Abc News, uno tra i più seguiti notiziari Tv statunitensi, ha inaugurato l'era del telegiornale 2.0 con un servizio online che accorcia le distanze tra redazione e telespettatori, aprendo nuovi spazi e prospettive per il cosiddetto "citizen journalism" - l'informazione fatta "dal basso". Il nome del progetto è una dichiarazione d'intenti: BeSeen BeHeard, traducibile come "fatti vedere e fatti ascoltare".
Il servizio, che affianca la versione online di Abc News, è un'interfaccia per la pubblicazione di videonotizie autoprodotte. Gli utenti registrati possono inviare servizi e clip di natura giornalistica e sperare che la redazione di Abc News li metta in onda sul piccolo schermo oppure sul Web.
Video, ma non solo: attraverso questo nuovo portale, Abc News vuole stimolare e favorire il meccanismo di "feedback" e interazione tra utenti e giornalisti, grazie a gruppi di discussione tematica sempre aggiornati. È possibile partecipare a questi gruppi sia in maniera testuale, sia inviando i propri pensieri e le proprie opinioni sotto forma di breve videoclip. In aggiunta, il servizio offre una programmazione di sessioni "domanda e risposta" tra telespettatori e giornalisti, aperte alla partecipazione di tutti.
BeSeen BeHeard è articolato in tre sezioni principali, tutte moderate dallo staff di Abc News: uno spazio "Talk Back", dedicato al commento di notizie e fatti di cronaca, "What Do You Say", che vuole rappresentare in maniera multimediale l'opinione pubblica su grandi questioni e temi, nonché "Caught!".
Quest'ultima sezione è particolarmente interessante perché permette di visualizzare gli scoop esclusivi prodotti dagli utenti: da un incidente avvenuto sotto casa fino a una manifestazione immortalata grazie a un videofonino. C'è aria di nuovo nel mercato dei media tradizionali statunitensi: la transizione dei "grandi nomi" verso inesplorati modelli collaborativi è ormai un dato di fatto.
Uno e inconfondibile il mantra di questa "evoluzione genetica" che attraversa l'informazione di massa: dare sempre più spazio agli utenti, che vanno integrati nel sistema delle notizie come coprotagonisti e non come semplici spettatori passivi. Resta da vedere se la base è disposta a diventare coprotagonista, spesso senza guadagnarci niente: per il momento i dati più recenti sulla partecipazione online lasciano capire che gli utenti "attivi" sono molti meno di quanto le grandi aziende siano disposte a immaginare.
Tommaso Poggiali su Mytech