Product placement all’italiana
Di product placement ci siamo giù occupati in altre occasioni (Ciak, si acquista!), con particolare riferimento a quanto avviene oltreoceano. Ma anche in Italia alcune aziende sfruttano il cinema come ulteriore vetrina promozionale, sostenendo parte dei costi di produzione di un film in cambio di un’adeguata visibilità dei loro prodotti all’interno della sceneggiatura.
I film di Natale in particolare, sia per il periodo tipicamente di acquisti che per la maggiore affluenza al box office, rappresentano una vetrina ideale, favorendo quindi il ricorso a questa particolare forma di comunicazione.
Inaspettatamente, in quanto non si tratta del classico aspirante blockbuster natalizio, la produzione che in questo periodo è più di tutte ricorsa in maniera progettuale al product placement è “Commediasexi” del regista Alessandro D’Alatri, che vede tra l’altro l’esordio cinematografico del conduttore Paolo Bonolis. La stima dell’investimento complessivo delle aziende per il placement dei loro prodotti all’interno di Commediasexi è di circa 1,5 milioni di euro, una cifra che ha coperto approssimativamente il 20% dei costi di produzione. Tra le marche coinvolte nell’operazione il settimanale Chi, le penne Montblanc, le assicurazioni Direct Line e la pasta Garofano.
Mentre nelle grandi produzioni hollywoodiane il product placement è uno strumento conosciuto e utilizzato, al punto che esistono aziende specializzate nella collocazione strategica dei prodotti, in Italia questo tipo di collaborazione avviene prevalentemente in maniera in poco organizzata, con una cooperazione tra aziende e case di produzione non così solida e istituzionale.
Secondo la testimonianza di Anna D’Auria, direttore di MovieInside, la società di Carat Italia che ha realizzato il piano di product placement di Commediasexi, la situazione in Italia è comunque in fase di evoluzione e anche da noi nei prossimi anni il ricorso delle aziende a questo strumento potrebbe diventare più frequente e programmato.
Via Economy
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