Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Come molti si aspettavano il download di video musicali dall’Apple store iTunes è stato un successo, con oltre un milione di video legalmente scaricati in meno di venti giorni. Un traguardo importante per un’iniziativa seguita con molto interesse da addetti ai lavori ma anche da semplici appassionati.Questo risultato, a detta della Apple, testimonia come esista un mercato per queste applicazioni, e funge da stimolo per l'aggiunta di ulteriori servizi e l’ampliamento del materiale messo messi a disposizione, che attualmente comprende 2000 video musicali, filmati targati Pixar e serie di successo, tutti acquistabili a $1.99.In qualche post precedente è stato descritto l’accordo tra iTunes e Disney per la distribuzione online di alcune serie di successo. Il coinvolgimento del colosso americano testimonia l'interesse di molti fornitori di contenuti per questa nuova forma di distribuzione, che si sta rapidamente affermando, grazie anche al successo e alla crescente diffusione di molti video player portatili, tra i quali il Video iPod, e ai prezzi relativamente contenuti di accesso ai servizi.
Stando alle ultime dichiarazioni dell'amministratore delegato di Ryanair Micheal O'Learly ( nella foto visibilmente contento dell'andamento del suo operato), nel giro di pochi anni la società potrebbe far viaggiare gratis tutti i suoi clienti grazie agli introiti provenienti dalla imminente introduzione del casinò di bordo. Visti i guadagni provenienti da alcuni servizi secondari come il nolo auto o la prenotazione di alberghi, nel 2004 la società irlandese ha già potuto regalare un quarto dei suoi posti; ma per gli addetti ai lavori la trovata del gioco d'azzardo sembra essere quella della svolta. A breve quindi verrà presentato il partner che conferirà il proprio servizio a pagamento di scommesse sui voli Ryanair. E' evidente che se si riuscisse a sostituire il prezzo del biglietto con un'altra fonte di finanziamento sarebbe un ennesimo duro colpo per tutte le altre compagnie, low cost comprese. Si azzererebbe così il costo di un servizio che tradizionalmente non è sempre stato accessibile a tutti, con conseguenze potenzialmente sorprendenti sul mercato intero.
Intanto però per far capire ai propri clienti quanto sarà piacevole volare gratis e forse anche per ribadire che al contrario delle compagnie trdizionali il settore del low-cost sta in ottima forma(cresce del 40%), è in atto una promozione che regala 500.000 posti anche dall'Italia se si prenota entro il 09.11.2005 e per un periodo(non festivo) che arriva fino al 02.02.2006.
Il rapporto di amore-odio tra blog e aziende tiene spesso banco su internet in questi ultimi giorni. Da un certo punto di vista i blog possono essere visti come possibile fonte di informazioni su abitudini, pensieri e opinioni per quanto riguarda un’azienda, il suo brand e i suoi prodotti. Si tratta, come già detto in altre occasioni, di pareri “di prima mano”, che come tali dovrebbero essere tenuti in adeguata considerazione dai responsabili marketing che aspirano ad una migliore conoscenza del proprio target.D’altro canto, come emerge chiaramente dalla presa di posizione di Forbes ma anche di altre testate, la natura “anarchica” e potenzialmente distruttiva per l’azienda di alcuni di questi blog rischia invece di creare non pochi grattacapi a chi si occupa di promuovere il brand. Le opinioni espresse in certi siti possono essere fuorvianti e inesatte, manifestate in buona fede ma anche artificiosamente critiche. Diversi blog infatti raggruppano vaste comunità di utenti, e possono influenzare in maniera tangibile la percezione dell’azienda di parte dell’opinione pubblica. Un' ulteriore opportunità che può facilmente diventare un rischio per alcuni brand deriva dalla nascita di blog monotematici dedicati specificatamente al confronto su prodotti e servizi offerti da aziende famose. Un certo numero di consumatori potrebbe infatti decidere di realizzare un blog dedicato esclusivamente alla vostra azienda, creando uno spazio all’interno del quale raccontare le proprie esperienze e riflessioni in relazione ai vostri prodotti, esprimendo allo stesso tempo giudizi più o meno puntuali su quanto sta succedendo, sul vostro brand e molto altro ancora.Impossibile? Non direi proprio, in America infatti ne esistono già alcuni, dove si parla della Disney e più specificatamente dei suoi parchi a tema, oppure dello sport drink Gatorade , ma anche della catena di caffetterie Starbucks.La loro popolarità è in rapida crescita, grazie anche al fatto che, trattandosi di iniziative autonome del tutto slegate dall’azienda, sono percepite da molti come attendibili fonti dove procurarsi informazioni senza correre il rischio di essere “conquistati” da abili campagne di marketing o comunicazione.Fino a quando i giudizi espressi sono positivi tutto bene, si può innescare un virtuoso passaparola che giova alla popolarità del brand ma cosa succede quando invece si tratta di critiche, magari ingiustificate? E che dire della possibilità che qualche dipendente scontento o qualche stizzito concorrente possa prendere la parola approfittando della situazione?Si profila quindi uno scenario con molte incognite, dove da una parte ci sono prospettive interessanti in termini di analisi di mercato e di clima, oltre che di utile pubblicità gratuita, dall’altra però ci si potrebbe trovare costretti a difendersi su molti fronti da attacchi inaspettati, che potrebbero vanificare anni di investimenti e sforzi per consolidare la propria immagine.
