Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
E' finalmente on-line Marketing Journal, il primo quotidiano on line, diretto da Luca Lamuraglia, interamente dedicato al mondo del Marketing, della Comunicazione, della Pubblicità e dell'Informazione.Nel Marketing Journal si parla di industria, commercio, economia, finanza, editoria, mass media, trend e novità e di tutto ciò che riguarda il mondo del Marketing e della Comunicazione.
Questa e' in gergo quello che e' accaduto con l'operazione di Nike e degli skyplayer: Il logo e' onnipresente, sui palloni, le magliette, le scarpe: l'immaginario e' contaminato.Da sempre la multinazionale dell'abbigliamento utilizza strategie all'avanguardia per pubblicizzare eventi e prodotti. Nell'estate del 2002 (in contemporanea ai mondiali di calcio) alcune citta' italiane vennero tappezzate di scorpioni dipinti sui muri dei palazzi.Scambiati per opere dei soliti graffittari, erano in realta' il richiamo ai tornei di calcetto nelle "gabbie" e alle consuete scarpe. Ma Nike non e' la sola azienda a utilizzare stealth marketing.Di recente Sony-Ericsson ha investito 5 milioni di dollari per lanciare sul mercato statunitense un nuovo cellulare che e' anche camera digitale. Il meccanismo: un gruppo di sessanta attori e attrici divisi in gruppi di due e di tre interpretano il ruolo di turisti in visita ad importanti monumenti.Individuata la "preda" gli attori gli si avvicinano per chiedergli di scattar loro una foto. Una volta allettata la curiosita' , i finti turisti reclamizzano in modo disinteressato le caratteristiche dell'apparecchio. Una cosa simile e' avvenuta anche non per strada ma dentro locali e club di tendenza. Un pool di belle ragazze ostentano l'apparecchio, lo fanno squillare in continuazione, mostranol'immagine della persona dall'altro capo dell'apparecchio e coinvolgono gli astanti accelerando la notorietà e la credibilità del prodotto grazie a loro stesse, "testimonial" eccezionali e coinvolgenti: cioè acquirenti e consumatori soddisfatti e convinti.Danilo Arlenghi
Tag: Marketing, Nike, Sony, Non Convenzionale, Brand
Consegnate targhe, trofei e pergamene alle vincitrici dei Premi del Club del Marketing e della Comunicazione Eletta la “Donna Marketing”, la ”Donna Comunicazione” e la “Donna Marketing & Communication Manager” dell’anno Milano 29 novembre 2005 – Gabriella Felicetti, responsabile comunicazione ATM, è stata insiginta del Premio ‘Donna Comunicazione 2005’. Maria Vittoria Ranzini, Brand manager Lancaster, è stata eletta ‘Donna Marketing 2005’. Miriam Forte, titolare Tele Promotion Service, ha ricevuto il riconoscimento ‘Donna Marketing & Comunication Manager’ dell’anno.E’ stato Danilo Arlenghi, Presidente del Club del Marketing e della Comunicazione, affiancato da Daniele Tirelli Presidente Popai, Riccardo Klinguely Direttore Commerciale del Gruppo Enterprice (Annuario Uomini e Donne della Comunicaziine) e Gianluca Marchi Direttore di Punto Com, a consegnare le tre ambite e prestigiose targhe alle vincitrici.Come ad ogni evento del Club, anche questa volta, sono stati sovvertiti i canoni organizzativi tradizionali, per dar spazio all’innovazione e alla creatività: la spettacolarizzazione che normalmente chiude ogni evento, è stata invece momento di apertura proprio per stemperare l’alta tensione tra le possibili trionfatrici. Provvidenziale l’intervento dell’eccentrico comico Chicco D’Oliva che ha favorito spontanee risate alla grande platea. Il noto sommellier di Guida al Campionato e Colorado Cafè, tra una gag e mille battute ha dato anche il là alla cerimonia. Un premio significativo ed autorevole per il prestigio acquisito e per l’importanza rivestita, soprattutto perché espresso secondo le segnalazioni di 4775 della Mar-Com Community Italiana che ha votato più di 2500 donne differenti. 94 voti alla Donna Comunicazione e 72 alla Donna Marketing hanno consentito loro di raggiungere le prime posizioni.La serata è proseguita con momenti di marketing relazionale a significare la mission del Club: Connecting Manager, ossia sviluppare rapporti interpersonali, generare contatti proattivi e allacciare relazioni durature per implementare il new business e il co-marketing, nonché la cultura e l’aggiornamento professionale. Perchè – come afferma Danilo Arlenghi: “ Agire è bene, interagire è meglio”.Ufficio stampa Club del Marketing e della Comunicazione:Francesca BrandoliniE-mail: ufficiostampa@clubdelmarketingedellacomunicazione.comMobile: 349 5922301
Lorraine Twohill, Responsabile Marketing Europeo di Google, ha ben chiaro come le numerose ore di attesa presso un aeroporto costituiscano una seccatura per molti passeggeri, che vorrebbero invece poter utilizzare il proprio tempo in maniera più utile.
