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Il videogame italiano fanalino di coda in Europa
Di Altri Autori (del 08/10/2007 @ 07:06:57, in Marketing, linkato 2621 volte)

Il videogame italiano fanalino di coda in Europa. Il mercato cresce del 2,3% contro il 25% dell'Olanda e il 12 di Spagfna e Francia

Sony taglia il prezzo della Ps3 e Mediaworld propone una settimana di sottocosto per le console. Con l’avvicinarsi del Natale entra in fermento il settore dei videogiochi che secondo i dati dell’Aesvi cresce ma senza entusiasmare. L’Associazione degli editori di videogame, nel suo terzo rapporto sullo stato dell’industria videoludica in Italia, stima per il 2006 un valore di mercato di 741.908 euro con una crescita del 2,3% rispetto al 2005.

In realtà il valore finale è sicuramente più alto visto che il panel di Gfk copre il 63% del mercato del software per console, il 65% dell’hardware sempre per le console e il 70 del mercato dei giochi per pc. Il saldo positivo è stato realizzato soprattutto con le vendite di software che rappresentano il 64% del mercato, pari a 474.926.533 euro, mentre le console hardware valgono il 36%, pari a 266.981.877 euro.

Secondo l’Aesvi le principali leve dello sviluppo sono state, da un lato l’innovazione tecnologica e la tendenza a una sempre maggiore creatività e multimedialità del prodotto, dall’altro, l’evoluzione e la diversificazione delle modalità distributive, con un progressivo aumento di importanza dei canali della distribuzione moderna.

Sta di fatto che l’Italia cresce molto poco rispetto agli altri Paesi europei. L’Olanda cresce infatti del 25, 9%, la Germania del 22,5%, la Svezia del 21%, la Spagna del 12,3%, e la Francia del 12. Non pare preoccupato Andrea Persegati, presidente Aesvi che sostiene come “La crescita moderata registrata lo scorso anno (+2,3%) vada contestualizzata in un arco temporale di medio termine che ha visto il mercato crescere con un tasso particolarmente significativo nel 2005 (+16,6%) e che lo vede in una fase di sviluppo ancora più esponenziale nei primi sei mesi del 2007 (+47,9%)”.

Persegati non lo dice ma in questa crescita impetuosa del 2007 un ruolo importante lo gioca sicuramente la Wii di Nintendo (del quale il presidente Aesvi è country manager) che ha contribuito a sostenere le vendite dell’hardware che cresce del 17,4% in valore e dell’8,2% in volume nel 2006.

Lo scorso anno in Italia sono state vendute 1.602.994 console, per un giro d’affari complessivo di 266.981.877 euro. In linea con quanto succede in altri mercati le console portatili hanno contribuito in modo significativo con 767.560 unità vendute (+ 21,6%) e un giro d’affari di 120.870.295 euro (+31,1%). In flessione a volume il segmento Home Console – 835.433 unità vendute (-1,7%) con un giro d’affari di 146.111.582 euro in crescita (+8%).

Il succo di questi dati è che le console iniziano a essere una presenza abituale nelle famiglie italiane. Le si trovano in una famiglia su tre dopo che nell’ultimo anno è stata realizzata una crescita di sei punti percentuali sulla base installata. Non siamo ancora ai livelli olandesi o svedesi (una console ogni due famiglie) ma ci stiamo facendo sotto.

Nel segmento dei gaming device la crescita a valore è stata del 16,5% grazie soprattutto a batterie e memory card. Più difficile è invece la situazione per joystick, telecomandi, volanti che in volume crescono dell’1,2% e in valore diminuiscono dell’1,1%.

Per quanto riguarda il software, nel 2006 in Italia sono stati venduti 15.905.706 videogiochi, per un giro d’affari complessivo pari a 474.926.533 Euro. Questi dati equivalgono a una crescita del 6,2% in volume e una flessione del 4,6% in valore, dovuta all’erosione del prezzo medio dei videogiochi per Ps2 e pc. Il mercato è trainato dalle vendite dei console games (videogiochi per console) (77,1% del mercato in volume e 85,1% in valore), che crescono del +9,9% in volume e in particolar modo dal segmento Portable, cresciuto del +38,3% in valore e del +50,8 in volume. In flessione le vendite dei pc games che registrano un -4,6% in volume e un –20,6% in valore.

Luigi Ferro