Precisamente 10 anni fa, il 19 agosto del 2004, Google faceva il suo ingresso in Borsa. Uno sbarco che, all’epoca, non generò una spasmodica attesa mondiale equiparabile alle più recenti di Facebook o Twitter, ma che ha segnato profondamente il nostro tempo. In occasione dell’anniversario sono molte le testate e gli esperti che hanno colto l’occasione per guadare indietro per riscoprire come il mondo era allora e come è adesso, anche grazie a Google. Lo ha fatto ad esempio il Wall Street Journal, rispolverando il prospetto programmatico redatto da Brin e Page e presentato alla Sec: una sorta di “magna charta” che ruotava attorno alla chiarezza e semplicità espositiva.
Il WSJ pone l’accento su un passaggio in particolare, che colpisce soprattutto alla luce di quanto è poi realmente accaduto e di quali e quanti progetti, dai più rivoluzionari ai meno, il colosso ha portato avanti.
“Non eviteremo progetti ad alto rischio o altamente remunerativi a causa della pressione di guadagni a breve termine. Alcune delle nostre passate scommesse sono andate straordinariamente bene e altre no. Perchè riconosciamo nel perseguimento di progetti come questi, la chiave del successo a lungo termine, e continueremo a cercarne…non siate sorpresi se faremo piccole scommesse su aree che sembrano strane. Accetteremo ancora progetti al di fuori del nostro tradizionale campo soprattutto quando l’investimento iniziale sarà basso.”
Un vero e proprio manifesto che, in 10 anni, pare aver guidato realmente le azioni di Google se è vero che tanti progetti sono diventati avanguardia dell’innovazione che verrà ma molti altri, anche a dispetto del successo e dell’apprezzamento da parte degli utenti, sono stati chiusi. E ‘affascinante pensare, spiegano dal WSJ, “a quanto piccolo fosse il mondo di Google allora, una compagnia di circa 2.000 dipendenti, quasi esclusivamente un motore di ricerca con Yahoo e Microsoft erano gli unici concorrenti di peso“. E nel 2004 le entrate di Google erano ferme a 3,2 miliardi dollari mentre oggi superano i 65 miliardi dollari, i margini di profitto netti superano il 20% e la sua capitalizzazione di mercato è diventata una delle più grandi della terra, quasi 400 miliardi di dollari. “Questo successo potrebbe sembrare inevitabile grazie all’ascesa del web. Ma se fosse così Yahoo e Microsoft sarebbero cresciuti di pari passo.” E come sappiamo non è stato così.
Il Time ha provato a stilare un elenco dei dieci grandi cambiamenti, dai più seri ai più divertenti, che Google ha portato nelle nostre vite:
Ha cambiato il linguaggio, diventando un vero e proprio verbo.
“To Google” in inglese, che in italiano diventa “googlare” ovvero cercare su Google, è un verbo ormai entrato stabilmente nei nostri vocabolari, così popolare che pare che la società possa anche rivendicarne i diritti, se il termine diventerà generico, come “scala mobile” e “cerniera”, che una volta erano un marchio di fabbrica.
Ha cambiato il nostro cervello.
Google è diventata una sorta di “stampella”, di aiuto mentale collettivo. La nostra mente ricorre al concetto di ricerca in rete per avere l’informazione che le sfugge in modo automatico.
Ha preparato il terreno alle altissime valutazioni di Facebook e Twitter.
Valutazioni alte basate solo mere speculazioni erano comuni anche nel pieno del boom delle dot-com degli anni ’90, dice Ed Crotty, responsabile degli investimenti per Davidson Investment Advisors. Ma Google ha dimostrato per prima che anche solo un vasto pubblico potenziale poteva pagare in termini di investimento.
Ha cambiato i telefoni cellulari.
Dal momento che il primo telefono Android è stato venduto nel 2008, il sistema operativo mobile di Google è ancora in espansione. Oggi possiede quasi l’85% della quota di mercato e ha quasi raddoppiato la sua quota negli ultimi tre anni.
Ha trasformato il modo in cui usiamo e-mail.
Gmail è stato inventato dieci anni fa: è difficile persino ricordare “quei secoli bui” in cui lo spazio delle caselle di posta era limitato e bisognava fare costantemente pulizia. Oggi le nostre caselle di posta sono mausolei, che ospitano i file a lungo e persino intere relazioni.
Ha cambiato il modo in cui collaboriamo.
Nel 2006 Google ha acquisito la società chiamato Writely. Con quella scommessa, Google ha creato un mondo dove le persone possono collaborare praticamente su qualsiasi tipo di documento, sia per il lavoro che per il gioco.
Ci ha permesso di viaggiare per il mondo stando seduti alle scrivanie.
Google Maps (e la Terra) è diventato molto di più di uno strumento per misurare itinerari di viaggio e fusi orari. Dal momento in cui Google Street View è arrivato sulla scena nel 2007, è stato possibile “visitare” mete lontane, fare tour virtuali, pianificare in anticipo i viaggi, e passare ancora più tempo su Internet.
Ha influenzato le notizie che leggiamo.
Un alto posizionamento delle notizie nei risultati di ricerca di Google ormai è un affare estremamente serio e può avere un effetto profondo sul successo dei media e soprattutto delle imprese. Non a caso il “comparire in cima” ai risultati di Google è una delle richieste più gettonate delle aziende.
Gli utenti diventano dati.
Aziende come Google e Facebook non sono veramente “gratis”: tutti i dati degli utenti sono un bene prezioso che Google mette a disposizione dei suoi inserzionisti pubblicitari.
Ha cambiato il mondo con cui gli altri ci vedono.
Ad esempio quando un datore di lavoro “googla” il nome di un potenziale candidato e ne trova link e pagine sul motore di ricerca.
Google oggi è alle prese con temi e problemi che travalicano moltissimo i tradizionali ambiti del colosso: è sempre più spesso chiamata in causa quando si tratta di privacy, sia in rete che su mobile, perchè Google sa anche essere molto invasiva e furba quando vuole.
Eppure dieci anni dopo rimane innegabilmente inserita nel nostro “sistema nervoso centrale”. E promette di rivoluzionarlo ancora e ancora con progetti e iniziative che sfidano il futuro.
Via Tech Economy