New York Times a gratis... ?
Per chi si interessa da anni di giornalismo on line e di contenuti a pagamento, la notizia che lo storico quotidiano statunitense abbia deciso di abbandonare i servizi a pagamento, è, come dire, una notiziona. Mentre il mondo dell'informazione regalava contenuti, il NYTimes chiedeva registrazioni on line e soldi. Il business della società, The New York Times Company, che pubblica il quotidiano è sempre stato quello di acquisire e vendere dati (oltre alle attività pubblicitarie, vendita etc...).
Il commento di Vivian Schiller si fonda proprio quella che è sempre l'attività più reddittizia del gruppo statunitense. Un gruppo che ha sempre dimostrato di avere un'ottima visione di come si sviluppa il mercato. Esempio di qualità giornalistica, ma anche di come si progetta un buon sito di informazione (malamente copiato dai quotidiani italiani). Ora sarà molto interessante capire il business model su cui si fonda questa decisione. Possiamo immaginare uno scenario negativo: il sistema di pagamento frenava la registrazione gratuite degli utenti, che alla fine, pur non pagando la registrazione, non avevano un'ampia scelta di servizi che invece erano a pagamento. Nello stesso tempo i servizi non venivano acquistati perché non si capiva perché pagare un servizio come Time Select. Uno scenario positivo potrebbe essere?... difficile dirlo, perchè cambiare quando un sistema funziona? Una ipotesi potrebbe essere che il sistema funzionava, ma lo scenario competitivo stava cambiando e quindi meglio anticipare i tempi e i competitor.
Ora cosa succederà? L'aspetto più divertente è come si comporteranno coloro che copiano il New Nork Times e coloro che sono competitor del quotidiano newyorkese: vedi Salon.com rigorasamente a pagamento, e per chi paga rigorosamente senza pubblicità. Conviene tenere d'occhio i cambiamenti annunciati perché sono ancipatori di nuove strategie, di nuovi business model e di pensieri nuovi su internet... aspettando un web 3.0 che veramente cambi internet.
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