Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Che il settore mobile sia diventato il chiodo fisso di Mark Zuckerberg è ormai chiarissimo. Gli assegni miliardari staccati dal Ceo di Facebook per acquistare prima Instagram e poi WhatsApp ne sono la prova più evidente. Come la recente trovata di costringere gli utenti Android a installare Messenger per poter utilizzare i messaggi di Facebook dal proprio smartphone. Immagini, fotoritocco, testo.
Zuckerberg vuole coprire ogni possibilità, senza lasciare spazio a eventuali competitor, in un mercato sempre più esasperato. E in questa sorta di monopolizzazione del settore mobile, c'è ancora un pezzetto del mosaico facebookiano fuori posto: quello dei messaggi che si autodistruggono. Chiariamolo subito: Zuckerberg ci aveva provato con Snapchat, la celebre App che di fatto ha lanciato la moda del messaggio «usa e getta». Ma Evan Spiegel, il ragazzino di Los Angeles che ha inventato Snapchat, rifiutò un assegno da tre miliardi di dollari, balzando agli onori delle cronache (non si sa se per follia o per coraggio...). Tutto ciò accadeva qualche mese fa. Ora Zuckerberg ci riprova, ma stavolta ha deciso di abbandonare la strada del corteggiamento a Snapchat per passare al piano B: attaccare Snapchat e magari sottrargli il mercato. Per farlo, Facebook avrebbe confezionato in casa una App concorrenziale a Snapchat. A riferire l'indiscrezione è il Financial Times. Secondo il quotidiano finanziario l'App studiata dai programmatori di Palo Alto si chiama Slingshot (che in italiano significa "fionda"). Un'applicazione alla quale l'azienda di Zuckerberg starebbe lavorando da ormai qualche mese, e che potrebbe comparire nei vari store già in questo mese di maggio. Non sarebbe casuale, infatti, la rimozione dagli store di due App di casa Facebook, ovvero "Poke" e "Facebook Camera", due applicazioni concorrenti a Snapchat e Instagram. Con la seconda già in mano, e con Slingshot in arrivo, Zuckerberg avrebbe deciso di rimuoverle per rinfrescare il pacchetto App. Slingshot, secondo i primi rumors, dovrebbe permettere di inviare brevi messaggi, foto e video che scompaiono poco dopo essere stati visualizzati dal destinatario. Perché pare essere proprio questa la nuova esigenza dei chattatori da smartphone. E dopo che anche Yahoo! ha virato in questa direzione, con l'acquisto di Blink, Zuckerberg cala l'ennesimo asso. Se Slingshot farà tremare Snapchat, però, è tutto da vedere.
Via IlSole24Ore.com
Facebook sta lavorando per ampliare il suo servizio di video advertising che permette alle imprese di mostrare sul social spot simili a quelli televisivi: secondo quanto riporta in esclusiva Reuters, la novità riguarderà gli utenti del social network in Gran Bretagna, Brasile e altri cinque paesi. L’operazione rinnova l’interesse della compagnia verso lo sviluppo di nuove features per la promozione pubblicitaria che, secondo gli analisti, potrebbero essere in grado di aiutare la società a catturare un’ulteriore fetta di mercato dedicata al brand advertising.
Facebook ha iniziato a vendere questo tipo di annunci negli Usa a marzo di quest’anno solo per un ristretto gruppo di aziende, tra cui la società di assicurazione Progressive Corp e l’emittente televisiva NBC, un’unità della Comcast Corp. Il test ha avuto un riscontro positivo e sarà esteso anche in altri paesi, anche se la cautela nell’estensione dei video promozionali in auto-play è d’obbligo, considerato l’impatto sul pubblico e il giro d’affari.
Facebook, a partire dal prossimo mese, lavorerà con un gruppo limitato di inserzionisti in Francia, Germania , Brasile, Giappone, Canada, Australia e Gran Bretagna. Ogni annuncio dovrà superare un test di controllo di qualità in collaborazione con la società impegna in video analytics Ace Metrix. Da una dichiarazione di un portavoce Facebook a Reuters, la maggior parte degli spot non apparirà sui mercati internazionali fino a settembre, visto che la società sarà impegnata con la sezione marketing al fine di garantire gli standard di qualità richiesti da questo tipo di attività. Le aziende, i cui spot sono ritenuti accettabili, potrebbero però cominciare a vedere in onda su Facebook i video già nel mese di giugno, in tempo per i Mondiali di Calcio.
