Chiunque abbia mai desiderato di poter fare soldi con internet faccia attenzione perché questa, forse è la volta buona. La parola chiave è “social network” e sta ad indicare la versione digitale e “internettiana” di quelli che una volta erano i “club”, cioè i gruppi di persone che si univano in nome della comunanza di interessi. I club del bridge, quelli del sigaro toscano, gli amanti del modellismo, quelli dei francobolli e tutti gli hobby possibili e immaginabili. Se una volta tenere questi rapporti era abbastanza faticoso, oggi con internet non lo è più. Uno dopo l'altro, stanno nascendo come funghi, social network di tutti i tipi, a cominciare dai big del settore, gli appassionati di video si vedono su You tube (youtube.com), quelli della musica si incontrano su My Space (myspace.com), e quelli della fotografia si divertono con Flickr (flickr.com). Questi siti sono i più frequentati e recentemente la cronaca li ha visti protagonisti di clamorose acquisizioni a colpi di milioni (e anche qualche miliardo) di dollari. Era dalla fine degli anni'90, ai tempi della bolla speculativa su internet, che non si vedevano capitali di questa entità scendere in campo per acquisire o sviluppare delle società digitali. Ben presto si è anche capito il perché. Secondo recenti ricerche (l'ultima in ordine di tempo svolta dalla società californiana Metrix labs) «Il 56% dei navigatori italiani visita almeno una volta ogni 2 settimane realtà come You Tube, Flickr e le varie piattaforme blog. La chiave di questo successo è la possibilità di esprimersi liberamente: il 61% degli utenti italiani usa i social network per poter manifestare le proprie opinioni su alcuni argomenti che gli stanno particolarmente a cuore». E soprattutto: «Anche se per il momento l'audience della tv non sembra essere stata intaccata dalla passione per il social networking, è facile prevedere che la situazione possa cambiare presto». Insomma, le principali società di marketing sono convinte che il social network possa costituire un formidabile strumento per veicolare pubblicità, messaggi promozionali e soprattutto orientare i proprio prodotti in base ai gusti dell'utente, da sempre il sogno proibito di qualsiasi azienda. Tutto è cominciato un paio di anni fa. C'era molta calma e su internet si continuava a vivacchiare, nel senso che non si registravano movimenti finanziari di rilievo, fino all'improvviso arrivo di Rupert Murdoch, il tycoon televisivo presente con le sue tv e i giornali in più di mezzo mondo. Murdoch stupisce tutti spendendo ben 580 milioni di dollari per acquisire il controllo di MySpace, la piattaforma di blog statunitense frequentata perlopiù da artisti musicali e dai loro fan. L'acquisto ha fatto abbastanza rumore: se uno come Murdoch, hanno pensato in tanti, spende tutti quei soldi per una di queste piattaforme on line chiamate di “social network” evidentemente è sicuro di fare molti soldi. E che questo “social network” deve avere un futuro. È così è partita una vera corrida di acquisizioni e fusioni che attualmente è ancora in corso e non si sa quando finirà. Gli acquisti che hanno fatto più rumore sono quelle del portale Yahoo che l'anno scorso ha rilevato Flickr, il sito di fotosharing (scambio di album fotografici e community on line) più famoso del mondo e, alla fine del 2006, Google, il mitico motore di ricerca, che ha acquisito YouTube, il sito di scambio di video pagandolo circa un miliardo e seicento milioni di dollari.
Sta cominciando un nuovo Eldorado? Jon Gibs, senior director of media di Nielsen//NetRatings, società specializzata nelle ricerche e marketing in rete ha provato a chiarire: «I siti di social network sono la reality Tv su Internet». E poiché generano traffico in quantità enormi, ecco che i big del settore si sono tuffati a pesce sperando di trovarsi alle prese con un nuovo fenomeno mondiale in piena crescita e dalla potenzialità enormi. Del resto che il social network sia un fenomeno lo testimoniano i dati. Media Matrix, un'agenzia di ricerche ha diffuso una classifica elencante i maggiori “social network” al mondo per numero di visitatori: Myspace.com (51.4 milioni di visitatori), Classmates.com Sites (14.8 mln), Facebook.com (14.1 mln), Youtube.com (12.7 mln), Msn Spaces (9.6 mln), Xanga.com (7.1mln), Flickr.com (5.2 mln), Yahoo! 360 degrees (5 mln), LiveJournal.com (4 mln), Myyearbook.com (3 mln). Per ora la base aggregativa della maggior parte di queste piattaforme è alquanto generalista, ma in futuro le community si frazioneranno ulteriormente secondo interessi sempre più settoriali, come ad esempio la politica, l'oggettistica, il lavoro e la finanza. E in Italia? Qualcosa si muove. È recente l'acquisizione da parte dell'editore Rizzoli della piattaforma di blog Splinder.com, mentre sono molto frequentati i social network basati sulla ricerca di lavoro come BizBureau.com e Jobdirect.it, molto usate anche piattaforme generaliste come Blogger.it, IlCannocchiale.it, dedicato ai media e all'informazione, Iobloggo.it, e tante altre. Una rivoluzione, insomma, che interessa molto la pubblicità on line. Pare proprio che il social network è destinato a diventare sempre più “business network”. E che settorializzare sempre di più sarà la scommessa del futuro.
Gianni Franchini