubblicitari su internet. La viralità dei messaggi su YouTube e altri portali ad alta frequentazione sembra funzionare: per ogni 5 minuti di filmati assortiti (musica, contenuti personali, spezzoni di film - 39 miliardi di visualizzazioni totali), gli utenti Usa hanno guardato 24 secondi di spot.
A dominare la scena è, come prevedibile, Google, che proprio grazie a YouTube ha collezionato 2,3 miliardi di video adv nel mese di marzo. La nuova tv è, inutile ribadirlo, sul web.
Via Quo Media
u questo tipo di contenuti, ormai è chiaro, si gioca il futuro delle Media company. Meno certezze ci sono su come si riorganizzeraÌ il mercato pubblicitario, e su quale saraÌ il ruolo della tv come la conosciamo oggi
Guardare video sul pc, sul tablet o sullo smartphone eÌ ormai un’abitudine per la maggior parte degli utenti Internet. L’offerta eÌ sconfinata: solo in Italia sono oltre 260 le Media company, fra editori, emittenti televisive e radio, ad avere un’offerta video sui propri siti Web: approfondimenti complementari alla carta stampata, trasmissioni on demand e in diretta, video musicali, programmi radiofonici e via dicendo.
Secondo la più recente indagine dell'Osservatorio New Media e New Internet della School of Management del Politecnico di Milano, l’audience italiana eÌ di 25 milioni di utenti, pari all’80% degli utilizzatori di pc, e per molti di loro il device preferito eÌ ormai il tablet. Sono anche nati programmi che vanno in onda solo sul Web, alcuni di grande successo, con milioni di accessi.
Pubblicità raddoppiata in un anno
Che il video online sia il futuro, dunque, eÌ ormai chiaro a tutte le Media company, che stanno arricchendo l’offerta cercando di conquistare una quota del promettente mercato del video advertising. Meno chiaro, invece, in questo nuovo scenario che si va delineando, eÌ come si riorganizzeraÌ il mercato pubblicitario e quale saraÌ il ruolo della tv come la conosciamo oggi, in un contesto che vede gli investimenti in advertising in forte contrazione da ormai alcuni anni.
L’aumento degli utenti e del tempo dedicato da essi attrae sempre di piuÌ l’interesse degli investitori: in Italia nel 2012 la pubblicitaÌ sui video online eÌ raddoppiata rispetto all’anno precedente e vale oggi il 2% del totale del mercato televisivo (sia advertising che pay). EÌ ancora poco, ma si prevede che potraÌ arrivare fino al 10% nel 2017. Non si tratta certo di un trend che riguarda solo il nostro Paese. ComScore stima che negli Stati Uniti il 23% dei contenuti video visualizzati nello scorso mese di dicembre, pari a 39 miliardi, conteneva pubblicitaÌ, il 14% in piuÌ rispetto all’anno precedente. Ma mentre l’offerta cresce, le tariffe pubblicitarie scendono, mettendo in dubbio la sostenibilitaÌ nel lungo periodo di questo nuovo business.
L’online non esclude la tv, anzi
Anche il cambiamento delle abitudini rappresenta ancora un’incognita. L’utente non sta sacrificando l’offerta televisiva tradizionale a favore di quella online, anzi: a volte il successo di un programma o di un personaggio sul Web spinge al rialzo gli ascolti sulla tv. Si tratta piuttosto di un completamento, di un’estensione della fruizione in momenti della giornata o in luoghi in cui non si ha accesso allo schermo televisivo, oppure del desiderio di vedere un programma che si eÌ perso in tv. E sempre di piuÌ si utilizzano due dispositivi in contemporanea, ovvero il pc, il tablet o lo smartphone mentre si guarda la tv.
Resta poi da comprendere quale saraÌ l’impatto delle 'Smart TV', le tv di nuova generazione connesse a Internet, che nei prossimi mesi potrebbero giocare un ruolo particolarmente significativo nel cambiare l’esperienza dell’utente sullo schermo televisivo 'tradizionale'.
Via Wireless4Innovation
|