Alice, Aladino e la tecnologia avanzata
Le attuali vicende Telecom e quelle della famiglia Alice - protagonisti Elena Sofia Ricci e Diego Abatantuono - portano a chiedersi se la pubblicità di un’azienda ne rifletta in qualche modo le caratteristiche o se sia un “prodotto” inventato a tavolino intorno a un’immagine anch’essa concepita in vitro.
Dalla privatizzazione in poi, Telecom ne ha effettivamente passate tante, ma non si può dire che non abbia mantenuto, almeno nella pubblicità commerciale, continuità e vivacità di discorso (a parte il bel film istituzionale, Gandhi, vincitore di molti premi). Le miniserie televisive, tra l’altro, sono state inventate proprio da Telecom, quasi 15 anni fa, e da allora, fra Tim e Telecom è stato tutto un florilegio di storie nate nel solco della commedia all’italiana.
Il format della famiglia Alice non si discosta dal genere e lo si apprezza per la gradevolezza degli interpreti, ma porta anche a chiedersi se la famiglia Alice ci è o ci fa. Possibile che, nel 2007, l’arrivo dell’ADSL provochi un tale effetto panico nella famiglia media italiana? Che un padre di famiglia ignori tutto della banda larga? E che un’azienda che fattura 31.000 milioni di euro l’anno (in un rapporto di dieci a uno con Rai e Mediaset) non sia riuscita a chiamare i propri prodotti altro che Alice e Aladino? Con nomi così sciocchi, non c’è da stupirsi che anche la pubblicità suoni falsa, leziosa e, alla fine, abbastanza insopportabile.
Spesso la commedia all’italiana è il risultato di un equivoco – o forse anche di un complotto che ci porta tutti a credere che Alice è qualcosa che si installa sul tetto.
Via Lillo Perri
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