Ma a cosa è
dovuto il suo notevole successo?
I principi del
permission marketing sono molto semplici e partono da un'incontestabile verità:
la risorsa scarsa per eccellenza (il tempo). In una società sempre più
frenetica, dove siamo continuamente sottoposti a stimoli e bombardamenti di
informazioni, la gestione del tempo assume una valenza sempre più strategica.
Le iniziative pubblicitarie, così come le promozioni e gli sconti e tentano
di attirare l'attenzione dei potenziali consumatori, tuttavia la frequenza dei
messaggi è tale che per autodifesa molti consumatori non prestano più
attenzione a queste iniziative.
Secondo Godin "il
permesso del consumatore va ottenuto in modo graduale e nella maniera meno intrusiva
possibile". Ad esempio, una tecnica efficace è quella di spedire
un campione di prodotto in omaggio ad un certo numero di persone, facenti parte
di un target selezionato. In questo modo, si stabilisce un primo contatto con
la clientela potenziale senza utilizzare forme di pubblicità troppo intrusive.
In seguito, gli
operatori di marketing pianificano un'azione di telemarketing per ottenere un
feed-back riguardo al grado di apprezzamento del campione gratuito. Attraverso
questo processo graduale, l'azienda viene percepita non più come "estranea",
che vuole invadere la privacy dei consumatori, ma come "amica", che
se ne vuole guadagnare il consenso.
Ecco, quindi, che la clientela potenziale diventa molto più disposta
a prestare attenzione ai messaggi promozionali e ad effettuare il primo acquisto.
È da premettere che attuare una politica di permission marketing richiede
un'investimento iniziale molto maggiore dell'interruption marketing. Tuttavia,
ciò permette di fidelizzare il consumatore, di conquistarne la fiducia
ad una ben precisa marca.