Mediamarket dichiara guerra alla Playstation. La catena della grande distribuzione specializzata in prodotti hi-tech con le insegne Mediaworld e Saturn ha messo al bando dai suoi scaffali la PspGo, l'ultima console portatile della Sony: 158 grammi di peso, schermo da 3,8 pollici e un costo, non proprio a buon mercato, di 249 euro, contro i 179 euro del Nintendo Dsi e della "sorella" maggiore Psp 3000.
Messa al bando perché la PspGo, disponibile dallo scorso primo ottobre, non sarà venduta nei cento negozi del gruppo Mediamarket che ha deciso di «boicottare» la distribuzione di questa macchina da gioco mignon per protestare contro il nuovo modello di business che il colosso giapponese dell'entertainment sta cercando di portare avanti. Di cosa si tratta?
Nel settore dei videogiochi i negozi realizzano i margini più ghiotti non con la vendita dell'hardware ma con quella dei videogame, del software. Se infatti i profitti che i gruppi della grande distribuzione mettono in cassa con la vendita delle console sono inferiori al 15% («Un margine spesso azzerato dai costi del negozio», come fa sapere un operatore), con il software i guadagni sono superiori al 30 per cento. Questo il punto: con la PspGo i giochi si scaricano direttamente da internet, saltando il canale degli store fisici, un po' come avviene con l'iTunes della Apple per la musica. Una rivoluzione copernicana.
«Con Sony abbiamo cercato di trovare un accordo vantaggioso per entrambi – spiega al Sole 24 Ore Maurizio Motta, direttore generale di Mediamarket – ma per ora non è stato possibile. Ci terrei a precisare che non siamo contro la distribuzione dei giochi online, anzi una delle proposte che stavamo trattando era proprio quella di permettere anche a noi di vendere i giochi della PspGo sul nostro sito di ecommerce, dove già distribuiamo musica e film con i download». Forte del suo potere contrattuale, e dei suoi 2,8 miliardi di euro di ricavi in Italia, Mediamarket punta i piedi su un settore che in Italia vale circa un miliardo e mezzo, anche se lo stesso Motta ci tiene a precisare che comunque «i rapporti con la Sony sono ottimi, tanto che nei nostri punti vendita tutti gli altri modelli di Playstation ovviamente ci sono».
Sony, dal canto suo, racconta un'altra versione dei fatti. «PspGo è il primo esperimento di console supportata esclusivamente da contenuti acquistabili online – racconta Gaetano Ruvolo, general manager di Sony Computer Entertainment Italia – e naturalmente si era tenuto conto del mancato profitto dei retailer sui singoli contenuti nella definizione degli accordi commerciali, compensandolo con un aumento su quello della console. Mediamarket è stato l'unico rivenditore in Italia a non accettare la scontistica offerta, per quanto adeguata al nuovo modello di business. Nonostante questo il resto del mercato ha già assorbito la quantità di prodotti, permettendoci di rispettare i target di vendita previsti per il lancio».
Già in passato tra le due aziende non era corso buon sangue. Erano i tempi del lancio della Playstation 3, con Mediamarket che ne anticipò la distribuzione di due gioni giorni, il 21 aprile 2007, violando l'embargo deciso dalla Sony.
di Daniele Lepido su ILSOLE24ORE.COM