Occupazione in crescita nella bellezza
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Nonostante la situazione recessiva a livello nazionale e le forti tensioni sui mercati esteri, il comparto cosmetico italiano riesce a mantenere la propria competitività. La crescita del settore beauty prosegue, anche se a ritmi ridotti, trainata prevalentemente dalle esportazioni, ma condizionata dalla difficoltà dei canali professionali e dalla flessione nel mass market.
Secondo le rilevazioni del Centro studi e cultura d’impresa di Unipro, l’associazione che riunisce le industrie cosmetiche italiane, il fatturato globale del settore è in aumento “solo” del 2,7% (rispetto al +3,8% della rilevazione precedente), grazie all’incremento delle esportazioni (per le quali è previsto un trend di continua crescita del 6,5%) e sostenuto essenzialmente dalle vendite nei canali specifici di farmacia (+5%) ed erboristeria (+4,5%).
I fattori che condizionano le dinamiche di mercato sono soprattutto il costante rallentamento della propensione d’acquisto di beni di consumo da parte delle famiglie italiane e le variazioni nelle propensioni al consumo che influiscono pesantemente su alcuni comparti del made in Italy: acconciatura professionale, -1%; trend negativi per i cosmetici venduti nei centri estetici, nonché una significativa contrazione prevista per la domanda di cosmetici nella grande distribuzione, che dopo anni di crescite sostenute, con erosioni di quote di altri canali (ad esempio, la profumeria) presenta forti rallentamenti.
Un fenomeno molto importante per capire quale sarà il futuro dell’intero comparto: se cioè verranno privilegiati i canali specializzati o se assisteremo a una modificazione dell’intero scenario del mercato cosmetico.
Per quanto riguarda gli aspetti occupazionali, nel corso del 2005 si è registrato un andamento costante, mentre per il 2006 ci sono previsioni di crescita: il 32,4% degli intervistati nell’indagine congiunturale di Unipro ipotizza un aumento dei livelli di occupazione, mentre il 58% prevede di mantenere un andamento costante. In termini di ampliamento della capacità produttiva, con riferimento agli investimenti in macchinari e impianti, il 65,8% degli interpellati prevede un andamento costante, il 26,3% invece dichiara che aumenterà gli investimenti.
Così come il 18,5% incrementerà gli investimenti in manutenzione. Ricerca e sviluppo registrano un 51,3% di previsioni di andamento costante, un 42,9% di aumento degli investimenti, a testimonianza del valore riconosciuto alla qualità sia dei prodotti sia dei servizi made in Italy; in questo settore solamente un 5,8% degli intervistati ipotizza una diminuzione.