Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Sono anni ormai che diciamo che i prossimi saranno i 12 mesi del mobile e, puntualmente, ci siamo trovati a constatare che invece il boom non è stato sperato, vuoi per le tariffe alte di navigazione, vuoi per tanti altri motivi.
Eppure, lentamente, gli smartphone e i tablet hanno continuato la loro avanzata e, al di là dei report internazionali, oggi se siete pendolari come me avrete potuto constatare quanta gente traffichi su questi dispositivi durante i viaggi.
Nonostante tutto questo ancora oggi le aziende non hanno ancora una vera strategia in merito, e mentre in tanti si affannano a costruire applicazioni solo per la necessità di “esserci ” in qualche modo, il consumatore si sta evolvendo ben più velocemente e, anche se non se ne rende conto, si muove già in una logica di ecosistema, di cui smartphone e Tablet sono solo un pezzo.
Gartner infatti in ambito business ha individuato in 4 grandi forze complementari i motori del cambiamento enterprise e tre di queste riguardano da vicino anche il mondo consumer: il cloud, il mobile e il social computing/networking.
Non si tratta di elementi slegati ma di strumenti che abilitano le persone a gestire diversamente la loro realtà quotidiana, in cui lo strumento utilizzato per fare ciò che si vuole è solo un fattore contingente, mentre quello che conta davvero è l’esperienza e il raggiungimento dello scopo per cui si usa un sito o un servizio.
immagine tratta da Sevensheaven.nl
Il cloud consumer infatti rende sempre disponibili i propri contenuti nel passaggio da un device all’altro, aprendo davvero la possibilità di un utilizzo trasparente del mezzo tecnico da parte di nuove generazioni che sono già perennemente connesse.
I device sempre più performanti e usati in modo ibrido tra svago e lavoro hanno sposato alla perfezione questo concetto dell’accesso perenne e trasversale, ed i grandi player non si sono fatti sfuggire l’opportunità di costruire degli ecosistemi fatti da software, servizi (vedi Google) e, nel caso di Apple, anche Hardware. Non a caso dunque il cloud consumer è un mercato sempre più ricco e vivace.
Un ruolo rilevante nella penetrazione del mobile web poi sicuramente lo hanno avuto i social media, ne ho scritto già parecchio tempo fa, in quanto rispondono perfettamente alle esigenze di riempire gli spazi vuoti e insieme di aiutarci a estendere la nostra personalità tramite il device più privato che abbiamo, il telefonino.
La diffusione dirompente dei social media ha però anche distratto l’attenzione dalla necessità di pensare una strategia mobile che passa in larga parte per l’ottimizzazione dei siti. Solo per citare la mia esperienza diretta, in assenza di alcun incentivo negli ultimi 18 mesi il traffico da dispositivi mobili sulle properties (ottimizzate) del Gruppo per cui lavoro è come minimo raddoppiato (e in molti casi la crescita è stata superiore). Ma la consapevolezza generale è ancora molto bassa, anche in contesti aziendali evoluti.
Che cosa voglio dire con tutto questo discorso, che ovviamente richiederebbe anche molto più spazio e approfondimento? Ancora una volta mi piace sottolineare come i media digitali (e non) sono un ecosistema che evolve in maniera organica e graduale sotto la spinta di diversi fenomeni, un contesto che non può essere affrontato in modo puntuale sui singoli aspetti e strumenti. La necessità dunque di una strategia e di una visione di insieme diventa sempre più cruciale, per creare i fattori abilitanti (un esempio: i contenuti liquidi adatti a ogni device) e per distinguere emantenere correttamente in equilibrio owned e earned media.
Nel nostro paese siamo ancora lontani da una maturità nei ruoli e nelle competenze ma credo che a medio periodo i nuovi assetti organizzativi e le competenze e le figure di Chief Digital Officer e diChief Marketing Tecnologist dovranno per forza affermarsi sul mercato, come già accade altrove.
Gianluigi Zarantonello via internetmanagerblog.com
Continua l’ascesa della Mobile Economy: all’inizio del 2013 le vendite mondiali di smartphone che stanno diventando sempre più la porta di accesso personale a Internet: 27 milioni di italiani ne possiedono almeno uno e quanti lo usano per accedere ad Internet sono circa 22 milioni, pari a tre quarti degli utenti Internet mensili da Pc. “Il mercato della connettività Internet da cellulare ha triplicato i ricavi in tre anni” afferma Andrea Rangone, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Mobile Internet, Content and Apps. “Sempre più italiani usano il proprio telefonino per fruire – e acquistare – contenuti digitali di qualsiasi natura – giochi, news, musica, video, social, ecc. – sia tramite siti Mobile che App. Questo mercato – che vale oggi più di 600 milioni di euro – sta offrendo grandi opportunità di business a sempre più sviluppatori e startup”.È quanto emerge dalla fotografia scattata dall’Osservatorio Mobile Internet, Content & Apps della School of Management del Politecnico di Milano.
