L’entertainment marketing ha come obiettivo quello di pubblicizzare un
determinato prodotto o marchio in maniera non convenzionale, offrendo al
consumatore un’esperienza dinamica di intrattenimento, tramite il ricorso a
strumenti quali video, film, clip, sitcom e carta stampata.
Il suo affermarsi negli ultimi anni deriva dall’efficacia di questo tipo
di comunicazione, che risulta più interessante e coinvolgente rispetto alle
forme di advertising tradizionale: si tratta un nuovo canale per comunicare con
il pubblico in maniera privilegiata, creando non solo interesse, ma una vera e
propria emozione, destinata come tale a rimanere maggiormente
impressa.
Questa inaspettata alleanza tra prodotto e intrattenimento nasce per fare
colpo su un determinato segmento, ma proprio per questo l’abbinamento deve
essere vincente: non solo il pubblico destinatario di entrambi deve coincidere,
ma è necessario che il marchio possa integrarsi efficacemente nel tessuto
narrativo proposto.
Un esempio tipico di entertainment marketing è il product placement, che
consiste nel collocare un prodotto con un forte brand all’interno di un film,
telefilm o videoclip in virtù di un accordo commerciale stipulato con la
produzione (da questo aspetto possono derivare anche le eventuali operazioni di
merchandising e licensing del prodotto in questione).
L’utilizzo di questo strumento consente, a fronte di investimenti
irelativamente limitati, di ottenere un livello di visibilità che sarebbe molto
più costoso raggiungere attraverso l’utilizzo dei media tradizionali
Questa tecnica promozionale nasce negli USA mediante un contratto che può
all’occorrenza essere reso pubblico, in modo da garantire la massima
trasparenza, e si distingue nettamente dalla famigerata “pubblicità occulta” che
periodicamente tiene banco in Italia.
L’utilizzo di brand celebri all’interno di importanti produzioni inoltre
è di reciproco beneficio.
- Le case di produzione si avvantaggiano grazie al contributo economico
dello sponsor, nello stesso tempo i prodotti in questione tendono a conferire un
aspetto più “realistico” e quotidiano alle ambientazioni proposte. La fornitura
gratuita di materiali inoltre può consentire grossi risparmi economici in certe
scene (basti pensare a tutte le BMW distrutte da Pierce Brosnan nei suoi recenti
007).
- Lo sponsor trae vantaggio dalla presentazione dei propri prodotti in
momenti di intensa partecipazione emotiva del pubblico, usufruendo di
prestigiosi testimonial che possono essere utilizzati “una tantum” e quindi non
vincolano in termini di durata del contratto.
Uno dei più costosi product placement degli ultimi tempi è stata la
sponsorizzazione di Minority Report , per il quale le aziende interessate avrebbero sborsato
complessivamente più di 21 milioni di euro. Il film tra l’altro è anche un
esempio ben riuscito di questa tecnica, in quanto gli oggetti in promozione sono
utilizzati dinamicamente all’interno della vicenda e sono congruenti con
l’ambientazione della storia (basti pensare ai cartelloni parlanti e ai commessi
virtuali che salutano puntualmente per nome il Cliente, ricordando
istantaneamente i suoi precedenti acquisti e i gusti: insomma il commesso ideale
di ogni negozio).
L’integrazione del prodotto nella trama è di gran
lunga la tecnica più efficace, oltre che più costosa ma può dare i suoi frutti.
Lo sanno bene tra i tanti i signori di Equisearch.com che, dopo la
breve apparizione ne “L'uomo che sussurrava ai cavalli” hanno visto
quadruplicare il numero di visitatori del loro
sito.
Questi potete trovare alcuni illustri esempi di Product Placement.
A Product-Placement Hall Of Fame
La biblioteca dei "prodotti piazzati"
Anche in Italia alcune aziende
cominciamo a muovere i primi passi in questo senso. Non sarà però contento
l'agente segreto più famoso del mondo, che dopo aver guitato per anni auto come
Aston Martin e BMW si troverà al volante di una Fiat Panda 4x4 nera.