Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
E' considerato il re della cucina mediterranea,, sempre più se ne scrive e la quasi totalità delle famiglie italiane lo porta in tavola ogni giorno. Stiamo parlando dell'olio d'oliva. Ma gli italiani quanto conoscono davvero questo alimento? E' la domanda che si è posto l'Osservatorio Bertolli.
Il gusto del benessere', centro di studio e ricerca nato nel 2001 con l'obiettivo di esplorare il mondo dell'olio d'oliva dal punto di vista delle valenze nutrizionali ma anche del gusto e del piacere, oltre che per promuoverne la diffusione della cultura. L'Osservatorio Bertolli ha quindi commissionato all'istituto Astra Ricerche un'indagine per rilevare il grado di conoscenza degli italiani in materia di olio.
Sorprendenti i risultati: in Italia solo il 13% degli abitanti (dai 15 anni in su) sarebbe promosso a pieni voti, il 35% passerebbe con sufficiente, il 46% sarebbe rimandato e il 7% bocciato. C'è quindi un forte divario tra coloro che utilizzano l'olio nelle preparazioni di tutti i giorni e chi ne conosce realmente caratteristiche e virtù. Oltre ad una scarsa conoscenza della materia da parte degli italiani, l'indagine ha fatto emergere anche una serie di luoghi comuni sul mondo dell'olio d'oliva, ancora oggi fortemente radicate in gran parte della popolazione. Come l'utilizzo degli oli in cucina: il 44% degli italiani erroneamente ritiene, infatti, che in frittura sia da preferire l'olio di semi perché più leggero e digeribile.
Pensando poi a quanto il consumatore oggi sia sempre più attento alla propria alimentazione, sia per una questione salutistica sia per motivazioni puramente estetiche, sorprende il fatto che il 45% degli intervistati coltivi convinzioni errate in tema di calorie, grassi e colesterolo in relazione al mondo dell'olio. Il 47% non sa che l'olio di oliva contiene delle sostanze naturali (i polifenoli) che agiscono come anti-ossidanti e sono un valido aiuto contro l'invecchiamento. Ma ancora di più stupisce che il 34% per cento creda che l'olio extra vergine di oliva apporti più calorie rispetto a un olio di semi. Altro argomento risultato sconosciuto agli italiani riguarda la produzione dei diversi olii: l'indice di esattezza circa la conoscenza della produzione dell'olio è risultato infatti basso/nullo per l'86% degli intervistati. Sempre più spesso, quando si parla di alimentazione, viene sottolineato anche il concetto di qualità.
Ma quanti sanno riconoscere realmente se un olio è di qualità? Dall'indagine di Astra risulta che l'84% della popolazione appare disinformata sull'argomento, il 67% crede che un olio che pizzica in gola abbia un'acidità più elevata e il 38% considera in maniera negativa il gusto amaro, valutando entrambi come difetti di qualità dell'olio, il 45% non sa che solo un gruppo di assaggiatori esperti può riconoscere la vera qualità dell'olio. Infine qualche valutazione positiva: il livello della conoscenza è buono se si parla di gusto, anche se il 25% non sa ancora cogliere le sfumature dell'olio, come per i vini, e una minoranza crede ancora che l'olio prodotto da olive senza nocciolo sia migliore.
Buone le conoscenze anche sulla conservazione dell'olio: la maggior parte degli italiani sa che l'olio va conservato al buio, ben chiuso e che soffre il caldo. Dura a morire rimane però l'errata convinzione che sia corretto conservare l'olio in un'oliera, magari con continui rabbocchi: questo è in realtà solo un ottimo sistema per far diventare rancido anche il migliore degli oli.
C'è anche un 19% che crede sia meglio consumare l'olio dopo alcuni mesi dall'acquisto, mentre è vero che si possono apprezzare le proprietà dell'olio proprio quando è giovane e che con il tempo i benefici e la qualità diminuiscono sensibilmente.