Nonostante non si vedano ancora gli effetti della Connettività dati LTE, avviata in Italia solo verso la fine del 2012 e solo nelle principali città, il Mobile Internet (ovvero la connettività da Cellulare/Smartphone) si conferma in forte crescita. Nel 2012 ha registrato un incremento dei ricavi pari al +53% mentre si attende per il 2013 un’ulteriore crescita superiore al 30%. Il valore del Mobile Internet raggiunge così quello della Connettività per Pc (chiavette e Tablet) che, allo stesso tempo, diminuisce del 12%.
Tra i più importanti fattori all’origine del boom del Mobile Internet ci sono sia la crescita delle tariffe Flat che per la prima volta, nel 2012, superano il 50% del totale mercato, sia l’elevato numero di possessori di smartphone. La crescita del popolo dei Mobile Surfer ha generato nel 2012 l’incremento del mercato dei Mobile Content & Apps: più 20% sull’anno precedente raggiungendo così il valore di 623 milioni di euro. L’86% del mercato proviene dalla spesa degli utenti (ricavi Pay), il 14% dagli investimenti pubblicitari (Mobile Advertising).
Dall’indagine condotta sugli utenti di Mobile Internet, in collaborazione con Doxa, risulta che i Mobile Surfer hanno mediamente 27 Applicazioni installate, ma ne usano ogni mese circa la metà e ogni due giorni in media 5, effettuando però 35 accessi giornalieri ad esse, mentre accedono al Mobile Web (ossia tramite il browser) 9 volte al giorno. “Sembra esserci una convivenza tra App e Mobile Web per il consumatore” – dichiara Guido Argieri, Managing Partner Doxa Digital – “Più precisamente, le App sono assolutamente preferite per pochi contenuti (Social, Messaging e Giochi), ma proprio quelli usati più di frequente; mentre il Mobile Web è la porta d’accesso ad un mondo più variegato e generico di contenuti (news, ricerca di informazioni di servizio, motore di ricerca, ecc.). In termini di frequenza di utilizzo, le App registrano il quadruplo degli accessi dei Mobile site“.
Entrando nel merito del mercato dei contenuti a pagamento, emergono dinamiche molto differenti a seconda della piattaforma di fruizione considerata. Mentre infatti i contenuti più tradizionali, quelli legati alla messaggistica (ovvero contenuti fruiti via Sms o Mms),perdono ricavi per il 22%, i contenuti che vengono visualizzati o scaricati tramite l’accesso ai siti Mobile crescono in termini di ricavi del 24%. Le Applicazioni comprate dagli Application Store registrano un nuovo exploit nel 2012: +76% che permette diraggiungere quota 118 milioni di euro. Tra i generi di App di maggior successo figurano i Giochi, che raggiungono una quota di mercato superiore al 60% dei ricavi; seguono utility, mappe, contenuti di infotainment & education e, infine, contenuti social (WhatsApp in primis).
L’86% del mercato è gestito dagli Owner degli Application Store e, tra questi Apple mantiene la propria leadership nel mercato, gestendo la maggioranza dei ricavi, quasi l’80%. I ricavi su Google Play stanno comunque crescendo molto mese su mese e nel 2013 si attende un’ulteriore spinta positiva, a seguito dell’introduzione del credito telefonico come modalità alternativa per il pagamento delle App almeno per i clienti di Vodafone e Wind, a seguito degli accordi stretti da queste due Telco con Google a livello globale. Solo un terzo dei Mobile Surfer, infatti, ha registrato la propria carta di credito sullo Store, percentuale che sale al 64% per gli utenti Apple. Inoltre, più della metà dei Mobile Surfer che non hanno registrato la carta di credito sugli Store dichiara di preferire il credito telefonico alla carta di credito per il pagamento delle Applicazioni, percentuale che sale al 71% per i giovani tra i 15 e i 24 anni.
“L’introduzione del credito telefonico come nuova modalità di pagamento nel mondo degli Application Store sarà uno dei fattori chiave per garantire un’ulteriore crescita di oltre il 20% nel 2013 di tutto il settore Mobile Content & Apps a pagamento“, afferma Marta Valsecchi, Responsabile dell’Osservatorio Mobile Internet, Content & Apps. “Questa soluzione, a nostro avviso, darà un forte impulso ai ricavi degli Store, offrendo un’alternativa valida alla carta di credito, in grado di catturare, in particolare, quel 29% di Mobile Surfer che oggi rinunciano ad acquisire una App proprio perché non vogliono utilizzare la propria carta oppure hanno mostrato grande interesse ad acquistare contenuti Mobile tramite credito telefonico.”