Un ringraziamento a Mytech per i link ai siti presentati.
Il mondo delle applicazioni software, incluse quelle dedicate al business, ha visto negli ultimi anni una timida ma costante avanzata delle tecnologie di tipo open source Semplificando i software open source sono programmi che vengono distribuiti con vari tipi di licenza che hanno in comune una caratteristica fondamentale: i codici sorgenti con cui sono scritti sono visibili e modificabili.
Dunque rispetto ai normali programmi commerciali l'acquirente, se ne ha la capacità, può modificare il programma originario e adattarlo alle proprie esigenze.
Naturalmente per queste modifiche sono necessarie delle competenze specifiche non facilmente disponibili in azienda, per questo alcune società informatiche si stanno oggi dedicando alla fornitura e alla configurazione di prodotti open source personalizzati su misura per le singole imprese.
In sostanza l'azienda cliente non paga l'acquisto del software (gratuito nella sua versione base) ma invece corrisponde denaro alla società specializzata la consulenza, l'installazione e, soprattutto, le eventuali modifiche volte a creare la personalizzazione del prodotto.
Poter personalizzare il software non è certo un fatto da poco: come tutti i prodotti pensati in modo tradizionale anche i programmi commerciali sono progettati per le esigenze di uno specifico segmento di mercato che corrisponde, grossomodo, alle esigenze del cliente.
“Corrisponde grossomodo”: questo punto è importante perché nessuna azienda è realmente uguale ad un'altra e dunque disporre di un prodotto standard comporta quello che per i privati viene definito il “sacrificio del consumatore”. L'impresa si deve adattare alo standard, con dei compromessi e dei limiti alla propria attività.
Le più recenti teorie di marketing invece parlano di miniaturizzazione dei segmenti e di servizio one-to-one per il cliente, individuato come persona singola con le proprie caratteristiche e necessità.
Ecco che il software open source rientra perfettamente in questo tipo di casistica, con una modalità di fare business davvero all'avanguardia.
L'impresa cliente infatti non paga più per il prodotto standard (che può avere gratuitamente) ma rivolge i suoi costi al servizio ed alla customizzazione, con esborsi economici che in termini quantitativi possono essere simili ad un prodotto standard (o anche superiori) ma con vantaggi difficilmente paragonabili.
In più la competizione per gli operatori diventa più forte in quanto tutti partono da una base comune (i software distribuiti con libera licenza) ma poi devono distinguersi per la capacità di consigliare il cliente e per la competenza nello sviluppo e nel perfezionamento dei programmi.
Una bella differenza rispetto ai tipici software commerciali, dove in molti segmenti il monopolio e l'oligopolio sono la norma.
Insomma con i software open source il programma evolve da prodotto a servizio e da merce standardizzata a bene assolutamente personalizzabile e customizzabile.
GIANLUIGI ZARANTONELLO
LINKS UTILI
Sull'Open Source in genere
http://www.opensource.org/
Articoli sull'Open Source per aziende
http://www.eprometeus.it/?Magazine http://www.connecting-managers.com/ http://www.webmasterpoint.org http://www.businessonline.it Esempi di azienda che sviluppano software su misura
http://www.eprometeus.it
In prossimità dell’uscita nelle sale dell’attesissimo King Kong di Peter Jakson le patatine Pringles lanciano una nuova campagna virale. Richiamandosi al videogioco cult anni ’80 Donkey Kong sfidano il giocatore, nei panni di un moderno Indiana Jones, a liberare la bella di turno affrontando un percorso irto di ostacoli. I classici barili del videogioco però sono stati sostituiti da altrettanti pericolosi barattoli di Pringles.L’effetto viral è garantito dalla possibilità di segnalare il gioco ad amici inserendo il loro indirizzo email, ma anche dall’opzione di creare con loro un vero e proprio torneo. Visitando il sito è possibile anche vedere il trailer del film.
Terribile titolo quello del Technology Review che sottolinea un piccolo problema che sta incontrando il nuovo telefono mobile di casa Motorola, il ROKR: non soddisfa il consumatore, o diciamolo senza troppe perafrasi: lo delude.
Significativo il commento del CEO di Motorola, Ed Zander: People were looking for an iPod and that's not what it is. We may have missed the marketing message there.
