Il dilemma della comunicazione innovativa
È tipico di ogni inizio anno un bilancio di quello appena terminato ed una lista di buoni propositi in grado di guidare scelte e decisioni future. Limitando il discorso all'area che ci interessa possiamo affermare che per il marketing e la comunicazione si è chiuso un anno abbastanza mediocre; certo qualche settore è cresciuto ma al di la delle stime e delle metriche proposte, la sensazione di stallo e di mancata innovazione è palese tra gli addetti ai lavori. La comunicazione tradizionale ha bisogno di rinnovarsi pur garantendo alle aziende la stabilità e la certezza dei risultati che esse si aspettano di raggiungere, e ciò in contrasto palese con quanto rilevano le principali ricerche che vedono un cambiamento dei media ed un utilizzo frammentato di essi. Il Censis rileva ad esempio come i media siamo diventati ormai otto con almeno venti differenti modalità di fruizione differenti. La comunicazione innovativa ha invece ben altri problemi ed una posizione diametralmente opposta; deve cioè ridimensionare la propria capacità innovativa per evitare il rischio che le aziende, ancora non pronte, rimangano disorientate dai troppi cambiamenti (di mentalità, di organizzazione) che tali forme di comunicazione propongono. Ed ecco quindi il dilemma da sciogliere per questo 2008, anno nel quale l'intero mercato della comunicazione innovativa - dal digitale al virale - ha la possibilità di mostrarsi solida e ben definita agli occhi delle aziende, accreditandosi non più come un "media alternativo" ma come un "media indispensabile". L'irrinunciabilità di tali attività deriverà dalla capacità che noi avremo di fare un passo indietro nella smania di mostrare fuochi di artificio e case history fantascientifiche alle aziende, nel tentativo di "apparire come il futuro". Non dobbiamo mostrarci come il futuro, ma come coloro che aiuteranno le aziende a raggiungerlo, questo futuro. Magari sperimentando strade nuove, magari scommettendo su una innovazione, forse anche commettendo degli errori ma sempre operando in "modalità beta" cioè mostrando una chiara e trasparente voglia di confronto con i consumatori e di cambiamento sulla base dei feedback ricevuti. Le innovazioni e le trasformazioni più importanti sono quelle invisibili, quelle che si compiono all'interno delle organizzazioni, quelle che portano tutti i livelli e le risorse di una azienda a valorizzare il proprio brand, a confrontarsi con esso ad amarlo così come vorrebbero lo amassero i propri consumatori. Solo dopo la preparazione del terreno potrà essere possibile andare all'esterno e mostrare, attraverso una comunicazione innovativa nell' approccio e non nei media utilizzati, il valore del brand e dell'azienda stessa. I consumatori vi ameranno per questo.
Gianluca Arnesano su comunicazioneitaliana.com
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