La Commissione europea ha stilato una relazione all'interno della quale indica l'economia digitale come soluzione per far fronte alla crisi economica.
La situazione dello Stivale in termini di connessioni alla rete e utilizzo di internet appare nello studio assai critica: l'Italia si classifica undicesima per la copertura della Dsl, con una percentuale del 95,3% (conducono Francia, Danimarca e Lussemburgo con il 100%), scivola al 15esimo posto, con l'82%, se si parla di copertura nelle aree rurali (svettano ancora Francia, Danimarca e Lussemburgo con il 100%) e crolla in 24esima posizione nella graduatoria delle case connesse alla banda larga. Nella Penisola è solo il 31% della abitazioni a essere collegato a internet veloce, dato superiore solo alle percentuali di Grecia (22%), Bulgaria (21%) e Romania (13%). Si distinguono positivamente Danimarca (74%), Olanda (74%) e Svezia (71%).
Migliora leggermente la situazione se si parla di collegamenti a banda larga nelle imprese: l'Italia è 14esima con l'81%, in una classifica dominata da Francia (92%), Spagna (92%) e Finlandia (92%).
Scarso l'utilizzo del web da parte degli utenti privati italiani: solo il 35% si connette tutti i giorni (19esimo posto) e uno scarso 15% sfrutta la rete per scaricare legalmente film o musica (27esimo e ultimo posto).
Allargando il campo d'analisi all'intera Unione europea emerge che nel 2008 il 56% degli europei è divenuto un utilizzatore regolare di internet, facendo così registrare un balzo in avanti di un terzo in più rispetto al 2004. Oggi più della metà delle famiglie e oltre l'80% delle aziende ha una connessione a banda larga. La percentuale cresce se si prende in considerazione la fascia d'età 16-24: il 73% usa regolarmente servizi avanzati per creare e condividere contenuti on line, il doppio della media della popolazione dell'Ue. l 66% degli europei di meno di 24 anni usa internet ogni giorno, rispetto alla media dell'Ue del 43%.
Anche se la 'generazione digitale' sembra restia a pagare per scaricare da internet o guardare online contenuti quali video o musica (il 33% afferma di non essere assolutamente disposto a pagare, pari al doppio della media Ue), in realtà nella loro fascia di età quanti hanno pagato per ottenere questi servizi sono il doppio rispetto al resto della popolazione (10% degli utenti giovani, rispetto alla media Ue del 5%).
"L'economia digitale dell'Ue offre un ampio potenziale per generare forti entrate in tutti i settori, ma per trasformare questa situazione favorevole in crescita sostenibile e nuovi posti di lavoro i governi devono prendere l'iniziativa e adottare politiche coordinate per eliminare le barriere che ostacolano i nuovi servizi - ha dichiarato Viviane Reding, commissaria dell'Ue responsabile della società dell'informazione e dei media - Dovremmo cogliere l'opportunità di una nuova generazione di europei che ben presto deciderà le sorti del mercato europeo. Questi giovani usano molto internet e sono inoltre utenti molto esigenti. Per sfruttare il potenziale economico di questi 'figli dell'era digitale' dobbiamo garantire che l'accesso ai contenuti digitali sia semplice ed equo".
Via Quo Media