Il futuro di Apple passa per la nuvola. Tre gli annunci che Steve Jobs ha fatto durante il keynote che ha dato l'avvio alla conferenza mondiale per gli sviluppatori di Apple (Wwdc 2011) in corso da oggi a San Francisco: nuovo sistema operativo per i telefoni della mela e iPad, nuovo sistema operativo per i Mac e soprattutto tanto, tanto cloud computing.
Con iCloud infatti Apple spera di riuscire a fare bene in un settore dove finora non è mai riuscita ad eccellere: Google e Amazon (ma anche la stessa Microsoft) stanno mietendo successi, mentre i servizi come .Mac e poi MobileMe (entrambi a pagamento) hanno attratto poche centinaia di migliaia di utilizzatori. La svolta si chiama iCloud e, se funzionerà, permetterà ad Apple di recuperare il terremo perduto. Tutto si basa sul grande centro dati da un miliardo di dollari costruito in North Carolina, dove Apple ha centralizzato tutto il suo sistema per sincronizzare in maniera automatica il contenuto di telefoni e computer. Backup automatico in rete, posta elettronica, rubrica e calendari, ma anche apps, foto, musica. A proposito di quest'ultima, il sistema Music Match (il primo pezzetto che Apple anticipa) consente di riconoscere la musica sul computer proveniente dai cd e averla in formato digitale per 24,99 dollari l'anno.
I nuovi servizi iCloud sono gratuiti, mossa necessaria di Apple per competere con Google. Se davvero iCloud ha quella velocità e semplicità di funzionamento mostrata nelle numerose demo effettuate sul palco dai colonnelli di Steve Jobs (almeno una mezza dozzina di persone si sono alternate sul palcoscenico del Moscone Center di San Francisco, tra questi Phil Schiller e Scott Forstall, per alleviare l'attività di uno Steve Jobs ancora in convalescenza e visibilmente dimagrito e affaticato) allora Apple ha in cascina un'arma molto potente. Ma che non è completa: quello che l'aiuta è soprattutto iOS 5, la nuova versione del sistema operativo per gli apparecchi post-Pc, che sono arrivati a quota 200 milioni e che per la prima volta si emancipano dall'uso del Pc (o del Mac) per l'attivazione, la sincronizzazione e il backup.
Infatti, niente più iTunes: adesso iCloud permette di fare tutto in rete, via WiFi, in modo automatico, anche la notte quando si dorme. E come arrivano gli aggiornamenti via Internet (o i giornali nella nuova funzionalità Newsstand per quotidiani e riviste), così si integrano anche servizi come gli allarmi, adesso centralizzati in maniera simile a quella utilizzata da tempo sui telefoni Android, o lo stesso Twitter, che viene sposato da numerose applicazioni di Apple per mandare messaggi.
Parlando di messaggi, il colpo più duro che Steve Jobs manda non è forse a Google o ad Amazon, ma alla Rim dei Blackberry: l'unica fino a questo momento a integrare su tutti i suoi apparecchi un sistema di messaggeria istantanea molto semplice, che Apple amplia e migliora, includendo via 3G o WiFi anche immagini, video, testo e tutto il resto. Nasce così, con iMessage, il "club degli utenti iOS", capaci di scambiarsi messaggi senza pagare costi aggiuntivi.
Tra le oltre 200 novità previste per iOS 5, che verrà rilasciato gratuitamente il prossimo autunno ma che gli sviluppatori possono già cominciare a sperimentare adesso, c'è anche la gestione dei documenti via iCloud, un browser Safari molto più potente, l'integrazione con Twitter, le funzionalità di aggiornamento e download in background, il backup automatico via internet, il nuovo centro per le notificazione (messaggi, badge, sms e tutto il resto), la possibilità di salvare e leggere le pagine web anche su altri apparecchi via cloud e i reminder per fare la lista delle cose da fare, oltre a svariati miglioramenti anche alla gestione della fotocamera, che adesso acquista un pulsante hardware negli iPhone 4 (il pulsante "+" per il volume).
Migliorano un po' tutte le applicazioni per iPhone e iPad, che adesso possono essere utilizzate in maniera autonoma e senza bisogno del Pc: gestione immagini, ritocco, upload su Internet.
Infine, i cambiamenti per Lion, la settima versione del sistema operativo di Apple nata dieci anni fa e disponibile da luglio a 29 dollari: il Leone porta un'ampia serie di novità (già viste durante la sua presentazione di tre mesi fa) ma soprattutto integra sempre di più i "gesti", le "gestures" dell'iPad sul Mac. In questo modo, suona una prima campana a morto per il mouse, che forse potrebbe essere superato nelle intenzioni di Apple da un uso intensivo delle dita per fare "tap", "swipe", "pinch" e mille altri movimenti che fanno interagire direttamente con le pagine. Mac OS ha preso molto dalla versione per iPhone e iPad, compresa la possibilità di gestire a tutto schermo le applicazioni, in maniera innovativa rispetto a quanto finora possibile con Mac e Pc, e di concentrare tutte le applicazioni in un'unica schermata "LaunchPad", da cui comandare l'uso del Mac. Gli acquisti (compreso quello dello stesso Lion) adesso avverranno prevalentemente tramite il Mac App Store, tutto virtuale e senza bisogno di Dvd da installare, mentre le funzioni per salvare automaticamente i documenti, averne diverse versioni e poter recuperare lo stato del computer prima dello spegnimento lo rendono sempre più simile a un iPad che non a un vecchio Mac.
Apple dunque ci prova: il suo Ceo, Steve Jobs, anche se malato ha l'energia di spingere l'azienda verso nuovi traguardi. Il momento è uno dei migliori di sempre: 225 milioni di account registrati su iTunes store, 14 miliardi di apps scaricate in tre anni, 2,5 miliardi di dollari di guadagno per gli sviluppatori (che hanno li 30% del prezzo da loro fissato) e la voglia di mostrare che i sistemi operativi di Apple sono convergenti con i servizi: Mac, iPhone, iPod touch e iPad da adesso in avanti hanno la stessa dignità. Apparecchi alla pari, di fronte alla rete dove sincronizzare dati e software. Il futuro di Apple doveva passare per la rete, adesso si vedrà se l'azienda riuscirà a convincere i clienti con una offerta valida e soprattutto funzionante.
di Antonio Dini su IlSole24ORE.com