Morsi a tempo di rap
di: Max Da Vià
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Sulla scia del fruttuoso tentativo fatto nel 2004 dalla Seagram, che ha pagato artisti di fama internazionale per citare il proprio gin in alcune delle loro canzoni, anche il colosso dei fast food McDonald’s scalpita per scalare le classifiche d’oltreoceano.

Alla base di questa strategia c’è ovviamente un’attenta valutazione dell’influenza esercitata da un certo tipo di musica sui teenager americani, da sempre cari al marketing dell’azienda.

Con l’aiuto dell’agenzia pubblicitaria Maven Strategies, la stessa che ha supportato anche la Seagram, McDonald’s selezionerà un certo numero di artisti rap ai quali verrà proposto di inserire le parole “Big Mac” nei loro testi. Nel caso in cui il pezzo diventi una hit e passi per radio ciascun artista riceverà un “bonus” che oscilla da 1 e 5 dollari per ogni volta che la canzone viene trasmessa.

Ovviamente, per evitare pericolosi boomerang, il testo nel quale sarà citato il famoso panino deve preventivamente essere approvato dal marketing di McDonald’s, che verificherà la congruenza dei messaggi in esso contenuti.

Da un certo punto di vista questa strada, già collaudata, è creativa e con rischi limitati, in quanto l’artista è pagato in funzione del livello di promozione che riesce concretamente ad effettuare. D’altro canto però cosa potrebbe succedere se uno degli artisti supportati (come talvolta succede nel mondo del rap ma non solo) dovesse avere problemi di immagine e/o con la giustizia?

Il passaggio del pezzo in radio in questo caso non sarebbe più molto gradito al re degli hamburger, che potrebbe vedere la propria immagine, già ciclicamente messa in discussione per aspetti legati alla saltuarietà dei cibo offerti, associata a personaggi diventati nel frattempo scomodi o poco edificanti.

A prescindere però dai rischi evidenziati mi sembra che si tratti di un tentativo per certi versi coraggioso di battere nuove strade, per raggiungere il consumatore utilizzando uno strumento di forte impatto come la musica in un modo sicuramente nuovo e direi in questo caso “subliminale”.

A mio parere infatti è ora che le strategie di marketing, specialmente quando portate avanti da grandi player, provino nuove strade, integrando tra loro i diversi media e proponendo alle stanche orecchie del consumatore una “musica” nuova.

mymarketing.itÒ 2005
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