Il grande problema sembra la quantità di canzoni memorizzabili, massimo 100. La chiave quindi si direbbe proprio l’incomprensione tra consumatore e il produttore. Resta però il fatto che nella scheda tecnica del prodotto erano indicate tutte le caratteristiche (100 compreso) e che bastava poco per capire se era il nostro prodotto oppure no.
Se doveva deludere, doveva farlo per altro, tipo: come si ascolta la musica con il ROKR? Il collegamento con il portatile crea problemi?
Senza voler scaricare le problematiche di vendita del prodotto al consumatore, mi sembra che non si sia colto il punto della questione: trattasi di telefono + 100 canzoni formato Ipod… non l’Ipod + funzione telefono.
Comunque l’articolo del Technology Review è qui.
Un interessante articolo apparso su Libero.it parla di come i blog comincino ad essere presi di mira da media ed aziende.La rivista Forbes (l’articolo però è a pagamento), li descrive come un covi di cospiratori, pronti a rovinare brand, gettare fango sulle campagne di marketing altrui e culla dell’estremismo politico. Sempre secondo la rivista poi l’utilizzo degli RSS contribuisce in maniera virale alla diffusione di queste informazioni spesso non corrette.Ma anche Wired News evidenzia come i blog in questi giorni siano controllati da molte aziende con grande attenzione, preoccupate dal fatto che qualche dipendente possa incautamente rivelare segreti aziendali tra un commento e l’altro.Tempi duri per i bloggers?
Complici dell'estate e del divieto di fumo nei locali pubblici, le postazioni en plein air vanno sempre di più. Così avviene il fenomeno rinnovo del chiosco: imprenditori creativi ed intrapendenti trasformano i vecchi baracchini delle bibite in nuovi ed esilaranti punti di ritrovo più modaioli che mai. Non solo bevande, gelati e granite. La scelta di personalizzazione del proprio chioschetto è veramente ampia, così come la musica, gli spettacoli dal vivo e le mostre, per non parlare poi dei punti internet, sviluppo foto, e noleggio dvd. I chioschi sono facili da montare, hanno forme e colori di qualsiasi genere. Per i modelli base possono bastare poche viti ed il gioco è fatto. La struttura più economica ha un costo che si aggira intorno ai 1.500 euro, fino ad arrivare ad un chiosco con un piccolo bar ottagonale che si aggira intorno ai 25 mila euro. Un piccolo esempio è il "Lemon Bar", che offre circa 40 ricette tra spremute, limonate, bevande analcoliche a base di frutta; la forma del chiosco? naturalmente quella del limone. Per l'affiliazione, compresa l'autorizzazione sanitaria bastano solo 5 mila euro, più un canone di noleggio per 500 euro al mese, mentre se lo si vuole comprare occorrono 10 mila euro.In fine non servono né license né iscrizioni al Rec. Complimenti all' inventore di una strategia di marketing così efficace ed alternativa: Marco Lucchetta, ex manager di Stefanel, che solo 5 anni fa ha inventato il primo prototipo.
[fonte Marketing Crazy]
Vodafone ha recentemente rifatto il look al proprio sito, migliorando almeno in parte il look & feel” complessivo, aggiungendo nuovi e utili servizi informativi.I giudizi su questo restyling sono però contrastanti: le migliorie grafiche hanno appesantito non poco il caricamento delle singole pagine, creando non pochi inconvenienti a chi si collega con il tradizionale modem.Ma l’aspetto che in questi giorni è maggiormente contestato dagli utenti è la drastica riduzione degli SMS che possono essere inviati tramite il sito: il salto tra i 100 precedenti e i 10 attuali infatti a molti è parso un po’ troppo brusco.Considerando che per mandare gratuitamente gli sms tramite il sito bisogna essere già clienti Vodafone e che oltretutto è possibile mandare messaggi solo ad altri utenti della stesso operatore questa radicale riduzione appare ingiustificata.Qualcuno potrebbe obiettare che comunque 10 messaggi al giorno non sono pochissimi, a meno che uno non utilizzi il sito per fare direct-marketing. Tuttavia, considerando che il traffico generato rimaneva in casa (infatti possono essere mandati SMS e MMS solo a utenti Vodafone) e che in genere chi utilizza molto il sito è probabile che prima o poi attivi altri servizi, molti dei quali a pagamento, a me sembra che questa mossa sia un pò un autogol.In un periodo in cui gli operatori mobili si fanno una guerra spietata, infatti, fidelizzare i clienti è quanto mai importante. E allora perché non lasciare loro qualche piccolo privilegio, invece di cercare di strapparli alla concorrenza a suon di offerte promozionali decisamente più costose? E se infine riduzione deve essere perchè non farla più graduale? Nel giro di un anno si sarebbe potuti arrivare ad un risultato simile senza scatenare roventi polemiche in forum e newsgroup da parte di utenti insoddisfatti.
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