“Siamo particolarmente contenti per il nostro progresso nel video mentre ci muoviamo verso un mondo dove il video è al cuore di tutti i nostri servizi”. Con questa dichiarazione Mark Zuckerberg mette il sigillo al secondo trimestre del 2016, dove Facebook ha superato ancora una volta le attese, e di molto, sul fronte di utili e ricavi. Nel giro di pochi minuti dal rilascio del comunicato, il titolo è naturalmente esploso salendo di oltre il 6% nell’after hour.
La pubblicità
La fonte principale di revenue, l’advertising, non dà segnali di voler arrestare il trend positivo e vola del 63% a 6,24 miliardi di dollari, a fronte dei 5,8 miliardi attesi, con la componente mobile in linea con i tre mesi precedenti all’84%, cioè 5,4 miliardi. Con questi numeri, la transizione dal desktop al mobile è definitivamente completata. Il prezzo per singolo annuncio è aumentato del 9%.
Facebook sta investendo molto per migliorare la qualità e ridurre i tempi di caricamento degli annunci. Proprio il caricamento è l’unica nota negativa: Facebook ha riempito il NewsFeed di un gran numero di annunci e questo ha un effetto diretto sulle revenue. Un altro punto affrontato nella conference call è stato quello del search advertising:dopo aver abituato le persone al prodotto Facebook sta vedendo come viene usato dalle aziende in modo organico. L’obiettivo finale è consentire a quest’ultime di promuoversi. “Ci stiamo lavorando”, ha detto Zuck. Il tentativo di aprire alla pubblicità in spazi che non siano il NewsFeed è naturalmente conseguente all’elevato numero di annunci nel NewsFeed.
Per Facebook questo è il sedicesimo trimestre su diciassette al di sopra dei forecast degli analisti da quando si è quotato. Il valore delle azioni è impennato dai 38 dollari del collocamento agli attuali 132 dollari, per una capitalizzazione di 352 miliardi. E dopo essersi dissanguato per assicurarsi WhatsApp, Facebook ha in cassa 22 miliardi cash, un bottino da spendere per qualche società interessante.
Facebook, lo stato più grande del mondo
Lo “stato” più grande almondo non ha problemi di teste: sono 1,71 miliardi gli utenti attivi su base mensile, di cui 1,57 miliardi accedono anche via mobile. I dati sono in salita rispettivamente del 15% e del 20%. A livello giornaliero la popolazione di Facebook è composta da 1,13 miliardi di persone, +17%.
Gli utenti che si connettono quotidianamente da mobile sono poco più di 1 miliardo. Si tratta di performance significative che confermano l’attrattività della piattaforma anche con l’aumento dell’età e un grado di fidelizzazione davvero sorprendente.
Le pagine Business hanno sfondato quota 60 milioni e sono destinate a conoscere ulteriori incrementi man mano che la piattaforma aggredirà nuovi mercati.
L’abilità di monetizzare il mobile
Come si evince da questi numeri Facebook è una società sempre più mobile, un canale che è in grado di monetizzare molto bene. Il colosso, infatti, ha registrato un average revenue per user pari a 3,82 dollari, in crescita sui 3,32 dollari dell’ultimo trimestre e sopra le previsioni, fissate a 3,59 dollari, grazie anche alla crescita nei Paesi in via di sviluppo, che hanno comunque una quota limitata. In Europa la raccolta per singolo utente è stata di 4,72 dollari.
Il video si fa live
Sotto i riflettori il tema del video, sempre più nei piani degli attori hi tech della Silicon Valley. Oggi Facebook si trova a competere con YouTube e Snapchat per la leadership in questo settore molto remunerativo in ambito pubblicitario. Ma la vera esplosione si sta avendo nel campo del live streaming, con la società che sta spendendo 50 milioni di dollari per convincere media company, celebrities e giovani influencer a utilizzare la funzione Live.
Il terreno di battaglia, nel caso del live, vede impegnati Twitter e la controllata Periscope, con la piattaforma da 140 caratteri che si è accaparrata i diritti di trasmissione di una serie di eventi sportivi e politici, con programmazioni talvolta esclusive. A Wall Street non stanno aspettando altro se non l’annuncio dell’introduzione della pubblicità nei Live, una novità capace di accontentare anche i content creators forse più vicina di quello che tutti si aspettano.
Il video si fa breve
Nella conference call con gli analisti il chief operating officer, la carismatica Sheryl Sandberg, ha ammesso che la società ha intavolato discussioni con i marketer per produrre video pubblicitari brevi, di massimo 10 secondi. Una strategia avvalorata dalle affermazioni dello stesso Zuckerberg, secondo cui nel giro di cinque anni i contenuti che si condivideranno online saranno per la gran parte brevi filmati.
E da quelle del vp Emea Nicola Mendelshon, secondo cui prima del previsto il NewsFeed di Facebook sarà esclusivamente video. Quasi come una sorta di selezione naturale dei contenuti e della loro capacità di affermarsi nel complicato algoritmo che si è appena rinnovato privilegiando i post di amici e familiari a quelli di editori e pagine di aziende.
L’impero di Facebook
Se la piattaforma di Facebook viaggia molto bene, altrettanto si può dire per i suoi gioiellini. La scommessa di scorporare Messenger e renderla un’applicazione ha pagato: sono ormai oltre 1 miliardo gli utilizzatori dell’app di messaggistica, così come lo sono quelli di WhatsApp. Instagram, invece, ha appena superato i 500 milioni di accessi mensili e le continue innovazioni pubblicitarie potrebbero presto portare risultati, eMarketer parla di una raccolta di 1,6 miliardi nel 2016. Nella conference call Zuckerberg ha rivelato che sono oltre 10mila i bot su Messenger, strumenti che per il ceo di Facebook aiutano le aziende a costruire vie automatiche per comunicare con la persone e hanno già registrato risultati interessanti, seppur ancora in fase di test.
I dati per la leadership
A tutto ciò si aggiungono i numerosi dati che Facebook è in grado di immagazzinare e riutilizzare per migliorare il targeting e la qualità pubblicitaria, un vero e proprio tesoro che sta facendo la fortuna della company: secondo eMarketer quest’anno Facebook assorbirà il 67,9% della spesa in social advertising, raccogliendo oltre 22 miliardi di dollari di pubblicità. Se si guarda alla display, Facebook è il leader assoluto, di gran lunga davanti a Google.
La ristrutturazione del business pubblicitario
In tutto questo Facebook ha compiuto una serie di decisioni strategiche volte a rimodellare la fisionomia pubblicitaria nel corso del secondo trimestre. A maggio ha comunicato l’intenzione di chiudere FBX e di LIveRail, il programmatic video ad exchange acquisito in precedenza. Due mosse che hanno permesso di concentrare l’attenzione e gli investimenti verso Facebook Audieence Network.
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DailyOnline