Le ultime vicende che hanno visto YouTube protagonista, riguardanti la circolazione di materiale inappropriato, spesso inavvertitamente affiancato a pubblicità, ha spinto molti brand a congelare i propri investimenti in advertising sul sito e alla piattaforma ad avviare politiche molto restrittive nel tentativo di arginare il problema. YouTube ha, infatti, eliminato la pubblicità da centinaia di migliaia di video in un processo che sta chiamando de-monetizzazione, compresi quelli di youtuber molto seguiti come PewDiePie, uno dei canali più popolari del sito che ha offeso i telespettatori e gli inserzionisti con materiale antisemita all’inizio di quest’anno. I suoi guadagni sono scesi del 20% a 6,12 milioni di dollari, rispetto ai 15 milioni dell’anno scorso.
Le vittime collaterali
Il risultato collaterale è stato che molti Youtuber sono stati privati di gran parte del proprio business, anche se non necessariamente promotori di contenuti offensivi. Alcuni creator hanno perso fino all’80% dei propri introiti mensili, un colpo proprio alla gente che contribuisce maggiormente a rendere il sito il posto più popolare dove guardare video online. Molti di essi, hanno persino abbandonato la piattaforma ripiegando su altri siti rivali, come Twitch, la social tv di Amazon che continua a rivelarsi un avversario temibile per il business di Google. YouTube stesso ha detto che sta lavorando per rispondere alle preoccupazioni degli utenti, riconoscendo in una dichiarazione che “è stato un anno difficile per i creator”.
Calo dei ricavi
Il servizio video ha costruito una delle più grandi aziende media nel mondo, con miliardi di dollari di ricavi annuali. L’incentivo per gli utenti è di costruire un pubblico e di condividere la pubblicità in funzione dell’aumento del numero di spettatori. Ma alcuni youtuber stanno riconsiderando le loro posizioni avendo visto un calo dei benefici a seguito delle recenti vicende. Quanto emerso è chiaro anche da una serie di interviste che Bloomberg ha rivolto ad alcuni famosi youtuber come Joe Taylor, “ho dovuto cambiare tutta la mia vita”, ha dichiarato dopo che il suo canale dedicato alle moto chiamato JoeGo101 ha visto un immenso calo dei guadagni che sono scesi da 6.000 dollari al mese a circa 1.000, non abbastanza per pagare le bollette del 37enne.
I numeri dei creator
Complessivamente, le 10 stelle YouTube più pagate al mondo, individuate da Forbes, hanno guadagnato 127 milioni di dollari tra il 1° giugno 2016 e il 1° giugno 2017, al lordo delle tasse e delle spese di gestione. Le cifre si basano sui dati di YouTube, Social Blade e Captiv8, così come sulle interviste con agenti, manager, pubblicitari, produttori e avvocati. Il guadagno complessivo è aumentato dell’80% rispetto ai 70,5 milioni di dollari delle prime 10 stelle di YouTube dello scorso anno. In gran parte, questo è grazie alle views, che si traducono facilmente in dollari pubblicitari. Inoltre, man mano che YouTube è maturato, le sue star sono divenute più sofisticate nel marketing stesso, il che si è tradotto in tour da sold out, ospitate offerte di creazione contenuti di marca più lucrative e maggiori vendite di merci.
Le soluzioni proposte da YouTube
“Abbiamo bisogno di un approccio che ci permetta di fare un lavoro migliore nel determinare quali canali e video dovrebbero essere idonei per la pubblicità e rendere il nostro ambiente pulito e sicuro”, ha scritto il CEO di YouTube Susan Wojcicki in un blogpost. “Abbiamo ricevuto molte richieste dai nostri creator che ci chiedono di essere più accurati quando si tratta di rivedere i contenuti, in modo da non smonetizzare i video per errore”. Nonostante le nuove sfide, dunque, i canali di YouTube prosperano con cifre a sei zeri nel fatturato e sono in crescita del 40% rispetto allo scorso anno, secondo l’azienda. I creator hanno anche nuovi modi per fare soldi attraverso abbonamenti, sponsorizzazioni e altri strumenti, ha detto YouTube.
La sfida
Altri creator che sono riusciti a mantenere i propri guadagni inalterati, si dichiarano comunque frustrati dalla mancanza di trasparenza e comunicazione del sito. “L’azienda deve ancora condividere una serie di standard di quello che è accettabile per gli inserzionisti pubblicitari e se ti de-monetizza non ti spiega perché arrecandoti spesso per errore un danno enorme”, dichiara uno di loro. Il problema della comunicazione è facilmente riconducibile all’ampiezza del network, difficile da controllare e altrettanto da gestire in maniera integrata. La sfida per YouTube, dunque, è bilanciare le esigenze di youtuber, inserzionisti e fan poiché ognuno di questi gruppi è essenziale per l’ecosistema creativo di della piattaforma – nessuno può prosperare su YouTube senza l’altro.
Via
360com