“Un ulteriore fattore fondamentale per lo sviluppo del mercato è dato dalla forza propulsiva di alcuni grandi brand come WhatsApp, Deezer, Spotify, insieme ai grandi Publisher di Giochi: queste realtà stanno abituando l’utente a pagare per contenuti di valore”, afferma Filippo Renga, Responsabile dell’Osservatorio Mobile Internet, Content & Apps, che aggiunge: “Tuttavia è necessario che Content Provider, Sviluppatori e Software House puntino sull’innovazione nell’offerta di contenuti riuscendo, ad esempio, a sviluppare e spingere un’offerta realmente attrattiva per l’utente, come i nuovi servizi in Html5 o i contenuti Video in broadcast”.
I margini di crescita e di innovazione del mercato Mobile Content & Apps costituiscono un’opportunità di business per molte Startup. Dai dati dell’Osservatorio, emerge, infatti, che oltre 300 startup di questo settore hanno ricevuto, a livello internazionale, finanziamenti medi di oltre 7 milioni di dollari da investitori istituzionali negli ultimi due anni. Il fermento emerso a livello internazionale si riflette anche in Italia: non sono poche le startup operanti in ambito Mobile Content & Apps che hanno ottenuto finanziamenti da parte di Venture Capital, Incubatori e Investment Company negli ultimi due anni. Queste startup, infatti, pesano circa il 20% di tutte le startup finanziate in Italia in ambito ICT nello stesso periodo.
”Quello delle App è un mercato altamente competitivo. Riteniamo che siano pochi player a fare la stragrande maggioranza del fatturato” aggiunge Andrea Rangone”. Rispetto alla vasta quantità di Sviluppatori, Software house e Content provider che provano a giocare una partita nel mondo delle App, quasi la metà del fatturato è fatta da poco più di un centinaio di player. Ma non mancano le opportunità offerte da questo mercato anche per sviluppatori brillanti e startup creative provenienti dall’Italia.
Via Tech Economy
Gli Italiani sono sempre più connessi alla rete con i loro dispositivi mobili. Smartphone e tablet sono utilizzati in larga misura, non solo per fruire di contenuti video o per attività di social networking, ma spesso per acquistare prodotti online. In teoria questo dovrebbe aiutare le aziende dei beni merceologici a diffondere su larga scala i propri prodotti, ma secondo quanto riporta una nuova ricerca targata Tradedoubler, non è sempre così.
I consumatori italiani connessi sembrano utilizzare i loro dispositivi mobili per andare alla ricerca di offerte ed occasioni: il 62% di essi, infatti, ha scaricato almeno una app di performance marketing dedicata.
Dalla ricerca “Il mobile e lo shopping on demand” risulta che le app di comparazione prezzi sono le più popolari (42%), seguite dalle app dedicate a coupon e codici promozionali (30%), da quelle per promozioni giornaliere/gruppi di acquisto (26%), per programmi e premi fedeltà (19%) e cashback (15%). Ciò sembra incidere profondamente sulla fedeltà che gli italiani riversano nei brand, e in particolar modo sull’acquisto di prodotti di marca all’interno dei negozi brandizzati.
“Anche brand molto forti stanno perdendo il loro predominio nei negozi, perchè hanno dato troppa importanza alla fedeltà al marchio, e non abbastanza al prezzo, al valore e alla varietà di canali disponibili – incluse le app mobile che oggi i potenziali acquirenti richiedono e si aspettano di trovare” spiega Vittorio Lorenzoni, Regional Director di Tradedoubler.
Sembra che gli utenti siano ora maggiormente interessati all’affare e al reperire un determinato bene al prezzo più conveniente possibile: “La caccia all’affare è sul mobile, e se le aziende non saranno pronte a raggiungere con campagne valide e tempestive le persone che hanno almeno una app di performance marketing sul telefono, nel momento in cui sono pronte ad acquistare, perderanno l’occasione”, continua Vittorio Lorenzoni. Dalla ricerca emerge, inoltre, come il 58% di coloro che usano il loro smartphone quando entrano in un negozio ha acquistato un prodotto in un negozio rivale, dopo aver scoperto che questo offriva un prezzo migliore utilizzando il proprio cellulare.
Per chi è alla ricerca della migliore offerta, voucher sconto e coupon dimostrano di essere uno strumento efficace: il 63% degli intervistati cerca sconti utilizzando il proprio smartphone e il 52% utilizza regolarmente voucher che ha ricevuto sul proprio dispositivo.
