Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Facebook ha studiato l'ennesimo escamotage per sfruttare al massimo il potenziale gratuito contenuto nelle sue pagine: l'identità e i volti degli utenti. A partire da oggi il popolare social-network, che ha da poco raggiunto quota 250 milioni di profili registrati, inserirà nei banner promozionali del sito immagini prese dalle gallerie personali degli utenti iscritti. Il nuovo sistema prevede che gli scatti vengano utilizzati per attirare l'attenzione degli amici del soggetto stesso. In parole povere, a un ipotetico Mario Rossi compariranno messaggi pubblicitari accompagnati dalle foto del suo compagno delle superiori Paolo Verdi.
E’ possibile disattivare questa funzione e mettere al sicuro le foto seguendo questi passi: selezionare 'Impostazioni' dal menu in alto e cliccare su 'Impostazioni sulla privacy', poi su 'Notizie e Bacheca', in seguito su 'Inserzioni Facebook', su 'Presenza nelle Inserzioni di Facebook' e impostare, infine, su 'Nessuno'.
Via Quo Media
L’altro giorno, in un raro momento di calma davanti al pc, mi sono perso a girare da un profilo all’altro di alcuni social media (Facebook, Twitter, FriendFeed e altri), spingendomi anche negli amici degli amici.
Davanti alla quantità enorme di messaggi che incontravo a mano a mano mi è salito dentro la testa un dubbio, quanto ancora la nostra mente e la nostra attenzione saranno in grado di gestire questo bombardamento? Non c’è troppo chiasso? Dal momento che conoscete il mio amore per i social media fin da tempi non sospetti (le mie prime esperienze in merito risalgono al 2002) penserete che io sia improvvisamente impazzito. Non è così (al massimo sono un po’ stressato).
Non ho smesso di credere che la strepitosa possibilità di espressione e di creazione in una propria identità sul web 2.0, se la sa usare, sia una delle più grandi rivoluzioni del nostro tempo. Moltissimi dei miei contatti sono poi persone che scrivono cose interessantissime su argomenti che condividiamo, oltre a lasciarsi andare a qualche momento di piacevole svago. Ciò non toglie che con sempre più gente online questa grande conversazione stia diventando un po’ rumorosa, tanto più che vi entrano molte aziende che la scambiano erroneamente per uno spazio dove replicare i loro spot invece di dialogare con gli utenti.
Si tratta dunque di una situazione di troppa ricchezza, che offre scelta infinita ma che rischia di impedire di fruire di ciò che si vuole se non lo si riesce a trovare. Ma Internet è un mercato dalla lunga coda, come ci insegna Chris Anderson: liberi dalla tirannia delle frequenze limitate, delle pagine stampate e dei palinsesti tutti i nostri contenuti, come tutte le merci, corrono incontro ad un mercato illimitato dove almeno qualche persona li “comprerà”, preferendoli ai bestseller. In questa curva la grande massa dei micro-contenuti, sommata assieme, diventa maggioranza facendo la fortuna di realtà come YouTube, eBay o anche Amazon.
E allora che cosa manca? Secondo me il futuro dei social media passa per la possibilità di avere, o creare, dei filtri che ci permettano in modo intelligente e dinamico di trovare quello che cerchiamo, come per le merci della coda lunga (per cui sono requisito fondamentale). Sicuramente già oggi qualcosa c’è ma credo che l’evoluzione in tal senso sia una delle sfide del futuro, per non essere sommersi dal clamore di tante voci che ci stanno parlando tutte assieme, senza sacrificare la libertà di nessuno.
Voi che ne dite?
Gianluigi Zarantonello via http://webspecialist.wordpress.com
Initiative ha effettuato una ricerca, denominata ‘The Game Changer’, su come la recessione economica condiziona i consumatori di 7 Paesi (Italia, Francia, UK, Germania, Spagna, US e Cina). La ricerca è stata effettuata attraverso Connections panel (online panel proprietario). 3.200 (di cui 400 in Italia) le persone che hanno risposto alle 37 domande dell’indagine.
La recessione sta cambiando i comportamenti dei consumatori in modo permanente e avrà effetto anche sulle attività di marketing e in particolare di comunicazione delle aziende. E’ questo il risultato principale della ricerca di Initiative.
