L’attuale programmazione di spot ci dà modo di osservare come si utilizza il testimonial nei commercial di prodotto...
Modo n° 1, il più classico: Kakà fa Kakà e a Ringo ben gli sta (fuori ruolo, invece, Totti e Gattuso massaie per famiglie numerose).
Modo n° 2, meno comune ma assai più raffinato: il testimonial in incognito, riservato a divi di insuperata notorietà. Attualmente non on air (forse perché bisogna essere come minimo Sophia Loren per apparire in incognito e non è detto che la Loren accetti).
Modo n° 3, il testimonial “svisto” e di proposito ignorato perché il protagonista vero è il prodotto - quindi Alessandro Gassman scambiato per Michele Grant o la Cucinotta e Arbore degradati a comparse perché è Unicredit Banca che conta. Beato chi ci crede.
Modo n° 4, il testimonial globale, come Chiambretti, che presta la faccia ad Alpitour e la voce alla Panda. Per restare in famiglia.
Più contorto il modo n° 6, adottato dalle patatine Amica Chips per rilanciare Rocco Siffredi che, pur di comparire e conservare l’allure di pornodivo, finge di essere quell’Omar Monti, di scarsa notorietà, che ne “La pupa e il secchione” sosteneva di essere, a 31 anni, ancora vergine. Cosa non si fa per una patatina.
Modo n° 7: il testimonial usa & getta – in genere un divo americano (vedi Travolta o Kevin Costner o anche George Clooney) che accetta di pubblicizzare qualcosa, ma solo in un certo paese e speriamo che nessuno se ne accorga altrove.
E adesso, la classifica. Per ora, nessuno ha ancora battuto Catherine Deneuve in “Oui, je suis Catherine Deneuve”, ma fra tutti i testimonial visti di recente o attualmente in onda, non c’è dubbio che the winner is non un volto ma una voce: quella di Jeremy Irons, testimonial per Croma. Mesto con sentimento lui, non proprio eccitante la Croma, ma con una voce così sei On the Road anche senz’auto.
Via Lillo Perri