Il mondo degli integratori nell’ultimo anno registra un fatturato pari a 2 miliardi di euro (143 milioni di confezioni vendute) con un trend positivo pari a +4,2% rispetto a quello dell’anno scorso. La crescita di questi prodotti è sostenuta soprattutto dal canale moderno (nel quale vengono canalizzate il 20% delle vendite di integratori), dove il fatturato cresce quasi dell’8% (rispetto a una crescita del 2,5% nelle farmacie).
Tra le principali categorie del comparto crescono sopra media gli integratori sportivi, gli integratori salini, i multivitaminici e i prodotti per la tosse, mentre i fermenti lattici sembrano arrestare la loro crescita. Restano stabili le vendite di lassativi e calmanti.
Negli ultimi anni, la crescita degli integratori è soprattutto trainata dallo sviluppo, in termini di referenziamento, di categorie minori, come i prodotti per il colesterolo, gli immunostimolanti e gli antireumatici, che hanno registrato delle crescite vicine al 10% rispetto al fatturato dell’anno scorso.
Si registrano circa il 15% di nuove referenze all’anno, soprattutto canalizzate all’interno della distribuzione moderna.
Analizzando separatamente il canale delle farmacie rispetto alla distribuzione moderna (super+iper) possiamo evidenziare:
114 milioni di confezioni vendite in farmacia con un trend positivo pari a 2,5% e 22 milioni di confezioni nei super+iper con un trend positivo pari a 7,8%.
Fermenti lattici, multivitaminici e integratori salini sono i prodotti più venduti in farmacia, mentre integratori sportivi, dimagranti e multivitaminici quelli più venduti nel canale moderno.
Al contrario degli integratori alimentari, nell’ultimo anno il mondo dell’healthy food (che include prodotti come yogurt probiotici per l’intestino e la difesa, yogurt e altri prodotti anticolesterolo, prodotti per le intolleranze alimentari, le diete, la reintegrazione energetica e di calcio) ha registrato trend negativi (-2,7%), con un fatturato pari a 1,3 miliardi di euro. Per questi prodotti il canale moderno è molto più importante rispetto agli integratori: qui è veicolato più dell’80% del fatturato. Questo mondo ha una visione che si basa sulla capacità di alcuni prodotti di aiutare il nostro organismo a migliorare specifiche funzionalità, come quella intestinale, il controllo del colesterolo, le difese immunitarie, la reintegrazione di calcio o energetica e le intolleranze alimentari. Proprio i prodotti per le intolleranze alimentari sono gli unici del mercato a registrare un trend positivo rispetto all’anno scorso sono.
All’interno del segmento delle intolleranze alimentari, troviamo il mercato dei prodotti aproteici senza glutine, che nell’ultimo anno (terminante ad aprile) vale 242 milioni di euro, con un trend stabile rispetto allo scorso anno (+0,4%). Le vendite (74 milioni di confezioni) sono aumentate del +2,8%. In questo segmento continuano a crescere le materie prime, come farina e le novità (altri prodotti), mentre si stabilizzano le vendite di segmenti storici, quali i Dolci, il Pane e la Pasta. La crescita di questi prodotti è riconducibile allo sviluppo all’interno del canale moderno al quale si rivolgono gli sforzi degli attori del mercato. Il canale mass market, infatti, ha un prezzo medio che è circa il 40% in meno rispetto al prezzo praticato in farmacia. Inoltre, confrontando i prezzi con quelli dei prodotti delle categorie di riferimento, si evidenzia come i prodotti senza glutine abbiano un costo che arriva anche a 5 volte quello dei prodotti con glutine.
Rispetto al recente passato, una peculiarità dello scenario competitivo dell’ultimo anno sono l’ingresso e la crescita. In questo segmento, emergono attori “non specialisti” che operano già nelle categorie, ma che solo ora iniziano a portare a scaffale referenze senza glutine. Questi “nuovi attori” per i prodotti senza glutine sono anche quelli che crescono a scapito degli attori storici del segmento, che vendono solo prodotti senza glutine.
Da ormai tre anni, il mondo dei prodotti Bio registra dei trend di crescita a due cifre sempre maggiore del 10% (quest anno +10,3%), con un fatturato pari a 674 milioni di euro. Le principali categorie vendute sono quelle relative ai prodotti di base frutta, verdura, prodotti da forno, latte, bevande, uova, pasta. Molte di queste categorie crescono con trend vicini al 20% (prodotti da forno, dolciario, pasta riso e farina).
È un mercato in cui le prime 10 categorie generano il 47% del fatturato del totale mercato con trend sempre maggiori rispetto a quelli delle categorie di riferimento (prodotti non biologici). Le categorie in cui il biologico ha un peso più alto sono soprattutto quelle relativi ai prodotti confezionati, come alimenti per l’infanzia, prodotti dolciari, dietetico naturali e pasta / riso, in cui le referenze biologiche coprono piu del 5% del fatturato della categoria. Anche per quanto riguarda lo scenario competitivo, i prodotti biologici rispecchiamo una competition molto concentrata con la marca privata, che pesa quasi il 45% delle vendite, salendo al 57% se si considerano i primi 3 brand.
Via Nielsen