Per i giovani i cd non hanno pił significato
Va ormai di moda su tutte le maggiori pubblicazioni internazionali (economiche e non) tracciare delle analisi piuttosto nefaste sul futuro dell'industria discografica. Non quella musicale, attenzione, ma proprio quella "discografica", cioè quella che ha sempre concentrato il suo core business sul disco (vinile, cd, audiocassetta), sulla musica registrata. Internet e l'esplosione della musica digitale non hanno affatto svalutato la musica, ma hanno di certo dato una significativa spallata al valore commerciale della musica registrata. L'ultimo articolo in ordine di tempo è stato pubblicato ieri dall'Economist. Si intitola From major to minor e lo potete leggere qui . La parte più significativa mi sembrano l'aneddoto d'apertura e la malinconica vignetta che lo accompagna:
"Nel 2006 la Emi, la quarta maggiore casa discografica del mondo, invitò alcuni teenager nel suo quartier generale di Londra, perchè parlassero con i top manager dell'etichetta a proposito delle loro abitudini musicali. Alla fine dell'incontro, i boss della Emi li ringraziarono e dissero di servirsi liberamente da un tavolo pieno di cd. Ma nessuno dei teenager prese alcun cd, nonostante fossero gratis. "In quel momento abbiamo capito che era finita", dice una persona che era lì.
Non è che per i cd sia proprio finita. Si vendono e si venderanno ancora. Persino quelli che sono stati prima distribuiti più o meno gratis su Internet (ogni riferimento ai Radiohead primi in classifica negli Usa e in Gran Bretagna è puramente voluto). Ci sarà sempre qualcuno che preferirà avere tra le mani un supporto fisico. Ma sembra ormai evidente che quello non sarà più il metodo di fruizione principale della musica, sarà solo più una nicchia della "lunga coda". Fino a pochi anni fa il cd era la musica. Adesso, soprattutto tra i giovani, il cd è solo una fastidiosa e inutile gabbia. La musica è sull'iPod, sui computer, sul telefonino. E se proprio devono pensare a un supporto fisico, tanto vale che sia una chiavetta USB. Ci sono ormai milioni di giovani appassionati che trascorrono le loro giornate ad ascoltare musica e non hanno mai tenuto in mano un cd (e non hanno alcuna intenzione di iniziare a farlo). Per le vecchie generazioni sarà anche un trauma incredibile: sia da un punto di vista sentimentale, che ideologico, che economico. Per le nuove non è affatto un problema. A loro interessa la musica.
Via LASTAMPA.it
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