La ricerca si sofferma, inoltre, sull’attività di shopping che gli utenti svolgono in relazione alla fruizione di contenuti video. È ormai pratica diffusa, infatti, utilizzare più dispositivi mobile mentre si guarda la TV: il 60% dei consumatori connessi interpellati in Italia ha usato lo smartphone per raccogliere maggiori informazioni su un prodotto visto in una pubblicità televisiva, e il 36% ha anche completato un acquisto via smartphone senza muoversi dal divano.
La ricerca è stata condotta analizzando le risposte provenienti da 8 paesi europei (Italia, Regno Unito, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Polonia) e guardando ai risultati complessivi, gli Italiani confermano la loro affezione per il mobile. I dati locali sono superiori alla media in diversi casi: ad esempio, globalmente negli otto paesi considerati il 32% dei consumatori “connessi” ha una app di comparazione prezzi (in Italia è il 42%). Coloro che hanno scaricato almeno una app di performance marketing globalmente sono il 52% (in Italia è il 62%). Anche l’utilizzo di voucher è più apprezzato. Globalmente il 51% dei consumatori con smartphone cerca attivamente voucher ed il 44% usa i voucher ricevuti sul cellulare (in Italia siamo rispettivamente al 63% e al 52%).
Via Tech Economy
Mobile Surfer italiani hanno mediamente 27 App installate sul loro smartphone, ma ne usano ogni mese circa la metaÌ, e ogni giorno in media 5. Nel contempo hanno hanno una media di 8 bookmark salvati nel Mobile browser, e dichiarano di accedere al Mobile Web 9 volte al giorno, nella maggior parte dei casi passando attraverso il motore di ricerca.
Queste in sintesi sono le principali risultanze della ricerca condotta sugli utenti di Mobile Internet italiani dai ricercatori dell’Osservatorio Mobile Internet, Content & Apps della School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con Doxa: ricerca che fa parte del report 2013 dell’Osservatorio presentato la settimana scorsa.
La Ricerca eÌ stata realizzata nel maggio 2013 su un campione statisticamente significativo di 1.030 individui utenti di Telefono cellulare/Smartphone che scaricano e/o utilizzano App, e ha approfondito in particolare due temi: l’approccio degli utenti all’uso reciproco di Mobile App rispetto ai Mobile Site, e la propensione all’acquisto di App.
Il 64% preferisce il Mobile Site all'App
A questo proposito, un altro dei responsi più interessanti dell’indagine è che c'è una certa sovrapposizione tra Mobile Web e App: nel 64% dei casi, infatti, dichiarano di accedere spesso o qualche volta a un Mobile site, anche se hanno un’App che offre gli stessi contenuti. In questi casi, i principali motivi che spingono a preferire il browsing sono la maggior abitudine a navigare sui siti, la maggior completezza di informazioni che il sito propone, e il fatto che si arrivi al sito tramite il motore di ricerca.
Inoltre emerge che un numero giaÌ consistente di utenti (41%) naviga sui principali siti da Mobile lo stesso numero di volte in cui vi accede da Pc. Questo avviene soprattutto per informazioni relative al meteo, per la lettura delle e-mail e per l’accesso ai Social network.
Per quanto riguarda, invece, la seconda area di indagine, ovvero la propensione all’acquisto di Mobile App, quasi la metaÌ degli utenti dichiara di avere solo App gratuite e un ulteriore 46% prevalentemente App gratuite; solo il 6%, quindi, ha in prevalenza App a pagamento. Uno dei motivi principali di questa ritrosia all’acquisto è la scarsa propensione a registrare la propria carta di credito sullo Store di riferimento: solo un terzo dichiara di averlo fatto, percentuale che sale al 64% per gli utenti Apple.
Il 71% dei giovani userebbe il credito telefonico
In effetti un quinto degli utenti dichiara esplicitamente di aver rinunciato all’acquisto di App percheì non voleva inserire la carta di credito, anche se il 77% di chi invece ha registrato la carta, poi l’ha usata almeno una volta nel corso dell’anno e il 60% nell’ultimo mese, a dimostrazione che chi inizia ad utilizzarla, poi lo fa di frequente. Oltre il 40% non eÌ invece disposto in assoluto a spendere soldi per acquistare contenuti.
Un modo per superare l’ostacolo della ritrosia sulla carta di credito, e allargare così notevolmente la platea dei potenziali acquirenti di App, è quella mettere a disposizione il credito telefonico come alternativa di pagamento. In generale infatti piuÌ della metaÌ dei Mobile Surfer che non hanno registrato la carta di credito sugli Store dichiara che preferirebbe usare il credito telefonico per pagare le App, percentuale che sale al 71% per i giovani tra i 15 e 24 anni.
