A quanto pare Matteo aveva
ragione. Il nuovo
cellulare targato Motorola e Apple ha deluso più di un'aspettativa. Considerando
che entrambe ultimamente si sono mosse molto bene sul mercato la cosa è ancora
più sorprendente...
Nano esalta, Rokr delude (http://webnews.html.it/focus/518.htm)
(…) Le novità annunciate sono state
sostanzialmente due: il nuovo iPod Nano e il cosiddetto Mactorola. Se era il
secondo a dover convogliare tutte le attenzioni della stampa, è stato invece il
primo a calamitare il maggior numero di flash e commenti. Qualcosa non ha
evidentemente funzionato nel progetto Rokr: nonostante le promesse, nonostante
le attese, nonostante il fatto che il Rokr sembrava essere stato progettato dal
destino, il prodotto non sembra in realtà destinato a sconvolgere il mercato del
settore e semmai, nella migliore delle ipotesi, può costituire una sorta di
prototipo. Sensazioni, solo sensazioni, che il mercato potrà liberamente
ribaltare.
iPod Nano
Il nuovo
iPod ha stupito, eccome. Dimensioni minimali e stile inconfondibile, il nuovo
iPod ha tutte le carte in regola per sostituire nell'immaginario collettivo le
versioni precedenti e candidarsi a vero oggetto "cool" dell’inverno: il primo
suggerimento per il prossimo regalo di Natale è già pronto. (…)
Mactorola
Rokr
Completamente diversi i commenti piovuti sul Rokr. «Più marketing
che rivoluzione hi-tech» per Week.it; «il Nano è uno strumento incredibile […]
ma non si può dire lo stesso per il Rokr» secondo Macworld; «tutto qui?» per
Portel. Molte le critiche mosse all’oggetto e, se alcune sono dettate dalla
delusione del trovarsi di fronte ad una finta evoluzione dopo tanti annunci ed
una lunga attesa, soprattutto sono pochi i veri elogi mossi verso il nuovo
prodotto. Lo stile, innanzitutto, non è di quelli che lasceranno un segno nella
storia del design: riciclato un vecchio modello Motorola (E398), un solo tasto
aggiuntivo simboleggia il fatto che il Rokr abbia in più la funzione musicale.
Delude, inoltre, lo schermo: la definizione VGA è lontana da quella degli iPod
ed i due strumenti non sono dunque paragonabili sotto questo punto di vista.
Altra delusione giunge dal fatto che il Mactorola sia in grado di tenere in
memoria appena 100 canzoni, una quantità assolutamente bassa per permettere
all’utente quella vastità di scelta che ci si aspetta da nuove simili
tecnologie.
La più acida delle delusioni, soprattutto, è
l’assenza della possibilità di connessione al music store iTunes e la
contemporanea presenza di un farraginoso sistema di gestione dei file in
connessione al proprio Mac/PC. Quasi clamorosa, inoltre, una ennesima mancanza:
in seguito alle prime prove pare che il Rokr non possa neppure sfruttare i file
scaricati come suoneria del cellulare, aspetto che i più avrebbero potuto dare
quasi per scontato (sorge il sospetto di una qualche complicazione a livello di
diritto d’autore, unica possibile attenuante).
Mancanza di stile. Mancanza di una connessione al
music store iTunes. Mancanza di funzioni ottimizzate per la gestione dei file
musicali. Memoria limitata. Definizione d’immagine scarsa. A ben guardare tutti
questi aspetti non riguardano tanto il servizio iTunes (ovvero quella parte del
prodotto addebitabile ad Apple), quanto più la progettazione Motorola. Se il
telefono non risponde alle esigenze del lettore MP3, insomma, la cosa non è
addebitabile direttamente a Cupertino se non in riferimento all’opportunità di
lanciare sul mercato un ibrido tanto carente. La scelta di Apple, però, può
essere decifrata alla luce del rapporto di non-esclusività in vigore tra
Motorola e l’azienda di Jobs. Apple potrebbe dunque aver semplicemente ceduto
alle lusinghe di una prima casa produttrice propostasi, ma nulla vieta che entro
breve non compaia un simil-Rokr firmato Nokia (nonostante precedenti accordi con
Microsoft), firmato Siemens (azienda già in collaborazione con Apple in ambito
telefonico), firmato Sony (i cui rapporti con Apple sembrano andare verso il
disgelo), o firmato comunque da qualunque azienda decisa a sfruttare il traino
iTunes per guadagnare posizioni di mercato. (…)