Barbara Tomasi
Di console abbiamo già parlato in più di un’occasione (Microsoft e la nuova Xbox 360, Aria di Revolution in casa Nintendo, Playstation 3 contro tutti, ...), affrontando anche il tema della vendita sottocosto da parte dei produttori di hardware. I ricchi margini su accessori (controller, cavi, adattatori…), videogiochi e servizi on-line rendono incandescente la battaglia per le quote di mercato, spingendo Sony, Microsoft e Nintendo a rinunciare ai profitti derivanti dalle vendite delle singole console. Le ulteriori possibilità derivanti dall’utilizzo di queste piattaforme, una volta collegate a internet, come canale distributivo per l’accesso a contenuti multimediali come musica e film, aggiungono ancora più importanza alla conquista di nuovi utenti, anche a costo di notevoli sacrifici economici.Questo vale in modo particolare per la Sony, che secondo una recente ricerca pubblicata da iSuppli, che analizza nel dettaglio la nuova Playstation 3, perderebbe oltre 300 $ per ogni console a 20 Gb venduta.The combined materials and manufacturing cost of the PlayStation 3 is $805.85 for the model equipped with a 20Gbyte Hard Disk Drive (HDD), and $840.35 for the 60Gbyte HDD version. (…) This total doesn’t include additional costs for elements including the controller, cables and packaging. At these costs, Sony is taking a considerable loss on each PlayStation 3 sold. At these costs, Sony is taking a considerable loss on each PlayStation 3 sold. Materials and manufacturing costs for the 20Gbyte model exceed the suggested retail price of $499 by a total of $306.85, iSuppli’s Teardown Analysis service estimates. For the 60Gbyte version, costs exceed the $599 price by $241.35.L’elevato costo di produzione della PS3, derivante dalla qualità e dall’innovatività dei componenti utilizzati, ha quindi un impatto fortemente negativo sui margini derivanti dalla vendita dei singoli pezzi. Un problema simile affliggeva anche la console di casa Microsoft, che però a distanza di oltre un anno dall’esordio (grazie anche alla diminuzione dei costi dei componenti), è riuscita finalmente ad annullare le perdite e ora la multinazionale americana porta a casa 75 $ per ogni Xbox 360 che lascia gli scaffali.(…) The HDD-equipped Xbox 360 has a manufacturing and materials total of $323.30, based on an updated estimate using costs in the fourth quarter of 2006. This total is $75.70 less than the $399 suggested retail price of the Xbox 360. Un altra difficoltà commerciale che dovrà affrontare la Sony deriva dal non poter sfruttare il promettente periodo natalizio in Europa, a tutto vantaggio delle console dei concorrenti. Ma anche in USA, dove invece è disponibile, la situazione è comunque delicata. I continui ritardi nel debutto e un numero complessivo di pezzi disponibili limitato potrebbero infatti scoraggiare molti potenziali acquirenti.Alcun analisti si aspettano infatti che le poche PS3 disponibili nei negozi finiscano in fretta e che la Microsoft, ormai da un anno sul mercato con la sua Xbox 360 e con un catalogo di titoli disponibili già consolidato, possa beneficiare dell’esubero della domanda, aggiudicandosi così l’importante sfida natalizia.
Via Blogs4biz
In Austria è stato recentemente siglato un accordo tra Coca Cola, l'operatore mobile A1 e Verisign, azienda leader mondiale nelle transazioni elettroniche sul web.Il servizio, che in Giappone esiste già da parecchi anni,consente di acquistare lattine di Coca Cola ma anche altri soft drinks da distributori automatici appositamente equipaggiati, scalando l'importo dal credito residuo della propria sim card. Effettuato l'acquisto tramite collegandosi (anche tramite cellulare) al sito dell'azienda produttrice dellla bevanda si ottiene uno speciale codice a barre elettronico,che dovrà quindi essere posto di fronte ai sensori del distributore, che a questo punto erogherà il prodotto. L'Austria sarà quindi il primo paese europeo ad utilizzare questa nuova forma di pagamento, ma sel'esperimento dovesse rivelarsi positivo è prevedibile che questa modalità possa essere estesa anche ada ltre nazioni, considerando gli elevati tassi di di penetrazione dei cellulari in Europa.