In questo periodo di crisi durante il quale la fiducia dei consumatori verso la classe dirigente è in continuo declino, assume sempre più importanza il parere degli amici e dei familiari (per il 76% degli intervistati) ma anche tutte le informazioni e pareri raccolti online (43%). Solo il 20% degli intervistati dichiara invece di fidarsi dei contenuti veicolati dai media tradizionali. Ciò rappresenta una grande opportunità per le aziende che possono utilizzare il buzz marketing come parte integrante delle loro strategie di comunicazione.
La fiducia nelle aziende non è più legata alla notorietà e al vissuto di marca. Affidabilità, trasparenza e onestà sono le qualità che i consumatori di oggi apprezzano nelle brand che scelgono di acquistare. Questo ha una importante implicazione per le aziende che devono focalizzare la comunicazione maggiormente sull’integrità e trasparenza e meno sul vissuto di marca. Ancora una volta, il WOM (word of mouth) gestito come importante leva di marketing non potrà che portare grandi benefici alle brand.
In questo periodo di recessione è cresciuto l’utilizzo di tutte le aree di Internet: i consumatori si sono rivolti più spesso ai siti di news on line, ai forum e ai motori di ricerca per informarsi sulla situazione economica. La rete è ancora seconda alla tv come mezzo di informazione (il 41% degli intervistati dichiara che la televisione è la principale fonte di informazione), ma è prima in quanto ad affidabilità delle notizie divulgate (è considerata del 35% più affidabile). I consumatori fanno ancora affidamento ai quotidiani, ma si rivolgono sempre più spesso alle loro versioni web.
Il web, che per il 75% degli intervistati è la tecnologia più essenziale, non è utilizzato soltanto in modo razionale, poichè i consumatori hanno un legame emozionale sempre più forte con l’on line. Le aziende pronte a cogliere questi cambiamenti potranno a loro volta adeguare le strategie di comunicazione: non più messaggi price based ma emotionally based brand communications.
I cambiamenti economici hanno avuto un impatto significativo anche sulle modalità di spesa dei consumatori. In particolare, la fedeltà alla marca ha raggiunto il livello più basso poichè i consumatori sono più disposti a risparmiare acquistando beni in promozione o marche più economiche. Al contrario, dall’indagine è emerso che gli individui sono ancora disposti a spendere per il proprio piacere (viaggi, ristorante etc.)
I cambiamenti nel comportamento dei consumatori evidenziati dalla ricerca saranno duraturi, come emerge dal fatto che il 26% degli intervistati ha detto che continuerà sotanzialmente a comportarsi come ha fatto negli ultimi mesi.
In sintesi, i cambiamenti sono davvero impattanti e duraturi ed esistono grandi opportunità per le aziende che sapranno gestire il post crisi con tecniche diverse e innovative rispetto a quelle utilizzate in passato. I risultati dell’indagine di Initiative possono aiutare le aziende a comprendere le modalità e i touch points più idonei per gli obiettivi di comunicazione in questo periodo storico.
Via Marketing Journal
Apple programma il futuro prossimo con accordi e progetti che tracciano la direzione della casa di Cupertino per i prossimi mesi.
La Mela sta lavorando, insieme a quattro case discografiche, a un progetto che consenta di aumentare le vendite di album musicali in formato digitale. Emi, Sony Music, Warner e Universal Music si sono unite ad Apple per dar vita a Cocktail, un portale per il download legale che sarà inaugurato forse in settembre, e sarà in grado di dare servizi interattivi agli utenti mentre questi stanno scaricando i dischi prescelti.
Contemporaneamente, stando alle indiscrezioni riportate da The Financial Times, Apple starebbe lavorando al lancio del suo primo tablet pc, un dispositivo portatile delle sembianze di un iPod Touch, ma capace delle prestazioni di un computer vero e proprio. Il progetto prevede, secondo il Times, microprocessori particolari prodotti dalla stessa compagnia californiana (quelli di iMac e iBook sono firmati da Intel) e la possibilità di connettersi a reti di wifi e 3G.
Hardware mobile e contenuti musicali sembrano dunque essere le vie preferenziali della Mela, integrando le esperienze di prodotti di successo come iPod, iPhone e iTunes nel tentativo di creare nuove fasce di mercato e rimpolpare utili e popolarità del marchio, ormai sinonimo, a torto o ragione, di innovazione e informatica alla moda. Via Quo Media
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