Le inserzioni pubblicitarie su Facebook sono cresciute dell’82% fino a raggiungere i 2,27 miliardi dollari nel primo trimestre di quest’anno. Il prezzo che le aziende pagano per pubblicare un annuncio video su Facebook è determinato dalla dimensione del pubblico così come viene analizzato dalla società di misurazione Nielsen. I clienti possono scegliere orari specifici della giornata per i loro spot e possono indirizzare gli annunci a seconda dell’età e del sesso del proprio target di riferimento.
Gli annunci video online, che in genere portano ricavi più alti rispetto ad altre forme di annunci online, potrebbero aiutare Facebook a rafforzare le sue entrate sul fronte della pubblicità, soprattutto nei mercati internazionali dove il ricavo medio della società per utente è inferiore rispetto agli Stati Uniti e Canada.
Infatti circa l’84% dei 1,28 miliardi di utenti mensili di Facebook sono al di fuori degli Stati Uniti e del Canada, con 87 milioni di utenti mensili in Brasile e 34 milioni di utenti mensili nel Regno Unito. Gli utenti brasiliani che ogni giorno usano uno smartphone per connettersi a Facebook sono aumentati del 75% arrivando a 35 milioni.
Via Tech Economy
Il servizio di musica in streaming ora ha 40 milioni di utenti attivi, mentre gli ascoltatori stanno creando o aggiornando 5.000.000 nuove playlist ogni giorno.
Spotify ha rivelato di aver raccolto più di 4 milioni di abbonati al suo servizio di streaming musicale nel corso dell'ultimo anno. L'ultima volta che Spotify ha rivelato il numero di utenti a livello mondiale è stato nel marzo 2013. Allora, 6 milioni di utenti erano abbonati al servizio.
Ad oggi, Spotify ha raggiunto ormai i 10 milioni di abbonati paganti in tutto il mondo, con il servizio che copre oggi 56 paesi. In totale, ci sono oltre 40 milioni di utenti attivi su Spotify - questo numero comprende sia gli abbonamenti a pagamento che la fruizione (limitata) gratuita del servizio. Un abbonamento Premium Spotify include l'ascolto senza pubblicità mobile e offline per 9,99 ero al mese, mentre chi non vuole abbonarsi può solo ascoltare alcune radio gratuitamente, non potendo però scegliere la musica che vuole ascoltare.
La crescita del numero di abbonamenti di Spotify è dovuta in parte all'ultima revisione della società delle sue applicazioni mobili, che dalla fine del 2013 consente agli appassionati di musica di ascoltare in streaming tramite l'app per Android e iOS dei brani gratuitamente. E' molto probabile che, dopo un periodo iniziale di ascolto gratuito, in molti decidano di passare alla versione premium per avere accesso al catalogo senza limiti, potendo anche ascoltare in modalità offline i brani sui device mobile. Al momento, Spotify ha dichiarato che il numero di download delle sue app mobili è aumentato di quattro volte da quando sono disponibili.
Spotify ha inoltre stretto accordi di partnership con operatori quali Sprint negli Stati Uniti e Vodafone nel Regno Unito, Italia ed altri paesi, dando la possibilità ai clienti di ciascun vettore la possibilità di combinare con il proprio piano tariffario l'abbonamento premium di Spotify.
"Abbiamo avuto un anno incredibile, passando da 20 a 56 mercati" Daniel Ek, CEO e fondatore di Spotify ha detto in un comunicato. "10 milioni di abbonati è un traguardo importante sia per Spotify che per l'intera industria della musica".
In confronto, il servizio di radio via internet più diffuso negli USA, Pandora, contava 76 milioni di utenti attivi ad aprile 2014. Nel mese di ottobre del 2013, Apple ha detto che 20 milioni di ascoltatori stavano usando il suo iTunes Radio.
Via PianetaCellulare
Google allarga la sua influenza nel campo delle tecnologie casalinghe. La compagnia californiana, dopo aver fatto suoi i termostati intelligenti di Nest Labs, ora può contare anche sui sistemi di videosroveglianza di Dropcam, acquisiti per 555 milioni di dollari.
La domatica pensata dagli ingegneri del motore di ricerca va via via componendosi e integrando le sue varie parti: la sorveglianza e la sicurezza garantiti da Dropcam si mescoleranno con le tecnologie Nest Labs. Tutto l’ecosistema diomestico firmato da Google dovrà comunque fare i conti con i problemi di privacy e raccolta dati che questi sistemi portano alla luce.
