Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.
Arthur Bloch
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iTune non paga abbastanza?
Di Matteo B. (del 04/10/2005 @ 20:55:07, in Internet, linkato 2289 volte)
Leggo su Macity un articolo che mette in discussione il sistema di royalty di iTunes. La cosa mi colpisce ancora di più perché proprio oggi ho visto una statistica dove si riportava che nel 2005 le vendite globali di musica digitale (via internet o cellulare) sono più che triplicate, riuscendo quasi a compensare il calo registrato nelle vendite su supporti tradizionali.
Al MMF - Music Managers Forum di Manchester si è discusso di iTunes ma soprattutto delle royalty che spettano agli artisti e ai loro manager per ogni brano venduto online dal negozio di musica digitale dominante. I musicisti ricevono da Apple 4,5 pence (circa 7 centesimi di euro) per ogni canzone venduta attraverso iTunes, ovvero il 6% del valore commerciale in UK (79 pence), da ogni disco fisicamente venduto nei canali tradizionali gli interpreti incassano 35 pence (circa 50 centesimi di euro) ovvero il 12% di 3 sterline. (…) Un musicista dovrebbe riuscire a vendere musica per 1,5 milioni di brani digitali prima di racimolare del profitto, tolti tutti i vari costi. I manager dei musicisti non sembano particolarmente felici del fatto che i gestori dei negozi online di musica digitale abbiano assunto una rilevanza tale da riuscire a stabilire il guadagno della controparte. La proposta che viene da chi crea la musica è di rialzare al 12% del prezzo il loro guadagno, acconsentendo anche che per un periodo di incoraggiamento iniziale (2 anni) la percentuale resti a 8. Il BPI - British Phonographic Institute ritiene che il 6,5% del prezzo sia il giusto guadagno per i musicisti.
Siamo già alla messa in discussione di un nuovo modello di distribuzione che sembrava aver messo d’accorti utenti e major discografiche?