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Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.
Arthur Bloch
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Murdoch ha bisogno di spazio
Di Matteo B. (del 15/10/2005 @ 10:04:09, in Media, linkato 2446 volte)
L'Espresso pubblica un interessante articolo, dove si parla delle nuove strategie di Rupert Murdoch per il futuro, e sembra che abbia le idee molto chiare.
Oggi negli Usa metà dei ragazzi tra i 15 e i 25 anni passano più tempo davanti a Internet che di fronte alla tv. Quanto ai giornali cartacei, nemmeno li guardano. In Rete, le nuove generazioni si dilettano con strumenti come l'instant messaging, che tra i ragazzi ha già mandato in pensione le 'vecchie' e-mail, e soprattutto i blog (ogni 7,4 secondi ne nasce uno). Poi cercano videogiochi, musica, divertimenti, strumenti di socializzazione immediata e di comunicazione facile.
Il plutocrate australiano ha riflettuto un paio di mesi attorno a queste considerazioni, ha convocato i suoi direttori di giornali per comunicare loro che ormai appartenevano al Pleistocene e quindi ha cercato qualcosa che gli consentisse di creare il nuovo polo mediatico per i giovani basato appunto sull'entertainment. Infine ha scelto MySpace, un sito fondato nel 2003 da un chitarrista losangelino che oggi ha 29 anni e di nome fa Tom Anderson.
Semplice ma geniale, MySpace è un luogo in cui ognuno si può creare una specie di 'cameretta virtuale', con il suo blog, la sua musica, le sue foto, una frasetta di benvenuto, qualche poster, più naturalmente un elenco di modi per essere contattato. MySpace è una comunità virtuale che consente allo stesso tempo di proclamare la propria identità, di esprimersi in libertà assoluta, di definire un'appartenenza a un gruppo e di socializzare con altre persone. Al momento gli iscritti, in gran parte teen-ager, sono quasi 27 milioni, ma la cifra è in continua lievitazione e si è già quadruplicata dall'inizio dell'anno.
MySpace è già oggi il quinto sito più visitato del mondo: con sette miliardi e mezzo di pagine viste al mese ha superato anche il mitico Google.
Pochi pensano che il tycoon di Sky abbia in mente di far pagare il servizio, attualmente gratuito. Molto più probabile che ad aprire il borsellino siano invece quelle aziende che ai ragazzi di MySpace vogliono comunicare un loro prodotto, a iniziare dalla musica (diverse band devono le loro fortune proprio al tam tam digitale del sito). Ma non solo. Gli stessi blog sono ormai un fenomeno talmente esteso che una piattaforma planetaria può provare a venderne gli spazi pubblicitari a prezzi da spot televisivo.
E in ogni caso, My Space potrà diventare l'epicentro attorno a cui ruoteranno anche le altre attività della Internet corporation di Murdoch, quando avrà completato gli investimenti per i quali prevede di spendere almeno 2 miliardi di dollari. Ad esempio, l'imprenditore australiano ha già ingoiato Scout Media (un gruppo di informazione sportiva i cui contenuti si adeguano perfettamente al target giovanile di MySPace) e Ign.com, network specializzato in giochi elettronici (altra passione degli adolescenti e non solo). Ora sta trattando l'acquisto di Blinx, uno strumento di ricerca per audio e video.