Il rischio di essere spiati dalla propria casa è dietro l’angolo e già da Mountain View provano a smorzare le polemiche: Dropcam “non condividerà dati con altre aziende, inclusa Google - dicono proprio da BigG -, almeno non senza il permesso degli utenti”. Il dubbio, però, è che il prossimo scenario porti alla pubblicità domotica.
Via Quo Media
Facebook ancora popolare tra i teenager americani. Dopo un calo di popolarità tra i giovanissimi registrato negli scorsi mesi, il social di Zuckerberg è ancora al top della classifica di gradimento. Secondo una recente indagine della società Forrester Research, che ha esaminato 4.517 adolescenti americani per quanto riguarda il loro utilizzo dei social media, Facebook conquista ancora consensi. Avanti rispetto a Pinterest, Tumblr, Snapchat e perfino a Instagram, arrivato secondo nella classifica delle preferenze, e Whatsapp messe insieme.
Secondo l’analisi circa la metà degli intervistati, su un campione di teenager fra 12 e 17 anni, afferma di utilizzare Facebook di più rispetto a un anno fa mentre il 20,8% lo usa per tutti i servizi, dalla chat alla condivisione di contenuti. In particolare, secondo gli analisti, l’aumento dell’utilizzo degli smartphone dei prossimi anni porterà più adolescenti ad utilizzare il social network, soprattutto attraverso la app di Facebook, che sembra essere una delle più popolari a livello mondiale.
Fa eccezione però YouTube, che ormai da novembre 2013 ha sorpassato Facebook nelle preferenze degli adolescenti americani: è, infatti, usato più del doppio rispetto a Pinterest o Snapchat e anche più di Instagram e Whatsapp (entrambe di proprietà di Facebook).
Le operazioni per “riconquistare” il cuore, e il business, dei giovanissimi parrebbe aver avuto effetto, come dimostra il lancio della ”chat usa e getta” Slingshot o l’acquisizione di WhatsApp, soprattutto dopo gli annunci e le ricerche che prevedevano l’estinzione dei servizi della piattaforma entro pochi anni.
La questione del gradimento dei teenager è ancora dibattuta, soprattutto in casa Facebook. Sulla scia di un’analoga ricerca del Pew Research Internet Project che evidenziava un calo dell’interesse per il social da parte dei giovanissimi, ad ottobre 2013 David Ebersman, chief financial officer di Facebook, aveva ammesso che il fascino esercitato sui teenager stava calando, fino alla ricerca Forrester. La guerra dei numeri è appena iniziata.
Via Tech Economy
È come Spotify, ma per i libri: in cambio di un abbonamento mensile di 9,99 dollari, si ha diritto a leggere tutto quello che si vuole, scegliendo tra oltre 600 mila titoli. Il servizio si chiama Kindle Unlimited ed è stato appena lanciato da Amazon, dopo che qualche giorno fa era stata pubblicata per sbaglio sul sito dell’azienda una pagina promozionale. Il servizio potrà essere provato gratuitamente per 30 giorni e sarà disponibile anche per dispositivi mobile sia su piattaforma iOS di Apple che Android, attraverso l’app gratuita di Kindle. Con questa mossa l’azienda di Jeff Bezos sta così cercando di creare uno Spotify dei libri, garantendo ai suoi iscritti l’accesso a oltre 600.000 titoli. Come riporta il Wall Street Journal adesso Amazon starebbe anche cercando di attrarre grandi editori, aumentando così l’attrattività del servizio. Al momento nella lista ci sono anche titoli popolari, come Harry Potter, il Signore degli Anelli e Hunger Games, ma anche diverse esclusive per la piattaforma Kindle. In aggiunta ai libri di testo, Kindle Unlimited offre accesso a oltre 2000 audiolibri e anche la possibilità di cominciare a leggere un testo normalmente e di continuare poi con la lettura vocale. La compagnia di Seattle non è la prima ad offrire la possibilità di leggere libri in abbonamento: Scribd offre già un servizio analogo per 8,99 dollari al mese e può contare su un catalogo di 400 mila opere, mentre Oysrer arriva a 500 mila (ma per 9,95 dollari al mese). «Con Kindle Unlimited non si dovrà pensare due volte prima di provare un nuovo autore o un nuovo genere: basterà iniziare a leggere», ha detto Russ Grandinetti, responsabile di Amazon Kindle. Non è dato sapere se e quando il servizio sarà disponibile anche in Italia.