Per questo motivo Google ha sorpreso nuovamente tutti, offrendo ai passeggeri che affollano il Terminal One dell’aeroporto inglese di Heathrow l’ennesimo rivoluzionario servizio, denominato “Google Space”.
Grazie a questa iniziativa i passeggeri possono approfittare gratuitamente di uno area dedicata all’interno della quale poter testare i servizi più recenti offerti dalla società di Mountain View, tra i quali Gmail, Google Maps, Google Earth, Google Mobile e Picasa.
Attraverso Googe Space l’azienda potrà presentare quindi le proprie soluzioni per il web, raccogliendo nello stesso tempo pareri, suggerimenti e utili indicazioni dagli utenti, che saranno assistiti da personale specializzato in grado di supportarli quando necessario.
L’iniziativa, in fase sperimentale, si concluderà il prossimo 19 dicembre ma non è escluso che a questa fase di testing possa seguire un’implementazione vera e propria nel caso in cui dia risultati positivi, ipotizzando anche l’introduzione di tariffe “pay per use”.
Google si dimostra ancora una volta un passo più avanti dei propri concorrenti, con un’iniziativa molto interessante che, oltre a garantire un’ottima visibilità al brand (caso mai ne avesse ancora bisogno) viene incontro ad una necessità reale di molti viaggiatori, non ancora pienamente soddisfatta da parte delle strutture aeroportuali. Il progetto consentirà inoltre di raccogliere utili informazioni sulle reali necessità degli utenti, che potranno essere poi utilizzate sia per migliorare Google Space che gli altri servizi presentati.
Su Wired è uscito un interessante articolo di Kevin Kelleher su Google e il rischio che la sua apparente onnipotenza rappresenta per molte aziende in settori diversi tra loro.In effetti Google è riuscito a crescere esponenzialmente in pochi anni, fino a diventare uno dei principali player globali operanti sul web.Questi i punti salienti dell’articolo, che ispira più di una riflessione:
VideoPer ora Google Video impensierisce pochi. A casa del limitato numero di materiale indicizzato, ma domani? Più di un Nework si è stupito di vedere Googl indicizzare i propri programmi.Un’acquisizione forte, come ad esempio TiVo potrebbe dare nuovo impulso a questo servizio.A chi fa paura? Comcast, Yahoo!Annunci economiciIl lancio di Google Base ha animato per settimane le discussioni di tutti i forum e blog del mondo, facendo perdere in borsa a eBay oltre 2 milioni di dollari in pochi giorni. Google Base è in grado di gestire contenuti molto diversi tra loro, e di integrarsi in servizi come Google Local e Orkut, il nuovo network sociale di Google. Potrebbe limitarsi a fungere da estensione di Froogle, così come gestire aste o offrire viaggi.A chi fa paura? eBay, Monster, Tribe.netTelecomIl Wi-Fi a San Francisco è già stato collaudati, dispone di un proprio software di messaging, ha persino sperimentato il VoIP. Google ha le carte in regola per essere competitivo in questo settore. A chi fa paura? Comcast, SBC, Verizon, Vonage, AOLSistemi operativiC’è molto interesse recentemente per la migrazione di molte applicazioni software sul web, che potrebbero essere offerte on-demand, e Google potrebbe avere un ruolo di primo piano in questo settore. Per quanto riguarda lo sviluppo di un sistema operativo vero e proprio non ci sono per ora grossi rumors, ma molto dipende da come sarà accolto il nuovo Vista di