Infine tra i diversi altri aspetti approfonditi dall'indagine, uno dei più interessanti è la qualità percepita della velocità di navigazione, da cui emerge che il 17% la giudica molto buona in generale, ma la grande maggioranza (79%) la definisce “molto variabile”, soprattutto in funzione del luogo in cui ci si trova: meno problematica risulta la variabilità legata ai contenuti. Di fronte a questa situazione, ben tre Mobile Surfer su quattro sarebbero disposti a pagare per avere la garanzia di una qualità e navigazione della rete decisamente migliore, ma in gran parte (57%) solo se il costo aggiuntivo è contenuto.
Via Wireless4Innovation
Nel mercato mobile europeo, è Android la piattaforma maggiormente installata sugli smartphone. Il sistema operativo di Google è infatti presente nel 70,4% di tutti i device distribuiti nel vecchio Continente: una quota nettamente superiore a quella dei diretti rivali, ovvero iOs e Windows Phone.
La nuova analisi di mercato giunge da Kantar Worldpanel Comtech che, attraverso un report condiviso in queste ore evidenzia il dominio assoluto del robottino verde nel territorio europeo. Android rappresenta la piattaforma maggiormente scelta dai consumatori, molto più di iOs installato negli iPhone che si attesta a un 17,8% dello share, e di Windows Phone, che ha solo un 6,8%.
Il successo di Android in Europa può esser soprattutto attribuito agli smartphone Samsung della serie Galaxy, che hanno rappresentato circa la metà di tutti i telefoni cellulari distribuiti. Android viene dunque amato più in Europa che negli Stati Uniti, territorio in cui è comunque leader con il 52% del mercato, ma al contempo dove la sfida con iOs si gioca da più vicino: la piattaforma di Apple possiede infatti un 41,9% di share, mentre Windows Phone è solo al 4,6% ma registra buoni ritmi di crescita.
Via Quo Media
Google sta testando una nuova campagna pilota nel continente australiano, che consente agli utenti di scaricare applicazioni multimediali da cartelloni pubblicitari aeroportuali. I nuovi “cartelloni” posizionati negli aeroporti nazionali di Sydney, Melbourne e Brisbane sono stati creati per Google dall’agenzia “Ooh Media” e fanno parte di una tendenza crescente da parte delle aerostazioni per l’utilizzo della tecnologia NFC.
Il sistema utilizza il software Red Crystal, un programma che trasforma il vostro smartphone in un telecomando permettendo agli utenti di poter interagire con i contenuti presenti su uno schermo digitale. Per poter attivarlo basta che il device tocchi un adesivo con tecnologia NFC o scansioni un codice QR.
“La campagna di Google Play è l’unica che usa la tecnologia NFC e QR combinata con il software Red Crystal che consente ai consumatori di controllare uno schermo senza bisogno di scaricare un app“, dice Warwick Denby, direttore del gruppo di strategia aziendale presso Ooh. “Si possono selezionare i contenuti desiderati visualizzati sugli schermi pubblicitari e quindi scaricare film, riviste, libri, musica o giochi dal Google Play Store immediatamente sul proprio dispositivo Android”.
Warwick aggiunge “questa campagna è un esempio reale di come il tradizionale cartellone e la tecnologia possono lavorare insieme per ottenere una connessione più profonda tra un marchio e gli individui. Dimostra quanto bene i cartelloni pubblicitari online e quelli digitali possano lavorare insieme, e come gli smartphone siano in grado di guidare l’impegno e di consentire ai consumatori di collegarsi ed effettuare transazioni con il brand online – immediatamente”.
Via Quo Media
Presentato il primo report "Mobile internet access and use among European children" studio basato sulle risposte fornite da 2mila giovanissimi di età compresa tra i 9 e i 16 anni, provenienti da Danimarca, Italia, Regno Unito e Romania. Il rapporto è stato realizzato nell'ambito del progetto di ricerca Net children go mobile finanziato dal Safer Internet Programme della Commissione Europea.
Emergono responsi interessanti, e prima di vedere di cosa i nostri giovani sono dotati, isoliamo lo sparutissimo dato relativo alle non dotazioni: in Italia solo il 7% del campione non possiede un cellulare abilitato alla navigazione. Nel contesto in cui l'indagine si situa il 53% dei ragazzi possiede uno smartphone, usato quotidianamente per navigare dal 48%. In Italia i giovani che accedono ad internet usando un device mobile sono il 42%, prevalentemente sia reti 3G sia wi-fi, il 28% solo da reti wi-fi, segno che gli operatori telefonici hanno ancora una grande fetta di mercato da spartirsi con offerte mirate e sempre più competitive.
