Si parla sempre più spesso ormai di marketing del territorio.
Sostanzialmente si tratta di valorizzazione, ovviamente anche economica, d'aree geografiche e della loro cultura, termine quest'ultimo che va inteso nel senso più ampio possibile, spaziando dall'arte alle tradizioni popolari, dall'artigianato all'enogastronomia.
Come si fa a pensare un progetto realmente vincente?
A monte di un progetto di valorizzazione del territorio c'è sicuramente la conoscenza della sua storia e l'individuazione, all'interno dell'ambiente analizzato, delle eccellenze dei diversi settori, quali i migliori artigiani, ristoratori e simili: la qualità di ciò che si mette in campo infatti è un fattore critico di successo.
A questo punto un altro passo importante è quello della tematizzazione: vado a cercare un tema che attraversi in qualche modo tutto il territorio e che permetta di creare una chiave di lettura attraverso cui poi comunicarlo all'esterno.
L'importante è che questo carattere permetta un riscontro emotivo (e quindi un interesse) forte nel visitatore, che gli permetta al limite di immedesimarsi nella situazione, processo quest'ultimo che è particolarmente centrale per eventi puntuali, quali un carnevale o una festa popolare, una grande mostra, una ricostruzione storica.
Infine tematizzare può permettere di "estrarre" anche i simboli necessari a creare un brand per quell'area, sotto forma di vero e proprio logo che permetta di ricollegare al territorio eventi, prodotti e anche sensazioni, una sorta di marchio di qualità insomma.
Una volta avviato questo sistema sta a tutto il territorio comunicarsi, naturalmente con l'ausilio d'uffici stampa, di grandi o piccoli eventi, di pubblicità ma soprattutto di partecipazione degli abitanti al mantenimento di standard elevati d'accoglienza e di qualità in genere.
Naturalmente è particolarmente importante creare consenso e consapevolezza fra i "pubblici influenti", quali le amministrazioni locali, i gruppi sociali più attivi, le aziende legate al territorio (che possono diventare ottimi sponsor) e tutti coloro che possono favorire od ostacolare la riuscita dell'operazione.
La rete Internet sicuramente in questo senso ha un potenziale straordinario, anche se non sempre gestito al meglio, come il triste caso di Italia.it ha recentemente dimostrato.
Grazie a Internet infatti è possibile creare dei percorsi ipertestuali attraverso le eccellenze del territorio, collegati fra loro da dei punti di congiunzione fra le pagine e arricchibili da vari contenuti multimediali.
Inoltre un sito web permette un aggiornamento continuo dei contenuti, con la possiiblità di tenere viva l'attenzione del pubblico con newsletter e feed rss.
Ancora, non dimentichiamoci che il turismo è uno dei settori trainanti nell'e-commerce e che dunque una valida piattaforma web non è solo un investimento pubblicitario per il territorio ma può diventare uno dei motori dell'accoglienza turistica.
Inoltre con l'avvento del web 2.0 il portale turistico si può aprire anche ai contributi degli appassionati e delle persone del luogo che possono arricchirlo e renderlo vivo e convolgente grazie ai propri contributi, facendo che sì che esso sia una reale espressione del territorio.
Tutto questo putroppo in italia, il paese che meglio potrebbe trarre vantaggio da quanto scritto sopra, è ancora appannaggio di poche realtà non colelgate fra loro e non validamente supportate dallo stato e dagli enti locali (salvo naturalmente delle felici eccezioni).
E' ora dunque di fare sistema, affidando a dei professionisti della rete il compito di sviluppare insieme alle realtà locali un valido complesso di siti e servizi web collegati fra loro in un network.
Nella speranza che il caso di Italia.it serva da monito per evitare nuove scelte sbagliate.
Gianluigi Zarantonello