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Un nuovo modo di proporre il vino
Di Roberto Venturini (del 08/06/2007 @ 07:35:40, in Marketing, linkato 3370 volte)

...che ha già causato alzate di scudi da parte dei tradizionalisti. ; - )

Da che mondo è mondo. il vino si vende - o meglio si "posiziona" - in base alle sue caratteristiche, al tipo di vitigno... insomma, in enoteca o al super dobbiamo scegliere tra un Chianti e un Dolcetto, tra un Gewurtztraminer e un Morellino....

Bene, ma dal punto di vista marketing questa è un'eresia!

Stiamo parlando del prodotto e non del benefit, stiamo dando per scontato che il target "sappia", abbia un'idea di che gusto avrà il Brachetto, sappia che gli piacerà e con che cibi accoppiarlo.

Trattandosi di un bene esperienziale (sappiamo se abbiamo buttato i soldi solo quando abbiamo assaggiato il prodotto acquistato, quindi è troppo tardi) è evidente che molta gente non addentro al mondo enologico abbia fortissime riserve e che la propria ignoranza possa portare al consumo di prodotti come il Tavernello.

Nel dubbio, se non ho voglia di sperimentare, piuttosto che sprecare qualche euro per un prodotto che magari non mi piace e non so scegliere vado sul sicuro, spendo poco, rischio poco e il prodotto in fondo non è poi così male.... (almeno così mi dicono, io non l'ho mai assaggiato).

Una soluzione alternativa

Una soluzione alternativa, focalizzata sulla performance del prodotto e non sulle sue caratteristiche viene invece adottata dalla casa vinicola Amazing Food Wine Co, che ha lanciato la gamma di vini chiamata "Wines that love".

Così se stasera fate il pollo, comprate una bottiglia di "Wine that loves roasted chicken", se fate la pizza, una bottiglia di "Wine that loves pizza" e coì via per bistecca, pasta al pomodoro, salmone etc.

Sarà un sacrilegio per la "cultura" del vino, ma per molte persone una porta in cui entrare in questa cultura o, più semplicemente, per bere decentemente e senza grossi errori...