I device mobili rimpiazzano sempre più quelli fissi: il 26% dei ragazzi assunti a campione usa lo smartphone durante gli spostamenti, percentuale che sale al 39% e che considera coloro che ne fanno uso anche tra le mura di casa, nella privacy della propria camera da letto. In Italia, e anche questo è un dato che mostra un certo interesse, l'81% dei ragazzi naviga da casa ogni giorno (a prescindere dal mezzo utilizzato), l'uso quotidiano della Rete da scuola è prerogativa solo dell'8%. Anche sforzandosi di credere che le scuole siano poco propense a lasciare agli studenti una qual certa libertà nell'approcciarsi agli strumenti informatici, resta una percentuale piuttosto scarna o, se si preferisce, che lascia spazio a ampi margini di miglioramento.
Per quanto riguarda l'aspetto dei social network, in Italia, il 64% dei ragazzi ha un profilo su una rete sociale, al di sotto della media degli altri Paesi, in cui la percentuale si assesta al 70%. Nel dettaglio in Italia, il 15% dei bambini di età compresa tra i 9 e 10 anni ha un profilo su un social network, percentuale che sale al 52% dei ragazzi di 11-12 anni. Con il 96% Facebook si guadagna le preferenze dei giovani italiani. Per un uso consapevole della Rete arriva in aiuto "Anche io ho qualcosa da dire", il tour itinerante partito da Genova e promosso da Telecom Italia.
Via IlSole24Ore.com
Quanti di voi possiedono uno smartphone? Quanti leggono le email da mobile? Quanti poi acquistano direttamente da tablet o da smartphone?
Io possiedo uno smartphone da tempo, leggo le email spesso in tempo reale, soprattutto se devo riempire un tempo morto, utilizzo app per instant messaging e sono in buona compagnia! Basta pensare a quanto è cresciuta solo nell’ultimo anno la lista dei contatti su WhatsApp.
A chi fa marketing di mestiere i dati sulla user experience del mobile interessano molto e, interesserà una ricerca [scarica qui la versione integrale] realizzata da MagNews, key player per l’email marketing, in collaborazione con l’Istituto di Ricerca Nielsen, dove emerge:
- la crescita dell’utilizzo dei dispositivi mobile da parte degli uomini (60% contro un 48% “rosa” del campione), e giovani (66% entro i 25 anni, contro un 29% oltre i 50 anni).
- la diffusione dell’istant messaging non va a diminuire l’apertura delle email, ma piuttosto veicola altrove le conversazioni “veloci” e personali. Il 58% del campione (a maggioranza giovani) utilizza queste app al posto degli sms;
- il 28% (a maggioranza donne) utilizza meno il telefono per chiamare e il 6% riferisce che interagisce meno dal vivo.
In questo quadro emergono 4 cluster, utilizzatori “tipo” della rete, che possono essere classificati in: Vintage, il gruppo più “adulto” rispetto alla media del campione. Utilizzano internet soprattutto per informarsi, solo il 25% è sui i social network, il 25% controlla la posta da mobile e non lo fa in tempo reale.
Mainstream, il gruppo più ampio, a maggioranza femminile. Non sono tra i più “confident” rispetto allo strumento, ma ne riconoscono le potenzialità: per loro il web è presente, ma ancora di più il futuro prossimo. Pragmatici, utilizzano soprattutto le funzioni più utili per la vita quotidiana: acquistano online, si connettono quotidianamente, utilizzano l’home banking. Fan, iperconnessi, utilizzano tablet, smartphone, chattano, sono sui social e accolgono entusiasti ogni nuova opportunità che la rete offre.
Ne emergono interlocutori attenti all’esperienza Mobile, che sia una mail, sms, social network o istant message, e un’evoluzione significativa di fruizione del web: non solo tecnologica, ma culturale. É bene, quindi, considerare che i comportamenti di chi ci legge si stanno andando sempre più verso una diversificazione e ciò implica una dovuta attenzione alla scrittura declinata alla piattaforma.
Via Republic+Queen Magazine
Quanti di voi possiedono uno smartphone? Quanti leggono le email da mobile? Quanti poi acquistano direttamente da tablet o da smartphone?
Io possiedo uno smartphone da tempo, leggo le email spesso in tempo reale, soprattutto se devo riempire un tempo morto, utilizzo app per instant messaging e sono in buona compagnia! Basta pensare a quanto è cresciuta solo nell’ultimo anno la lista dei contatti su WhatsApp.
A chi fa marketing di mestiere i dati sulla user experience del mobile interessano molto e, interesserà una ricerca [scarica qui la versione integrale] realizzata da MagNews, key player per l’email marketing, in collaborazione con l’Istituto di Ricerca Nielsen, dove emerge:
- la crescita dell’utilizzo dei dispositivi mobile da parte degli uomini (60% contro un 48% “rosa” del campione), e giovani (66% entro i 25 anni, contro un 29% oltre i 50 anni).