Via mobileblog
Un'indagine riguardante gli italiani e il loro rapporto con le macchine da caffè è stata commissionata da Saeco e realizzata nella prima decade di settembre 2006 da Astra Ricerche tramite 1.002 interviste telefoniche CATI ad un campione rappresentativo della popolazione italiana dai 15 anni in su (esclusi gli stranieri, gli italiani non residenti e i membri delle convivenze: ospedali, carceri, caserme, conventi, ecc.), pari a un universo di 50.2 milioni di persone.L'83% degli ultra14enni prepara caffè in casa: sono 35.9 milioni, con prevalenza delle donne e di Roma (qui davvero capitale d'Italia), mentre i non preparatori – in media un italiano su sei – sono soprammedia uomini, 15-24enni, ricchi che si fanno servire da una ‘lei' (familiare o colf). Oltre 4 milioni di italiani preparano il caffè solo per sé (un 8% composto anzitutto da anziani soli); solo 1.7 milioni lo fanno solo per altri, familiari oppure ospiti, il 72% dei nostri connazionali fa il caffè in casa sia per sé sia per altri.Nelle case italiane vengono preparate ogni giorno oltre 200 milioni di tazzine di caffè (escludendo bar, ristoranti, uffici, ecc.): uno scherzo di quasi 8.4 milioni all'ora o – se si preferisce – di 140mila tazzine al minuto oppure di 2.320 al secondo in media, considerando anche le ore notturne (si stima che solo tra le 7.00 e le 9.00 del mattino la media sia di quasi 100 milioni di tazzine preparate in casa!). In dettaglio, il 9% prepara in casa meno di due tazzine al dì (sono in gran parte anziani che vivono soli); il 35% si colloca tra le 2 e le 3 tazzine al giorno; il 44% tra le 4 e le 8 tazzine; l'11% tra le 9 e le 15, mentre oltre l'1% (600mila adulti) prepara tra 16 e 30 tazzine per sé e per altri (in casa: e non sono baristi!). I 41.7 milioni di italiani dai 15 anni in su che fanno il caffè nella loro abitazione usano anzitutto la moka (79%: con in testa gli ultra64enni, i veneti, i laziali e i sardi), ma già il 27% ricorre a una macchina espresso: anzitutto quella manuale che funziona con caffè macinato o con cialde (8.0 milioni); quella automatica, ossia quella che – schiacciando un tasto – fa tutto lei per poi espellere i fondi del caffè in un contenitore all'interno della macchina: 2.6 milioni di ultra14enni; infine con la macchina espresso con capsule (1 milione).Tra i tipi di caffè domina, ovviamente, il caffè normale (81%), che in un caso su quattro è un vero e proprio espresso (“come al bar”). Ma troviamo anche il ‘partito' del caffè corto o ristretto (23%) e quello – meno forte – del caffè lungo (14%). Il 43% dei preparatori domestici di caffè usa il caffè o l'espresso per fare il caffelatte (30%) o il cappuccino (20%) o il latte macchiato (19%) oppure – assai più raramente – cocktail col caffè, caffè shakerato, ecc. (700mila). In futuro il mercato delle macchine espresso dovrebbe espandersi, se solo guardiamo ai desideri espressi dagli italiani che fanno il caffè a casa loro: il 51% amerebbe poter preparare un vero e proprio espresso; il 42% il cappuccino con la schiuma; il 26% un reale caffè ristretto; il 22% il caffelatte e il 19% il latte e macchiato, entrambi con vero espresso; il 16% il vero espresso lungo (e non un normale caffè allungato con acqua...); più del 6% altre bevande ‘speciali' a base di caffè (lo shakerato, i cocktail, ecc.), ultime in classifica ma destinate a crescere del 400% se una macchina espresso automatica venisse acquistata o regalata.Oggi le macchine espresso sono usate in casa da più d'un italiano su quattro. Ma tale percentuale dovrebbe più che raddoppiare se i nostri connazionali potessero soddisfare appieno le loro preferenze, anche se certo la moka non scomparirebbe affatto, sia perché amata da tantissimi sia perché utilizzata a volte pure da coloro che già hanno una più moderna macchina espresso.Quali sono le caratteristiche dovrebbe avere una macchina espresso? In sintesi, secondo l'opinione dei più, dovrebbe essere efficiente e semplice (da usare, pulire e manutenere). Poi dovrebbe esser capace di fare bene non solo l'espresso ma anche il cappuccino, il latte macchiato, il caffè shakerato, ecc.. Più d'un terzo la vorrebbe classica, non troppo avanzata e non cara; ma quasi un analogo ‘partito' è disposto a spendere pur di averla di qualità, con ottime performance, di una nota marca a