Via La Stampa
Facebook, salgono profitti e ricavi trainati dalla pubblicità sul mobile
Facebook ha messo in mostra conti brillanti, capaci di mettere le ali al titolo. Il re dei social network ha aumentato le entrate del 61% nel secondo trimestre, a 2,91 miliardi di dollari, più dei 2,8 miliardi previsti. Una crescita avvenuta sull'onda della raccolta pubblicitaria online soprattutto attraverso i gadget mobili, smartphone e tablet. E i profitti sono lievitati a 791 milioni, più che raddoppiando rispetto ai 333 milioni dell'anno scorso. Pari a 42 centesimi per azione, hanno a loro volta battuto nettamente attese della vigilia ferme a 32 centesimi. Nel dopo mercato il titolo, grazie ai risultati, si è spinto verso nuovi massimi storici oltre i 74 dollari, in rialzo del 4% dopo aver già guadagnato il 3% durante la seduta del Nasdaq. Il precedente massimo lo aveva stabilito l'11 marzo a 72,59 dollari. Numerosi analisti hanno adottato target ancora superiori per le azioni del social network, tra gli 80 e gli 85 dollari. «Abbiamo avuto un buon trimestre», ha commentato l'amministratore delegato e fondatore Mark Zuckerberg.
Tra le cifre del bilancio in maggior evidenza, la pubblicità nel segmento "mobile" ha rappresentato il 61% del totale, salendo dal 59% dei tre mesi immediatamente precedenti. L'andamento di queste entrate viene considerato di importanza strategica, fulcro della crescita futura visto il crescente accesso a Internet dei consumatori utilizzando tecnologie mobili. Nell'insieme la raccolta pubblicitaria del gruppo è stata pari a 2,68 miliardi negli ultimi tre mesi, un incremento del 67%, con le inserzioni mobili cresciute al passo del 30 per cento. La società controlla una quota del 5,8% della pubblicità digitale a livello globale, rispetto al 4,1% alla fine del 2012. Il mercato dovrebbe lievitare da 120 a 140 miliardi di dollari quest'anno. Per aumentare la sua presenza e sfidare il dominio di Google, Facebook ha anche sviluppato pubblicità video. Il gruppo può contare su un esercito di 1,32 miliardi di utenti attivi al mese, in aumento dagli 1,28 miliardi del primo trimestre del 2014. Gli utenti mobili sono lievitati dal 40% nell'ultimo anno a una media quotidiana in giugno di 650 milioni. Di recente, per ampliare sempre più i suoi servizi e la sua capacità di attrazione, il social network si è anche lanciato in significative acquisizioni, tra le quali il gruppo di messaggeria istantanea WhatsApp per 19 miliardi e la società di virtual reality Oculus VR.
Via IlSole24Ore.com
Anche Amazon cavalca fino in fondo il business delle stampante 3D. Oggi ha lanciato una piccola sezione all'interno del suo vasto sito di commercio online con una collezione di oggetti creati con le 3D printer. Non parliamo quindi delle macchine e degli accessori per la stampa, quelli c'erano già, ma di gioielli, decorazioni, giocattolini, ninnoli, oggettini per la casa. Tutti "ino" perché sono piccole cose. Ma possono essere personalizzate e modificate nella forma, nel colore e anche, almeno un po', nella dimensioni. Tra i partener ci sono i più grossi come Mixee, Scupteo e 3DLT. Tuttavia a differenza di servizi di questo tipo non offre la possibilità di stampare per conto terzi progetti grafici (Shapeways). In qualche modo, il gigante del commercio elettronico per ora si accontenta di offrire una serie limitata di modifiche garantendo in qualche modo il controllo qualità.
Con la presentazione della nuova sezione Amazon di fatto introduce una serie di nuovi tool per personalizzare il designer dei prodotti 3D. Ed è questa forse l'aspetto più interessante e specifico dell'opeazione che non si configura solo come l'apertura di un nuovo scaffale di prodotti. Attraverso piccole funzioni per la visualizzazione si possono, per esempio, personalizzare alcuni dettagli dell'oggetto che poi può essere stampato in metallo o plastica e in una serie di colori a scelta. Si contano per ora poche centinaia di oggetti suddivisi per categorie che vanno dai soliti pupazzetti da pochi dollari a gioielli in metallo da 60 dollari. L'iniziativa è partita un po' in sordina. Ma, i bene informati, scommettono che per Amazon possa rappresentare un pretesto per sperimentare programma di personalizzazione da applicare a tutto il commercio elettronico e non solo a quello in forte crescita dei prodotti della produzione additiva.