MicrosoftA chi fa paura? Apple, MicrosoftLibriFa molti discutere Google Book Search, cioè la ricerca che Google potrebbe offrire all’interno dei libri pubblicati, così come oggi avviene per i siti internet. Il progetto infatti ha destato più di un dubbio per temi legati al rispetto del diritto d’autore. Se riuscisse nell’impresa Google potrebbe avere un vero e proprio monopolio dell’informazione.A chi fa paura? Amazon, Microsoft, editoriProgrammi per la produttività personaleGoogle il mese scorso ha stretto un’alleanza con Sun Mycrosystems per promuovere la propria Toolbar insieme al software open source di Sun. Microsoft, spaventata dall’iniziativa, ha lanciato una propria Toolbar criticando inoltre la decisine dell’Information Technology Department del Massachussets per la scelta di rimpiazzare Office con un’alternativa Open Source.A chi fa paura? Apple, Micorsoft, Corele-CommerceFroogle per ora non impensierisce nessuno, ma lo sviluppo di Google Wallet potrebbe cambiare radicalmente la situazione, a maggior ragione se il tutto si integrasse con AdSense.Poco dopo l’annuncio di Google Wallet eBay ha annunciato che avrebbe acquistato per oltre 4 miliardi di dollari Skype, secondo Wall Street per procurarsi nuove aree di crescita.A chi fa paura? Amazon, Buy.com, eBay
Questa è una particolare iniziativa di Tyco, società che lavora nell'ambito della sicurezza.
La foto scattata a Zurigo mostra come un palazzo possa essere messo al sicuro da ogni tipo di attacco grazie ad un sofisticato sistema di prevenzione...
La trovata sembra destinata a non passare inosservata.
Conto alla rovescia per questo attesissimo evento, che incornerà le due protagoniste di quest'anno nei settori del Marketing e della Comunicazione.
La manifestazione si terrà il martedì 29 novembre a Milano, presso l'ATELIER DELLA COMUNICAZIONE in via Trezzo d'Adda n°3 (angolo via Foppa). I due importanti riconoscimenti, istituiti dal Club del Marketing e della Comunicazione, sono giunti alla quarta edizione, e costituiscono un attestato di professionalità e di eccellenza per le figure femminili che più si sono distinte come manager durante l'anno nel mondo della comunicazione e come manager nel mondo del marketing.
Un eccezionale parterre di giornalisti, dirigenti ed imprenditori assisteranno alla consegna delle ambite targhe da parte del Presidente Nazionale Danilo Arlenghi. Un premio che ha il suo valore intrinseco proprio perchè non deciso a tavolino, come molti omologhi esistenti, ma espresso secondo le segnalazioni di una giuria popolare composta da colleghi degli stessi premiati che votano spontaneamente il nominativo da loro prescelto.
mymarketing.it è il media partner dell'evento. Per ulteriori informazioni potete cliccare qui.
Tag: Marketing, Comunicazione, Milano, mymarketing, Evento, Club
Di Eli (del 28/11/2005 @ 20:42:58, in Advertising, linkato 2870 volte)
La disciplina del "marketing territoriale" è qualcosa di molto recente, sostanzialmente si parla di valorizzazione d'aree geografiche e subito quindi vengono in mente il marketing turistico e il marketing urbano (o marketing dei centri storici).
Le tecniche proprie di quest'ambito però possono essere anche applicate per affrontare un problema sempre più diffuso nel mondo e che in Italia recentemente è balzato in maniera molto forte agli onori della cronaca, la cosiddetta Sindrome di Nimby.