specializzata, tecnologicamente all'avanguardia e connotata da un bel design moderno (purché non esageratamente stravagante: anche se 5.4 milioni privilegiano proprio l'originalità).Con l'aiuto dell'analisi fattoriale e della ‘cluster analysis' è stata approntata una tipologia ‘ad hoc'. Ecco in sintesi i tre tipi nei quali si ripartisce il nostro Bel Paese. Il primo tipo è quello dei Tradizionalisti (31% degli ultra14enni e dunque 15.5 milioni): per lo più tardo-adulti e anziani, poveri o semi-poveri, con basso o nullo titolo di studio, pensionati e casalinghe così come operai e impiegati di basso livello o agricoltori o disoccupati (al sud pure giovani), medi o forti preparatori personali in casa per sé e per altri di caffè (e solo di caffè: non di cappuccino, ecc.), utilizzatori un po' della napoletana e moltissimo della moka. Essi si descrivono come positivi e allegri, vivaci e generosi, ospitali e mangioni, conservatori (almeno per quel che riguarda la famiglia e la casa, il mangiare e il bere). Non hanno macchine espresso e spesso non le amano, pur se in parte invidiano i loro possessori e in particolare si orientano verso quella manuale o quella a capsule (o almeno pensano di regalarla a coppie giovani più aperte al nuovo). Napoli è la capitale, orgogliosa, di tale gruppo.Il secondo tipo è quello delle Transizionali, a metà del guado tra vecchio e nuovo (36% e quindi 18.3 milioni). Assai al di sopra della media sono donne men che 50enni, con reddito e consumi tra medi e medio-bassi, con la licenza media ma anche – meno – il diploma di scuola media superiore, caratterizzate da una cultura moderna ma non certo avanzata, attenta alle nuove tendenze ma spesso all'insegna del ‘vorrei ma non posso', a volte insicure e altre volte invece dotate di forte autostima, forti preparatrici di caffè in casa, tutte usanti la moka ma aspiranti a possedere una macchina espresso (specie manuale). Roma ne è la capitale.Il terzo e ultimo tipo è quello degli Innovatori (33% e 16.4 milioni di ultra14enni): con un forte peso delle e dei men che 40enni e in particolare delle nuove coppie 25-34enni, con reddito e consumi medio-alti e alti, laureati o diplomati, colti e internauti, tecnòfili e a volte maniaci della tecnologia, massimamente attenti al moderno design, benestanti e a volte affluenti, neo-edonisti e spesso in carriera, sopram-media imprenditori/dirigenti/professionisti e appartenenti alla fascia alta del ceto medio sia impiegatizio sia autonomo, deboli preparatori di caffè ma utilizzatori prevalenti ed entusiasti di macchine espresso e in particolare di quella automatica (infatti i loro consumi specifici sono assai diversificati: dal cappuccino al caffè shakerato), opinion leader diffusi, sicuri di sé e a volte un po' presuntuosi, con uno stile di vita avanzato e super-impegnato. Bologna ne è la capitaleBarbara Tomasi
La nuova bevanda piatta si rivolge ad un target adulto. Ballottaggio tra i consumatori per lo spotContinua la strategia di diversificazione di The Coca-Cola Company: meno bevande gassate, più bibite piatte e più acqua minerale e, se proprio i prodotti devono avere le bollicine, che siano zero, low o mind calories.Il leader mondiale dei carbonated soft drink (csd) ha deciso di lanciare anche in Italia Aquarius, la bevanda piatta al gusto di limone già commercializzata da oltre un decennio in Spagna, Giappone - dove è il terzo brand di bibita analcolica -, Belgio e Paesi Bassi. "La campagna - precisa Alessandro Fedele, responsabile marketing bevande non gassate di Coca Cola Italia - indica che anche il consumatore italiano desidera una bevanda caratterizzata gusto leggero ma definito per mantenersi idratato. Aquarius si rivolge principalmente a un target adulto".Il formato prescelto per Aquarius è il pet da 50 cl, il packaging con la marginalità più alta per i produttori, adatto al consumatore on-the-go e al posizionamento nelle frigovetrine per l'acquisto d'impulso.A supporto del lancio è partita questo mese la campagna "decidi tu lo spot tv". "In questo modo - spiega Francesca De Finis, responsabile innovazione e marketing per l'area del Mediterraneo - diamo la pubblicità ai consumatori, attraverso il sito www.votaquarius.it, di votare lo spot migliore". In lizza il film "Stay Fluid" realizzato dall'agenzia Nitro di Londra e "Musical" di Saatchi&Saatchi Milano.