Via IlSole24Ore.com
L'ultima iniziativa di Amazon si chiama Local Register, un servizio di pagamento mobile che permette a utenti e commercianti/professionisti di effettuare/ricevere pagamenti usando una carta di credito (o a debito) e uno smartphone o tablet.
Local Register si basa sull'utilizzo di un lettore di carta magnetica (da inserire nella porta audio di un gadget mobile) e di una app disponibile su Android, iOS, e Amazon Fire: accoppiata che permette di pagare un servizio o un prodotto facendo scorrere la carta nel lettore e autorizzando il trasferimento di fondi. Il deposito del denaro verrà finalizzato entro il giorno successivo al pagamento.
Il nuovo servizio Amazon funziona in maniera non dissimile da quello della start-up Square, e come spesso accade con l'azienda di Jeff Bezos la concorrenza si fa soprattutto sui prezzi: il lettore di schede viene venduto a 10 dollari, mentre la percentuale trattenuta da Amazon su ogni "strisciata" è dell'1,75 per cento sul totale della transizione. Al confronto, la percentuale richiesta per l'utilizzo di Square è pari al 2,75 per cento.
Si tratta, è bene sottolinearlo, di percentuali promozionali per gli utenti che si registreranno entro il 31 ottobre e valide fino al primo gennaio 2016, mentre il sovrapprezzo pieno sarà del 2,5 per cento delle transazioni. Per invogliare ulteriormente i clienti all'uso di Local Register, infine, Amazon darà la possibilità - tramite la app mobile - di consultare rapporti sull'attività economica, i trend delle vendite, i periodi di picco degli affari e altro ancora.
La soluzione Amazon per i pagamenti online rappresenta l'ennesima riprova del fatto che le transazioni "wireless" con comunicazioni NFC (Near Field Communication), inizialmente salutate come una rivoluzione capace di far sparire in un sol colpo denaro contante e carte di credito, non hanno sfondato come molti si aspettavano. Un nuovo rapporto di BI Intelligence, però, va in direzione contraria e invita a non dare ancora per defunta la tecnologia.
Via Punto Informatico
Precisamente 10 anni fa, il 19 agosto del 2004, Google faceva il suo ingresso in Borsa. Uno sbarco che, all’epoca, non generò una spasmodica attesa mondiale equiparabile alle più recenti di Facebook o Twitter, ma che ha segnato profondamente il nostro tempo. In occasione dell’anniversario sono molte le testate e gli esperti che hanno colto l’occasione per guadare indietro per riscoprire come il mondo era allora e come è adesso, anche grazie a Google. Lo ha fatto ad esempio il Wall Street Journal, rispolverando il prospetto programmatico redatto da Brin e Page e presentato alla Sec: una sorta di “magna charta” che ruotava attorno alla chiarezza e semplicità espositiva.
Il WSJ pone l’accento su un passaggio in particolare, che colpisce soprattutto alla luce di quanto è poi realmente accaduto e di quali e quanti progetti, dai più rivoluzionari ai meno, il colosso ha portato avanti.
“Non eviteremo progetti ad alto rischio o altamente remunerativi a causa della pressione di guadagni a breve termine. Alcune delle nostre passate scommesse sono andate straordinariamente bene e altre no. Perchè riconosciamo nel perseguimento di progetti come questi, la chiave del successo a lungo termine, e continueremo a cercarne…non siate sorpresi se faremo piccole scommesse su aree che sembrano strane. Accetteremo ancora progetti al di fuori del nostro tradizionale campo soprattutto quando l’investimento iniziale sarà basso.”