L'acronimo sta per "Not in my back yard"(letteralmente "non nel mio giardino") e si riferisce a quei fenomeni di protesta collettiva che si scatenano contro la realizzazione di grandi opere nei pressi della propria città o del proprio paese, nel timore di gravi ripercussioni sulla salute e/o sulla qualità della vita in genere.
Secondo Panorama l'Italia è il paese europeo più soggetto a questo problema che coinvolge quasi il 90 % dei nuovi progetti.
Che cosa c'entra il marketing territoriale con tutto questo?
Semplice, per valorizzare la cultura ed il pregio turistico di un territorio occorre lavorare con la popolazione affinché vi sia uno sforzo corale verso l'eccellenza, parlare con le persone, guadagnare la loro fiducia e soprattutto coinvolgerle, materialmente ed emotivamente, in ciò che si va a fare.
Si devono evidenziare inoltre i vantaggi derivanti dal progetto per il singolo e per l'economia della zona in genere e preparare la popolazione ad affrontare eventuali disagi momentanei.
Vanno coinvolti tutti i "pubblici influenti", siano essi enti statali, attori economici privati o opinion leaders, che possono favorire oppure ostacolare la riuscita dell'operazione.
Non molto diverso è ciò che stanno facendo oggi alcune imprese che per far sì che i propri progetti vadano in porto promuovono incontri nei quartieri, nelle parrocchie e addirittura casa per casa spiegando e discutendo con le persone.
Spesso infatti la sindrome di Nimby è causata da diffidenza e scarsa conoscenza.
Inoltre è necessario fronteggiare a livello comunicativo i gruppi più irriducibili, rispondendo con campagne stampa informative alla loro opera di opposizione sui media, infatti se un progetto è valido e sicuro di solito la conoscenza dei dettagli e dei pregi dello stesso è l'arma migliore per il proponente.
Dunque la sindrome di Nimby si può affrontare con un'opera di marketing territoriale e di pr, naturalmente occorre che le aziende siano preparate in materia.
Ecco perché la società di comunicazione Allea ha fondato il Nimby Forum (http://www.allea.net/nimby/index.htm) che si pone come un osservatorio del fenomeno per capirlo e fronteggiarlo.
La lezione più importante comunque è che per affrontare questi problemi non servono imposizioni o tentativi di far passare le cose sotto silenzio bensì capacità di comunicazione e di informazione, contrastando contemporaneamente chi fa controformazione.
Gianluigi Zarantonello
Segnalo questo interessante articolo di Roberto Venturini, che analizza i rapporti tra internet e ciclo di acquisto.Io credo che molte aziende continuino a sottovalutare ( a non capire) quanto sia pesante Internet come fattore influenzante il funzionamento del ciclo d'acquisto (per chi volesse approfondire, linko questo mio articolo sul tema).Sempre più consumatori si documentano in Rete prima di prendere una decisione d'acquisto (o prima di iniziare il rituale giro di negozi). Anche se solo una minoranza ricorre all'ecommerce, molti potenziali acquirenti arrivano sul Punto Vendita con decisioni praticamente già prese - se non addirittura con una stampata della pagina web relativa all'articolo che hanno deciso (in Rete) di acquistare.Utenti più formati e che pongono il negozio di fronte alla necessità di interrogarsi su come evolvere per il futuro.Utenti che arrivano in negozio con le idee chiare, e che spesso fanno a meno della funzione consulenziale del personale di vendita; clienti quindi meno influenzabili e orientabili verso quei prodotti che il negozio potrebbe avere maggiore interesse a vendere.D'altra parte, se il negozio si trasformasse in un luogo in cui si va a "ritirare" fisicamente un prodotto la cui decisione d'acquisto è stata presa altrove, la stessa natura del negozio cambierebbe; riducendo la necessità di avere certi livelli qualitativi e quantitativi di staff in grado di servire il pubblico, potendosi limitare alla presenza di operatori il cui scopo principale è di “consegnare” al consumatore il prodotto che chiede.continua sul sito di Roberto
Tag: internet, web, commercio, e-commerce
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