Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
I dubbi sul modello di business di Facebook e sull’efficacia dell’offerta di advertising della compagnia continuano a crescere.
4 su 5 degli utenti del popolare social network dichiarano di non aver mai acquistato un prodotto o servizio come risultato di pubblicità o commenti su Facebook, secondo un recente sondaggio Reuters/Ipsos. Ulteriore segnale negativo per la società, che dovrà rivedere il proprio modello di business e offrire prodotti che riescano realmente a monetizzare l’enorme base utenti.
Il sondaggio Reuters/Ipsos non indaga comparativamente l’efficacia dell’advertising Facebook, ma una precedente inchiesta (Febbraio) di eMarketer aveva già suggerito una minore efficacia rispetto all’email marketing, che almeno teoricamente permette un grado di personalizzazione simile e instaura un rapporto con il target non molto differente.
Le brutte notizie per Facebook non si fermano, però, al modello di business. Gli utenti sembrano avere un atteggiamento parzialmente più freddo verso il social network. Il 34%, infatti, spende meno tempo sul sito rispetto a 6 mesi fa e solo il 20% ne spende di più. Il 21% degli statunitensi intervistati continuano, inoltre, a non avere un account Facebook.
I risultati del sondaggio confermano, quindi, i timori degli investitori rispetto alla capacità della compagnia di generare profitti. Timori che hanno causato un crollo delle azioni, dopo la quotazione sui mercati finanziari, del 29%; riducendo il valore di mercato di Facebook di circa 30 miliardi di dollari e portandolo a $74 miliardi. Trend negativo che, dopo qualche segnale intermittente di inversione, sembra destinato a prolungarsi. Lunedì le azioni Facebook hanno chiuso le contrattazioni perdendo un ulteriore 3%, venendo scambiate per 26.90 dollari.
Facebook si è rifiutata di commentare il sondaggio, ma ha rimandato a casi di successo, lasciando ovviamente da parte i casi come quelli di General Motors, terzo inserzionista pubblicitario USA, che recentemente ha deciso di non acquistare più spazi pubblicitari sul social network.
I risultati del sondaggio, in ogni caso, non devono essere letti come una misura precisa dell’efficacia dell’advertising di Facebook. Per i brand, ad esempio, spesso l’obiettivo della campagna non è generare vendite immediate, ma quelle future. Inoltre, come ricorda Steve Hasker di Nielsen, il successo di una campagna deve essere misurato in relazione alle differenti tipologie di prodotti. “Se si stanno pubblicizzando automobili Porsche e si riesce a convincere il 20% delle persone a fare un acquisto, questo è un tasso di conversione sbalorditivamente alto. Se metti in vendita noodles istantanei, forse non è.”
Via Tech Economy
La partecipazione quotidiana ai social network aumenta. E gli smartphone sono il trampolino di lancio per allargare i confini nei paesi in via di sviluppo. Nell'ultimo anno raddoppiano gli utenti di Twitter che accedono in media una volta al giorno: sono l'8% degli adulti online. I microblog conquistano pubblico soprattutto tra i giovani adulti fra i 18 e i 24 anni che navigano su internet. In particolare, una persona su cinque di chi frequenta Twitter ha uno smartphone.
Sono i risultati del sondaggio del Pew Institute appena pubblicato. Secondo lo studio, l'aumento di utenti quotidiani è dovuto all'incremento nella diffusione di cellulari, soprattutto nelle fasce di età giovanili. Che diventa un volano per l'espansione nelle nazioni emergenti: il Brasile è la terza nazione al mondo su Twitter, preceduta da Giappone e Stati Uniti.
Gli utenti attivi di Facebook al giorno sono in media il 58% dei 901 milioni che frequentano il social network almeno una volta al mese. È un salto in avanti rispetto a un anno fa. E a trainare la crescita sono stati soprattutto gli abitanti degli Stati Uniti, insieme a India e Brasile, le due nazioni dove la rete sociale online ha allungato il passo fino a superare il rivale locale, Orkut, e a conquistare il primo gradino del podio dei social network. Nella sfida globale per conquistare l'attenzione delle persone guadagna terreno Google+: gli utenti attivi ogni giorno sono circa il 50% dei 100 milioni mensili. È una rete sociale che non ha ancora un anno di vita.
Via Quo Media
Google ha rilasciato un interessante report sull’andamento del display advertising digitale. Il report, “Display Business Trends: Publisher Edition” mira a gettare un po’ di luce sui trend del segmento, e in particolare su cosa risulta più efficace al momento e cosa al contrario non funziona. Pensato principalmente per gli editori, offre numero informazioni interessanti ed utili.
“Mentre l’industria del display evolve, stiamo collettivamente scoprendo ed analizzando trend che promettono opportunità e strade verso la crescita.” Scrive Google all’inizio del post sul blog ufficiale di DoubleClick.
Una delle sezioni più interessanti del report riguarda i formati degli annunci display, si scopre ad esempio che il banner 468×60 è sostanzialmente morto e rappresenta ormai solo il 3% delle impressioni di Google, per di più in diminuzione del 16% durante il 2011. Trend almeno parzialmente dovuto alla crescita notevole di formati non standard, avvenuta proprio a scapito dei formati tradizionali, come i banner 468 x 60 banner. Google, nel 2011, ha, infatti, riscontrato circa 1000 formati utilizzati di cui 300 hanno generato più di un milione di impressioni.
I tre formati più diffusi (rettangolo medio, leaderboard e skyscraper) rappresentano, in ogni caso, complessivamente quasi l’80% delle impressioni. Il rettangolo medio (300×250) rappresenta il 33% delle impressioni, che hanno registrato una crescita durante il 2011 del 18%. Il leaderboard (728×90) è il secondo formato per numero di impressioni (32%), ma registra una crescita minore di queste rispetto agli altri due formati (10%). I skyscraper (160×600), al contrario, hanno una quota minore (13%) di impressioni, ma queste crescono in misura maggiore rispetto agli altri due formati (21%).
Il resto delle impressioni provengono dalla vasta varietà di formati meno comuni. Forte e particolarmente interessante la crescita dei formati di grosse dimensioni, “Premium”, che offro la possibilità di creare ad di maggior appeal visuale e più spazio alla creatività dei pubblicitari. Al trend positivo per i formati ampi, si contrappone quello negativo per i formati minori.
L’advertising display mobile, continua secondo la compagnia, a registrare trend di crescita impressionanti. Al momento rappresenta ancora soltanto 1% delle impressioni generate da display advertising digitale, ma si registra una crescita di queste durante l’anno pari al 119%. Il trend positivo sembra aver inoltre accelerato ancora, visto che l’incremento di impressioni nell’ultimo trimestre del 2011, rispetto al precedente, è stato pari al 250%.
(Google, oltre al report scaricabile, mette a disposizione degli interessati la possibilità di partecipare il 5 Giugno, previa registrazione, ad un livestream sull’argomento, DoubleClick “Insights”.)
Via Tech Economy
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