- la diffusione dell’istant messaging non va a diminuire l’apertura delle email, ma piuttosto veicola altrove le conversazioni “veloci” e personali. Il 58% del campione (a maggioranza giovani) utilizza queste app al posto degli sms;
- il 28% (a maggioranza donne) utilizza meno il telefono per chiamare e il 6% riferisce che interagisce meno dal vivo.
In quest quadro emergono 4 cluster, utilizzatori “tipo” della rete, che possono essere classificati in:
Vintage, il gruppo più “adulto” rispetto alla media del campione. Utilizzano internet soprattutto per informarsi, solo il 25% è sui i social network, il 25% controlla la posta da mobile e non lo fa in tempo reale.
Mainstream, il gruppo più ampio, a maggioranza femminile. Non sono tra i più “confident” rispetto allo strumento, ma ne riconoscono le potenzialità: per loro il web è presente, ma ancora di più il futuro prossimo.
Pragmatici, utilizzano soprattutto le funzioni più utili per la vita quotidiana: acquistano online, si connettono quotidianamente, utilizzano l’home banking.
Fan, iperconnessi, utilizzano tablet, smartphone, chattano, sono sui social e accolgono entusiasti ogni nuova opportunità che la rete offre.
Ne emergono interlocutori attenti all’esperienza Mobile, che sia una mail, sms, social network o istant message, e un’evoluzione significativa di fruizione del web: non solo tecnologica, ma culturale.
É bene, quindi, considerare che i comportamenti di chi ci legge si stanno andando sempre più verso una diversificazione e ciò implica una dovuta attenzione alla scrittura declinata alla piattaforma.
Via Republic+Queen Magazine
Segnali forti e chiari per i pagamenti contactless italiani: a muoversi, i provider delle telco in partnership con i gruppi bancari. Da un lato è Telecom ad accordarsi con Visa, dall’altro c’è Vodafone che si allea con Intesa San Paolo. L’obiettivo? Favorire la curva crescente dei clienti dotati di smartphone Nfc che ancora non chiedono di usare l’rfid nel loro telefonino. Rispetto al resto dell’Europa siamo in testa nell’uso degli smartphone ma siamo in coda nell’uso dei pagamenti elettronici. L’87% degli italiani preferisce usare il contante, ma quell’Nfc integrato nel telefonino ci porterà presto a utilizzare i pagamenti contacless prima di quanto non si possa pensare.
Smartphone Nfc significa un target potenziale da servire attraverso una rosa di servizi più ampia e versatile: ecco il motivo per cui Telecom Italia e Visa Europe hanno annunciato un accordo per spingere il sistema dei pagamenti contactless finalizzato per ora a importi fino a 25 euro senza pin (per importi superiori con il pin), così da puntare alla comodità per vincere la resistenza tutta italiana alla dematerializzazione del denaro. L’accordo prevede che i servizi di mobile payment di Visa Europe saranno offerti al portafoglio di oltre 31 milioni di clienti Tim. Dopo un progetto pilota su Milano, i due provider hanno deciso di estendere i pagamenti contactless via smartphone a tutti i pos europei. Vero è che oggi solo il 10% dei Pos italiani accetta i pagamenti contactless (170mila Pos operativi) ma il Politecnico sostiene che già l’anno prossimo il parco esercenti dotati di Pos Nfc oscillerà tra 405mila e 610mila. Per aggiungere un moltiplicatore Tim provvederà a installare terminali Nfc nei propri punti vendita dislocati in Italia. La carta Visa cobrandizzata Tim e realizzata in partnership con Intesa Sanpaolo, sarà disponibile nel 2014 ai clienti Tim dotati smartphone Nfc ed è sviluppata con gli stessi standard di sicurezza che caratterizzano i pagamenti Visa contactless. Intesa Sanpaolo ha aperto anche a Vodafone per incentivare i negozianti italiani ad accettare carte di debito, credito e bancomat sempre per piccoli importi. Il target rimane il consumatore smartphone dotato, ma questa volta il servizio si concentra su una app per cellulari intelligenti e tablet che consentirà pagamenti contactless funzionando tramite un Pos che si collega a smartphone e tablet in modalità bluetooth. Il pos mobile Move and Pay Business è un piccolo lettore certificato ai massimi livelli di sicurezza da Visa, MasterCard e Consorzio Bancomat. Dopo aver scaricato gratuitamente un’applicazione Android oppure iOs, consente di ricevere pagamenti in pochi passaggi, esattamente come gli apparecchi Pos presenti nei negozi. L’obbiettivo è riuscire a coinvolgere almeno un milione di partite Iva che ancora non hanno un Pos per un ammontare delle transazioni stimato nell’ordine dei 90 miliardi di euro.