Via Marketing Journal
Di Eli (del 30/07/2006 @ 13:16:33, in Prodotti, linkato 3474 volte)
A partire da questa estate Sprite sostituirà il tradizionale packaging, in voga dai primi anni ’90, con un nuovo “look”, caratterizzato da una grafica più moderna mantenendo però gli stessi colori. Qui potete trovare la press release ufficiale della Coca Cola Company che spiega le ragioni di questo cambiamento.
Via Advertising/Design Goodness
Singolare operazione di co-branding tra Coca Cola e Lenovo, che ha portato alla realizzazione del primo notebook con il logo delle Olimpiadi di Pechino 2008.Questo modello, battezzato Lenovo F20 iCoke Notebook Limited Edition, ha nel design uno dei suoi punti di forza, tanto da aver vinto un IF design award, ma vanta anche notevoli caratteristiche tecnologie, come lo schermo widescreen 12.1”, il processore Intel Pentium M778, connettività connessione WiFi e Bluetooth, 3 porte USB 2.0 e una doppia batteria agli ioni di litio con autonomia dichiarata di oltre 8 ore. Il computer in vendita al dettaglio in Cina e sul sito della Lenovo, ha un costo al pubblico di 1.300 Euro.Tra le curiosità del pc spicca lo speciale tasto iCoke, che consente un accesso diretto al sito cinese della multinazionale americana, oltre alla presenza di contenuti esclusivi come wallpaper e screensaver appositamente realizzati per questo pc.
Via Panorama
Di Eli (del 21/06/2006 @ 08:42:53, in Prodotti, linkato 2969 volte)
Inedita alleanza tra Hasbro e Procter & Gamble, che renderà felice gli amanti di Trivial Pursuit ma anche delle patatine.
Si tratta di una confezione (sperimentale) di Pringles con stampate su un lato delle patatine le domande del gioco, sul lato opposto le risposte.
L’iPod, nonostante l’età che avanza, continua a rimanere al vertice delle preferenze dei giovani americani. La notizia curiosa arriva però dal sondaggio biennale Student Monitor Lifestyle & Media, che ha monitorato gusti e preferenze di oltre 1.200 studenti di campus americani.Quest’anno infatti l’oggetto considerato più cool dal campione di studenti intervistati è proprio il lettore della Apple, che si attesta al primo posto delle preferenze espresse, scavalcando addirittura la birra. Solo una volta la birra era stata sconfitta negli ultimi dieci anni, quando nel 1997 aveva dovuto cedere il podio a internet.Il coordinatore dello studio, Eric Weil, per quanto consapevole dell’ampia diffusione dell’iPod in tutti gli strati sociali, ha ammesso il proprio stupore per questa inaspettata vittoria. Tra i più fanatici sostenitori del player spiccano gli studenti ispanici (77%) e le ragazze (76%).
In occasione dei Mondiali di Calcio, la crema da spalmare Nutella, Fornitore Ufficiale della Federazione Italiana Giuoco Calcio, propone nuove confezioni per celebrare l'evento calcistico più atteso dell'anno.
Novità assoluta è proprio il formato sferico a forma di pallone da calcio, da 850 g di prodotto, in edizione limitata, e avvolto da una fascia azzurra realizzata con la tecnica sleever che riproduce, oltre al logo Nutella, immagini dei giocatori della Nazionale. Anche il tappo richiama il pallone da calcio, con i caratteristici esagoni. Il formato in edizione limitata sarà venduto soltanto nei mesi di giugno e luglio e solo nei supermercati.
Altra novità sono i bicchieri da 200 grammi, realizzati in quattro decori, che raffigurano i calciatori della nazionale, ritratti in alcuni momenti di esultanza. Oltre a queste novità di prodotto, Ferrero ha anche realizzato il libro ‘Nutella alimenta lo sport' che racconta del pluriennale rapporto che lega Nutella al mondo dello sport e del calcio in particolare.
Ricco di aneddoti, curiosità, fotografie, il libro sarà regalato a tutti i componenti della Nazionale in partenza per l'avventura tedesca.
Via Marketing Journal
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