Un vero e proprio manifesto che, in 10 anni, pare aver guidato realmente le azioni di Google se è vero che tanti progetti sono diventati avanguardia dell’innovazione che verrà ma molti altri, anche a dispetto del successo e dell’apprezzamento da parte degli utenti, sono stati chiusi. E ‘affascinante pensare, spiegano dal WSJ, “a quanto piccolo fosse il mondo di Google allora, una compagnia di circa 2.000 dipendenti, quasi esclusivamente un motore di ricerca con Yahoo e Microsoft erano gli unici concorrenti di peso“. E nel 2004 le entrate di Google erano ferme a 3,2 miliardi dollari mentre oggi superano i 65 miliardi dollari, i margini di profitto netti superano il 20% e la sua capitalizzazione di mercato è diventata una delle più grandi della terra, quasi 400 miliardi di dollari. “Questo successo potrebbe sembrare inevitabile grazie all’ascesa del web. Ma se fosse così Yahoo e Microsoft sarebbero cresciuti di pari passo.” E come sappiamo non è stato così.
Il Time ha provato a stilare un elenco dei dieci grandi cambiamenti, dai più seri ai più divertenti, che Google ha portato nelle nostre vite:
Ha cambiato il linguaggio, diventando un vero e proprio verbo. “To Google” in inglese, che in italiano diventa “googlare” ovvero cercare su Google, è un verbo ormai entrato stabilmente nei nostri vocabolari, così popolare che pare che la società possa anche rivendicarne i diritti, se il termine diventerà generico, come “scala mobile” e “cerniera”, che una volta erano un marchio di fabbrica.
Ha cambiato il nostro cervello. Google è diventata una sorta di “stampella”, di aiuto mentale collettivo. La nostra mente ricorre al concetto di ricerca in rete per avere l’informazione che le sfugge in modo automatico.
Ha preparato il terreno alle altissime valutazioni di Facebook e Twitter. Valutazioni alte basate solo mere speculazioni erano comuni anche nel pieno del boom delle dot-com degli anni ’90, dice Ed Crotty, responsabile degli investimenti per Davidson Investment Advisors. Ma Google ha dimostrato per prima che anche solo un vasto pubblico potenziale poteva pagare in termini di investimento.
Ha cambiato i telefoni cellulari. Dal momento che il primo telefono Android è stato venduto nel 2008, il sistema operativo mobile di Google è ancora in espansione. Oggi possiede quasi l’85% della quota di mercato e ha quasi raddoppiato la sua quota negli ultimi tre anni.
Ha trasformato il modo in cui usiamo e-mail. Gmail è stato inventato dieci anni fa: è difficile persino ricordare “quei secoli bui” in cui lo spazio delle caselle di posta era limitato e bisognava fare costantemente pulizia. Oggi le nostre caselle di posta sono mausolei, che ospitano i file a lungo e persino intere relazioni.
Ha cambiato il modo in cui collaboriamo. Nel 2006 Google ha acquisito la società chiamato Writely. Con quella scommessa, Google ha creato un mondo dove le persone possono collaborare praticamente su qualsiasi tipo di documento, sia per il lavoro che per il gioco.
Ci ha permesso di viaggiare per il mondo stando seduti alle scrivanie. Google Maps (e la Terra) è diventato molto di più di uno strumento per misurare itinerari di viaggio e fusi orari. Dal momento in cui Google Street View è arrivato sulla scena nel 2007, è stato possibile “visitare” mete lontane, fare tour virtuali, pianificare in anticipo i viaggi, e passare ancora più tempo su Internet.
Ha influenzato le notizie che leggiamo. Un alto posizionamento delle notizie nei risultati di ricerca di Google ormai è un affare estremamente serio e può avere un effetto profondo sul successo dei media e soprattutto delle imprese. Non a caso il “comparire in cima” ai risultati di Google è una delle richieste più gettonate delle aziende.
Gli utenti diventano dati. Aziende come Google e Facebook non sono veramente “gratis”: tutti i dati degli utenti sono un bene prezioso che Google mette a disposizione dei suoi inserzionisti pubblicitari.
Ha cambiato il mondo con cui gli altri ci vedono. Ad esempio quando un datore di lavoro “googla” il nome di un potenziale candidato e ne trova link e pagine sul motore di ricerca.
Google oggi è alle prese con temi e problemi che travalicano moltissimo i tradizionali ambiti del colosso: è sempre più spesso chiamata in causa quando si tratta di privacy, sia in rete che su mobile, perchè Google sa anche essere molto invasiva e furba quando vuole. Eppure dieci anni dopo rimane innegabilmente inserita nel nostro “sistema nervoso centrale”. E promette di rivoluzionarlo ancora e ancora con progetti e iniziative che sfidano il futuro.
Via Tech Economy
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