Nel bene e nel male Apple è sempre protagonista. Stavolta non c'è di mezzo una nuova creatura tecnologica ma una presa di posizione "commerciale" della società della Mela morsicata. A far discutere molti addetti ai lavori e opinione pubblica americana, dopo che il New York Times ha pubblicato la notizia nei giorni scorsi, è una richiesta di brevetto depositata dalla compagnia di Cupertino presso il ben noto Us Patent & Trademark Office. Oggetto della richiesta una tecnologia che consente di mostrare messaggi commerciali su qualsiasi tipo di schermo, da quello del telefonino a quello del pc senza ovviamente trascurare televisore e console per videogiochi e dispositivi multimediali di vario genere.
Fin qui nulla di particolarmente trascendentale, visto e considerato l'importanza dell'advertising nei bilanci delle società hi-tech e l'appeal del marchio Apple, sebbene fra i firmatari vi sia anche Steve Jobs: la presenza del Ceo in veste di inventore in questi casi è infatti una rarità e si è materializzata solo quattro volte su 30 negli ultimi 18 mesi. Il problema, grosso per ciò che concerne il profilo etico di un'azienda storicamente ammirata per una cultura dell'innovazione che ha fatto moda e proseliti su scala globale, risiede nel fatto che il sistema in questione, denominato "enforcement routine", costringerà di fatto gli utenti a visualizzare spot, banner e compagnia e a rispondere o interagire in qualche modo con questi tramite appositi menu. Pena l'impossibilità di utilizzare lo schermo, che verrebbe "congelato", per altre applicazioni. Chiudere tali messaggi nelle stesse modalità in cui si chiudono – con un click del mouse - quelli che tecnicamente vengono definiti "splash screen" pubblicitari e che appaiono su vari siti Web non sarà cioè possibile. In altre parole, negli iPhone, negli iPod o nei computer Mac potrebbe trovare presto posto un software in grado di far apparire, in qualsiasi momento e sottoforma di test, inserzioni commerciali (hypertesti, immagini ma anche messaggi audio e filmati video) e di obbligare il "malcapitato" utente a sorbirsele per intero anche se queste non gradite. Una vera e propria vetrina per ospitare spot di vario genere (di soli prodotti Apple o, come sembra intuibile, anche di altre aziende?) insomma, che premierebbe i consumatori oggetto di questo "spamming autorizzato" con sconti elevati sui prezzi di acquisto o addirittura con la possibilità di entrarne in possesso gratuitamente. Il punto però è proprio questo: come reagirà l'utente Apple, di norma dai palati fini e all'apparenza virtuosi, di fronte all'obbligo di scaricare pubblicità "indesiderata" con una frequenza che rischia di essere assai fastidiosa? E solo per una mera convenienza di portafoglio di qualche centinaio di euro o di dollari?
Quella di Apple sembra quindi un'azione di marketing eccessiva, che sì ricorda quanto sta mettendo in pista Microsoft ma ha connotati diversi agli occhi dell'utente. A Redmond hanno infatti deciso di mettere in commercio l'anno prossimo una versione gratuita di Office (la Starter 2010) preinstallata sui pc che conterrà un piccolo display per la pubblicità che apparirà nell'angolo destro in basso dello schermo per visualizzare messaggi promozionali targati Microsoft volti a convincere l'utente ad acquistare il pacchetto contenente Word, Excel e via dicendo in versione completa. Non uno spazio per vendere spot pubblicitari, almeno per il momento, ma una trovata tecnologica, battezzata da qualcuno "compulsory advertising", per tastare (gratuitamente) il polso dei consumatori, per "educarli" – dicono i portavoce di Microsoft - al prodotto".
Perché Apple, e Steve Jobs in prima persona, rischiano di fare quello che a molti sembra un clamoroso autogol? È un'altra mossa per rendere il mondo Apple ancora più esclusivo e protetto o un tentativo molto serio (e audace) di mettersi in prima fila per catturare la spesa pubblicitaria in formato digitale? Quanti milioni di persone nel mondo hanno in tasca un iPod o un iPhone e usano un computer Mac? Decine e decine. A cui poter inviare simultaneamente uno spot senza far fatica alcuna.
di Gianni Rusconi su ILSOLE24ORE.COM