Per indagare però come il consumatore medio italiano si comporta con questi nuovi prodotti abbiamo interpellato Nicola Pellegrini, amministratore unico della Smart Research, società che opera in Italia dal 2008 ed è specializzata nelle ricerche via web utilizzando una tecnica di reclutamento esclusiva che non remunera i rispendenti. “Spesso si sente parlare di multicanalità nel mondo bancario ma poi si tende a fondere i pagamenti con la monetica e si esclude di conseguenza con grande rapidità, e forse un po’ di superficialità, il mobile come strumenti ad alto potenziale. La ricerca che abbiamo condotto dimostra che non è così. Con la giusta cautela e gli strumenti adatti il mobile può diventare, anche in tempi brevi, un grande strumento di diffusione della monetica”.
Smart Research ha condotto la ricerca Lo smartphone e le sue potenzialità come strumento finanziario: la prima parte è stata condotta nel mese di settembre 2010, la seconda nel mese di marzo 2011, la terza nel novembre 2011, la quarta si è conclusa a marzo 2012, la quinta a marzo 2013 fino ad arrivare a quella attuale, conclusa ai primi di novembre 2013. Il campione, per ciascuna parte di ricerca è stato di oltre mille casi rappresentativo della popolazione italiana dai 18 ai 64 anni. L’analisi temporale dei risultati dell’indagine mostra una significativa crescita percentuale dei possessori di smartphone tra settembre 2010 e novembre 2013. Leggendo la serie storica delle rilevazioni tra il 2011 e 2013 c’è stato un forte incremento della penetrazione degli smartphone e della frequenza di collegamento: fino a prima del novembre 2011 la principale resistenza degli utenti verso questo device erano i costi poco chiari e elevati di connessione. Da allora le tariffe per la navigazione si sono notevolmente ridotte permettendo lo sviluppo sia degli smartphone che della frequenza di connessione. Complessivamente (tra connessioni solo sim, wifi ed entrambe) sono il 95% degli intervistati coloro che avendo una smartphone si collegano a internet, mentre i possessori di tablet sono oggi quasi il 40% della popolazione interpellata. Altro dato interessante è che circa il 36,2%% di chi non ha un tablet, dichiara di avere intenzione di acquistarlo entro un anno. In contemporanea la quasi totalità del campione (95,2%) possiede almeno una carta di pagamento. Il dato interessante, al di là della presenza più evidente della carta di debito, è la percentuale di carte prepagate e ricaricabili che raggiungono una quota molto vicina alle carte di credito tradizionali.
E’ consolidata l’abitudine a fare acquisti online per circa la metà dei possessori di pc. La resistenza all’utilizzo dell’e-shopping è rappresentato sostanzialmente, per l’altra metà del campione, da problematiche relative alla sicurezza dello strumento. E’ invece ancora una quota ridotta quella dei possessori che utilizzano lo smartphone (17%) per compiere acquisti in rete. Sembrerebbe motivata da una mancanza di adeguatezza dello strumento a fronte di un generico interesse, il primo motivo di resistenza agli acquisti. Mentre la sicurezza è ancora un fatto rilevante per oltre il 35% dei possessori. Infine rispetto ai possessori di smartphone, chi possiede un tablet ha una propensione maggiore a utilizzarlo per fare acquisti (25%). In sintesi ad oggi solo il computer è considerato lo strumento più idoneo per fare acquisti online e avere rapporti di pagamento con la banca. Le resistenze verso la mobilità derivano da una percezione di questi strumenti come poco adatti per certe attività.
Entrando nello specifico delle attivà mobile legate alla gestione monetaria, la metà del campione è a conoscenza del fatto che la propria banca offre la possibilità di fare pagamenti con cellulare e tablet, e al momento un quarto degli intervistati ammette di fare operazioni bancarie con questi strumenti. Si rileva una buona propensione alla operatività in remoto, il pc viene preferito allo smartphone come strumento operativo. Alta potenzialità presenta la possibilità di effettuare pagamenti con lo smartphone tramite Pos , sia nell’area dell’interesse che in quelle della semplice curiosità, mentre solo il 7% è scettico in merito a questa funzione. Da questo dato si evidenzia la necessità di un maggiore impulso in comunicazione da parte degli operatori per aumentare la base degli interessati rispetto a chi solo è incuriosito. Uno degli aspetti della ricerca che ha più sorpreso riguarda la soglia massima degli importi che un consumatore pagherebbe con smartphone. Circa la metà del campione ritiene infatti che la spesa potrebbe essere superiore ai 15 euro, quindi oltre il limite di un ipotetico micropagamento. Dati alla mano diffusi da Eustat, comunque già a metà del 2013 i pagamenti elettronici sono cresciuti del 14% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (da 288 a 329 milioni). Manteniamo una media bassa, rispetto ai colleghi europei: 31 operazioni annue pro capite contro le 175 dell’Inghilterra, le 140 della Francia o le 54 della Germania.
Via Quo Media
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